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Parole chiave:

Bivio: momento che troveremo sempre prima di una progettazione

 Progettare una direzione entro limiti a seconda di dove siamo (foglio, stanza, web)

 Analizzare la realtà: cosa sta accadendo intorno a me

 Intreccio costruttivo: capire se c’è una struttura o se posso costruirla io.

 Libertà e controllo dell’emozione

 Disegno prospettivo della coralità: creare un network di persone che si connettono e

 scambiano info

Tutto ciò porta ad un cambiamento della prospettiva ovvero un pensiero laterale. Togliersi dal

punto di vista classico, per vedere il problema da un altro punto di vista.

Mettere insieme tutti i dati e dare vita ad una soluzione

LEZIONE 2

Come conosciamo e percepiamo il mondo? Attraverso le immagini.

La maggior parte della cultura dell’uomo primitivo partiva da ciò che vedeva. Ovviamente c’è una

differenza sostanziale tra come vede l’uomo in passato e come vede l’uomo oggi: l’uomo vedeva

per dare spiegazioni, oggi vede per ricevere informazioni.

L’uomo oggi vede per dare informazioni. Noi formiamo per formare. Ci informiamo per informare.

La nostra percezione e conoscenza è fortemente influenzata dal medium attraverso cui viene

informata:

il suono nasce dal suono, la parola dalla parola, l’immagine dall’immagine. Io non posso

passare da un formato all’altro. posso spiegare una cosa usando un altro formato, ma non sarà

mai riproducibile nello stesso modo.

L’unica eccezione sono i numeri, la cui immagine rimane uguale, il suono cambia, ma sono

internazionali e tutti li comprendono. I numeri ci permettono di entrare in contatto con tutti.

Esempio: Quante culture sonore, verbali e visive esistono in un cuore?

Suono del cuore è talmente naturale da esprimersi in modo artificiale. Tutta la musica parte

 dal ritmo che detta il cuore. La società orale ha difficoltà a separare il soggetto

dall’oggetto. Una cosa che mi viene detta tendo a memorizzarla e non farla più fuggire

dalla mia mente. Il cervello è sempre in moto per permettermi di ricordare quella cosa.

La parola cuore è talmente artificiale da apparire naturale. Con quante parole possiamo

 scrivere la parola cuore? Heart, corazon, coeur…la parola ha una diversificazione a

seconda della lingua. Una società scritta separa il soggetto dall’oggetto. Invece di

memorizzare nella mia mente una cosa scritta, la trascrivo da un’altra parte, in modo tale

da liberare la mia memoria e riprenderla nel caso di bisogno.

Quante immagini e quanti significati visivi può avere il cuore? Una società visiva unisce

 soggetto, oggetto e immagine. Noi, dopo la postmodernità, viviamo in una società visiva.

Il significato di cuore viene dato in base al contenitore in cui è inserito. Abbiamo visto una serie di

immagini e tutti abbiamo visto dei cuori, perché stavamo parlando di cuori.

È sempre cuore ma la sua declinazione e la sua comprensione cambiano in funzione del suono,

della scrittura e della visione.

C’è una riorganizzazione del pensiero. Nessuno dei tre metodi è migliore degli altri, sono solo 3

metodi diversi.

La cultura orale richiede un grande sforzo mentale. È pervasiva e globalizzante rispetto al

 suo portatore, chiedendo grande sforzo mentale per poter mantenere immutata nel tempo.

La cultura scritta ha liberato la memoria potendo distogliere l’uomo dall’attenzione alla sua

 conservazione, a vantaggio di una possibile rielaborazione in termini critici e creativi.

La cultura figurativa è tanto nell’uomo quanto nella scrittura. L’elaborazione quindi

 mescola attenzione, critica e creatività.

Come conosciamo e percepiamo il mondo?

Nella cultura orale, la cultura è dentro di me (suono), il mondo è quello della relazione,

 conosco perché ho esperienza.

Nella cultura visiva, la cultura è fuori di me (segno), il mondo è quello dell’introspezione,

 conosco perché ho filtrato

Nella cultura figurativa, la cultura è tanto in me quanto fuori di me (visione), il mondo è

 quello della relazione filtrata dall’introspezione, conosco perché ho visto, ovvero ho

un’esperienza visiva su cui riflettere

Esiste quindi un legame stretto fra la conoscenza e la mediazione dell’informazione, dal momento

che il medium assunti ruolo attivo nell’organizzazione dell’informazione E nella conoscenza

culturale di un’epoca. È diverso raccontare, scrivere o raffigurare una stessa cosa. Così come

sarà diversa la loro percezione.

Non esiste quindi una forma tipica e unica di conoscenza umana, in quanto è influenzata dai media

impiegati. Quindi venire a conoscenza dello stesso contenuto attraverso metodi diversi diventa per

il ricevente differente a sua volta.

Ora dove siamo? Siamo in un tempo che non è più privo di sé né astratto ma situato

nell’accademia dell’immagine. Se l’immagine accade nel presente, la sua raffigurazione e senza

direzione perché ferma nella catena del suo prossimo presente. Così la cultura che è dentro e fuori

di me al tempo stesso, vive in due presenti vicini ma non sempre sincronizzati. L’immagine in ogni

presente può acquistare significati diversi.

LEZIONE 3

Come comunicare con chi ci sta attorno.

La bellezza appartiene al mondo dell’estetica e della filosofia. È un concetto universale e senza

tempo. Il gusto appartiene ad un periodo storico e concentrato in un tempo preciso. È una regola

molto importante per chi comunica. Noi in quanto comunicatori dobbiamo focalizzarci sul gusto e

non sulla bellezza.

Quindi non esistono cose brutte ma esistono solo cose inserite in un contesto o tempo sbagliato.

Il mondo della comunicazione, compresa quella interpersonale, è senza alcun dubbio la nuova

frontiera per i moderni espiratori. Cool-hunter: cacciatore di tendenze. Uno spazio/tempo di ricerca

attraverso i confini geografici tradizionali per diventare sempre la ricerca e la scoperta di altre

forme comunicative verso l’altro da sé. Quindi non si hanno più tappe da raggiungere ma luoghi da

esplorare.

Quando si deve entrare in contatto con persone di altre culture la comunicazione non è scontata.

Si pensa che l’uso di una lingua internazionale possa aiutare nelle relazioni, ma quelle sono solo

parole, In quanto i significati delle stesse sono soggetti alle diverse esperienze socio- culturali.

Voglio comunicare al mondo e uso l’inglese. Ma il mondo non parla tutto inglese, solo una parte

quindi se io voglio comunicare in inglese devo usare un inglese semplice comprensibile al mondo,

non solo agli inglesi. Gli stessi linguaggi visivi e gestuali si diversificano di punto geografico in

punto geografico assumendo altrettanti significati diversi. Quindi si può affermare che quest’epoca

in cui tutti pensano di essere capiti E incontrato con gli altri, all’epoca in cui è più facile non farsi

comprendere.

Entra quindi in gioco l’altro geografico da me: qualsiasi persona che si trova in una condizione

socio-culturale-storica diversa da me. E non si tratta solo di spazio fisico- geografico, ma anche di

quello relazionale, comprensivo e temporale. Al tempo stesso anche io sono un altro geografico e

devo determinate la mia identità geografica per capire dove sono e che sono per poter comunicare

agli altri.

Ogni immagine può avere un significato diverso a seconda del contesto con cui è inserita.

Lo scopo del nostro mestiere è inviare messaggi comprensibili all’antro geografico senza

fraintendimenti. La comunicazione deve quindi essere aderente Data la cultura quanto a livello

sociale di chi ascolta, e filtrata attraverso la cultura la conoscenza di chi lancia il messaggio (il

creativo della comunicazione).

Esempio: Shibuya a Tokyo è un quartiere in cui si riuniscono tutte le subculture della zona. Qui si

capiscono quali sono i gusti che poi diventeranno moda. ln Giappone sono vietate determinate

cose, per esempio tingersi i capelli, e così i giovani giapponesi negli ultimi anni hanno iniziato a dar

vita ad alcune ribellioni creando nuove tendenze.

Una definizione corretta e una sbagliata quando si accosta una parola ad un’immagine, Ma 1+

idonea e una mina idonea in relazione all’altro geografico a cui si vuol far passare l’informazione

che sia essa di moda, antropologia, società, comicità. Il problema è selezionare la definizione

giusta.

La verità: per conoscere la verità si deve partire dal suo opposto ovvero la bugia. Con un gioco di

parole si potrebbe quindi asserire che un comunicatore creativo, per essere compreso, deve

essere volontariamente bugiardo. Deve riuscire a comprendere il mondo dell’altro geografico

cogliendo la verità e costruendovi sopra una bugia efficace credibile capace di portare ad un

cambiamento attraverso il racconto visivo verbale

La comunicazione che viaggia verso l’altro geografico diventa così ancor più una bugia credibile

ma con l’accortezza da parte del creativo di non farne mai passare una poco attinente alla verità

stessa. È un problema etico. Non ha importanza con quale mezzo si costruiscano le bugie ma è

importante che siano inserite in un contesto socio culturale etico, corretto e non invasivo dell’altro

geografico.

La bugia che viene percepita come verità deve possedere al suo interno un’avvertenza in grado di

portare l’osservatore a una critica di lettura, comprendendo sua volta che si tratta solo di una

delle possibili manifestazioni.

Nel sistema comunicativo non interessa divulgare la storia di un gesto un nuovo ma la sua natura

e cosa porta in sé ovvero la parte mitologica e atemporale. Entra quindi in gioco il tempo.

Ma quindi messo in conto quando si comunica con l’altro geografico che messaggio potrà tornare

a noi più complesso O difficile da comprendere, un boomerang della comunicazione.

Nel web la verità è un concetto che traballa perché non c’è più un solo sistema vero, ma molti

I segni in sé rimando uguali, è il significato che cambia nel corso della storia.

Quando raccontiamo qualcosa avvenuto nella storia, non raccontiamo la verità di quella storia, ma

quella che pensiamo sia la nostra verità sulla storia.

Il creativo deve decodificare la realtà quotidiana, trasformata in una bugia etica comprensibile

creare un oggetto immagine della comunicazione da divulgare. L’opera di traduzione delle

informazioni in forma verbale o iconografica diventa così un’operazione di fedeltà all’altro

geografico.

Quindi secondo questa etica della bugi

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stc.iusve di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Creatività e problem solving e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto Universitario Salesiano Venezia - IUSVE o del prof Schianchi Paolo.