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Gesù, e quindi la sua incarnazione, morte e resurrezione (dualismo: nessun contatto tra divinità e
mondo umano).
Ignazio di Antiochia: 7 lettere a varie comunità cristiane, tra cui Smirne e A Diogneto
Ireneo di Lione: Confuta le eresie e difende l’esistenza di un solo Dio e un solo Cristo
Tertulliano: Il Figlio riunisce in sé, senza confonderle, le realtà divina e umana; contro
Marcione da risalto alla valenza redentrice della morte di croce (“Non toccare l’unica speranza del
mondo intero”).
Altre eresie a sfondo trinitario, vari tipi di monarchianesimo (modalista, dinamico): Gesù è un uomo
scelto da Dio in un dato momento; Gesù pur divino si colloca a un gradino inferiore rispetto al
Padre; nessuna distinzione tra le Persone Divine: Dio avrebbe assunto di volta in volta la
fisionomia e il ruolo desiderato; negazione della divinità dello Spirito Santo.
Arianesimo (IV sec.), da Ario, influenzato dal neoplatonismo e dalla mentalità ellenistica: Dio è la
monade assoluta, mente il Figlio e lo Spirito Santo appartengono alle creature; il Figlio non esiste
da sempre e Dio è diventato Padre solo quando ha deciso di generare; non ha pertanto piena
comunione con lui, ed è sottoposto a mutamento. Inoltre, il Verbo è direttamente soggetto alle
passioni e debolezze umane (e quindi non è vero Dio, ma di rango inferiore).
* Concilio di Nicea (325): convocato da Costantino, alla presenza di Padri quasi tutti orientali,
sancisce la condanna dell’arianesimo e stabilisce che non c’è differenza nella natura umana del
Padre/Figlio (generato non creato
, della stessa sostanza del Padre).
Quindi Gesù è persona divina, in rapporto eterno e immutabile con Dio, di nome Figlio e
Verbo
Dibattito prosegui con i difensori delle tesi ariane (Eusebio di Nicomedia, Eumonio, anomei:
dissomiglianza)
Posizione intermedia: homoiousios (di sostanza simile) coniato da Basilio di Ancira.
Atanasio di Alessandria in oriente e Ilario di Poitiers in occidente indirizzarono verso Costantinopoli
381.
Questione vero Dio (Verbo) / vero uomo (Carne) : doppia appartenenza: a Dio e al genere umano;
consustanziale a Dio e a noi, unità di persona e dualità delle nature ( Calcedonia 451).
Dibattito ed esiti dalle scuole di Alessandria (Cirillo) e Antiochia (Nestorio).
Eresia di Apollinare di Laodicea: la natura umana come strumento passivo del Verbo, il quale fa
compiere alla carne tutto ciò che vuole. Vi si oppongono: Atanasio di Alessandria, Epifanio di
Salamina, Diodoro di Tarso, Gregorio di Nissa e Gregorio Nazianzeno: il Verbo ha unito a sé
natura umana vera e completa, composta di corpo e anima “Il Logos è carne” (Gv).
* Concilio Costantinopolitano I (381): convocato da Teodosio, solo vescovi orientali, emerge la
questione della controversia sulla divinità dello Spirito Santo (Aezio ed Eunomio e gli anomei, per i
quali se il Figlio è creatura del Padre, in linea subordinata lo Spirito è creatura del Figlio: solo Dio è
ingenerato – lo stesso pensavano i macedoniani: Spirito Santo creatura di rango inferiore, una
sorta di Angelo). Combattono queste eresie, tra gli altri, Basilio di Cesarea e Gregorio di Nissa
(Contro Eunomio: lo SS esiste congiuntamente in quella sostanza in cui il Padre è pensato privo di
inizio e non generato; increato).
Due importanti inserzioni rispetto a Nicea: si confessa azione dello SS durante l’incarnazione e il
concepimento verginale / “e il suo regno non avrà fine”.
Per cui: lo Spirito Santo è in tutto e per tutto Dio, come lo sono il Padre e il Figlio: una natura/3
persone.
VIII – Unità di persona e dualità di nature in Gesù Cristo. Da Efeso (431) al Niceno II (787)
* Concilio di Efeso (431): Risolve la controversia tra Cirillo d’Alessandria e Nestorio; viene
affermata l’unità di persona e dualità di nature (divina e umana), e quindi la piena e reale
umanizzazione del Verbo con l’espressione “unione secondo l’ipostasi” (che gli permette di essere
l’unico e perfetto Mediatore tra gli uomini e Dio). Nuova formula di fede conforme a Nicea su
documento di Cirillo (2° lettera a Nestorio).
Sia prima che dopo l’Incarnazione, il soggetto è sempre uno solo e lo stesso: Figlio unico del Dio
unico / Cristo è veramente Dio e veramente uomo, con tutte le proprietà dell’una e dell’altra
natura / E’ duplice la generazione: eterna da Dio e nel tempo da Maria / Il Verbo ha deciso di fare
una esperienza umana integrale (perfetta e completa) e di restare uomo per sempre, con noi e per
la nostra salvezza.
* Concilio di Calcedonia (451): convocato da Marciano per porre fine all’eresia monofisita (Eutiche:
“in Cristo una sola natura, divina”); ne fu testo base l’Epistula ad Flavianum di Leone Magno e vi
presero parte 600 vescovi. La confessione di fede si divide in 2 parti: a) insegnamento cristologico
precedente; b) raccoglie tutto quanto si poteva dire fino a quel tempo circa una concordanza logica
tra unità di persona e dualità di nature.
4 avverbi: senza confusione e senza mutamento – contro l’eresia monofisita: il Verbo non si
trasforma in carne perdendo la propria identità divina, né che la carne viene assorbita o
compromessa dal Verbo; / senza divisione e senza separazione, contro l’eresia nestoriana: il
Verbo trasmette alla natura umana la propria specificità personale e ne assume le proprietà
individuanti)… Eppure dibattito continua.
* Concilio Costantinopolitano II (553): sancisce 14 canoni contenenti anatemi per la corretta
interpretazione di Calcedonia alla luce del senso dettato da Cirillo di Alessandria con la dottrina
dell’unità di Cristo.
“Unione mediante composizione”: in Cristo l’essere uomo non va messo sullo stesso piano
dell’essere Dio, altrimenti si avrebbero due soggetti, due persone; quindi il rapporto corretto è tra
persona divina del Verbo e natura umana da lui assunta: unione secondo l’ipostasi (come Efeso e
quindi Calcedonia).
A partire dall’Incarnazione, l’umanità assunta diviene davvero una componente costitutiva della
persona del Verbo, il quale resta uomo per sempre.
Massimo il Confessore: chiarisce definitivamente l’insegnamento di Calcedonia: in Cristo ci sono
due operazioni e due volontà naturali, unite in reciproco accordo, dato che ad agire e a volere è
sempre una sola e la medesima persona, cioè il Verbo incarnato.
* Concilio Costantinopolitano III (681): la volontà umana del Verbo incarnato è perfettamente
sottomessa alla sua volontà divina / la volontà umana divinizzata conserva la sua piena autonomia
e il suo modo di essere e agire.
* Concilio di Nicea II (787) – a seguito dell’iconoclastìa (contraria al culto delle immagini sacre);
sostenitore delle immagini era Giovanni Damasceno: è la realtà stessa dell’incarnazione a
giustificarle; e il loro culto comporta come beneficio spirituale la santificazione dei sensi e quello
della vista. Ovviamente, la venerazione è indirizzata non alla materia delle immagini ma a Colui
che viene rappresentato.
Il Concilio di Nicea riconosce la tradizione, scritta e non scritta della Chiesa circa la
raffigurazione di Cristo e come tale va mantenuta e trasmessa / Venerare le icone di Cristo
significa adorare Colui che ha manifestato, mediante l’assunzione della natura umana, il vero volto
di Dio, quello dell’amore.
IX – La fede in Gesù Cristo e il mistero di Dio
Un Dio “diverso”, rivelato in e da Gesù Cristo: la fede in lui non differisce per nulla dalla fede in Dio
quanto al suo carattere necessario e vincolante.
Uniamo indissolubilmente teo-logia e cristo-logia: discorso cristocentrico e trinitario. La fede in
Cristo è, da una parte, il punto da cui si deve partire per arrivare a conoscere Dio nella sua realtà
più profonda, quella trinitaria; dall’altra, è il terreno nel quale la fede in Dio si radica traendone
alimento
Lo Spirito Santo insegna a comprendere profondamente la verità rivelata da Cristo e a progredire
nella comunione amorosa con lui; sta all’interno del rapporto tra Gesù e il Padre.
In Gesù il mistero trinitario di Dio si auto comunica in un atto di auto donazione di Dio stesso. Gesù
rivela il Padre e con il Padre dona lo Spirito Santo. La fede in Gesù genera continuamente la fede
nel Dio Trinitario.
Processioni: nella Trinità c’è una sola persona che è principio e causa delle altre due: il Padre, che
comunica mediante un continuo atto di donazione infinitamente perfetto, il suo essere Dio, con
tutte le proprietà che gli vengono attribuite (eternità, onnipotenza, onniscienza, immutabilità,
impassibilità). Lo comunica al Figlio, per via di generazione, nello Spirito; e allo Spirito, per via di
spirazione (processione) insieme al Figlio e per mezzo di Lui. Il Padre è l’origine e il fondamento
dell’Unità (principio relativo al Figlio e allo Spirito).
Trinità economica e immanente: il Dio Uno e Trino si rivela e si auto-comunica realmente a noi per
mezzo di Gesù Cristo e nello Spirito Santo, altrimenti nessun uomo potrebbe conoscerlo e amarlo.
In questa rivelazione Dio salvaguarda il suo mistero, che è sempre eccedente rispetto
all’avvenimento della sua auto comunicazione nella storia; resta anche al di là, oltre la storia, come
colui che da’ origine, governa e guida, fonte perenne di vita, Meta e Fine del peregrinare dell’uomo
sulla terra.
Al credente è data la grazia di ammirare, riconoscere, contemplare, grazie a Gesù Cristo e nello
Spirito Santo, la gloria, la maestà, l’onnipotenza, la carità che caratterizzano l’essere di Dio, la cui
grandezza nessuno può misurare.
La verità intima e ultima rivelata da Dio, mediante il Figlio unito nello Spirito Santo viene donata
solo a chi si consegna a lui mediante la fede e si lascia guidare dallo Spirito. Mentre svela se
stesso rinvia continuamente al Padre come l’Altro che sta di fronte a lui e al di là di lui: la sua
autentica condizione creaturale è “funzione ed espressione” della sua identità divino-filiale increata
ed eterna.
Karl Rahner: Cristologia trascendentale secondo cui Dio, mediante l’atto creatore, ha posto l’uomo
come finalizzato e orientato ad accogliere l’autocomunicazione assoluta e perdonante da parte
sua, gratuita, che ne notifica la perfezione, la libertà e l’amore verso l’uomo altrettanto assoluti.
L’incarnazione rappresenta il compimento ultimo dell&