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C.1 LA DIDATTICA: RAMO AUTONOMO NELL’ALBERO DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
Una Cenerentola al gran ballo dell’educazione
Didattica come ramo autorevole dell’albero delle scienze dell’educazione, corredata di propri ogg di riflessione teorica
e progettazione empirica. Nel 900 immagine della didattica come scientificamente non spendibile, fuori corso, la causa
è la pedagogia (ideologica, ascientifica, metafisica che professa ancora la scissione epistemologia tra teoria/prassi), ha
marginalizzato la didattica a mera prassi.
La conseguenza è considerare la didattica come priva di formalizzazione scientifica (quasi un’arte, talento innato del
docente). Contro la didattica si pone la concezione dell’inconoscibilità dell’allievo, così si ottiene solo una didattica
casualistica. La didattica genera una professionalità docente asettica e rinunciataria, di basso profilo etico-politico,
disimpegnato culturalmente di fronte ai processi di alfabetizzazione che la scuola è chiamata a innescare x rispondere
all’omologazione dell’odierna cultura.
La causa è la pedagogia figlia della filosofia idealistica: interessi solo assiomatico-ideologici, ma disinteressata ai fatti
educativi = una pedagogia che enfatizza gli assunti responsabili della scissione teoria/prassi e della rinuncia della
prassi che viene consegnata alla didattica, xciò didattica preclusa nella mera pratica educativa + le è precluso il
diritto di un’autonoma teoria/prassi.
Una scienza che già c’è
Legittimazione della didattica sia sul fronte teorico che pratico, una didattica scientifica può essere garantita da una
metodologia induttiva (i fatti educativi precedono la teoria, la generalizzazione teoretica è possibile a partire dai fatti,
didattica come sintesi a posteriori dei fatti educativi) o deduttiva (la teoria precede i fatti educativi, didattica come
sintesi a priori abilitata ad analizzare e interpretare i fatti educativi).
Le esperienze/fatti devono essere preparati teoricamente attraverso un sistema di ipotesi (modello razionalista,
empirico-induttivo). La didattica deve vestirsi di 2 abiti: epistemologico (teoria-prassi che la svincoli dalla mera prassi)
e metodologico (metodologia della ricerca educativa in direzione prassi-teoriaprassi).
I processi di apprendimento/insegnamento caratterizzati da istruzione (trasmissione/acquisizione degli alfabeti di base,
mira alla padronanza degli strumenti del conoscere e capire), ricerca (offre opportunità di svolgere supplementi
d’indagine sulle info raccolte, itinerari metacognitivi che insegnano a imparare a imparare), creatività (attività di
ritrascrizione e reinventazione personale dei materiali cognitivi raccolti ed elaborati durante la ricerca).
Lo statuto teorico ed empirico della didattica 4
La didattica si occupa dell’interazione/comunicazione tra il sogg che apprende e gli ogg di apprendimento, mette
in comunicazione le dimensioni di sviluppo delle diverse età generazionali con gli ogg simbolico/culturali all’int
delle istituzioni intenzionalmente formative.
2 parti:
- didattica generale: interessata ad ottimizzare l’organizzazione strutturale (t, spazi, strumenti) e curricolare
(programmazione, ricerca, valutazione)
- didattica disciplinare: interessata ad ottimizzare i processi dell’apprendimento all’int delle singole materie del
curricolo
La didattica come risorsa teorica (sua morfologia formale)
1. contenuti: saperi e ogg di conoscenza (organizzazione strutturale e curricolare)
2. linguaggi: valorizza l’intero repertorio di codici di trasmissione culturale
3. logica ermeneutica: base interpretativa con cui comprende i processi formativi
4. dispositivo investigativo: metodo inquisitivo fondato sui paradigmi della ricerca sperimentale, clinica e ricerca-
azione
5. principio euristico: scuola/ambiente, classe/interclasse
6. paradigma della legittimazione: il suo compito è assicurare pari credito formativo alle dimensioni di sviluppo
del sogg che apprende e sistema simbolico-culturali dell’istruzione
6 idee stellari (partita di scacchi giocata dalla didattica contro l’avversario della pedagogia idealistica x essere
incoronata come scienza autonoma).
1. le pedine (contenuti della didattica), ambiti e ogg all’int dei quali si trova il repertorio dei suoi contenuti
specifici, comprende: pedine dell’ambito curricolare (gli ogg formativi dei programmi, devono muoversi a
tutto campo x contribuire ad una scuola a nuovo indirizzo e promuovere processi formativi che sono sintesi
delle esigenze culturali dei sogg che apprendono e degli ogg di apprendimento) e dell’ambito organizzativo (t,
spazi, organi collegiali, apparecchiature, strumenti, devono muoversi a tutto campo x contribuire ad una scuola
aperta, disponibile ad attivare un’elevata interazione sociale con l’ambiente)
2. gli alfieri (i linguaggi della didattica): come scienza della formazione valorizza tutto il repertorio dei codici
di trasmissione culturale; l’ambiente scolastico ed extra fungono da mediatori culturali tra allievo/insegnante.
Gli alfieri procedono in diagonale sulla scacchiera, titolari di linguaggi trasversali, in grado di veicolare i
linguaggi del dentro/fuori scuola
3. le torri (la logica ermeneutica della didattica): dall’alto delle sue torri, la didattica getta lo sguardo sulla vita
scolastica attraverso la logica empirica : prassi(osserva quei dati dell’esperienza che x elevati tassi di
frequenza sono generalizzabili) teoria (formalizza in ipotesi teorica la modellizzazione dell’esperienza)
prassi (ritorna sui fatti educativi come legittimazione o falsificazione dell’ipotesi teorica). Mantiene un
carattere ipotetico/congetturale
4. i cavalli (i dispositivi investigativi della didattica): cioè ricerca sperimentale (mira al controllo scientifico
dell’organizzazione scolastica, suoi percorsi curricolari e strumenti empirici utilizzati, mette a disposizione
dell’insegnante una molteplicità di strategie e itinerari didattici con cui operare scelte consapevoli), ricerca
clinica (mira a interpretare i vissuti dei processi di alfabetizzazione/socializzazione scolastica a partire dalle
componenti emotivo/affettive del docente e allievo) e ricerca/azione (mira a progettare sentieri formativi a
misura degli allievi di un’elevata qualità e controllo dell’istruzione; permette una lettura problematica e
plurilaterale)
5. la regina (il principio euristico della didattica): esigenza di assicurare lo sviluppo integrale della personalità
dell’allievo + esigenza di diffusione di conoscenza e modelli culturali + accreditati in un dato ambiente.
Capace di muoversi sulla scacchiera con un vasto repertorio di mosse, dialettiche ed euristiche
6. il re (l’identità della didattica come scienza della formazione) figura simbolica e transazionale che deve
essere diffusa, riassume in sé i 5 precedenti, chiamato a promuovere una relazione biunivoca tra la natura dei
sogg in età evolutiva e la cultura degli ogg di conoscenza e di comportamenti sociali
C.2 GLI ABITI DEL GUARDAROBA DIDATTICO
La progettazione didattica non può rinunciare ad un autonomo guardaroba rifornito di abiti scientifici e metodologici:
organizzazione scolastica + curricolo formativo.
L’organizzazione scolastica
1. binario 1: sogg dell’organizzazione: conoscenza della biografia degli allievi (dando voce alle famiglie,
osservazione/registrazione dei bisogni, interessi, competenze) e conoscenza dell’ambiente sociale (notizie su
topografia socioeconomica, antropologica, cultura del territorio)
2. binario 2: ogg dell’organizzazione: conoscenza dei programmi (docenti devono avere piena padronanza dei
contenuti programmatici) e conoscenza disciplinare (docenti devono possedere competenze disciplinari di
carattere generale, specialistico e di procedure e strategie di programmazione, sperimentazione e valutazione4)
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3. binario 3: progetto educativo d’istituto (a partire dalla conoscenza di sogg e ogg, i docenti di ogni plesso sono
chiamati a formalizzare le scelte di fondo x realizzare il progetto educativo della singola scuola). 3 terreni su
cui gli insegnanti devono convenzionare un accordo: i nodi della socializzazione, alfabetizzazione e
interazione etico/affettiva
Il curricolo formativo
Necessaria interazione dialettica tra programma (pertinente, attuale, flessibile) e programmazione (capace di
modellare il programma su un allievo storico, con sue caratteristiche sociali).
Istruzione: processo longitudinale di alfabetizzazione primaria, l’obiettivo è l’acquisizione dei saperi di base
(intelligenza materiale) e secondaria (competenze metacognitive di comprensione, analisi e interpretazione).
Educazione: processo trasversale dei vissuti emotivo/affettivi, modelli etico-scoiali e valoriali che danno senso e
significato motivazionale ed esistenziale alle esperienze culturali.
Equazione istruzione/educazione, 3 identità nevralgiche:
- teorica: qualsiasi proposizione teorica non po’ non postulare nella vita scolastica, la compresenza dialettica di
alfabetizzazione e socializzazione (istruzione ed educazione sono interdipendenti: esiste un’origine pulsionale
dei processi cognitivi ed essi contemporaneamente formano la vitalità affettiva di una personalità)
- storica: scuola teoricamente subalterna al succedersi dei modelli socioeconomici, quale apparato ideologico
del sistema socioeconomico dominante (se il modello socioeconomico esprime coefficienti di benessere e
salute sociale si enfatizza l’educazione e la scuola è chiamata a formare le capacità relazionali, se il sistema
accusa una crisi si enfatizza l’istruzione, si chiede alla scuola di formare competenze cognitive)
- pedagogica: ci si incammina nella progettualità
I linguaggi della didattica
Il nuovo secolo richiede la fondazione di una didattica razionale e critica legittimata sia sul fronte teorico che empirico,
con un’impostazione antidogmatico e antiassiomatica nei confronti dei processi di insegnamento/apprendimento, che
impugna procedure dialettiche, un modello didattico problematico e critico.
L’abito metodologico della didattica è la razionalità e criticità: x sperimentare teorie didattiche da controllare attraverso
fatti educativi, ma mantenere sempre un carattere ipotetico, congetturale. Essa deve prendere le distanze da strategie e
procedure rinchiuse e cristallizzate in metodi e diventare problematica + prendere distanza da modelli operativi mutuati
da teorie di apprendimento univoche (prigioniera di gabbie epistemologiche che pretendono di dare risposte esaustive e
assolute); deve saper tenere conto della vitalità e generatività educativa presente in ogni teoria (didattica pluralista).
La morfologia della didattica
Didattica disciplinare: ogg d’interesse sono i saperi scolastici (materie) e le relative strategie di trasmission