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COMUNITÀ PRATICHE
Condivisione e interpretazione dei vari eventi comunitari. Caratteristiche delle comunità di pratiche:
- Spesso i tecnici di queste comunità producono una efficace e conoscenza alternativa, creativa, in grado di risolvere problemi giudicati insuperabili rispetto alle conoscenze canoniche ispirate alla teoria.
- In assenza di soluzioni, i tecnici si richiamano ad esperienze pregresse, creando un'interazione tra ricordi, prove, intuizioni. Da qui nasce la conoscenza collettiva della comunità cui appartengono, un arricchimento per tutti i tecnici.
- La collaborazione ha un ruolo non secondario: se si trovano di fronte a un problema difficile, i tecnici preferiscono lavorare insieme e discutere i problemi in gruppo.
La conoscenza tacita è una parte importante della conoscenza condivisa da una comunità di pratiche. Una delle...
La conoscenza tacita permette di riconoscere una comunità di pratiche caratteristiche da un insieme di individui ed è la condivisione di conoscenza tacite. La conoscenza tacita corrisponde al saper agire in una determinata situazione standoci dentro, ma non ponendosi al di fuori per parlarne o per riflettere su. Questo rileva che noi possiamo conoscere più di quello che riusciamo a esprimere. Esiste un livello di conoscenza che non può essere sempre e immediatamente tradotto in parole. Il caso più frequente è quello che si sa cosa si sta facendo, ma non lo si sa verbalizzare. La conoscenza tacita aiuta a comprendere la specificità di una nuova situazione, che non rientra in una delle specificità sperimentate in precedenza, attraverso una modifica e un adattamento di uno o più schemi del proprio repertorio. In questa prospettiva le conoscenze accumulate in un sistema cognitivo, ancorché inespresse, costituiscono uno schema che orienta la disposizione e gli esiti degli individui.
Elementi che via via, schema implicito, entrano nel sistema stesso. Così le abilità tacite di solito sono solo in casi rari chi mette a frutto determinate tacite abilità individuali. La conoscenza tacita è in grado di fornire spiegazioni dettagliate. Solitamente infatti, chi esegue determinate performance, non è consapevole di tutti i passi procedurali e quindi risulta difficile tenerne conto. La conoscenza tacita inoltre dipende da alcuni limiti della conoscenza:
- Il primo è legato alla velocità di esecuzione, che non consente un sufficiente tempo di passaggio dell'informazione riguardo ad essa;
- Il secondo è legato alla scarsa profondità della conoscenza, per cui il possesso di una competenza non richiede una comprensione delle teorie alla base dell'esecuzione.
Il contributo di Schon ad una epistemologia della pratica rispetto alla tradizionale concezione dell'insegnante
come semplice delle soluzioni esecutorie indicate dal teorico, ai problemi concreti, oggi emergono nuove tipologie di insegnante, visto come di ricerca azione, come programmatore, supervisore, elaboratore di soluzioni efficaci in operatori contesti specifici ecc. Attualmente uno dei modelli principali di concezione dell'insegnante è quello dell'insegnante come professionista riflessivo. Schon evidenzia che la crescita della conoscenza e della competenza professionale è legata in particolare all'affinamento della capacità di riflessione prima e dopo l'azione. La riflessione, afferma Schon, è un processo di problemi di scelta pratica professionale, soluzioni di problemi o decisionali risolti mediante la selezione, fra i mezzi disponibili, di quello che meglio si adatta a determinati fini. Nei contesti ad elevata professionalità il dilemma da sciogliere è quello di: protendere per il limitandosi solo adAffrontare l'ovvio al fine di dirigere scientificamente, stare nella procedura corretta; protendere per la pertinenza, sforzo continuo di costruzione di senso all'interno di situazioni dove predominano complessità, instabilità, incertezza, unicità e conflitto dei valori. All'insegnamento dato in campo di azione si richiedono interventi per lo più pertinenti. Da qui ne deriva che il sapere del professionista e dell'insegnante non è un sapere lineare e scandito secondo tappe predeterminate, ma è un per uscire dal disordine iniziale e sapere elaborato sul campo, predisporre interventi mirati tali da assicurare soluzioni pertinenti ed efficaci. Schon articola la sua proposta teorica nel modo seguente: nelle prestazioni spontanee, intuitive dell'agire quotidiano, ci conosciamo nell'azione: dimostriamo intelligenti. Spesso non riusciamo a esprimere quello che sappiamo.
Quando cerchiamo di descriverlo produciamo spesso descrizioni inadeguate. Il nostro esso è nella nostra azione. Analogamente l'attività lavorativa conoscere è tacito, quotidiana del professionista si fonda sull'azione: vi sono azioni che si possono spontaneamente effettuare, senza pensarle durante o prima del loro svolgimento: semplicemente ci si ritrova a farle. Si può definire come la capacità di pensare a ciò che si fa riflettere nel corso dell'azione: mentre lo si fa, quasi un conversare con la situazione incerta attraverso le azioni che si compiono per cambiarla e rispondere in tempo reale alle istanze indotte dagli interventi stessi. Parlare di riflessione nel corso dell'azione significa convertire il conoscere nell'azione. Ogni nuovo caso infatti viene ad arricchire il repertorio di conoscenza nell'azione. Conoscenze già possedute. Così si accumulano ricordi, immagini, regole e esperienze interiorizzate.nel corso delle esperienze pregresse. Scaricato da www.formazione.forumcommunity.net La riflessione in azione si può considerare una forma di ricerca finalizzata a migliorare la pratica professionale attraverso l'elaborazione di teorie contestualizzate e personalizzate. La maggior parte della riflessione nel corso dell'azione dipende da una condizione: dall'esperienza della sorpresa. Quando una prestazione spontanea produce risultati attesi, tendiamo a non rifletterci sopra. Quando invece essa porta alla sorpresa è possibile rispondere con una riflessione nel corso dell'azione. Il professionista, mediante la riflessione può far emergere e criticare le tacite comprensioni attorno alle esperienze ripetitive di una pratica specialistica e può trovare un nuovo senso nelle situazioni caratterizzate da incertezza o unicità che può concedersi di sperimentare. L'unico sapere veroè quello che si elabora dalla sulla e nella pratica.
Esprimiamo ora una sul contributo di Schon:valutazione critica
La distinzione tra pertanto non è adeguatamenteteoria e pratica è dicotomica,riconosciuta la rilevanza della componente teorica.
Se è vero che ci sono conoscenze e competenze che derivano dall’esercizio pratico edalla riflessione, è anche vero che la competenza professionale richiede unfondamento teorico.
La riflessione nella e sull’azione deve avvenire invece sulla base di categorie che ildocente possiede e che ha ricevuto dalla teoria: non è sempre facile distinguere ciòche il docente ricava dalla riflessione e quello che condiziona la riflessione stessa.
Se la strumentazione teorica e pratica, è quella acquisita nella/ dalla pratica, non solole teorie risultano ma anche inadeguate per disegnaretroppo contestualizzate,prospettive innovative e generali.
Non virtuale è il rischio che ci sia una
Riflessione senza contenuto. Le strategie di insegnamento inteso come sono formulate da praticoni che bricolage hanno acquisito le loro conoscenze attraverso l'esperienza, in un contesto condizionato. Il patrimonio culturale di questi bricoleurs è formato proprio da queste conoscenze limitate.
Tra i del contributo di Schon troviamo: punti più significativi e la natura della professione - la rilevazione di fra le situazioni di lavoro stretti legami insegnante. - La revoca da parte della scienza della propria fede ingenua ammettendo il nell'oggettività ruolo costitutivo del soggetto - La valorizzazione della non solo dopo l'azione, per rielaborare la base riflessività, conoscitiva personale, ma anche e soprattutto nel corso dell'azione stessa. - La centralità del sintagma esprime nel modo migliore l'evoluzione di imparare lavorando: apprendere attraverso la pratica - Il da destinatari della ricerca a soggetto/oggetto della ricerca.ruolo
degli insegnanti:La formazione in servizio.
Essa non può tenere conto dei seguenti tratti: sulle azioni d'insegnamento pregresse, ossia su
Promuovere e affinare la riflessione
quell'insieme di competenze acquisite dal contesto culturale e dalle esperienze didattiche, ma anche le credenze, le abitudini, i pregiudizi.
Nulla è più solido del delle esperienze passate. Nessuna idea Didattica è più buon senso in crollabile di quella che ha dato orientamento e significato alla più modesta delle pratiche quotidiane d'insegnamento anche se spesso costituisce un ostacolo, perché resiste di più di ogni altro al cambiamento e quindi presenta una dimensione conservatrice.
Così come particolare importanza riveste l'analisi e la valorizzazione delle conoscenze tacite.
La valorizzazione dell'uso esteso della La comunicazione delle forme di narrazione.competenza che derivano dalla pratica e dalla riflessione su di essa può essere attuata solo attraverso le modalità narrative e la viva testimonianza. Va favorita la ricerca-azione e la ricerca progettazione. • L'action research tende a sviluppare una capacità di lavoro sia nell'individuazione e nella chiarificazione dei problemi, sia nell'elaborazione delle conseguenti strategie d'azione e nella valutazione dei risultati conseguiti in una situazione didattico-educativa. La metodologia è centrata sui problemi emergenti e la conoscenza accumulata deve essere un materiale socialmente collaborazione. • Nel raccontare le storie professionali ogni singolo docente contribuisce.