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TBC)
Calcificazioni dei plessi corioidei (puntiformi) Calcificazioni parassitarie (12cm): cisticercosi
Calcificazioni delle granulazioni del Pacchioni (rare) Calcificazioni vascolari (“a binario”/”ad anello”)
Calcificazioni della grande falce (proiezione Calcificazioni intraemorragiche
sagittale)
Calcificazioni del tintorio (aspetto a V rovesciata) Calcificazioni tumorali
(meningiomi/craniofaringiomi)
TC: è l’esame di scelta soprattutto in urgenza, nell’analisi delle strutture ossee e nella ricerca di calcificazioni
(nell’ambito di lesioni espansive). È stata recentemente considerata come l’indagine di prima scelta nello
studio del traumatizzato cranico. Nell’esecuzione della TC si fa sempre una scansione diretta (strati
5mm) e poi l’indagine può essere completata con l’iniezione di MdC; questo esame è in grado di
differenziare la sostanza bianca, la sostanza grigia e gli spazi liquorali. In linea generali l’aumento del
contenuto acquoso interstiziale (edema) o cellulare (necrosi) e la presenza di componenti lipidiche
inducono la comparsa di aree ipodense; l’ipercellularità e l’aumento dell’irrorazione si esprimono sotto
forma di aree isoiperdense e la presenza di sangue come le calcificazioni in aree molto iperdense.
RM: è tecnica fondamentale per la patologia encefalica vista l’elevata risoluzione e l’assenza di artefatti ossei
(come in fossa cranica posteriore). L’angioRM trova a livello intracranico importanti applicazioni nello
studio del circolo di Willis, delle MAV e degli aneurismi.
Angiografia: assume importanza per un corretto bilancio operatorio in gran parte dei tumori cerebrali e nelle
malformazioni aneurismatiche e angiomatose; le lesioni sopratentoriali sono studiate con l’angiografia
della carotide interna, quelle sottotentoriali con l’angiografia delle arterie vertebrali.
Diagnostica radioisotopica: la PET è diventata esame fondamentale per esplorare con risoluzione spaziale di
34mm e precisa valutazione quantitativa il flusso ematico, lo stato recettoriale, il consumo di glucosio e
la sintesi di proteine. Si utilizza il FFDG che riflette l’attività sinaptica nei neuroni normali, mentre
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nelle neoplasie riflette soprattutto l’aumenmtata attività metabolica del soma.
• Nelle epilessie la PET con FFDG mostra una riduzione della captazione tra le crisi (focus
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epilettogeno) rispetto alla corteccia normale mentre poco prima e durante la captazione aumenta
enormemente.
• Nelle demenze tipo Alzheimer i difetti di captazione si estendono dalla sostanza grigia parietale ai
nuclei dell’ippocampo, alla corteccia occipitale, ai lobi temporali e infine ai frontali (risparmiando i
nuclei basali)
• Nella malattia di Parkinson e nella demenza a corpi di Lewy il rilievo più precoce è la riduzione
all’indagine SPECT della captazione dell’iofluopano ( IFPCIT, lega i recettori dopaminergici)
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nello striato. Del tutto analogamente lo studio PET con FDOPA offre valide alternative per
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l’esame.
• Nei tumori cerebrali la PET con FFDG assume importanza, a diagnosi effettuata, per il grading
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metabolico della neoplasia.
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Ecografia: nel periodo neonatale, grazie alla sottigliezza della teca cranica e la presenza delle fontanelle,
consente di ottenere immagini dell’encefalo di valida risoluzione anatomica individuando lesioni
occupanti spazio, ectasie ventricolari presintomatica ed emorragie cerebrali; le tecniche Doppler
permettono di guidare allo studio di vasi cerebrali e flusso ematico al loro interno.
Le patologie più importanti nella diagnostica per immagini sono:
Malformazioni craniocerebrali: il riconoscimento equivale ad una diagnosi compiuta, di solito tramite RM.
Anomalie dell’organogenesi: agenesia del corpo calloso, malformazione di Chiari (cranio “lacunare”,
ampio forame magnum, ipoplasia della falce e del tintorio, emisferi cerebrali che abbracciano il
tronco encefalico e occupano le cisterne dell’angolo pontocerebellare, erniazione di verme e tonsille
nel forame magnum,…) e displasia settoottica (assenza del setto pellucido e atrofia dei nervi ottici)
Anomalie dell’istogenesi: sono importanti in questo senso le facomatosi (neurofibromatosi, ecc..)
Patologia cerebrovascolare:
Ischemia cerebrale: è la più frequente patologia cerebrovascolare. Nella fase acuta la TC può rimanere
negativa fino a 12 ore o più; il decorso di una lieve iperdensità lungo il decorso di un vaso occluso
(coagulo) può costituire il primo segno indiretto della lesione ischemica. Segni diretti e precoci di
ischemia sono: area di tenue ipodensità a limiti sfumati che interessa sostanza bianca e sostanza
grigia con scomparsa del normale contrasto densitometrico tra i due, cancellazione degli spazi
liquorali corticali (edema della sostanza grigia). A 2472 ore dall’ictus diviene più evidente e assume
figurazione triangolare a cuneo con base rivolta verso la teca e sono più evidenti i segni di massa.
L’RM è più sensibile della TC nella dimostrazione della lesione precoce poiché già prima di 8 ore
compaiono aree iperintense in T2 che riflettono l’aumento idrico dell’edema. Nella fase cronica, la
comparsa di una cavità cistica “da rammollimento” con materiale necrotico indice alla TC una
diminuzione dei valori densitometrici fino a valori simili al liquor (se la cavità comunica con il
sistema ventricolare è detta “poroencefalica”) e coesistono segni di atrofia cerebrale (dilatazione dei
ventricoli e degli spazi subaracnoidei adiacenti).
Trombosi venosa: interessa i seni venosi maggiori e gli infarti venosi tendono a scatenare crisi
epilettiche. Alla TC ci sono molti segni: precoce iperdensità nella sede della vena o del seno
trombizzato (a triangolo nel seno sagittale superiore), edema con ipodensità del tessuto ed effetto
massa. Nella fase cronica non si ha, a differenza di quanto avviene nelle emorragie, deposito di
emosiderina poiché normalmente il trombo viene lisato e si ristabilisce il normale flusso.
Emorragia intraparenchimale: riconosce quale causa l’ipertensione. La TC è indagine risolutiva fin dalle
prime ore visualizzando un’area iperdensa circondata da un alone ipodenso (separazione del siero dal
coagulo ed edema) e la densità del diminuisce progressivamente senza importanti residui a meno di
grosse emorragie che evolvono come l’infarto. All’RM la presenza di emoglobina e suoi prodotti di
degradazione conferiscono in T2 un basso segnale e in T1 un segnale inizialmente isointenso che
diventa iperintenso dopo degradazione.
Emorragia subacarcnoidea: si manifesta con cefalea (“la peggiore nella vita”), segni di lato, nausea e
vomito. L’indagine di prima istanza è la TC urgente che mostra iperdensità costernale o la forma “a
luna crescente” in prossimità della teca. La RM non è utile in acuto ma l’angioRM può essere utile
nello studio delle MAV.
Aneurismi: sono riconoscibili anche piccoli aneurismi alla angioTC (>3mm) con la presenza di trombi
endoluminali, calcificazioni della parete e fibrosi perianeurismatica. Utile anche l’angioRM.
Fistole arterovenose: comunicazione anomala tra un’arteria e una vena, il più delle volte tra carotide e
seno cavernoso. TC e RM mettono in evidenza esoftalmo assile con marcata dilatazione della vena
oftalmica.
Malformazioni vascolari: rivelano la loro presenza per la comparsa di un’emorragia intraparenchimale a
sede atipica (MAV, angioma cavernoso) associata o meno ad emorragia subaracnoidea (MAV). Alla
RM si apprezzano aree prive di segnale (flusso rapido) frammiste ad aree iperintense (flusso lento).
Patologia posttraumatica: la TC costituisce la tecnica d’elezione nello studio del traumatizzato
cranioencefalico sia per la larga diffusione dei tomografi, sia per la rapidità di esecuzione dell’indagine e
sia per la possibilità di evidenziare lesioni dell’encefalo, degli involucri meningei e del cranio.
Contusione cerebrale: più frequente ai poli, è caratterizzata dalla presenza di aree focali edematose
e/o emorragiche; la TC ne consente rapidamente ed agevolmente il riconoscimento.
38 Ematoma epidurale: raccolta ematica nello spazio virtuale tra tavola interna e dura madre associato
spesso a frattura cranica ed è localizzato spesso in sede parietotemporale (zona scollabile del
Marchand). Alla TC assume aspetto “a lento biconvessa” iperdensa.
Ematoma sottodurale: consegue a traumi chiusi e la sua caratteristica è quella di diffondere nelle
scissure al di sopra del tentorio.
Patologia infiammatoria ed infettiva:
Empiema subdurale: raccolta purulenta secondaria spesso a infezioni ORL. La TC dimostra una
raccolta ipodensa extracerebrale che comprime i solchi limitrofi e disloca le strutture mediane; alla
RM appare come una area ipointensa rispetto alla sostanza grigia e iperintensa rispetto al liquor in
T1.
Meningite: la diagnosi è clinica; TC e RM sono usate per escludere ascessi, ependimiti o empiemi.
Cerebrite: area ipodensa a margini mal definiti alla TC che evolve poi in ascesso (zona centrale
ipodensa fatta di materiale necrotico circondata da un anello isodenso che va in contro a marcato c.e.
[capsula] e zona ipodensa periferica [edema reattivo]).
Toxoplasmosi: lesioni focali multiple localizzate soprattutto ai nuclei della base e negli emisferi alla
giunzione corticomidollare come aree ipodense circondate da vasto edema alla TC e prive di c.e.
Malattie della sostanza bianca: la sclerosi multipla va indagata sempre con la RM poiché la TC solo
raramente può “veder” aree focali ipodense. Alla RM le placche assumono l’aspetto di alto segnale in T2
e basso in T1.
Encefalo nell’anziano: spesso si osserva atrofia corticale, dilatazione degli spazi perivascolari (di Virchow
Robin), infarti lacunari e assottigliamento delle circonvoluzioni con ampliamento dei solchi.
Tumori: si distinguono in tumori intraassiali (che originano dal parenchima cerebrale) e tumori extraassiali
(originano dagli involucri meningei, dalle guaine dei nervi e delle strutture ossee); in base alla
localizzazione si possono poi distinguere in sopratentoriali e sottotentoriali.
I segni di effetto massa sono rappresentati in prima istanza dalla variazione di sede, forma e volume del
sistema ventricolare e degli spazi subaracnoidei:
I tumori sopratentoriali (in particolare quelli degli emisferi) inducono lo spostamento controlaterale
del III ventricolo, del corpo calloso e dei ventricoli laterali si che il setti pellucido non coincide più
con la linea mediana; localmente ci