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1. INSEGNO AI BAMBINI A SCRIVERE POESIE
Koch chiedeva sempre alle maestre delle classi di essere presenti durante le sue lezioni per poter insegnare
anche a loro. I primi testi di poesia imitavano quella adulta oppure era infantilmente “carina”, mancando di
creatività che si riscontrava invece nei disegni e lui voleva trovare il modo che permettesse loro di trarre
piacere anche dalla poesia.
Idee per scrivere poesie
I suoi corsi per adulti si basavano di esercizi…non fattibile con i bambini perchè la parola stessa “esercizio”
non suona a loro piacevole! Così in classe diceva Di cosa vogliamo scrivere oggi? o Facciamo una poesia
sui rumori! Ma è difficile che i bambini pensino a se stessi come scrittori e necessarie poesie da leggere in
classe per fornire idee, ispirazioni, voglia di scrivere. Iniziò con una poesia collettiva dove ognuno scriveva
un solo verso su foglietti da consegnare a Koch, però concordando con i bambini delle regole per la stesura
per avere una certa coerenza (es. iniziare con “vorrei”). Ritirati i foglietti e letti come un’unica poesia. Forse
avrebbe funzionato anche se la poesia fosse stata individuale? Sì, li aiuta a rendersi conto che sanno scrivere,
soprattutto di qualcosa che hanno veramente a cuore (mondo privato, desideri). Koch ricorda che è
importante dire ai bambini di non curarsi delle rime, perchè diventa difficile rendere bella la poesia: lo sforzo
della riceva blocca il libero flusso dei sentimenti, associazioni divenendo semplici filastrocche.
Espedienti più congeniali: ripetizione di una/più parola/e a inizio verso o operazione mentale (es. confronto)
in modo tale che l’idea sia facile da focalizzare stimolando interesse. Fa scrivere poesie su confronti
(grande-piccolo, scuola-casa, reale-irreale, umano-non umano…) o mettendo un rumore (poesia dei rumori)
in ogni verso lasciandoli liberi di essere stravaganti senza il timore di essere giudicati. Può essere
incoraggiante mostrare degli esempi (guardate il cielo: a cosa assomiglia in classe? lo stesso associando
parole e rumori).
Propone una poesia dei sogni per abituarli a includere aspetti inconsci delle loro esperienze. Poi una poesia
che mettesse insieme tutto quanto fatto fin ora: una poesia metafora: creare “cose” usando qualsiasi
immagine suggerisce meravigliose e infinite possibilità (cigno di api).
Procede con il confronto passato-presente, facendo comporre poesie con “una volta/ma adesso” lasciando
spazio a espedienti di metempsicosi dovuto al fatto che nell’infanzia il bambino è in continua trasformazione
fisica. Il successo di questi particolari argomenti era dovuto alle loro capacità innate e per la corretta
presentazione. Sanno scrivere in modo musicale se le barriere date dalla metrica e dalla rima glielo
impediscono.
Altra strategia: incoraggiare ad essere liberi e un po’ pazzi nello scrivere, trovando al giusta modalità per
consentirglielo. Es. poesia sulla neve, immaginando di essere un fiocco di neve: identificazione (anche in
animali, oggetti).
Poesia sulle bugie, la parola che i bambini usano spesso e causa shock; poesie sui colori usando un colore ≠
per ogni verso o lo stesso per tutta la strofa; poesie mentre ascoltano musica classica capace di suggerire
bellissime immagini; creare una sestina collettiva insegnando altre possibilità poetiche; poesia “sembro/ma
in realtà sono”; poesie in altra lingua scrivendo alla lavagna 20 parole da usare.
Per Koch la migliore successione di esercizi per iniziare è: poesie collettive, desideri, confronti, rumori,
bugie, colori. Ci sono altri espedienti (due scolari immaginano di avere un terzo occhio e dicono cosa
vedono). Il risultato dipende sempre e comunque dal modo in cui li si porge e dall’approccio complessivo nei
riguardi dell’insegnamento della poesia ai bambini
Insegno ai bambini a scrivere poesie
Bisogna prenderli sui serio come poeti; hanno un talento naturale e ciò consente loro di scoprire qualcosa che
sanno già fare. Vanno incoraggiati come un ammiratore/collaboratore, non una figura autoritaria. Tutti
provano piacere nel leggere le loro poesie. Esistono degli ostacoli che possono impedire la libera scrittura:
rima e metrica
- paura degli errori di ortografia (blocca la mente dal ragionamento, dall’associazione)
- punteggiatura
- avere una bella scrittura
- 1
di 5
paura di scrivere una brutta poesia
- paura di essere criticati / ridicolizzati
-
Parlare loro di poesia senza tecnicismi, vi sono altri termini più semplici, come quelle che usano parlando tra
loro. Mai scegliere una poesia migliore/peggiore, Koch non dice nemmeno l’autore. L’insegnante non
dovrebbe nemmeno correggere le poesie, se c’è qualcosa di oscuro, chieda chiarimenti. Ovviamente poi non
devono servire per analizzare i loro problemi personali.
I bambini preferiscono scrivere a scuola piuttosto che a casa, perchè rientrerebbero nella categoria “compiti”,
mentre a scuola è qualcosa che “fa saltare” le ore di grammatica, matematica…quindi divertente.
Koch lasciava che i bambini facessero caos in classe, che si confrontassero, che si copiassero i versi. La sua
presenza suscitava ispirazione, forniva idee, era lettore e ammiratore. Quando da le idee on suggerisce
parole/versi interi, ma pone domande per farli entrare nello stato d’animo per scrivere.
Ascoltando, leggendo poesie i bambini possono eccitarsi all’idea di scrivere e inoltre imparano nuove
tecniche, idee.
Cerca delle poesie scritte da adulti per bambini, ma i testi erano troppo accondiscendenti, carini e mancavano
di forma e contenuto. Le poesie migliori che trova da leggere sono quelle scritte dai bambini.
Non si cura che i bambini si copiano perchè è qualcosa più vicino a un naturale procedimento artistico che
consiste nell’imparare attraverso influenze e imitazioni. Ascoltando le poesie degli altri venivano loro nuove
idee e avevano voglia di scriverle. Koch voleva avvicinarli alla grande poesia del passato, quindi,
saltuariamente dava informazioni sulle poesie dei grandi poeti.
Le diverse classi
A seconda della classe vi erano differenze negli atteggiamenti verso la poesia e elle capacità di scrittura
dovute soprattutto alle età, la personalità dei bambini e quella del docente. A modo suo, ogni classe di è
divertita a scrivere. Koch cercava sempre un’idea che li potesse provocare, che insegni qualcosa di nuovo. I
bambini reagiscono in maniera diversa a seconda dell’età. Questo modo da lui usato si è dimostrato
altrettanto valido con i bambini detti “svantaggiati”: ai bambini non manca l’immaginazione, è stata
semplicemente repressa proprio a scuola dove le difficoltà nel leggere e nello scrivere diventano a volte un
totale impedimento al fare qualcosa di interessante e creativo. Il desiderio di descrivere il mondo è una forza
creativa ed educativa: l’insegnante deve trovare il modo di distruggere/aggirare l’ostacolo. Per cui Koch
propone a questi bambini di fare poesie ad alta voce, senza scriverle. Oppure fare poesie collaborative di
gruppo dove lui scriveva i versi che ogni bambino diceva (il tempo di scrivere un verso, da ai bambini la
possibilità di concentrarsi un po’ di più sulle loro idee) e ciò faceva nascere la voglia di scrivere poesie
individuali. L’insegnante può essere d’aiuto facendo domande di specificazione. Così poi hanno voglia di
superare le incertezze della scrittura perchè sbloccati dalla timidezza ed eccitati dal volerlo fare.
L’eccitazione in cui erano immersi permetteva di far dimenticare il loro “analfabetismo” quel tanto che
bastava per scrivere poesie. Certi, quasi incapaci di scrivere, sono poeti più fantasiosi di altri che scrivono
senza errori. Per aiutarli, scriveva la parola richiesta dal bambino sul foglio, per non perdere tempo nello
spelling.
I vantaggi educativi di un’attività creativa intellettuale ed emotiva che piace sono: i bambini si sentono felici,
capaci, creativi; li aiuta a capire e apprezzare quanto è stato scritto da altri; li spinge a voler conoscere
l’ortografia corretta. Imparare diventa così cosa piacevole perchè quando scrivono di sentono padroni di ciò
che fanno.
2. INSEGNO IN ITALIA
Insegnamento in Italia simile a quello americano, ma con alcune differenze. Ha fatto letture su testi celebri
che influenzavano, rendevano più profondi e arricchivano i loro componimenti. Ciò aiuta a capire i punti di
contatto possibili tra quanto essi scrivono e la grande poesia. In Italia chiede il supporto degli altri docenti,
perchè i bambini richiedevano più tempo.
Cercando testi da leggere e spiegare, Koch era più attratto da quelle grandi poesie chiare e immediate,
permeate da quel qualcosa che gli sarebbe piaciuto se fosse stato lui il bambino. Lo stimolo di una poesia
poteva risiedere nella forma, in un giocoso espediente retorico, in un contenuto o situazione particolarmente
suggestivi. La tecnica era di leggere la poesia e di parlarne per proporre di scriverete una in qualche modo
simile. Lo scopo era sempre quello di ispirare i bambini, fornendo idee e aiutandoli a scrivere.
Ha dovuto aiutare i bambini a liberarsi dalle barriere della timidezza, dell’essere troppo cauti, imitativi degli
aduli, stimolandoli a pensare sempre ai dettagli impedendo loro di generalizzare. Atteggiamenti
convenzionali, come argomenti convenzionali, sono limitativi: quando lo volevano potevano essere folli,
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selvaggi, cattivi, aggressivi. Liberarli dagli stereotipi dell’immaginazione altrui, facendogli usare la propria,
apre diverse possibilità di scrittura di buone poesie.
Koch lodava sempre la semplicità e la chiarezza dei testi, come la follia e le idee fantastiche. Una volta
sentitisi poeti, i bambini volevano andare avanti. Se a loro piace scrivere poesia è utile farlo!
3. POESIE COLLETTIVE
Scrivere poesie collettive, come un gioco dove ogni verso è scritto da un bambino, poi riuniti e letti in
successione, sono la prova che per scrivere una poesia, la logica e una grande serietà non sono necessarie.
Scrivere e leggerle non richiede molto tempo e fa venir voglia di scrivere ancora. Le poesie collettive sono
utili come preludio di altre.
4. DESIDERI
Il desiderare fa affiorare tutto un mondo di cose meravigliose e impossibili. Una poesia sui desideri è una
felice occasione, adorata dai bambini.
Iniziare ogni verso con “Vorrei…” oppure “Io vorrei…”
5. VEDO
Città ideale: dove tutte le cose sono come uno le vorrebbe. Ogni verso inizia con vedo, dalla mia finestra
vedo…aiutandoli a pensare nel dettaglio (alla gente, abitudini, modi di fare..). Con i bambini pi&