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Funzionamento Borderline
Si tratta di un funzionamento molto vario, può tendere verso la nevrosi o verso la psicosi. Le persone borderline utilizzano meccanismi di difesa sia primitivi che evoluti. È presente sia una dimensione di vicinanza che una di distanza: quando ci avviciniamo l'accoglienza crea ansia/angoscia che viene poi sfogata tramite l'aggressività. Se l'altro si avvicina è un problema per il paziente border. La ferita del border ha a che fare con la fiducia e la fiducia ha a che fare con la costanza, con la continuità. Questo tipo di funzionamento si evidenzia e si rende visibile nelle interruzioni, ad esempio durante le vacanze di Natale, nelle quali la persona borderline si arrabbia profondamente. La questione gira attorno alla separazione e all'individuazione e al nucleo abbandonico.
I pazienti borderline hanno un problema con la dimensione tridimensionale degli altri: le descrizioni che ne fanno non ci permettono molto di differenziare le persone.
ritornanoinvece molto le caratteristiche del paziente; questo perché non c'è una completa separazione tra sé e l'altro. A livello affettivo è presente una dimensione di rabbia, non c'è invece il terrore esistenziale. Nel controtransfert c'è la possibilità di empatia ma ci possono essere diverse risposte alle nostre affermazioni. Quello che noi affermiamo come chiarificazione può essere vissuta come una critica, diventa dunque molto difficile nella nostra posizione entrare in una dimensione empatica e se non entriamo in intimità col paziente non possiamo generare pensieri nuovi. Ci vuole del tempo per poter creare quelle condizioni di intimità psichica. L'autopercezione del sé è difficile da parte del paziente border tanto che non riusciamo a formarci un'immagine coerente di lui. È difficile entrare nella dimensione intrapsichica perché per il paziente sta tutto ad unlivello interpersonale. La descrizione di sé è varia a seconda dei contesti, dell'ambiente nel quale la persona è immersa, questo perché il sé e l'oggetto non sono chiaramente distinti. È difficile differenziare sé dall'altro, non c'è una differenziazione tra emozioni e desideri. Tutto ciò che non è tollerabile in sé stessi infatti viene proiettato nell'altro. Le proiezioni fuori riguardano i propri desideri o il negativo dei propri desideri. È presente un bianco o nero, una dimensione di "io...o..."; si tratta di una dimensione di chiusura, una dimensione superegoica tirannica o un'iporegolazione con scarica negli agiti. Si hanno quindi rabbia, svalutazione di sé e svalutazione degli altri. È difficile riconoscere gli oggetti esterni, c'è la tendenza a manipolarli per farli coincidere al mio mondo interno e ai miei bisogni. Per ilborder è difficile pensare alle conseguenze delle proprie azioni perché non riesco a pensare all'effetto che ho sull'altro non essendo ben differenziato da sé. Questione del falso sé (Winnicott): il bambino ha dovuto adattarsi ai bisogni dell'oggetto d'amore (genitore) - "se sono me stesso perderò l'amore dell'oggetto" (dimensione di ricatto); se ti rimpiazzo non sei un soggetto per me, ma solo l'oggetto di un mio bisogno. Convivere con una parte fasulla di sé non ci permette di stare comodi e di riconoscere i nostri bisogni; bisognerà col tempo differenziarli dai bisogni degli altri. Una dimensione importante è quella dell'invidia, l'analista diventerà deposito di tutte le invidie. Il falso sé non riguarda solo la ferita narcisista ma
Riguarda tutti noi: significa che c'è sempre una parte di noi autentica che può essere ricontattata. Il fatto che possiamo ampliare la nostra capacità di sentire, pensare ci permette di aver sempre l'occasione di evolvere. Se non ci fosse saremmo arrivati al capolinea.
Il primo lavoro da fare è col setting esterno. Il primo attaccamento è al setting, un ambiente nuovo destabilizza, è importante prestare attenzione alla costanza del setting.
Un lavoro importante di individuazione è riuscire a guardare al proprio funzionamento senza passare all'acting out.
Il lavoro ha anche a che fare con la possibilità di deprimersi, di sentire la mancanza; nella misura in cui mi deprimo posso andare più in profondità e andare verso un vero sé. Per poter elaborare la rabbia ho bisogno di ascoltare la parte depressa. Inoltre ha a che fare con il ricostruire una fiducia di base, rispetto a se stessi e all'ambiente.
quindi il poter separarci ed individuarci senza perdere l'amore dell'oggetto; una terapia funziona nella misura in cui si arriva a potersi lasciare senza odiarsi. L'obiettivo ultimo della terapia è che il paziente possa guardare il suo stesso funzionamento.MECCANISMI DI DIFESA
"Operazione mentale che avviene per lo più in modo inconsapevole, la cui funzione è di proteggere l'individuo dal provare eccessiva ansia. Tale ansia si manifesterebbe nel caso in cui l'individuo diventasse conscio di pensieri, impulsi o desideri inaccettabili" (Cramer, 1998).
"Meccanismo diretto a preservare un senso di autostima di fronte a vergogna e vulnerabilità, a garantire un senso di sicurezza quando l'individuo si sente gravemente minacciato da abbandono o alti rischi e a proteggerlo nei confronti dei pericoli esterni" (Gabbard, 2005).
La valutazione dei meccanismi di difesa è fondamentale nella valutazione della
la sua vulnerabilità e che sono un modo per affrontare situazioni difficili o dolorose. Le difese possono essere di diversi tipi: 1. Repressione: consiste nel rimuovere dalla coscienza pensieri, desideri o emozioni che sono considerati inaccettabili o minacciosi. 2. Spostamento: avviene quando si trasferisce un'emozione o un desiderio da un oggetto o una persona a un altro oggetto o persona meno minacciosa. 3. Proiezione: si verifica quando attribuiamo a qualcun altro i nostri pensieri, desideri o emozioni inaccettabili, invece di riconoscerli come nostri. 4. Negazione: consiste nel rifiutare di accettare la realtà o di riconoscere un evento o un'emozione scomoda. 5. Razionalizzazione: avviene quando si cerca di giustificare o spiegare un comportamento o un'emozione in modo logico, anche se non è realmente valido. 6. Formazione di reazione: si manifesta quando si esprime un comportamento opposto a un desiderio o un'emozione inaccettabile. 7. Isolamento: avviene quando si separa un pensiero o un'emozione dalla sua connessione emotiva, rendendolo sterile e privo di significato. 8. Sublimazione: consiste nel canalizzare un desiderio o un'emozione in una forma socialmente accettabile o produttiva. Questi sono solo alcuni esempi di meccanismi di difesa che possono essere presenti nella personalità di un individuo. È importante considerare che le difese possono variare da persona a persona e che possono essere influenzate da fattori come l'ambiente, l'educazione e le esperienze di vita.questa ferita. Le difese variano e si strutturano in base a quale dispositivo mentale ha vissuto nell'ambiente quella persona per difendersi dal trauma; si sono strutturate nella storia di quella persona.
Le difese vanno a proteggere diversi nuclei di ferita: l'autostima, la disgregazione del sé, la paura della morte,... La ferita dell'autostima non è solamente da riferire al narcisismo perché così facendo rischiamo di perdere alcune sfumature importanti.
La dimensione di autoefficacia affettiva riguarda anche una dimensione di vergogna: "non è che non vuole stare con me"; dimensione di autoefficacia in ambito prestazionale e lavorativo: "non mi interessa questo lavoro".
Ci sono due fenomeni esistenziali che tutti noi umani condividiamo: la nascita e la morte; "sista come
"d'autunno sugli alberi le foglie", in questa composizione l'autore si difende dall'angoscia di morte, accettando che si può vivere in una dimensione di precarietà senza sprofondare nell'angoscia della dissoluzione. Ognuno di noi si difende in modi diversi dall'angoscia di morte fisica e psichica. I meccanismi di difesa possono evolvere. L'obiettivo della terapia è passare dalle difese primarie a quelle secondarie. Le modificazioni delle difese possono consolidarsi nel sogno. Nella terapia andiamo a potenziare l'Io osservante, la consapevolezza. L'analista accompagna la persona verso meccanismi di difesa più evoluti e verso l'autosservazione (meccanismo evoluto), si accompagna il paziente ad acquisire questa capacità tramite la ripetizione dell'osservazione di sé. Questo è più facile con persone nevrotiche che sono già in parte autosservanti, se siamo con una persona psicotica e noi,
cogliendo questi aspetti, lirestituiamo al paziente senza che ci sia un io osservante comune (la consapevolezza diessere in due a guardare e riflettere sul mondo interno del paziente), pensa che abbiamoletto la sua mente e questo lo angoscia molto. Il border invece, nella stessa situazione,prima capisce che abbiamo colto e poi si arrabbia (avvicinamento-allontanamento).Il problema non sta nell'utilizzo di una difesa in sé ma la questione è se è l'unica cheabbiamo o se è inserita in un uso vario di difese di diverso livello.DMRS - Defense Mechanism Rating Scale (Perry,1990):Diagnosi psicanalitica Pagina 17Se vogliamo utilizzare la scala dei meccanismi di difesa di Perry dobbiamo trascrivere oregistrare l'incontro. Non tutti però sono disponibili che il colloquio venga registrato, c'èbisogno del consenso del paziente e bisogna tener conto che c'è un elemento terzo (unelemento superegoico) tra me ed ilpaziente.
Livelli difensivi:
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DIFESE DI ACTING (riguardano tutte una scarica passiva o attiva)
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Acting out: l'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di tensione interne o esterne agendo senza riflettere o senza preoccuparsi delle possibili conseguenze negative. L'acting out comporta l'espressione di sentimenti, desideri o impulsi attraverso un comportamento incontrollato con noncuranza delle conseguenze sociali e personali. Abuso di farmaci, scontri fisici possono essere considerati acting-out solo se in relazione a emozioni o impulsi che il soggetto non riesce a tollerare.
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Aggressione passiva: l'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di tensione interne o esterne esprimendo aggressività verso gli altri in modo indiretto e passivo. L'aggressione passiva è caratterizzata dal modo indiretto, velato e passivo con il quale vengono espressi l'ostilità ed i sentimenti di rancore nei confronti degli altri.
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Ipocondriasi: comporta
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