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IL DIABETE MELLITO

Il diabete mellito è una patologia molto diffusa nel mondo occidentale e colpisce un

numero notevole di pazienti.

Le complicanze che questa malattia comporta avvengono a carico dei vasi arterioso

(sia di grande che di piccolo calibro): ne consegue una riduzione del flusso sanguigno

con grave danno ad organi e apparati. Il danno è prodotto dall’eccessivo livello di

glucosio nel sangue.

Bersaglio: endotelio vascolare tessuto del vaso che è a diretto contatto con il

sangue.

Il diabete mellito nasce a carico di una struttura del pancreas: è una grande ghiandola

che situata nell’addome, dietro al peritoneo (è una sorta di borsa nel ventre che

contiene visceri come stomaco, milza). Ha una forma allungata ed è costituto da una

testa, un corpo e una coda.

Il pancreas non è una ghiandola palpabile: per studiarne la struttura, si usano

l’ecografia, la tac e la risonanza magnetica.

Funzione esocrina: secerne delle sostanze (succo pancreatico e bile) che libera

all’interno dell’intestino, attraverso il dotto di Wirsung. Il succo pancreatico è

composto da enzimi molto importanti per la digestione e l’assorbimento del cibo.

La prima fase della digestione avviene nella cavità orale attraverso la masticazione:

bisogna masticare e triturare bene il cibo, in modo che esso giunga allo stomaco nel

modo più fratturato possibile. In questo modo, lo stomaco libera acido cloridrico e

pepsina e scinde più velocemente gli alimenti. Nel duodeno vengono liberate ulteriori

sostanze (succhi pancreatici) che aiutano la digestione e l’assorbimento del cibo. Tra i

succhi pancreatici vi sono l’amilasi che scinde gli amidi, la lipasi che scinde gli acidi

grassi e la proteasi che scinde le proteine. La bile (prodotta dal fegato), invece, aiuta a

digerire i grassi (ne determina l’emulsione). Infine, dopo essere stato assorbito

dall’intestino, il cibo viene portato al fegato, dove viene depositato: una parte viene

utilizzata, un’altra parte viene liberata e poi depositata in altri organi (muscoli,

cervello, rene).

Funzione endocrina: secerne degli ormoni che vengono liberati nel sangue. La parte

endocrina del pancreas è rappresentata dalle isole di Langheras, che si trovano nel

corpo e nella coda. Esse sono costituite da diverse cellule: alfa (producono il

glucagone), beta (insulina), gamma (gastrina), delta (somatostatina).

L’insulina è un ormone ipoglicemizzante: ha la funzione di prelevare il glucosio dal

sangue e di portarlo all’interno della cellula. Il glucosio viene utilizzato per produrre

energia, per dare calore e per costituire la cito-architettura della cellula. Se vi è un

eccesso di glucosio, esso viene immagazzinato in altre strutture (come fegato, muscoli

e rene) sotto forma di glicogeno. Una volta che l’organismo è in carenza di glucosio,

vengono attivati degli ormoni (come il glucagone e il cortisolo) che scindono il

glicogeno, lo trasformano il glucosio e lo portano nel circolo sanguigno.

Il glucagone è un ormone iperglicemizzante: serve per scindere il glicogeno e

trasformarlo in glucosio (aumenta la glicemia nel sangue).

La gastrina è un ormone che serve per aumentare l’acidità dello stomaco. Viene

liberata durante la digestione, per stimolare la produzione di pepsina e acido

cloridrico.

La somatostatina è un ormone di equilibrio: serve per abbassare l’eccessiva

produzione di ormoni.

Il diabete è una patologia endocrina, rappresentata da una carenza della produzione di

insulina, oppure da un’incapacità dell’insulina di svolgere un effetto metabolico.

Vengono distinte due tipologie di diabete:

- Diabete mellito di tipo 1

- Diabete mellito di tipo 2

Diabete mellito di tipo 1:

Il diabete mellito di tipo 1 si manifesta soprattutto nei giovani e nei bambini: viene

chiamato anche diabete giovanile. È una malattia autoimmune, ovvero i soggetti

colpiti presentano un’alterazione del sistema immunitario legata a fattori genetici. Il

sistema immunitario non riconosce come self le cellule beta del pancreas: si creano

così degli anticorpi che distruggono le cellule beta e la produzione di insulina viene

ridotta a 0. Di conseguenza, il livello di glucosio aumenta nel sangue, fino ad arrivare a

200 mg per dl (i valori normali sono intorno ai 70-80 mg per dl).

Il sangue e i reni non riescono a tollerare più di un certo tasso di glicemia. Una volta

che viene superato il livello di 180 mg per dl, il glucosio non viene più trattenuto nel

sangue ma il rene lo elimina attraverso le urine. Il glucosio è una sostanza

osmoticamente attiva, ovvero richiama acqua. Quindi, il glucosio passa dal sangue alle

urine: i reni non riescono più a trattenere acqua e i pazienti cominciano ad urinare

molto (circa 3-4 litri di urina al giorno). Di conseguenza, essi si disidratano perché

perdono tutta l’acqua: l’organismo mette in atto un compenso rapido che è il

meccanismo della sete (il soggetto comincia a bere 3-4 litri di acqua al giorno per

mantenere un’idratazione regolare).

Nella cellula non entrano più zuccheri o amminoacidi e quindi non produce più

energia. Allora, l’organismo, stimola degli ormoni (come il glucosio e il cortisolo) che

mettono a disposizione gli amminoacidi: vanno nei depositi per prelevare il glucosio e

le proteine. Il soggetto comincia rapidamente a perdere peso, anche se ha sempre

fame. Inoltre, sentono stanchezza (astenia) e non riescono a svolgere normali attività,

a causa della mancanza di energia.

All’interno dell’organismo si accumulano delle sostanze tossiche, che provengono dalla

combustione degli acidi grassi. L’aumento della produzione degli acidi grassi

determina un aumento del loro consumo per ricavarne energia: si formano così dei

corpi chetonici, come l’acetone e l’acido aceto-acetico. Queste sostanze in eccesso

sono tossiche e comportano un quadro di acidosi metabolica, che se non viene curata

con una corretta terapia porta al coma cheto-acidosico e alla morte.

L’insulina, inoltre, è il primo ormone della crescita del bambino (lo fa crescere di

statura): se questo ormone viene a mancare, comporta un ritardo dell’accrescimento.

I sintomi principali che portano alla diagnosi di diabete mellito di tipo 1 sono:

- Poliuria

- Polidipsia

- Polifagia

- Dimagrimento

- Cheto-acidosi

- Astenia

La terapia corretta per questa patologia è l’idratazione e l’iniezione sottocutanea di

insulina.

L’eccesso di glucosio del sangue e nei tessuti comporta diverse problematiche: per

esempio attira numerosi batteri. Negli organi e negli apparati dove viene localizzato un

alto livello di glucosio, soprattutto nei reni, si sviluppano dei batteri, che provengono

dall’intestino, dall’apparato urinario e genitale. Aumentano, così, le infezioni, i

foruncoli e le cistiti.

Per fare una diagnosi si ricerca il dosaggio di glicemia nel sangue e nelle urine

(normalmente, nelle urine di una persona sana, il glucosio non è presente).

Diabete mellito di tipo 2:

Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia dell’adulto, che colpisce soprattutto i

soggetti obesi. È caratterizzato da un insulino-resistenza da parte dei tessuti: l’insulina

viene prodotta correttamente, ma i tessuti ne rifiutano l’attività. Ciò comporta a un

aumento della concentrazione di glucosio nel sangue e nelle urine.

Spesso interviene la predisposizione genetica e quindi la prevenzione è fondamentale:

bisogna mantenere un peso corporeo ideale e svolgere attività fisica per prevenire

questa patologia. In soggetti predisposti geneticamente, con l’eccessiva alimentazione

aumentano i depositi corporei. Nel corso di decenni, i recettori per l’insulina perdono la

loro sensibilità: in questo modo, il glucosio non entra più nelle cellule ma rimane

concentrata nel sangue. Il livello di glicemia comincia ad aumentare lentamente

nell’arco degli anni, ma, nel frattempo, il paziente non presenta alcun sintomo.

L’aumento della glicemia comporta diversi danni all’organismo:

- Ipertensione

- Aterosclerosi

- Facilità alle infezioni

- Rischio elevato di infarto e ictus

- Ulcera

- Insufficienza renale e dialisi

- Retinopatia (cecità)

- Ipoacusia

- Danneggiamento della guaina mielinica e neuropatia

Il diabete colpisce l’endotelio vascolare, ovvero il tessuto dei vasi che è a diretto

contatto con il sangue. Questo danno si traduce nella produzione di sostanze che

provocano una vasodilatazione. Soprattutto i piccoli vasi sanguigni, perdono la loro

elasticità: la prima conseguenza che subentra è l’aumento della pressione arteriosa.

Spesso, il diabete mellito di tipo 2 colpisce i soggetti sovrappeso: oltre ad avere un

alto livello di glucosio, presentano un eccesso di colesterolo. Queste sostanze si

accumulano a livello dei vasi sanguigni e il lume, progressivamente, si ostruisce. Ciò

comporta un rischio elevato di aterosclerosi e d’infarto del miocardio.

Per fare una diagnosi del diabete mellito si ricerca:

1) Anamnesi (peso corporeo alla nascita, familiarità)

2) Dosaggio della glicemia: si considera un soggetto diabetico quando, in due

occasioni distinte, vi è un livello di glucosio superiore ai 126 mg per dl.

3) Dosaggio dell’emoglobina glicata (HB A1C): più è alta nel sangue, maggiore è

l’esposizione del sangue al glucosio (da quanto tempo il paziente soffre di

questa patologia).

4) Esame delle urine per ricercare l’acetone o la glicosuria

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
4 pagine
1 download
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher razija20 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di elementi di patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Medicina Prof..