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IL MONDO RIVISITATO: COME I CONTESTI CUCINANO I MITI
Le rappresentazioni visive cambiano con il contesto, ma l'importanza delle variazioni iconografiche è difficile da individuare, in quanto si trova negli spazi tra un'immagine e l'altra.
Gli iconografi hanno cominciato a separare l'arte dai testi e a studiare le tradizioni visive come una cosa a sé. La difficoltà a interpretare le varianti artistiche risulta particolarmente evidente in rapporto a differenze di contesto storico. Talvolta ci sono motivi fondati per sostenere che la chiave di lettura ha una componente storica.
I problemi iconografici sono parte della questione più generale del rapporto tra mitologia e contesto storico; il che ci riporta ai testi. Non capita spesso di poter osservare da vicino questa interazione, ma ci sono delle eccezioni. Uno dei casi più noti riguarda le Eumenidi di Eschilo. Sembra evidente che quest'opera contenga almeno due allusioni dirette agli...
avvenimenti politici dell'epoca. A livello generale lo svolgimento dell'azione è profondamente influenzato dalla situazione storica contemporanea di Atene. I contesti dunque generano differenze. Però i miti presentano anche delle ricorrenze transcontestuali. Quando si parla di struttura si può supporre che ci si riferisca a un tratto considerato fondamentale, o sottostante, o nascosto. Serve a mettere in evidenza la linearità di una storia, cioè a darle una direzione. La mitologia greca è piena di tipi diversi di ricorrenze. In particolare, motivazioni e cronologia cambiano, mentre altri elementi restano costanti. Oppure miti diversi e apparentemente privi di rapporto includono spesso temi o intrecci simili. I diversi tipi di ricorrenza indicano che c'è una dimensione sociale nelle storie greche: gli elementi potenzialmente più interessanti sono quelli che ricorrono. L'agricoltura non è quasi mai il centro di.Una narrazione mitica (anche se è l'antitesi della vita del guerriero), fornisce implicitamente e ripetutamente una pietra di paragone per le imprese eroiche. L'alterità del mondo meraviglioso dell'avventura non lascia molto spazio a questo elemento fondamentale dell'esistenza contadina; ma, allo stesso tempo, la presenza dell'agricoltura come punto di riferimento metaforico stabilisce un legame diretto e importante tra i miti e chi li ascolta.
6. IL PAESAGGIO
Gli esseri umani si creano un'immagine del luogo in cui vivono attraverso i rapporti che hanno con esso, quindi la percezione di un paesaggio è inevitabilmente mediata da fattori culturali. Il paesaggio è formato da elementi che, pur avendo origine nelle pratiche e nelle percezioni della vita di ogni giorno, acquistano tratti simbolici nettamente differenziati e concettualmente incisivi. (ad esempio i miti presentano un'immagine della montagna che è al tempo stesso)
i rifugio e di avventura, dove la natura regna sovrana e l'uomo si confronta con la sua grandezza e fragilità. La montagna è un simbolo di libertà, di sfida e di conquista, ma anche di rispetto e di umiltà di fronte alla potenza della natura. È un luogo dove si può trovare pace e serenità, ma anche adrenalina e emozioni forti. La montagna è un luogo magico, che ha ispirato poeti, artisti e filosofi nel corso dei secoli. È un luogo che va vissuto e amato, perché solo così si può comprendere la sua vera essenza.abbandono. Monte come prima dimora dell'umanità. Monte come luogo di capovolgimenti delle cose normalmente separate che si uniscono. Distinzione dalla città che separa il divino e l'umano che si uniscono nei monti. I miti presentano un'immagine delle montagne che è al tempo stesso più estrema ed omogenea rispetto alla vita quotidiana, sfrondando un gran numero di funzioni per cui gli uomini effettivamente usavano il monte. SANTUARI la loro presenza ha una controparte mitica dal momento che molti degli dei nei racconti tradizionali si possono trovare sui monti. MITO/VITA: 1) i miti rielaborano, sfondano, chiarificano ed esagerano la realtà. 2) chiarificazione non solo non è incompatibile con ambiguità ma anzi può renderla ancor più preminente 3) le percezioni rielaborate nella mitologia impregnano la vita di ogni giorno 4) nei riti il comportamento si esprime attraverso
simboli che subiscono un processo selettivo paragonabile a quello dei miti, i due linguaggi simbolici si completano l'uno con l'altro. La maggior parte delle prove reca l'impronta di città o villaggio. Per quanto utile possa essere un'analisi oppositiva, essa non deve però offuscare le sfumature dei singoli testi. La mitologia greca parla attraverso una miriade di voci; un approccio riduttivo è il modo più sicuro per soffocarle. MARE: luogo per la pesca, i viaggi, il commercio. Come per i contadini, anche le opinioni dei pescatori passano sotto silenzio o risultano enigmatiche. Il Mare è reso infido e nemico ma anche indispensabile e allo stesso tempo ambiguo. Questa ambiguità trova percezione nei miti. L'aspetto positivo - avvenenza, docilità nei confronti degli uomini capaci e delle loro navi - è implicito in due liste di appellativi. Quando le acque sono di questo umore, ivalentimarinai hanno un corso tranquillo. Naturalmente è sempre meglio se gli dei danno una mano.
Il ruolo dei pescatori immaginari è quello di prendere nella rete qualche cosa di inaspettato. In questo assomigliano e differiscono leggermente dai pastori delle montagne a cui capita d'incontrare la fortuna della montagna.
Nei riti, come nei miti, il contatto con il mare può costituire un nuovo inizio, la rinascita della speranza. Il rito si celebra sulla riva del mare.
CAVERNE: compaiono ripetutamente e hanno un ruolo prominente. Per certi aspetti, le caverne mitiche assomigliano alle montagne mitiche. Le caverne sono associate alla nascita, ma anche a quelli che in qualche modo sono fuori dalla società. Nelle caverne trovano riparo pastori, amanti, ciclopi e i bambini indesiderati. Le caverne, inoltre, sono aperte, eppure impenetrabili. Permettono di accedere al sacro o, da ultimo, ai morti.
SORGENTI: senza origine, senza fine, le sorgenti
forniscono l'essenziale per la vita. Possono essere domate per facilitarne l'uso, però solo un cavallo magico come Petaso può creare una sorgente. Le sorgenti potevano trovarsi in un luogo selvaggio, o al centro di una città. Luogo frequentato dalle donne che andavano ad attingere acqua o al lavare. Come la Lesché degli uomini. Si credeva che le fonti fossero dotate di poteri speciali, e quindi degne di essere venerate. 7. LA FAMIGLIA DONNE Dallo studio di John Gould sulle donne dell'Atene classica notiamo come lo studioso abbia messo in evidenza la necessità di distinguere tra i tipi diversi di testimonianze. Egli ha sostenuto che le figure femminili che troviamo nella mitologia non hanno un corrispettivo esatto nell'ambito della legge né in quello delle usanze, anche se hanno dei legami significativi con ambedue. Le donne, specialmente le parenti, avevano dei doveri speciali nei confronti dei morti. Il compito diEsprimere formalmente il lutto della comunità ricadeva sulle donne. Il posto della donna era in casa a tessere e cucinare. La tesi di Gould afferma che i miti che riguardano le donne mettono in luce dei problemi che, nelle norme ufficiali o negli atteggiamenti informali della vita di ogni giorno, rimangono parzialmente o completamente nascosti. In particolare, il fatto che le donne costituissero una minaccia per l'onore degli uomini diventa esplicita solo nella mitologia, con i suoi ritratti di donne menzognere, distruttive, vendicative e soprattutto decise e forti.
PADRI, FIGLI E FRATELLI
L'inserimento del bambino nella società dipendeva dal padre. Fino al diciottesimo anno il ragazzo sottostava completamente all'autorità legale del padre. I primi anni il bambino li passava con la madre e secondo gli studi di Freud questo comportava la nascita dell'odio verso il padre che poi aumentava per i problemi di eredità in età adulta.
Molti
- figli venivano abbandonati nella mitologia perché era stato predetto al padre che lo avrebbero ucciso. Nell'adolescenza il ragazzo è in grado di agire perché ormai è un guerriero.
- LA RELIGIONE
Le narrazioni sugli dei rispetto alla realtà possono essere viste dall':
- l'intero tessuto sociale,
- le pratiche dei riti,
- le credenze quotidiane riguardo agli dei.
La natura del divino.
La prima caratteristica generale degli dei della mitologia greca è che essi non sono né buoni né cattivi, ma potenti. Qualunque cosa stia facendo un mortale, questa attività rientra nella sfera di influenza di una potenza divina. Alcune azioni divine, invece, sono al di là della comprensione umana.
Le relazioni fra gli dei dell'Olimpo nell'Iliade si basano su un insieme di violenze, inganni, trattative e reciprocità, ma è sempre presente uno squilibrio di potere dove i mortali faticano, sanguinano e muoiono mentre gli dei godono di poteri sovrannaturali.