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DIMENSIONI DELLA CRIMINALITÀ

Dimensione del potere: Nasce partendo dalla dimensione precedente, adottando la prospettiva interattiva. I teorici partono da una serie di domande fatte nella dimensione precedente, ma vogliono dare delle risposte diverse rispetto a quelle date dai teorici dell'etichettamento.

Che domande si sono posti quelli della prospettiva interattiva?

  1. Come mai in un certo luogo determinate azioni vengono definite come reato?
  2. Chi è in grado di spostare il confine molto mobile tra ciò che è legale ed illegale?
  3. Diamo per scontato che ognuno di noi compie atti devianti o atti criminali, ma come mai allora ci sono individui che sono riusciti a sfuggire dalla criminalizzazione e altri no?

A monte del diritto penale, i processi di criminalizzazione (oggetto di studio) sono l'esito delle lotte che si instaurano tra gruppi sociali e classi e non espressione della volontà generale. Il diritto penale è uno degli strumenti.

di dominio, che un gruppo sociale manifesta su di un altro, e diventa l'indicatore della relazione di potere che si instaura tra i gruppi. Contesta la dimensione universalistica e cerca di dare risposte a cui i teorici dell'etichettamento non avevano dato una loro risposta. Processi di criminalizzazione Processo attraverso il quale i gruppi di potere operano una doppia selezione (primaria e secondaria). La criminalizzazione primaria avviene a livello legislativo, cioè determina i comportamenti da definire criminali e quindi i beni giuridici meritevoli di tutela penale (beni giuridici = sono tutto quello che può essere tutelato, es: vita, proprietà privata, bene mobile o immobile, diritti umani, patrimonio). La criminalizzazione secondaria riguarda gli individui ai quali sarà attribuito lo status di "criminali", tra tutti gli individui che violano le norme penali. I teorici del conflitto spiegano che tra i gruppi dominanti (i colletti

bianchi) non assegneranno mai ad uno della propria classe lo status "criminale" perché devono tutelare gli interessi di classe e vengono additati quelli di una classe inferiore perché si collega molto facilmente con la logica operativa e la prassi concreta delle agenzie di controllo sociale. Le forze dell'ordine criminalizzano maggiormente i "diversi" di un certo perche possono agire più indisturbati e perché sono sicuri di poter arrestare o trovare qualcuno che agisce in maniera criminosa. Agiscono maggiormente nelle aree malfamate.

Il processo di criminalizzazione portato avanti dalla classe dominante si divide in questi due livelli descritti sopra. In base a questo approccio, il criminale è doppiamente vittima di una società ingiusta perché prima lo costringe a delinquere per sopravvivere e poi è vittima di forze del controllo sociale che puniscono questi comportamenti.

Il criminale è

l’oppresso dalle diseguaglianze sociali.

Dimensione del danno sociale:

La dimensione del potere ha messo in luce il fatto che esistono comportamenti che non vengono criminalizzati, sostanzialmente perché non vengono percepiti come tali e perché coloro che li compiono godono di un certo grado di immunità.

→ Edwin Sutherland fece una conclusione di una ricerca che aveva iniziato alla fine degli anni 30 sui criminali dai colletti bianchi, in molte grandi aziende meccaniche e di trasporti, che si stavano arricchendo un po’ indebitamente durante la 2GM. Nel 1947 vuol pubblicare la sua ricerca ma non trova un editore, ma alla fine fa un accordo con l’editore ed anonimizza tutti i riferimenti personali alle aziende che aveva studiato.

Nel 1975 venne pubblicata l’edizione non censurata. Ha fatto scalpore, facendo nome e cognome dell’azienda, perché ha individuato delle azioni illecite commesse da grandi aziende americane, ma pur essendo

socialmente dannose, venivano sanzionate civilmente ma non tanto quanto avrebbero dovuto. Questi atti non sono considerati "reati" perché non sono mai stati condannati da un tribunale. È un approccio sterile dal punto di vista sociale perché porta a sottovalutare sistematicamente la criminalità dei potenti, dato che godono di un certo grado di immunità. Secondo Sutherland, un'azione è reato se ha la probabilità di essere condannata indipendentemente dalla concreta attuazione di questa condanna, è un reato quando produce un danno sociale. (→ criterio sociologico) Il danno sociale è qualsiasi azione che produce delle conseguenze negative dal punto di vista fisico, psicologico ed economico. (è la definizione di vittima per l'Unione Europea) Il problema è che se il danno sociale diventa il criterio per stabilire cosa è criminale o meno, è chiaro come bisogna ridefinire i confini.del "reato" definito nel diritto penale. Spesso i crimini visti dalla società non rientrano nel diritto penale come reato. Ci si è resi conto del perché non si può continuare in questa linea, perché è vero che da un lato accettarlo come criterio, consentirebbe l'emersione di fenomeni sociali molto dannosi, ma utilizzando questo criterio ci porta davanti al rischio enorme di far rientrare sotto la categoria di "criminale" troppe azioni. (studiare: capitoli 9,10,12 e 21,22 (del secondo)) Misurazione della criminalità: tre livelli È impossibile misurare concretamente la criminalità in questo momento in un determinato Paese. La letteratura criminologica fa una distinzione tra tre livelli: 1. criminalità reale è un insieme che al suo interno ha un sottoinsieme (quella apparente) il resto è nascosta 2. criminalità registrata o ufficiale (apparente) questa è

L'unica che riusciamo a misurare →3. criminalità nascosta insieme di arti criminali, sono quei reati commessi ma che non sono stati registrati, viene misurato con NUMERO OSCURO DEI REATI (eventi criminosi che non sono stati registrati / tot reati). Il numero oscuro dei reati di violenza sessuale è circa del 90%. Quello degli omicidi è prossimo allo 0%.

La criminalità reale sono tutti quei reati che vengono commessi quotidianamente all'interno di una società. Nessuno è in grado di cogliere la precisa entità dei comportamenti criminosi che vengono messi in atto, possiamo soltanto fare delle stime.

Fonti ufficiali per lo studio della criminalità apparente:

  1. Statistiche giudiziarie penali dati meramente quantitativi
  2. Relazioni inaugurali degli anni giudiziari forniscono elementi utili sull'amministrazione civile e penale della giustizia dell'anno precedente (= informazioni sull'evoluzione della criminalità

Sulle forme più evidenti di criminalità, informazioni sulle indagini, dettagli sulle storture del sistema, prospettive future per il sistema di giustizia:

Anno giudiziario viene inaugurato con una cerimonia (presso la Suprema Corte di Cassazione) e in ogni distretto delle corti d'appello ed è un momento solenne che si ripete tutti gli anni dalla fine dell'800, sospeso solamente nella 2GM ed ha ripreso nel 1953. Le alte cariche dello Stato fanno un discorso che viene reso pubblico. Negli ultimi anni, purtroppo vengono pubblicate solo quelle del Procuratore Generale.

Le statistiche giudiziarie penali, pubblicazioni dell'Istat anno per anno, si dividono in:

  • Statistica processuale penale: raggruppa tutti i procedimenti attraverso i quali si svolge l'attività degli organi della giustizia penale, è una statistica quantitativa sui processi penali (numero totale di processi conclusi o meno, ecc.)
  • Statistica della
criminalità →Statistica della delittuosità giù❖ →Statistica imputati condannati misura quell’insieme composto da condannati, purché ilprovvedimento sia diventato irrevocabile, in qualsiasi fase e giudizio❖ →Statistica processuale penale militare procedimenti e provvedimenti emessi dall’autoritàgiudiziaria militare❖ →Statistica penitenziaria dati raccolti dalla amministrazione penitenziaria sulla popolazionedetenuta in carcere e il suo movimento (entrata ed uscita)Tutte le statistiche giudiziarie penali misurano SOLTANTO la criminalità APPARENTE.Statistica della delittuosità:Esiste dal 1985 e raggruppa tutte le denunce per fatti delittuosi presentata all’Autorità giudiziaria da tuttele agenzie del controllo sociale dal 2004. Esse vengono inoltrate alla Magistratura. La denominazione è unbizantinismo italiano, in tutte le parti del mondo che posseggono questo tipo di statistica.

Il testo fornito è formattato correttamente utilizzando i tag HTML. Ecco il testo formattato:

si chiama“statistica di polizia”. Statistica della criminalità: Essa raccoglie dati che riguardano delitti per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale. Quali sono le differenze tra le due? Non tutte le denunce si trasformano in procedimenti penali perché per iniziare l’azione penale, la magistratura ha bisogno di una persona da ritener responsabile della quale si accerterà la colpevolezza o meno in sede di procedimento penale. Dal punto di vista temporale, la differenza sta nello sfasamento temporale. La statistica della delittuosità raccoglie tutte le denunce dell’anno corrente, ma nella stragrande maggioranza sono fatti verificati in quell’anno, mentre la statistica della criminalità prende in esame reati che sono sicuramente avvenuti prima dell’anno corrente perché si deve muovere tutta la macchina del controllo sociale e ci vuole del tempo. Per questo non sono direttamente confrontabili.

Perché non prendono in esame gli stessi reati. Non sono da considerare delle mere duplicazioni di dati, ma sono fonti diverse che servono ad una migliore lettura del fenomeno della criminalità apparente. 11.10.2018

Come stimare l'entità della criminalità nascosta? La criminalità nascosta è rappresentata da tutti i reati che sono stati commessi, in un determinato luogo e tempo, ma che non sono emersi e non sono arrivati all'attenzione degli apparati giudiziari. Per farlo ricorrono da tempo a due tipologie di ricerca:

  1. Studi basati sull'autoconfessione: sono indagini campionarie effettuate tramite questionari, permettono di cogliere il fenomeno criminoso a partire dall'esperienze e dalla percezione delle persone intervistate, permettono di avere un quadro socio-criminologico sulla distribuzione della devianza in determinati gruppi. Sono questionari somministrati a campioni rappresentativi della questione e viene domandato se...

si ha mai avuto comportamenti devianti o criminosi.

Dettagli
A.A. 2018-2019
19 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariasolegotter di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e sociologia della devianza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Sette Raffaella.