Dermatologia e chirurgia plastica - gli innesti
Anteprima
ESTRATTO DOCUMENTO
avvenuta la vascolarizzazione,fenomeno che si completa in 5-7 gg, l’ innesto può dirsi attecchito. Inizia poi
una fase di assestamento nella quale avviene la re innervazione dell’ innesto e possono manifestarsi
modificazioni della sua pigmentazione.
Errori e complicanze
1) condizioni generali o distrettuali che ostacolino i normali processi di cicatrizzazione
2) condizioni dell’ area ricevente che compromettano la possibilità di rivascolarizzazione
3) formazione di essudato,ematomi,tra l’ innesto ed il fondo o una immobilizzazione insufficiente
4) infezioni
Innesti cutanei a rete
Trova indicazione soprattutto nei grandi ustionati. In questo caso si ricorre all’ ausilio di uno strumento
chirurgico che prende il nome di “mesher” il quale produce numerose piccole incisioni regolari in un
ritaglio di innesto di cute a spessore parziale trasformandolo a rete. In questo modo si produce un
enorme amplificazione del fronte di riepitelizzazione delle maglie della rete.
Omo ed etero innesti cutanei
Trova indicazione nelle ustioni molto estese e nei casi in cui non siano disponibili sufficienti aree
donatrici di autoinnesti. Talvolta si utilizzano in attesa di procedere ad una copertura definitiva. Gli
omoinnesti possono essere prelevati dal cadavere o provenire da cute asportata nel corso di interventi
chirurgici o da donatori(consanguinei del pz). Gli eteroinnesti provengono da quelli animali la cui cute
presenta una certa affinità strutturale con quella umana, e l’ animale di scelta in genere è il maiale.
Omo ed etero innesti freschi
Dopo il loro trapianto attraversano le stesse fasi di attecchimento degli autoinnesti. Gli omoinnesti
quindi, a partire dal 6-7 giorno e nel corso di un periodo di tempo molto variabile a secondo della
compatibilità naturale o indotta tra donatore ed ospite,vengono rigettati. Per gli eteroinnesti questo
processo è molto più rapido e si accompagna a reazioni talvolta di tipo anafilattico dell’ organismo
ospite per cui essi devono essere rimossi in 2-3 gg prima del loro attecchimento.
Omo ed etero innesti conservati
Oltre al semplice congelamento a -4° -20°C ,i metodi più utilizzati sono la liofilizzazione e l’ azoto
liquido. Il primo consiste in un processo di disidratazione sotto vuoto, dopo il quale gli innesti si
comportano come un materiale inerte e pertanto non attecchiscono ma agiscono come una medicazione
biologica. La conservazione in azoto liquido consente all’ innesto di mantenere una discreta vitalità
specie se il congelamento viene effettuato con l’ ausilio di sostanze crioprotettive. L’ innesto conservato
in azoto può attecchire almeno parzialmente e viene tollerato per un periodo più prolungato rispetto ai
tessuti freschi,poiché alla riduzione della temperatura corrisponde una proporzionale riduzione del suo
potere antigenico. Innesti di mucosa
Si utilizzano per sopperire a deficit di superfici mucose. La più comune sede di prelievo è il vestibolo
orale anche se prelievi meno ampi possono essere forniti dalle coane nasali e dalle cavità
congiuntivali. C’è una netta tendenza alla retrazione per cui è necessario effettuare prelievi 1-2 volte più
grandi dell’ area da ricoprire. Innesti di derma
Trovano indicazione per il rinforzo della parete addominale ad es. nel trattamento del laparocele o per la
riparazione di ernie. La tecnica di prelievo è analoga a quella di un prelievo di un innesto di cute a tutto
spessore rimuovendo dall’ innesto la componente epiteliale(disepidermizzazione). Il derma trapiantato
attecchisce e viene riva scolarizzato, può talora dare origine alla formazione di cisti a partenza dagli
annessi in esso contenuti, ma in genere questi elementi dopo il trapianto vanno incontro ad atrofia.
Ricordiamo che l’ utilizzo di una componente dermica,il collageno che, reso solubile mediante processi
di idrolisi selettiva, viene iniettato per colmare piccoli deficit volumetrici(cicatrici infossate,rughe). I
risultati ottenibili sono temporanei, inseguito a lento ma graduale riassorbimento.
Innesti di adipe
Gli innesti adiposo vengono utilizzati per colmare deficienze volumetriche o per ricostruire le normali
salienze anatomiche. Per il prelievo si utilizzano preferibilmente la regione glutea,l’ addome,talora la
regione mammaria. Vanno incontro ad un notevole riassorbimento anche perché il loro attecchimento è
spesso parziale e pertanto è sempre necessaria una iper-correzione in previsione dell’ ottenimento del
risultato definitivo a distanza di sei mesi.un anno dall’ intervento.
Innesti di fascia
Può essere impiegato come rinforzo,sostegno, od in sostituzione di strutture lese. Ad es. negli esiti di
paralisi del facciale può servire a sospendere la commissura labiale ed a chiudere la rima
palpebrale,nella ptosi a sospendere la palpebra superiore. Il prelievo si esegue esponendo ampiamente la
fascia ed effettuandolo a cielo aperto o servendosi di una o due piccole incisioni che permettono di
utilizzare un apposito strumento che prende il nome di fasciotomo che consente di ridurre gli esiti
cicatriziali visibili. Innesti di muscolo
Trovano indicazione degli esiti di paralisi muscolari a livello facciale. Si utilizzano piccoli gruppi
muscolari come estensori brevi delle dita del piede o il palmare lungo. Per evitare che vadano incontro a
fibrosi e ad atrofia,è necessario denervare il muscolo un certo tempo prima del trapianto(2 settimane
almeno) oppure re innervare il trapianto stesso tramite anastomosi nervose.
Innesti di tendine
Trovano indicazione nella traumatologia della mano e dell’ arto superiore per la riparazione di rotture e
lacerazioni tendinee in cui non sia possibile l’ accostamento diretto di monconi. Il tendine deve essere
trapiantato senza ledere il suo rivestimento connettivale(peritendinite) al fine di rendere possibile una
rapida rivascolarizzazione dell’ innesto e ridurre il rischio di aderenze cicatriziali con i tessuti
circostanti. Innesti di vaso
Spesso in caso di lesioni traumatiche che abbiano comportato la compromissione dell’ integrità
anatomica e funzionale di un tratto vasali arterioso o venoso. Il vaso se è di dimensioni notevoli si può
prelevare la vena safena,mentre per la riparazione dei vasi di calibro più piccolo si potranno utilizzare le
vene della superficie dorsale della mano o altre vene superficiali. Il segmento venoso utilizzato per la
riparazione dell’ arteria deve essere di calibro sempre inferiore a quello dell’ arteria stessa, onde evitare
dilatazioni sacciformi sotto la spinta della pressione arteriosa ed inoltre il segmento venoso va orientato
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Dermatologia e Chirurgia Plastica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Seconda Università di Napoli SUN - Unina2 o del prof Ferraro Giuseppe.
Acquista con carta o conto PayPal
Scarica il file tutte le volte che vuoi
Paga con un conto PayPal per usufruire della garanzia Soddisfatto o rimborsato