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GESÙ FIGLIO DI DIO

Nell'antico Oriente erano considerati figli di Dio tutti coloro che possedevano qualità straordinarie. Nell'antico Testamento invece la terminologia Figlio di Dio è attribuito al popolo e ai re, per evidenziare la vicinanza di Dio da una parte e l'obbedienza del popolo dall'altra. Nel Nuovo Testamento il Figlio di Dio è ovviamente Gesù, figliolanza che si può recepire nei Vangeli in diversi passi, come nel racconto del Battesimo, dove è Dio con la sua voce a manifestare tale figliolanza di Gesù, che rimanda però alla figura del Servo di Dio, cioè Gesù è Figlio non nella grandezza del Padre, ma nella sofferenza, nella debolezza e nella fedeltà di aver accettato la missione di Dio e Dio che gli affida la missione è Padre. Quindi Gesù respinge ogni idea di Figlio di Dio, come personaggio potente dotato di poteri straordinari. Inoltre la sua

figliolanza la si manifesta ancor di più sulla croce. Di Figlio di Dio ne parla sia Paolo che Giovanni e su questo titolo sono nate diverse correnti. Una prima corrente dice che il Servo di Dio dell'Antico Testamento è il Figlio di Dio. Una seconda corrente dice che il Messia dell'Antico Testamento è il Figlio di Dio. Una terza corrente parte dalla coscienza di Gesù, il quale ha sempre saputo di essere Figlio di Dio e di occuparsi delle cose del Padre. Una quarta corrente parte dalla Resurrezione di Gesù, al quale viene applicato il Salmo 2,7 "Tu sei mio figlio e oggi ti ho generato". La quinta corrente parte dall'eternità di Gesù, la quale è espressione dal fatto che egli è l'unigenito Figlio di Dio.

Gesù non è uno dei tanti figli, ma è il Figlio di Dio, ha un rapporto con il Padre pieno, Dio è Padre, e di fronte agli uomini che si allontanano da lui, manda suo

Figlio affinché gli uomini possono tornare nella casa di Dio. Egli è unFiglio che insegna agli uomini a pregare Dio come loro Padre, è un figlio superiore agli altri figli, che vive in pienacomunione con il Padre, che è il suo rivelatore per eccellenza.

GESÙ SERVO DI DIO

Nell’antico testamento il Servo di Dio era colui che si sottometteva a Dio e collaborava nel suo Disegno. In particolare,riprendendo i Carmi del Servo di Dio del profeta Isaia, il servo era il giusto innocente che serviva Dio e che avrebbedovuto soffrire, rientrando con la sua sofferenza nel piano salvifico di Dio. La sofferenza di questo servo eracaratterizzata dal prendere su di sé i peccati degli altri e le loro conseguenze, fino ad esporsi alla morte, ristabilendo cosìrapporti tra Dio e il suo popolo.

Nel Nuovo Testamento, Gesù come Servo di Dio viene presentato solo in pochi passi, uno nei Vangeli Sinottici (Mt12,18) e quattro negli Atti degli Apostoli.

Il titolo di Servo di Dio viene dato a Gesù in due momenti particolari, durante le sue predicazioni, in cui Egli si manifesta come il Servo di Dio, mettendosi al servizio degli altri; e all'epilogo della sua vita pubblica, quando istituisce l'Eucarestia, annunciando che il suo sangue è sparso per molti. Egli è quel servo che si fa solidale con i peccatori e muore per cancellare i peccati e ristabilire i rapporti tra Dio e il popolo. La morte di Gesù, vista come morte del Servo, manifesta ancor di più quel grande amore di Dio, che vuole ristabilire l'alleanza con il suo popolo. FIGLIO DELL'UOMO Nell'antico testamento è un appellativo che significa semplicemente uomo e lo si trova in modo particolare in Ezechiele e in Daniele, quando nel primo caso Dio affida ad Ezechiele una missione e nel secondo caso Daniele parla della venuta di un Figlio dell'Uomo alla fine dei tempi. Nel Nuovo Testamento, l'appellativo

è sulla bocca di Gesù e rimanda alla sua venuta escatologica, nella quale viene agiudicare. Con tale titolo, si vuole mettere in evidenzia la condizione di debolezza di Gesù, della sua attività in mezzo agli uomini e in particolare alla sua sofferenza e alla sua morte. Quindi il termine rimanda a tutta la vicenda terrena di Gesù, dalla sua umiliazione alla sua esaltazione.

GESÙ VERBO (LOGOS)

Il termine Logos è molto diffuso nel mondo antico: nella filosofia greca e in particolare nello stoicismo è la legge che domina l’universo, nell’ellenismo è una personalizzazione, è la prima creatura di Dio. Nel Libro della Genesi il senso della storia e dell’uomo non è avvolto nell’oscurità, ma è frutto della parola di Dio che si rivela all’uomo come amico. Dopo il peccato dell’Eden, Dio continuerà a guidare il suo popolo attraverso la Parola, donando a Israele la Legge e i Profeti.

che riporteranno la sua parola. Nel Nuovo Testamento in soli tre passi viene presentato Gesù come il Logos, il Prologo di Giovanni, 1Gv 1,1 e Ap19,13, perché Gesù è la parola di salvezza che la comunità cristiana annuncia. In modo particolare nel Prologo di Giovanni, viene sottolineato che Gesù è quella Parola di Dio, espressione perfetta in cui Dio si manifesta totalmente: Gesù è quel mediatore tra Dio e il mondo. Il Logos si è fatto carne, assumendo la natura umana per essere visibile, ma anche per condividere la sofferenza e la fragilità dell'uomo. Attraverso Gesù come Logos si incontra la vera parola di Dio, perché è nella Pasqua che Dio pronuncia la Parola definitiva e il Verbo si manifesta pienamente come tale. Paolo invece fa uso spesso del termine Logos, ma senza riferirsi a Cristo. Invece gli scritti giovannei, Cristo è il Logos, è il vincitore trionfante che hacompiuto le parole di salvezza di Dio, è lo stesso Gesù con il quale gli Apostoli hanno vissuto. L'ANTICRISTO. 1Gv 2, 18ss Dopo la Resurrezione di Gesù, i dodici e la chiesa, nonostante le difficoltà, spinti dallo Spirito Santo, muovono i primi passi. Con la predicazione apostolica c'è uno sviluppo di comunità cristiana, grazie, in particolar modo a Paolo, che ha fondato varie comunità a cui poi scrive, e agli Apostoli che hanno portato l'annuncio fuori dalla Palestina, facendolo approdare in modo particolare nel mondo greco ellenistico. Allora la preoccupazione più grande è fare in modo che l'annuncio non subisce interpretazioni non vere, preservando così il cuore del Cristianesimo. Chi prende coscienza, in modo particolare, dei problemi che sorgono nelle comunità è l'evangelista Giovanni, che scrive lettere per rispondere ad una visione gnostica del Cristianesimo e quindi.cercare di restare fedeli al mistero di Cristo nella sua integrità. In 1 Gv 2, 18ss affronta la questione molto seria dell'anticristo, termine che viene usato solo quattro volte da Giovanni nelle sue lettere. Anticristo vuol dire ciò che è contrario a Cristo. In questo passo Giovanni lo utilizza tre volte al singolare e una volta al plurale, per dire che non è una singola realtà, ma ci sono più realtà. Secondo Giovanni, la questione dell'anticristo non è esterna alle comunità, ma interna alla comunità: l'anticristo è quella persona che fa parte della comunità, ma che non è cristiana o che non ha capito cosa vuol dire essere cristiano o che non è guidata dallo spirito e che quindi si trova in contrasto con Cristo non riconoscendo e negando sia Dio Padre che Gesù Figlio. Giovanni inoltre ammette che è un bene che sia successo ciò, perché è servito.

Per capire di chi fidarsi. Un tema affrontato da Giovanni è quello dell'unzione, attraverso la quale non si va alla ricerca di altre cose, ma essa è il modo per avere un giudizio retto, ci indica la strada da seguire e la dimensione dell'uomo.

Un altro tema affrontato è quello dell'ultima ora, al quale i biblisti ha dato tre chiavi di lettura. Secondo la prima chiave di lettura, Giovanni si riferisce a quel momento e quel contesto in cui vive, nel quale emergono problemi non esterni ma interni alla comunità. Secondo una seconda chiave di lettura, che è più metaforica, Giovanni si riferisce al fatto che stacalando la notte e il buio, che è simbolo di tenebre, dove viene posto l'anticristo. Secondo una terza chiave di lettura, Giovanni si riferisce a quel momento finale della gloria di Dio e alla rivelazione celeste, che toglierà ogni dubbio e tutto quello che si oppone a Dio non esisterà più.

LE ERESIE

Nei primi anni e secoli dopo la passione, morte e resurrezione di Gesù, ciò che era importante fare, ma anche difficile fare, era preservare e custodire il monoteismo, pilastro fondante della fede, e cercare di farlo convivere con il riconoscimento della divinità di Gesù di Nazareth, dato dal fatto che c'era poca fiducia in quello che gli apostoli prima e la chiesa dopo avevano in qualche modo testimoniato, ignorando forse che lo Spirito Santo è garante di tale testimonianza.

Pertanto nei primi secoli, nascono tutta una serie di eresie, che non vengono dall'esterno del cristianesimo, ma dall'interno della chiesa, da preti, vescovi o papi, convinti e con l'intenzione di proteggere, difendere e custodire il monoteismo. Ma incorrere nell'eresia era molto semplice, perché spesso bastava una cattiva interpretazione per potersi ritenere eretico, in quanto il linguaggio usato in modo particolare nei primi secoli era molto.

Povero per esprimere concetti come quelli di natura, sostanza o di persona. E spesso, volendo difendere il monoteismo, si metteva in atto una forma di riduzionismo cristologico, ossia la figura di Gesù viene ridotta allo studio o solo della sua parte divina o solo della sua parte umana. Attraverso, però le eresie, che vanno a minacciare verità della Chiesa, la Chiesa stessa ha potuto prendere meglio coscienza in ciò che credeva e sulla base di elementi biblici e quelli della tradizione, ha potuto meglio approfondire determinate verità.

DOCETISMO

Docetismo deriva dal greco dokein e significa sembrare, apparire. I docetisti erano coloro che affermavano che tutta la vita terrena di Gesù è falsa, Egli avrebbe fatto finta di nascere, crescere, soffrire e morire, in quanto essendo figlio di Dio non poteva essere contemporaneamente uomo, poiché umano è sinonimo di materia e quindi di peccato e Dio non poteva sporcarsi le mani come uomo. La Chiesa,

partendo dalla Sacra Scrittura, ha risposto a tale eresia. In particolare si è affidata alla lettera agli Ebrei in due passi. In Eb 4,15, l'autore parla di un sommo sacerdote, ossia Gesù, che compatisce le infermità dell'uomo, in quanto anche egli è stato messo a
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Publisher
A.A. 2020-2021
30 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/07 Storia del cristianesimo e delle chiese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher palma_alex_93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cristologia e Soteriologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto superiore di Scienze Religiose - Issr o del prof De Lucia Pietro.