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RADICE
parodontale; presso 1'apice radicolare si trova il foro apicale. II numero e la lunghezza delle radici
variano a seconda del tipo di dente. La forma dell'alveolo si adatta alla radice e nei denti pluriradicolati
(i posteriori) ogni radice è accolta in una corrispondente nicchia scavata nell'alveolo. La radice è
rivestita dal cemento radicolare che si interrompe a livello del foro apicale, attraverso il quale
passano i vasi e i nervi destinati alla polpa dentale.
II rappresenta la zona di transizione tra la radice e la corona ed è
ricoperto dalla gengiva.
COLLETTO
La parte della corona compresa tra la faccia occlusale e la cresta gengivale è detta corona clinica,
mentre la corona anatomica è
quella che termina a livello del colletto.
Al di sotto dello smalto coronale e del cemento radicolare si trova la dentina, che costituisce
1'impalcatura dell'intero dente riproducendone la forma. La dentina delimita una cavità interna, la
, contenente la polpa dentaria, che è
considerata il centro vitale nutritizio del dente.
CAMERA PULPARE
La forma della camera pulpare ricalca quella della corona; verso la faccia occlusale presenta le corna
della polpa, recessi più o meno sviluppati a seconda dei denti: generalmente i premolari presentano
due corna e i molari quattro, in corrispondenza delle cuspidi. A livello della radice la camera pulpare
prende forma di canale (canale radicolare) che sbocca col foro apicale. All'interno di una radice si
può
talvolta rilevare la presenza di due canali.
Soprattutto nei giovani si possono trovare all'apice radicolare dei fori accessori: sono sbocchi di
altrettanti canali dovuti a ramificazioni nella parte terminale del canale radicolare, pertanto si parla
sovente di cribro apicale invece che di semplice foro apicale.
L'osso alveolare con gli alveoli dentali, il cemento, il legamento parodontale e la gengiva formano i
tessuti di sostegno del dente e vengono identificati come un'unità
anatomo-funzionale detta parodonto,
che riveste grande importanza per la conservazione del dente in sede. 1
Le arterie per i denti derivano dall’arteria mascellare interna: sono le arterie alveolari superiori
(anteriore e posteriori) e 1'arteria alveolare inferiore, che danno rami per la polpa dentale, per il
legamento parodontale e per la gengiva. II sangue venoso viene convogliato nel plesso pterigoideo.
I nervi alveolari superiori e inferiori, provenienti rispettivamente dal nervo mascellare e dal nervo
mandibolare del trigemino, sono responsabili della sensibilità
del dente; penetrano con dei rami nella
polpa di ciascun dente attraverso il foro apicale.
L'innervazione simpatica per le pareti delle arteriole pulpari è data da rami provenienti dal ganglio
cervicale superiore.
SMALTO
Ricopre la dentina della corona anatomica del dente fino al livello della linea cervicale dove inizia il
cemento; esso ha il suo masssimo spessore in corrispondenza delle cuspidi, dove può raggiungere
anche i 2,5 mm, mentre è
più
sottile a livello del colletto.
Sulla superficie occlusale dei denti, lo smalto riveste le cuspidi, i solchi e le fosse. I solchi possono
avere moprfologia estremamente varia, a forma di “T”, “V”, “a “a clava” “a La loro
goccia”, e U”.
alla carie e 1’attuazione e 1’efficacia
morfologia condiziona la suscettibilità del comuni mezzi di
prevenzione.
A causa delle sue proprietà di rifrazione, se lo smalto è sottile e molto mineralizzato il suo colore è
influenzato dal colore giallognolo della dentina, se invece è più spesso e meno mineralizzato, non
viene attraversato dalla luce, ed appare di colore bianco lucente.
Lo smalto è un tessuto acellulare inerte, di natura epiteliale (origina dall’ectoderma), altamente
mineralizzato; esso è il tessuto più duro dell'organismo, essendo costituito per il 96% da materiale
inorganico (cristalli di idrossiapatite), per il 4% da materiale organico e per 1% da acqua.
Lo smalto è formato da cristalli di idrossiapatite stipati, tra i quali è presente una fine lassa rete di
materiale organico, costituito da proteine unite a materiale polisaccaridico. Si parla genericamente di
proteina dello smalto. La proteina dello smalto è considerata come un gel amorfo che occupa lo
spazio tra i cristalli di idrossiapatite. I cristalli di idrossiapatite conferiscono allo smalto una durezza
molto elevata, tuttavia 1’alto contenuto inorganico lo rende particolarmente sensibile alla
demineralizzazione indotta dall'ambiente acido creato dai batteri.
I cristalli di idrossiapatite si dispongono a costituire le unità elementari dello smalto, ossia i prismi
dello smalto e le strutture ad essi circostanti: la guaina del prisma e lo smalto interprismatico.
I prismi dello smalto attraversano tutto lo spessore dello smalto, dalla giunzione smalto-dentinale alla
superficie del dente, con andamento sinuoso e in senso radiale. I prismi hanno una forma circa
cilindrica e sono disposti in file sovrapposte e sfalsate per cui un prisma poggia su due prismi
sottostanti. In sezione trasversale presentano una parte centrale circolare che si assottiglia. I prismi
contigui sono separati tra loro dallo smalto interprismatico mentre sono delimitati, verso la superficie
occlusale, dalla guaina del prisma.
Prismi, guaina del prisma e smalto interprismatico si differenziano per il diverso orientamento dei
cristalli di idrossiapatite che ne determina caratteristiche chimico-fisiche diverse.
Nella guaina del prisma, i cristalli di idrossiapatite sono disposti in modo disordinato e meno compatto
rispetto ai prismi e, per il maggior spazio disponibile tra i cristalli stessi, è presente una maggior
percentuale di materiale organico. Nello smalto interprismatico i cristalli di idrossiapatite sono invece
orientati perpendicolarmente all'asse maggiore dei prismi. 2
In passato l'aspetto del prisma veniva definito "a buco di serratura", con una testa e una coda. Oggi si
sa che la "testa" è
il prisma, delimitato verso il versante occlusale dalla guaina, mentre la "coda" è
lo
smalto interprismatico presente tra due prismi contigui.
Lo smalto viene depositato dagli ameloblasti. Ciascun ameloblasto produce un prisma e una parte
dello smalto interprismatico che lo circonda. Finita la loro funzione, gli ameloblasti rimangono
allineati sulla superficie esterna dello stesso formando una cuticola detta membrana di Nasmyth.
Questa membrana sembra sia 1'ultimo prodotto di secrezione degli ameloblasti ed è costituita da una
parte inorganica e da albumine. Quando il dente erompe nella cavità orale, gli ameloblasti vengono
persi, rendendo lo smalto un tessuto non vitale insensibile che una volta distrutto non può essere
rigenerato.
Lo smalto risulta percorso da fessure e lamelle, fenditure ipomineralizzate contenenti materiale
organico amorfo, che si estendono dalla superficie fino alla giunzione smalto-dentinale.
Prima che inizi la formazione dello smalto, alcuni processi odontoblastici si spingono tra gli
ameloblasti e formano i fusi dello smalto, che sembrano avere una funzione nutritiva e trofica e che
assicurano un ricambio tra gli strati di dentina e lo smalto.
Al microscopio sono inoltre visibili delle linee brune trasversali dette strie di Retzius, che
rappresentano linee di accrescimento e riflettono i successivi fronti di formazione dello smalto. A
livello delle strie, il numero dei cristalli è
ridotto, per cui le strie sono zone meno mineralizzate; inoltre
i prismi sembrano piegarsi quando attraversano una linea di accrescimento. La linea neonatale è
una
che calcificano prima della nascita: è dovuta all’apposizione di
stria più grande, presente nei denti
smalto poco calcificato in corrispondenza del periodo di decremento in peso dei neonati.
Le depressioni alternate ai rilievi che si trovano superficialmente nello smalto costituiscono le
perichimata e sono dovute alla terminazione sulla superficie esterna delle linee incrementali.
ottico come un’alternanza
Le bande di Hunter-Schreger, visibili al microscopio di bande chiare e di
bande scure, sono dovute al decorso flessuoso dei prismi. Le bande chiare sono dovute a prismi
sezionati longitudinalmente e formano le parazonie; le bande scure sono dovute a prismi sezionati
trasversalmente e corrispondono alle diazonie.
Tra smalto e dentina vi è la giunzione amelo-dentinale che, in sezione, si presenta come una linea
festonata, con una serie di creste che aumentano il contatto e quindi 1'adesione tra smalto e dentina.
l’ambiente
Lo smalto è
un tessuto permeabile in grado di scambiare ioni con circostante in particolare
la saliva. Anche lo ione fluoruro può essere incorporato nei cristalli di idrossiapatite tramite scambio
ionico rendendo lo smalto più resistente alla dissoluzione acida. Lo smalto non è innervate né
vascolarizzato.
DENTINA
È un tessuto connettivo specializzato di origine mesenchimale che forma la maggior parte del dente e
delimita la cavità
pulpare. La dentina è
di colore giallo scuro ed è
ricoperta dallo smalto nella corona e
dal cemento nella radice. La dentina ha proprietà elastiche che le conferiscono una notevole
flessibilità, importante per prevenire la frattura dello smalto, duro ma fragile, sotto il peso delle forze
masticatorie.
Dal punto di vista istologico, la dentina è costituita per il 70% da sostanze inorganiche (cristalli di
idrossiapatite), per il 20% da sostanze organiche (fibre collagene) e per il 10% da acqua.
Essa è
caratterizzata da canalicoli, i tubuli dentinali, che originano dalla camera pulpare e si portano
in senso radiale a livello della giunzione amelo-dentinale nella corona e al confine dentina-cemento
3
“ad particolarmente accentuato
nella radice. I tubuli dentinali presentano un decorso ondulato, S”, a
livello della dentina coronale e meno nella dentina radicolare. II loro andamento indica il percorso
seguito dall'odontoblasto nel corso della dentinogenesi.
Nel loro decorso, i tubuli si biforcano ed emettono canalicoli collaterali che collegano i tubuli stessi
per cui, allontanandosi dalla polpa verso la giunzione smalto-dentinale, il diametro dei tubuli si riduce
mentre nella stessa direzione divengono meno numerosi. In ciascun tubulo dentinale è
contenuto, solo
fino a 0,5 - 0,7 mm dalla polpa, un processo odontoblastico, prolungamento citoplasmatico degli
odontoblasti, che sono le cellule generatrici della dentina e che provvedono al suo mantenimento. II
canalicolo contiene, inoltre, fibrille nervose che rendono la dentina un tessuto sensibile.
La parete del tubulo dentinale costituisce la dentina peritubulare, altamente mineralizzat