Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 19
Dall'economia preindustriale allo sviluppo economico moderno (modulo A) Pag. 1 Dall'economia preindustriale allo sviluppo economico moderno (modulo A) Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'economia preindustriale allo sviluppo economico moderno (modulo A) Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'economia preindustriale allo sviluppo economico moderno (modulo A) Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'economia preindustriale allo sviluppo economico moderno (modulo A) Pag. 16
1 su 19
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MONETA

Bisogna perciò per forza parlare della moneta fino al XIII secolo l’europa occidentale coniava solo monete piccole d’argento.

Successivamente iniziarono ad essere coniate anche monete d’oro sbancando le monete orientali. A partire però dal XVII

secolo cominciò ad apparire la cartamoneta, di fatto certificati di deposito delle banche, questo strumento ebbe però poca

importanza prima della rivoluzione industriale.

MERCATI E FIERE

I mercati e le fiere sono le prime istituzioni importanti. I mercati hanno un ambito locale e una periodicità breve, quasi

quotidiana. Le fiere invece sono meno frequenti ma hanno maggior rilievo. La fiera aveva come vantaggio la concentrazione

dell’offerta e della domanda, che consentiva di superare l’incertezza che comportava il commercio a lunga distanza. Quindi

l’interscambio fiera era doppio:

-Tra commercianti venuti da diversi luoghi;

-Tra commercianti e persone della zona dove si celebrava la fiera (che portavano a vendere stoffe, tovaglie, materie prime ecc).

Successivamente questo ruolo venne eclissato dall’attività costante dei banchi delle città principali piazze bancarie.

CREDITO E BANCA

La crescita dell’attività mercantile non sarebbe stata possibile senza il credito e la banca. La tecnica bancaria deriva da quello

che è il cambio della moneta: il cambista o banchiere era lo specialista che conosceva il valore delle diverse monete e ne

facilitava l’interscambio guadagnandoci una commissione. I banchieri poco dopo aggiunsero al cambio il deposito il banchiere

disponeva di una cassa e accettava che i clienti vi depositassero i loro denari o perché il banchiere potesse acquistare la

moneta nella quale li volevano cambiare o per sicurezza.

Uno degli strumenti per il trasferimento di denaro era la tratta, cioè un ordine di pagamento da fare in un altro luogo, in un’altra

moneta e dopo un certo tempo fu il principale strumento del credito commerciale e dei pagamenti a lunga distanza.

→ La fondazione delle prime banche centrali si ebbe nel 1694 con la fondazione della Banca d'Inghilterra. In parallelo ci

fu lo sviluppo della borsa (la prima quella di Anversa 1487) → negoziazione di merci, debito pubblico, titoli di grandi compagnie

e di altre societa per azioni.

̀

FORME DI ASSOCIAZIONI E DI ASSICURAZIONE

L’attività commerciale favorisce le forme di associazioni.

Una di queste era la accomandita o società in accomandita, formata da:

­ Un socio capitalista (o accomodante)

­ Un socio gestore (accomandatario)

Il primo apportava il denaro o le merci, il secondo si incaricava di portarle al punto di vendita per tornare con denari o altre

merci. Altre forme di associazioni che apparvero furono:

­ la filiale dipendenza dell’impresa installata in un’altra città e che non è dotata di iniziativa propria.

­ Impresa succursalesocietà indipendente;

­ Imprese di corrispondenzaaccordo tra imprese indipendenti con sede in luoghi diversi, che mantengono relazioni

per quanto riguarda lo scambio di notizie, credito e affari comuni.

­ Associazione di assicurazione → è

una particolare forma di associazione, nata per contenere il rischio ripartendo

eventuali perdite.

Queste associazioni presupponeva l’uso della contabilità.

LA PRODUZIONE MANIFATTURIERA (FINE CAP II, SLIDE 6)

Le sinergie positive tra la città e la campagna fecero crescere l’attività manifatturiera urbana, che era destinata al rifornimento

della stessa città e della campagna circostante. I prodotti più tipici erano:

­ Le scarpe, i vestiti, ma anche utensili, attrezzi agricoli e armi;

La crescita artigianale ebbe una crescita notevole grazie soprattutto allo sviluppo del commercio. La scarsa capacità di

domanda della maggior parte della popolazione era però un ostacolo per la crescita industriale.

IL TESSILE

Era la principale attivita manifatturiera in tutta Europa, le Fiandre erano la regione più avanzata in questo ambito. Non fece

̀

nessun progresso tecnico rilevante, ma molti piccoli perfezionamenti e cambiamenti nei prodotti → nuovi tessuti (XVI sec.

drappi delle Fiandre), più

vari, più

leggeri e molto più

a buon mercato rispetto ai tradizionali panni di lana.

Seta → scarso peso in termini di produzione e di occupazione, ma alto valore → Italia

Lino e cotone → scarsa importanza fino al '600 → Calicò

act

Cosi come il cotone che ebbe una scarsa diffusione fino al XVIII secolo, dopo di che il settore cotoniero si concentrò in diversi

punti dell’Europa, ma soprattutto in Inghilterra.

L’ESTRAZIONE DEI METALLI

La scoperta delle miniere d’argento nell’Europa centrale portò all’introduzione a partire dal XV di una serie di innovazioni che

consentivano:

­ Di lavorare a maggiore profondità

­ E processi che abbattevano il costo della trasformazione del minerale in metallo.

 per cui martelli mossi dall’energia idraulica, macchine trituratrici e processi chimici per separe i metalli.

A parte oro e argento, il metallo principale era il ferro. La fucina tradizionale (fornello su cui si arroventava il ferro) permetteva di

separare il ferro dalle altre sostanze. Un importante innovazione medioevale fu il bassoforno, ma l’innovazione basilare

successiva fu nel XVII con l’altoforno, che permetteva di fondere il ferro e ottenere direttamente i pezzi versando la colata negli

stampi. I suoi vantaggi erano:

­ Lavorare con minerali meno ricchi e che quindi necessitavano di meno combustibile.

Sia l’altoforno che la fucina rimasero in uso in molti paesi e per molto tempo.

MIGLIORIE NELL’UTILIZZO DELL’ENERGIA

Sia la produzione artigianale che il commercio si beneficiarono delle migliorie per l’uso dell’energie naturali. La principale novità

fu: ­ Il perfezionamento e la diffusione del mulino a vento. L’uso dell’energia eolica ebbe ancora più

importanza nella navigazione un miglior utilizzo della forza del vento consentì di costruire navi più grandi e più

efficienti, fatto che ebbe notevole rilievo soprattutto per il commercio a lunga distanza.

L’altra grande innovazione fu:

­ L’enorme uso e l’estrazione del carbone minerale. (soprattutto in Gran Bretagna)  l’elavato consumo di legna e di

carbone vegetale provocò nel XVI un processo di deforestazione e di rincaro della legna.

In gran Bretagna il carbone cominciò ad essere utilizzato in quei processi che necessitavano di una sola fonte di calore come la

fabbricazione della: birra, sapone o raffinazione dello zucchero.

LE COSTRUZIONI E ALTRI SETTORI PRODUTTIVI

Nel corso del periodo preindustriale la costruzione migliorò molto le tecniche usate, l’attrezzatura e le macchine disponibili

invece cambiarono molto poco. In ogni modo i progressi più rilevanti si verificarono negli:

-Arsenali (cantiere navale per la ricostruzione): la costruzione navale si convertì nell’industria più complessa dell’epoca, vi si

fabbricavano però pezzi standard per facilitare la costruzione e le riparazioni.  Il

risultato fu un enorme crescita delle capacità di trasporto (capeggiata dall’Olanda).

L’ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

In ogni città l’attività artigianale si andò organizzando in: associazioni di mestieri o corporazioni.

La corporazione era l’associazione dei maestri di uno stesso mestiere, regolata dal comune. I suoi scopi erano:

­ Il monopolio del mestiere

­ Controllo dell’attività attraverso la vigilanza sulla qualità del prodotto.

Anche se solo i maestri del mestiere facevano parte della corporazione, le altre due categorie tipiche cioè il lavorante e

l’apprendista, erano comunque accolti nella corporazione sotto la protezione del maestro. Queste corporazioni si diffusero

principalmente in Italia, Francia e Germania. Il commercio però a lunga distanza sfuggì facilmente di mano ai maestri delle

corporazioni e passò nelle mani degli imprenditori. l’organizzazione corporativa fu mantenuta, ma copriva solo rapporti di

produzione differenti.

Ci fu il passaggio dalla struttura di produzione corporativa a quella imprenditoriale. Ci sono dei modelli organizzativi che si

incontrano:

1) Il Putting out system: l’imprenditore affida il lavoro da fare a diversi maestri, indica le caratteristiche del prodotto e i

termini di consegna, raggiungendo così il controllo della produzione. L’imprenditore inoltre organizza tutta la catena

della produzione (in caso l’elaborazione dei prodotti implichi processi differenti), facendo scomparire i mercati

intermedi ed evitando colli di bottiglia. Si occupa quindi del ritiro e della commercializzazione del prodotto finito.

2) Il Kaufsystem → sistema dell'acquisto. Il mercante si limita a commissionare e a ritirare i manufatti prodotti a domicilio.

Molti imprenditori poi iniziarono a spostare una parte screscente della produzione nelle zone rurali, dando luogo a una divisione

del lavoro. Infatti la fabbricazione di alcuni beni intermedi o di prodotti semplici vennero trasferiti in campagna, mentre la città

conservava l’elaborazione dei prodotti di lusso e spesso la rifinitura di quelli rurali. Questa dislocazione dell’industria rispetto alla

città aveva due ragioni principali:

­ Da un lato evitava i regolamenti corporativi (prodotti meno raffinati ma più a buon mercato)

­ Sfruttava la disponibilità di materie prime e il minor costo del fattore lavoro.

­ Integrazione fra mercato urbano e rurale.

I limiti risiedono nelle difficolta organizzative: infatti c’è un difficile controllo su quantita, qualita e tempi di consegna. Molte

̀ ̀ ̀

famiglie inoltre arrivavano a tenere la produzione artigianale come attività principale e integravano i loro redditi lavorando la

campagna nei momenti di maggiore domanda di manodopera e pertanto di salari giornalieri più alti.  è la cosidetta

Protoindustrializzazione. Essa favorisce:

­ L’integrazione del mercato che beneficia tutti i partecipanti (anche la città).

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (cap. 3/4, pag. 61-85)

La rivoluzione industriale è un processo irreversibile di crescita forte e autosostenuta nella produzione di beni e nella produttività

dei fattori, generata dall’invenzione e applicazione di nuove macchine, dall’uso di energie nuove, dall’introduzione di

cambiamenti rilevanti nel trasporto, nei materiali di base della produzione industriale e nell’organizzazione del lavoro. Essa fu

una trasformazione rapida (1760-1830) localizzata in Gran Bretagna. Essa non fu solo una rivoluzione tecnica, fu una

rivoluzione economica con importanti effetti sociali e pol

Dettagli
A.A. 2017-2018
19 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tommi.schembri98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Besana Claudio.