Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 155
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 1 Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 155.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Demoecologia (Parte 2 di Ecologia) Pag. 41
1 su 155
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PICCOLE POPOLAZIONI

Si arriva allora ad un ragionamento più generale dall'analisi appunto dell'analisi di vitae dell'analisi dei fattori demografici negli studidi popolazione al problema delle piccolepopolazioni. Ovvero come l'importanza diconoscere i motivi per cui una popolazione è di bassa consistenza (riduced) e quali sono le classi di età equali i parametri che regolano la demografia, è importante perché queste piccole popolazioni soprattuttoquelle piccole e frammentate fra loro (abbiamo visto la metapopolazione) rischiano di entrare in un vorticedi estinzione, per cui a causa di perdita di diversità genetica e di incrocio si crea un processo per cui siriduce la capacità adattativa, riproduzione e sopravvivenza, per cui aumenta il tasso di riduzione (quindi siriduce ancora di più). Quali sono i motivi per cui si arriva ad un N basso? Ci può essere una stocasticitàdemografica, variazioni

Dei tassi di riproduzione negli individui, ma anche variazioni ambientali o catastrofi (che portano la popolazione al di sotto di una soglia N). Adesso li vediamo nel dettaglio; questi 4 motivi hanno forte base dal punto di visto analitico nello studio di popolazioni e dall'altra parte hanno forti implicazioni nella gestione delle popolazioni (l'ecologia delle popolazioni è una base importante della conservazione):

8.1 PERDITA DI VARIABILITÀ GENETICA (DEPRESSIONE DA INCROCIO)

Primo problema questa della perdita di variabilità genetica, la cosiddetta depressione da incrocio che è proprio questo caso della Pantera della Florida, una sottospecie appunto della pantera o Puma come si chiamano negli Stati Uniti, che era ridotto a meno di 50 individui negli anni '80, la perdita di variabilità genetica tra individui è stata vista in diversi individui poiché ha avuto un impatto sotto diversi aspetti, ad esempio deformità degli animali quindi

Anomalie morfologiche e alterazioni riproduttive (bassa produzione spermatozoi). Anche in questo caso è stata reintrodotta una popolazione diversa geograficamente vicina, ma comunque un'altra sottospecie. Ma questo non ha aiutato perché la forte pressione esterna di variazioni ambientali, ovvero perdita di Habitat, frammentazione e bracconaggio hanno comunque avuto la meglio sui tentativi di recupero della popolazione, quindi si capisce che questo è un caso in cui alla perdita di variabilità genetica si innesca una costante pressione di variazioni ambientali che portano questo N ad attenersi basso e quindi sotto una soglia pericolosa per via dell'incrocio, per la sopravvivenza della popolazione. Un discorso analogo visto che l'abbiamo già menzionato si può fare per l'orso bruno in Trentino, perché si parla di 50-60 animali, quindi che ha un basso numero, è stata appurata la bassa variabilità genetica.

Di questi animali, oltre al fatto che creano un certo conflitto con la popolazione residente, dovuto al fatto che alcuni di questi animali vengono da una popolazione di animali in Slovenia, che tendono ad essere confidenti e tendono ad essere accettati socialmente mentre in Trentino, in un nuovo contesto, questo è stato causa di numerosi conflitti e quindi una situazione, anche qua, di progressiva perdita-erosione della diversità genetica che unita ad un aspetto ambientale (che in questo caso è in realtà sociale, cioè la bassa accettazione) quindi ci possono essere animali bracconati, animali che non riescono a disperdersi perché non sono accettati in altre aree al di fuori dell'area core di presenza. Questo di nuovo può innescare un processo di estinzione.

8.2 INCERTEZZA DEMOGRAFICA Per quanto riguarda l'incertezza demografica questo ha a che vedere col fatto che nelle piccole popolazioni diciamo variazioni nella ratio tra sessi oppure

La natalità e la mortalità individuali possono cambiare velocemente, quindi avere un effetto sproporzionalmente alto sulla capacità di persistenza di una popolazione. Ad esempio, Borderea chouardii, una pianta di pareti rocciose in Spagna (IUCN CR), con sex-ratio bilanciata, carenza di piante giovani e basso tasso di riproduzione MA lunga aspettativa di vita. È una specie che vive in basse densità naturali dovute all'habitat limitato. Qualunque evento ambientale stocastico potrebbe avere effetti estremamente negativi in termini di riduzione di N (vedi schema delle piccole popolazioni). Ci sono varie strategie di protezione, alcune funzionano ma la maggior parte no, perché la pianta ha questo particolare ciclo vitale, particolarmente complesso e non compatibile con un aumento della popolazione, mentre la protezione dei siti dove questa pianta si riproduce è una strategia migliore.

Un altro esempio di incertezza demografica è il caso di questo piccolo rospo.

È stato ritenuto estinto un animale che aveva una piccolissima distribuzione nella zona di spruzzi di una cascata, che è stata altamente impattata dalla costruzione di una diga. Quindi questa è una specie che naturalmente aveva una piccolissima distribuzione e una nicchia ecologica estremamente specializzata. Quando le condizioni sono venute a mancare, questa specie è crollata in numero. Il tentativo è stato quello di riprodurre gli animali in cattività, di creare delle zone di spruzzi artificiali, ma al momento le evidenze non sono positive e la specie è ancora considerata estinta. Questo è interessante perché è un caso in cui ci si domanda se sia, come strategia di conservazione, importante agire direttamente sulla specie, con un programma di re-introduzione, creazione di habitat diversi o di riproduzioni in condizioni artificiali, oppure la protezione dell'habitat originario in cui questa specie era presente.

VARIABILITÀ AMBIENTALE

Vediamo un caso di variabilità ambientale che può causare il rapido collasso di popolazioni piccole, quando appunto queste abbiano una nicchia ecologica molto specializzata. Questa è una specie di uccello che sta in Nuova Zelanda, considerato il più raro uccello costiero al mondo, e nidifica lungo dei fiumi che non sono arginati per cui con le piene, con la variabilità accentuata di questi Habitat, questa specie perde regolarmente i nidi e quindi il tasso riproduttivo crolla nettamente, qui è stato innescato un programma, ad esempio di sostituzione delle uova, con delle uova di ceramica, incubando appunto quelle vere in condizioni artificiali per poi rimetterle nei nidi in prossimità della schiusa, questo programma ha avuto per ora un certo effetto positivo. Quindi si tratta di una specie che diciamo è estremamente soggetta a variazioni ambientali e rapidamente può andare al collasso.

858.4 QUANTO PICCOLO

È PICCOLO? Allora la domanda diventa, con questi esempi, quando è piccola una popolazione e qual è il numero di individui per cui si ritiene che una popolazione sia piccola e possa essere prossimo a un vortice di estinzione? Ci viene incontro il concetto di popolazione minima Vitale, MVP definita, come la più piccola popolazione che ha il 99% di probabilità di persistere per 1000 anni, chiaramente che, da quanto abbiamo visto fin qua, definire cos' qual è il MVP è estremamente complesso, perché un parametro sia popolazione che area specifico e richiede appunto conoscenza di questi parametri e del tasso di declino della popolazione. C'è anche da dire che l’N complessivo, il numero di individui non è così importante come lo è invece l’Ne, cioè la dimensione effettiva di una popolazione, o meglio il numero di individui effettivamente riproduttori, che chiaramente è un

e dunque se i dati sono sufficienti, sulla base di alcuni criteri, si possono classificare queste popolazioni in base al rischio di estinzione. I criteri sono questi cinque, ovvero se la popolazione è in declino, se la distribuzione è ristretta e in declino, se la popolazione è già piccola e in declino, se la distribuzione è molto ristretta o la popolazione è molto piccola, e poi un'analisi quantitativa del rischio di estinzione. Per cui, avendo dati su uno o più di questi criteri, si può, seguendo un protocollo piuttosto complesso, valutare il rischio di estinzione di una specie, e le tre categorie più critiche sono proprio queste (casella rossa, arancione e gialla): criticamente minacciata, in pericolo di estinzione, e vulnerabile. Dunque, abbiamo visto quindi come la conoscenza dell'abbondanza delle popolazioni e dei parametri demografici sono fondamentali anche per valutare il rischio di estinzione delle specie. Tanto è vero che nella classificazione icietà: 1. Criterio A: Riduzione della popolazione Questo criterio valuta la riduzione della popolazione di una specie nel corso del tempo. Si considera il tasso di diminuzione e la dimensione attuale della popolazione per determinare il rischio di estinzione. 2. Criterio B: Riduzione del territorio Questo criterio valuta la riduzione dell'habitat disponibile per una specie. Si considera la perdita di territorio e la frammentazione dell'habitat per determinare il rischio di estinzione. 3. Criterio C: Riduzione del numero di individui maturi Questo criterio valuta la riduzione del numero di individui maturi all'interno di una popolazione. Si considera la dimensione attuale della popolazione e la proporzione di individui maturi per determinare il rischio di estinzione. 4. Criterio D: Riduzione della qualità dell'habitat Questo criterio valuta la riduzione della qualità dell'habitat disponibile per una specie. Si considera l'alterazione dell'habitat e la disponibilità di risorse per determinare il rischio di estinzione. 5. Criterio E: Analisi quantitativa del rischio di estinzione Questo criterio valuta il rischio di estinzione di una specie utilizzando un'analisi quantitativa. Si considerano diversi parametri demografici, come la dimensione della popolazione, il tasso di natalità e il tasso di mortalità, per determinare il rischio di estinzione. Questi criteri sono utilizzati dall'Unione internazionale per la conservazione della natura per valutare la vulnerabilità e i rischi di estinzione delle specie.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
155 pagine
4 download
SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher diegot.b di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ecologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Rovero Francesco.