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lunedì 29 dicembre 2014
La crisi del petrolio
Fine della golden Age
La fine del petrolio a buon mercato e della stabilità dei prezzi del petrolio e quindi di tutte
le altre materie prime. Il suo andamento riverbera necessariamente su tutti gli altri
prezzi. Il prezzo al barile era 1,85, in brevissimi tempi arriva a 7. L’energia arriva dal
bruciare gas, oli pesanti, nafta, quindi tutti prodotti petroliferi. Questo innalzamento dei
prezzi si ripeterà alla fine degli anni ’70.
È la guerra del Kippur a provocare questo innalzamento. Gli arabi si vendicano sugli
occidentali che hanno sostenuto gli israeliani. Almeno finora l’estrazione avviene in paesi
non stabili, dove non è possibile fare una previsione sulle forniture. Viene meno la
disponibilità di energia a basso costo, che aveva caratterizzato la ripresa del
dopoguerra.
I paesi europei vedono calare drasticamente il loro tasso di crescita. Non ci sono più
sacche di manodopera, i paesi sviluppati hanno raggiunto la piena occupazione. Il
mercato inizia ad essere saturo, non c’è più la forte domanda.
La grande fiducia, aumento della produzione, aumento degli investimenti, aumento dei
redditi. La fiducia viene meno, si entra in un circolo negativo ora, che si trascinerà per
tutti gli anni ’70. Vengono meno gli investimenti, di conseguenza rallenta tutta
l’economia. L’economia entra in una fase di distruzione creativa.
Vengono sconvolte le basi della crescita economica del dopoguerra, si erano venute a
creare situazioni di squilibrio nell’economia di tutto il mondo.
C’è un periodo di stagflazione. Stagnazione+inflazione. Si entra in una spirale in cui i
costi aumentano, quindi aumentano i prezzi e i salari. Tuttavia con la caduta
dell’investimento, aumenta la disoccupazione, quindi di conseguenza una caduta della
domanda.
- Neokeynesiani: si esaurisce la spinta della rivoluzione tecnologica. C’è una fase di
distruzione creatrice, da cui emergono nuovi stimoli all’innovazione. La priorità era
ridurre l’inflazione, più che assicurare l’occupazione.
- Monetaristi: eccesso di rigidità imposta dallo Stato. Ripristinare la flessibilità per
adattarsi alla domanda, ridurre i salari.
C’è la fine della convergenza, le differenze tornano ad accentuarsi, sia tra i paesi ricchi,
sia nei paesi ricchi. Si crea una spirale.
Gli anni ’70 sono gli anni in cui alla ricerca di condizioni di profitto, le aziende iniziano a
delocalizzare dove il lavoro costa meno. L’economia rallenta dove era cresciuta di più: in
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