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Esempi:
M=1000 M=1000
M=1000
C=1000 C=1000
C=1000
R=1000 R= 100
R=10
N=1000 N=10.000
N=100.000
Censimento o campionamento: dimensioni e struttura della popolazione
contare il numero di individui di una
Fin’ora abbiamo descritto alcune tecniche utili per
popolazione, cioè, per avere una stima dello stato della popolazione: o in valore
assoluto (quanti individui compongono la popolazione) o in valore relativo di
(numero/volume o superficie,
densità a seconda del tipo di habitat in cui vive
l’individuo). Però questa è la metrica minima indispensabile per poter ragionare sul
funzionamento di una popolazione.
Quando contiamo gli individui di una popolazione dobbiamo anche prendere nota non
stato di una popolazione, struttura:
solo dello ma anche della sua ad esempio, in una
specie gonocorica, quali sono gli individui maschi e quali femmine, oppure quali sono
le differenti classi di età in una popolazione, ecc.
Alla fine, i metodi fin’ora descritti (censimento, campionamento, marcatura-ricattura)
ci consentono di delineare delle figure che sono il risultato di un’analisi statica
(istantanea).
Esempio 1: popolazione francese censita nel 1967. quota maschile
Una parte della figura descrive la situazione della della popolazione,
quota femminile.
ed un’altra parte che descrive la situazione della Questa
classificazione è importante, poiché non è detto che la demografia della quota
maschile sia uguale a quella della quota femminile, anzi, generalmente sono differenti,
poiché sono storie di vite (life histories) che si sono evolute in maniera
complementare. numeri degli individui delle varie classi di età
In ascissa sono rappresentati i : questo
vuol dire che, in questo censimento effettuato nel 1967, sono stati contati 450.000
bambini francesi di età compresa tra 0 e 2 mesi (prima classe d’età).
l’età degli individui alla quale è avvenuto il censimento
In ordinata invece è riportata .
Notiamo che all’aumentare dell’età, il numero degli individui diminuisce. Però notiamo
anche che vi sono alcune differenze tra la parte celeste e quella rosa. Come mai
compare questa differenza? Si nota una “mancanza” di maschi rispetto alle femmine,
e sono i maschi che quando è stato effettuato il censimento nel 1967 hanno fra i 70 e
in 90 anni. Essi erano uomini che nel 1915-1918 hanno partecipato alla guerra.
Tuttavia vedo delle “simmetrie” nella curva, in cui si rileva la mancanza di maschi e di
femmine che hanno 50 anni nel 1967: questa mancanza è dovuta ai maschi e alle
femmine che non sono nati a causa della guerra (deficit di natalità).
informazioni qualitative di tipo dinamico
In questo caso l’analisi statica restituisce su
quello che è accaduto in passato alla popolazione in esame.
Schema della crescita della popolazione rivelata dalla struttura della
popolazione:
Esempio 2: in questa immagine ho 3 piramidi di vita di 3 differenti popolazioni umane
diverse. Si ha sempre la suddivisione in maschi e femmine.
Sull’asse x dimensioni della “classe”, numero dei maschi e delle femmine;
Sull’asse y classi di età dei membri della popolazione. individui anziani,
La differenza tra queste tre popolazioni consiste nel rapporto tra gli
classe intermedia giovanili.
di e
Alcuni fattori che spiegano la differenza tra i tre grafici sono: mortalità e fertilità.
Nel primo caso abbiamo un’eccedenza di classi giovanili, ed una riduzione progressiva
man mano che si invecchia (crescita positiva); alta fertilità, alta mortalità.
Nel secondo caso, all’invecchiare della popolazione, si ha una riduzione più contenuta
del numero di individui (crescita nulla).
Nel terzo caso, abbiamo addirittura un rovesciamento della situazione, abbiamo un
eccesso di individui anziani (crescita negativa) popolazione italiana attualmente;
bassa fertilità, bassa mortalità.
Conteggi statici ripetuti possono rilasciare informazioni su variazioni
temporali nella struttura e nella dimensione della popolazione:
Ovibos moschatus è una specie relitta in poche aree del Nord, poiché è scampata ad
una serie di eventi molto pesanti in termini di biodiversità, che hanno colpito le
comunità del pianeta nella parte finale del Pleistocene (era geologica molto lunga che
si estende da 2.600.000 anni fa, fino a 12.000 anni fa). Alla fine del Pleistocene si
verifica una catastrofe biotica che colpisce in modo particolare i grandi erbivori:
scompare una grande quantità di generi e di specie da tutta la faccia della terra, con
massima prevalenza nelle zone che vengono raggiunte dalla grande espansione di
Homo sapiens.
I paleontologi hanno ragionevoli sospetti che questa eliminazione dei grandi erbivori si
sia ripercossa sull’assetto vegetazionale. L’interazione tra i grandi erbivori e gli assetti
vegetazionali è molto complessa, poiché consente di regolare i rapporti competitivi tra
specie vegetali diverse.
Dicevamo che la massiccia scomparsa dei grandi erbivori fu dovuta principalmente da
due fattori combinati: cambiamenti climatici e caccia umana. Questa è stata la prima
grande “impronta” che l’uomo ha lasciato negli ecosistemi del pianeta. Ovibos
Molte specie sono scomparse, alcune di queste si sono salvate: tra queste vi è
moschatus, che è attualmente oggetto di campagne di successo di reintroduzione.
Il diagramma sottostante rappresenta ciò che è successo nel tempo, a seguito della
campagna di reintroduzione di Ovibos moschatus, in un area dove esso era vissuto in
passato, l’isola di Nunivak.
Nel 1936 una trentina di individui, maschi e femmine, di O. moschatus vengono
reintrodotte nell’isola: successivamente, dopo determinati intervalli di tempo, vengono
effettuati dei censimenti per contare il numero degli esemplari. A partire dal 1948
circa, i censimenti diventano regolari, annuali.
Cosa si osserva?
Si osserva che la popolazione, a partire da un numero originario di una trentina di
individui, cresce nel tempo in maniera esponenziale: il tasso di accrescimento in
costante.
una crescita esponenziale è
Demographic forecasting:
Da studi di questo tipo, ottengo un trend, ovvero una “tendenza” della popolazione:
aumentando, diminuendo, oscilla,
posso vedere se la popolazione sta ecc.
Ma se il mio obiettivo è, nota la situazione attuale, indovinare quale sarà tra 10, 100,
1000 anni, le informazioni che ricavo da questi studi non mi bastano! Potrei estendere
il trend con una semplice estrapolazione, ed ottenere una stima della situazione che
sarà tra 10, 100, 1000 anni? No, sbaglierei.
L’estrapolazione di conteggi ripetuti non sempre danno informazioni affidabili sul
futuro stato della popolazione!
Esempio:
Effettuo 4 censimenti in 4 anni successivi nella stessa popolazione: T1, T2, T3, T4.
Voglio indovinare a quanto ammonterà la popolazione ad un tempo X nel futuro.
Possiamo dare 3 risposte differenti sugli stessi dati empirici:
Risposta 1) faccio una retta, e dico che al tempo X del futuro l’ammontare della
popolazione sarà N(tx).
Risposta 2) faccio un fitting esponenziale, e dico che al tempo X del futuro la
popolazione sarà N(tx)’.
Risposta 3) faccio passare da quei 4 punti una funzione che va a saturazione.
Dai dati empirici non si può estrapolare un dato futuro: per farlo, abbiamo bisogno di
un “modello” per poter elaborare i nostri dati empirici ed ottenere un’informazione. Poi
quel modello sarà oggetto di verifiche sperimentali.
Quindi, allineando dati e basta, non riusciamo a fare del “forecasting”!
Abbiamo capito che l’accumulo di informazione statica sulle popolazioni NON genera
un’informazione che può servire A) a prevedere il loro stato futuro, B) capire come
stanno funzionando.
Abbiamo bisogno di un MODELLO, ovvero rappresentazione formale di come noi
immaginiamo che stiano andando le cose. logicamente consistente,
Prima di tutto, il modello deve essere 1) 2) poi deve essere
verificato, paragonando le previsioni del modello rispetto all’evidenza sperimentale.
Modelli demoecologici:
*Perché si usano i modelli demoecologici?
1) Esigenza predittiva: per predire i trend generali delle dinamiche di
popolazione (per esempio, quale sarà il numero dei membri di una determinata
popolazione ad un tempo x del futuro), o predire l’effetto di specifici fattori (per
esempio, cambiamenti climatici, sfruttamento, rimozione delle prede, ecc)
2) Esigenza euristica (per migliorare la conoscenza): per testare (capire) le
ipotesi relative: A) ai processi generali demografici (per esempio, l’importanza
della competizione per l’omeostasi demografica) e B) ai fattori riguardanti le
dinamiche di popolazione delle singole specie.
Allora, in linea generale, i modelli demoecologici (sia che vengano costruiti per fini
espressioni formali di idee
predittivi sia per scopi euristici) non sono nient’altro che
che dovrebbero generare previsioni che poi verifichiamo con degli esperimenti.
*Quale linguaggio viene usato per dare una rappresentazione formale alle proprie idee
in un modello demoecologico?
La matematica è un linguaggio simbolico che consente di esprimere le proprie idee in
maniera rigorosa, perché è universale e non semantica (simbologia uguale per tutti). I
modelli matematici.
modelli devono essere
*Quanto “complesso” dovrebbe essere un modello demoecologico? completezza
In generale, un buon modello demoecologico è un compromesso tra e
concisione.
- Completezza è la capacità di riprodurre le caratteristiche più rilevanti delle dinamiche
di popolazione.
- Concisione è essere più semplici possibile per ottenere una completezza sufficiente.
*Quale tipo di matematica dovrebbe essere usato?
matematica del continuo matematica del discreto:
Esiste una ed una fenomeni si
descrivono sufficientemente in maniera discreta, e fenomeni che invece hanno una
variazione istantanea.
Nel nostro caso, siccome ciò che noi contiamo è il numero di individui che
costituiscono una popolazione, possiamo utilizzare due modelli:
A) La popolazione varia in step discreti (esempio: riproduzione annuale)
Matematica discreta:
N = N * “qualcosa”
t+1 t
B) La popolazione subisce una variazione continua
Matematica continua:
i.e. variazione istantanea (in un tempo tendente a zero)
dN/dt = N * “qualcosa”
(Di quanto aumenta lo stato della popolazione (N) al trascorrere di un tempo
t0)
*Quali sono i processi generali che producono la v