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Il terremoto dell'80 segnerà l'ascesa della camorra come potenza economica e finanziaria

Dagli effetti disastrosi del terremoto infatti verrà fuori un sistema imperniato sulla politica e l'economia della catastrofe dalla quale la camorra trarrà notevoli guadagni. Il già nutrito stuolo di imprenditori legati a Cutolo piomberà sulla grande massa di denaro dell'intervento Straordinario varato dallo stato assumendo gli appalti per la rimozione delle macerie e l'installazione dei prefabbricati.

Il terremoto segna una vera e propria svolta nella storia della politica e sociale della Campania ed è una svolta caratterizzata dalla diretta partecipazione della camorra. C'è un'enorme somma di denaro pubblico da spendere nel quadro dell'intervento straordinario. L'urgenza implica una maggiore speditezza nei controlli delle modalità di impiego degli aiuti. Le imprese della camorra finiscono per dettare legge sull'intero territorio.

Sistema degli appalti della ricostruzione. Le delibere comunali vengono predisposte dalle Giunte con procedure di urgenza, senza riunioni di Consiglio, e la camorra coglie questa grande occasione per fare affari e al tempo stesso entrare sempre più nel "mercato politico". Avviene una saldatura tra il sistema illegale camorristico e il sistema pubblico, sembrano tutti d'accordo sulla necessità di sfruttare rapidamente l'occasione per strappare quanti più finanziamenti è possibile. La camorra-impresa sceglie i settori di intervento all'insegna di esigenze sue proprie e dell'opportunità di non correre rischi. L'improvvisa, massiccia disponibilità di denaro da spendere in attività assistenziali è un "invito a nozze". Dopo la sconfitta di Cutolo (frutto della coalizione di diverse famiglie camorristiche) la camorra grazie al terremoto ha raggiunto un livello elevato di impegni nell'imprenditoria.

legale. L'impegno nell'imprenditoria legale ha dato vita ad attività economiche abbastanza articolate. Restano privilegiati: gli appalti e il rifornimento a enti privati. In questo modo la circolazione dei capitali camorristici si realizza nel mercato crimnale e nel mercato legale, si realizza un intreccio che rende difficile la separazione tra legale ed illegale.

La camorra-impresa si occupa di:

  1. Edilizia
  2. Industria conserviera
  3. Commercio
  4. Appalti

Un discorso a parte va fatto per Napoli-città. Qui gli investimenti della camorra hanno riguardato soprattutto il commercio. (è stata la gestione del Comune di Napoli da parte della sinistra ad impedire che la camorra investisse negli appalti) A Napoli-città la camorra conserva il monopolio della "economia del vicolo".

In merito alla camorra-impresa è doveroso soffermarsi su due episodi significativi: il sequestro Cirillo e l'omicidio del giornalista Siani.

L'affare Cirillo è

Strettamente collegato ai fatti del “dopo-terremoto”. Ciro Cirillo è un assessore regionale all'urbanistica della Democrazia Cristiana. Cirillo viene rapito dalle BR (Brigate rosse) il 27 aprile del 1981. Il sequestro si trasforma in un clamoroso caso politico e giudiziario, un intreccio oscuro i cui protagonisti sono i servizi segreti, gli uomini delle BR, i camorristi e i vertici della DC. Il caso Cirillo è esemplare perchè è il risultato evidente che gli esponenti di un partito politico, terroristi, delinquenti, servizi segreti, pezzi di stato hanno strettamente collaborato per liberare un ostaggio dalle mani di una banda criminale. (Le BR rapirono Cirillo con l'intento di fargli rivelare segreti scottanti per la DC napoletana) Che la camorra sia entrata nell'affare Cirillo non è certo un caso, proprio per l'importanza che aveva assunto il suo intervento diretto negli appalti e quindi per i stretti contatti con i politici locali.

Gli esponenti della DC trattano con Cutolo per evitare che Cirillo rivelasse alle BR "segreti scottanti" per la DC napoletana. Cutolo si trovava al culmine della propria potenza anche per via del ruolo e del credito acquisito nel caso Cirillo con la DC e con i servizi segreti. Nell'estate dell'81 Cirillo viene liberato. All'atto della liberazione Cirillo scompare per due giorni prima di essere interrogato dai magistrati. Sembra quasi un secondo sequestro. Si parla di un riscatto di 3 miliardi pagati da DC e divisi tra BR e NCO, quest'ultima riceve in premio anche gran parte degli appalti per la ricostruzione. Come già detto il successo di Cutolo non durerà a lungo nel senso che la NCO perderà diverse battaglie, quella armata con la NF e la mafia siciliana e quella degli affari oltre a quella politica per i duri interventi repressivi. Cutolo e i suoi luogotenenti si sentono traditi dai politici con i quali c'era stata la trattativa Cirillo. Il caso

Siani: Siani giovani cronista del mattino fu ucciso nel settembre dell'85. In questo caso ritroviamo tutti gli ingredienti della camorra: appalti pubblici, legami con la mafia, dissidi interni, forti collusioni con i politici. L'unica novità è che la vittima è un giovane e intelligente oltre che coraggioso cronista, non è un poliziotto, non è un politico, non era neanche un giornalista di fatto (precario) ma uno che ficcava il naso ovunque.

Siani denunciava chiunque: Gionta, il sindaco di Torre Annunziata e persino il pretore di Torre Annunziata Luigi Gargiulo. La sua fine fu decretata a seguito di una sua intuizione, ovvero che l'arresto di Valentino Gionta fosse dovuto a una soffiata dei Nuvoletta. La soffiata era giustificata al fine di chiudere la guerra tra i Nuvoletta e i Bardellino. I Nuvoletta infatti, in cambio della pace, offrivano la cattura di Gionta, acerrimo nemico dei Bardellino. Vero è che si attribuisce ai.

Nuvoletta l'assassinio che decreta la fine di Siani. Inizialmente Gionta non si mostrò favorevole all'uccisione di Siani poi intervenne addirittura nella questione Totò Riina che si assunse l'incarico di arbitro e negoziatore per ricucire le fratture all'interno dei clan e decretò l'uccisione di Siani. La soluzione aveva un evidente valore simbolico la cosa importante non era la morte di Siani ma la pace fra i clan. Il caso Siani si rivelò negativo per la camorra per l'effetto che ebbe sull'opinione pubblica oltre tutto la lentezza delle indagini aumentò a lungo l'indignazione della gente comune. A metà degli anni 80 a seguito dei blitz dell'83 e 84 con più di 1.500 arresti la camorra cambia strategia abbandonando il modello criminale di massa e privilegiando solo soluzioni mirate e necessarie: delitti eccellenti e fine della guerra tra bande. Cominciò in seguito a concentrarsi sugli affari economici.

CAPITOLO 3: Possibili strategie di prevenzione e contrasto

1. Camorra, territorio e sviluppo.

La camorra-impresa ha rappresentato e rappresenta un notevole ostacolo per qualsiasi progetto di sviluppo.

A Torre Annunziata il clan di V.Gionta aveva il pieno controllo gestionale del mercato del pesce e dei fiori, il clan Alfieri era inserito nel settore delle carni. Queste "imprese" raggiungevano un fatturato annuo di 1500 miliardi di vecchie lire, investimenti frutto del riciclaggio dei profitti delle tangenti, delle estorsioni, del narcotraffico, dello sfruttamento della prostituzione, dell'usura, del gioco d'azzardo.

Difficile individuare in quelle imprese i confini tra legalità e illegalità.

Gli investimenti sostanziosi trascurando le attività delinquenziali minori. In ogni caso la camorra sembra "un fenomeno criminale attaccabile" poiché non ha radici profondissime all'interno delle popolazioni come invece accade per mafia e ndrangheta.

apparentemente legali da parte della camorra sembrano quasiesclusivamente finalizzati ad assicurarsi gli strumenti per il piu rapido riciclaggio deldenaro accumulato attraverso imprese criminali; a realizzare capitali legali tanto elevatida nascondere la presenza di un flusso costante di capitali sporchi.

L'ingresso della camorra nel "mercato legale" non ha mai provocato "sviluppo" madistorsioni anche profonde nei processi di crescita economica e sociale., questo èovviamente piu grave nelle zone in via di sviluppo.

Il mezzogiorno ha fatto comunque registrare,rispetto ad un passato di arretratezza,alcuni passi in avanti negli ultimi 50 anni.Ma da un confronto con le altre province italiane, quelle meridionali palesano spessouna caratteristica "crescita senza sviluppo" disomogenea condizionata in molte zonedalla presenza della criminalità organizzata.

L'aspetto interessante è quello del rapporto tra sotto sviluppo e

criminalità organizzata. Il confronto tra le province nel 1977 smentiva la possibilità di individuare sempre un rapporto diretto di causalità tra sottosviluppo e criminalità organizzata. Basilicata e Sardegna ad esempio erano e sono territori a basso sviluppo, ma non presentavano livelli di criminalità organizzata pari a quelli della Campania, della Sicilia e della Calabria. La Puglia che negli anni 80 aveva evidenziato segni di crescente vitalità economica, presentava in alcune delle sue province un'organizzazione criminale (la sacra corona unita) affine alla camorra napoletana e alla ndrangheta calabrese. In tutti i casi però è innegabile che una forte presenza di criminalità è associata a situazioni di basso livello di sviluppo. Non manca chi ritiene che la criminalità organizzata sarebbe un effetto "della crescita economica che non riesce a farsi sviluppo". Il fenomeno sarebbe tipico di quelle zone.

dove non c'è la capacità di gestire e promuovere il cambiamento socio-economico e quindi le organizzazioni criminali divengono una alternativa allo sviluppo. La criminalità organizzata è uno di quei fattori che inibiscono lo sviluppo economico e sociale di una data area. La criminalità organizzata nel 1997 risultava presente in tutte le province siciliane, in tutte quelle calabresi (tranne Cosenza), a Matera per la Basilicata, a Nuoro in Sardegna e a Napoli in Campania. Questo appiattimento del mezzogiorno verso il basso confermava e conferma il persistere di una questione meridionale, ma non bisogna dimenticare che al Sud ci sono situazioni molto differenti tra di loro. Queste differenze subiscono variazioni con il tempo (de-industrializzazione, terremoto); inoltre, non si possono sottovalutare i fattori culturali che ostacolano lo sviluppo e non giovano alla lotta contro la delinquenza organizzata. Come già detto, nel mezzogiorno si registra una

"crescita senza sviluppo" dove crescita ad indi
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A.A. 2010-2011
19 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Cunzio Marialaura.