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TECNICHE DI EMULSIONAMENTO
Innanzitutto, le due fasi vengono allestite separatamente:
1. Sciogliendo in acqua tutti i componenti idrofili scaldando a circa 75-80 °C
2. Riunendo tutti i componenti lipofili e scaldando a 70 °C soprattutto in
presenza di componenti
solidi. Se si supera questa temperatura si corre il rischio di degradare la
componente grassa.
1. EMULSIONI O/A
METODO INGLESE: l’emulsionante viene sciolto in parte della fase
acquosa a cui viene aggiunta, a piccole dosi e sotto agitazione, la fase
oleosa ed il resto della fase acquosa
METODO CONTINENTALE: gli emulsionanti vengono sospesi, agitando
vigorosamente, nella fase oleosa a cui viene aggiunta una porzione della
fase acquosa fino ad ottenere, sempre sotto agitazione, una massa
pastosa (il nucleo dell’emulsione) che viene diluita con la restante fase
acquosa
METODO DIRETTO: rappresenta il metodo più semplice in cui gli
emulsionanti vengono dispersi nella fase oleosa che viene
successivamente addizionata alla fase acquosa sotto agitazione
METODO DELL’INVERSIONE DI FASE: gli emulsionanti vengono dispersi
nella fase oleosa a cui viene successivamente aggiunta la fase acquosa.
Inizialmente, dato l’enorme preponderanza della fase oleosa, si formerà
un’emulsione A/O che per successiva aggiunta di fase acquosa, e per
l’azione del tensioattivo idrofilo, si invertir. a formare un’emulsione O/A.
Si ottiene una emulsione con particelle molto fine e uniformi.
2. EMULSIONI A/O
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Esiste un unico sistema: la miscela emulsionante (lipofila) viene sciolta nella
fase oleosa e ad essa viene addizionata, lentamente e sotto agitazione, la fase
acquosa.
Per entrambi i tipi di emulsione
si riuniscono le due fasi ancora a caldo a caldo (circa 60 °C)
o In genere la fase acquosa deve essere leggermente più calda di quella
o oleosa (5 °C in più)
È anche possibile operare “a freddo” (40 °C) quando tutti i componenti
o delle due fasi sono allo stato liquido (in genere nelle emulsioni A/S).
Scelta del sistema emulsionante
L’ottenimento di un’emulsione stabile dipende in gran parte dalla scelta di un
opportuno emulsionante o miscela di emulsionanti. Tale scelta dipende:
1. Dal tipo di emulsione che si vuole ottenere
2. Dal valore di HLB del sistema emulsionante (HLB primario): se la fase
esterna è oleosa prenderò emulsionante lipofilo e vicerversa.
3. Dal tipo di olio che si vuole emulsionare. Ciascun materiale lipofilo richiederà
uno specifico valore di HLB (secondario o richiesto): per es, se voglio
emulsionare paraffina devo usare uno specifico HLB, dipende dal lipide.
In linea di massima è possibile dire che:
scegliendo un emulsionante con HLB fra 3 e 6 si formerà un’emulsione
A/O
scegliendo un sistema emulsionante con HLB compreso fra 10 e 17
otterremo un’emulsione O/A
MA
non è possibile dire che due sistemi emulsionanti con differente valore di HLB
stabilizzino un’emulsione in uguale misura: ciò può essere dimostrato solo
sperimentalmente.
Come si calcola il valore di HLB di una miscela di emulsionanti?
Dalle percentuali relative degli emulsionanti e dai rispettivi HLB. Ad esempio:
70% di emulsionante con HLB = 15
30% di emulsionante con HLB = 4.3
HLB tot = (0.7 x 15) + (0.3 x 4.3) = 11.8
Solo leggermente più complesso è il calcolo delle percentuali degli
emulsionanti, A e B di cui si conosce il valore di HLB, da miscelare per ottenere
un certo valore di HLB
% B = 100 - % A
HLBr = valore di HLB che si vuole ottenere
HLBB = valore di HLB del tensioattivo lipofilo
HLBA = valore di HLB del tensioattivo idrofilo
Dal punto di vista grafico ottengo
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Esempio formulazione emulsione:
1. Immaginiamo di voler formare un’emulsione contenente il 30% di una certa
fase lipidica
2. Scegliamo una coppia di emulsionanti (uno idrofilo ed uno lipofilo) con HLB
noto, ad esempio SPAN (esteri del sorbitano, 4.7) e TWEEN (polisorbato, 14.9)
3. Il sistema emulsionante abbia una concentrazione del 20% rispetto alla fase
grassa
4. La nostra emulsione avrà perciò la seguente composizione:
Fase lipofila 30%
Sistema emulsionante 6%
Fase idrofila 64% (100-36)
5. Con i due emulsionanti prepariamo una serie
di coppie contenenti diverse quantità dei due.
Dalla tabella vedo che posso ottenere 7
emulsioni diverse.
6. Con tali sistemi emulsionanti si formulano le
emulsioni secondo i quantitativi
precedentemente indicati.
7. Si valuta la stabilità di ciascuna emulsione
misurandone viscosità, pH e dimensione delle
goccioline di fase dispersa. Tali misure vengono
effettuate immediatamente dopo aver preparato l’emulsione, dopo 6 ore, dopo
24 ore, dopo una settimana, dopo un mese ecc.
8. Si trova così il valore di HLB a cui l’emulsione risulta essere maggiormente
stabile, cioè HLB richiesto da quella fase lipidica (ad esempio 12)
9. A questo punto si prepara una serie di emulsioni contenenti il sistema
emulsionante con HLB 12 ma in quantità decrescenti, ad esempio 15%, 10%,
7.5%, 5% rispetto alla fase grassa: lo faccio perché se posso usare meno
emulsionante è meglio in quanto questo se è a concentrazioni elevate può dare
irritazione alla pelle
10. In questo modo si trova l’emulsione più stabile contenente la minore
quantità di sistema emulsionante
11. Infine, si provano altri sistemi emulsionanti con lo stesso HLB e la stessa
concentrazione per verificare se è possibile ottenere un ulteriore miglioramento
della stabilità
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Generalmente, con queste prove si trovano almeno 2 valori di HLB a cui
l’emulsione presenta maggiore stabilità: ciò vuol dire che una fase lipidica
presenta almeno 2 diversi valori di HLB richiesto a seconda che si formi
un’emulsione A/O oppure O/A.
IMPIEGHI DELLE EMULSIONI
O/A: orale: emulsione di olio di ricino
esterno: emulsioni idrofile fluide o consistenti
A/O: esterno: emulsioni lipofile fluide e consistenti
Funzioni delle emulsioni cosmetiche:
Ricostituire il film idrolipidico della pelle, funzione antidisidratante e
protettiva
A seconda degli ingredienti di base utilizzati si modifica la texture
(gradevolezza al tatto) dell’emulsione (funzione sensoriale)
Veicolare contemporaneamente sostanze funzionali sia idrofile che
lipofile che siano in grado di svolgere differenti attività (idratanti,
nutrienti, detergenti, antiage, antirughe, coloranti anti, UV...)
Prodotti per il make-up (mascara, fondotinta…)
Componenti impiegati nella preparazione delle emulsioni:
1. Fase lipofila
2.Tensioattivi
3. Stabilizzanti dell’emulsione cioè dei colloidi, macromolecole di piccole
dimensioni che agiscono da viscosizzanti
4. Antiossidanti, in genere è la vitamina E, servono a proteggere l’olio
dell’irrancidimento
5. Conservanti, vanno aggiunti perché c’è acqua
6. Umettanti es PEG o glicerina, servono a evaporare che l’acqua evapori
dall’emulsione
7. Sequestranti, evitano l’azione dannosa dei metalli ionici pesanti che
potrebbero precipitare
8. Acqua
Per ogni classe potrei avere più componenti (es più conservanti), quindi la lista
degli ingredienti potrebbero essere anche 25.
Tensioattivi emulsionanti
Se l’emulsione è intesa per uso farmaceutico, il numero di tensioattivi
utilizzabili è abbastanza
Limitato. Se invece l’emulsione ha un uso cosmetico il numero di tensioattivi
utilizzabili è molto elevato. Vale in ogni caso la classificazione in tensioattivi
anionici, cationici, anfoteri e non ionici
Fra i tensioattivi ANIONICI (maggiormente utilizzati in campo farmaceutico):
- Saponi di metalli alcalini (O/A), stearati, palmitati, oleati di sodio o potassio
- Saponi di metalli alcalino terrosi (A/O), stearato di calcio
- Saponi di ammine organiche (O/A), stearato di ammonio
- Esteri solfonici e solforici (O/A), laurilsolfato sodico
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Fra i tensioattivi anionici (maggiormente utilizzati in campo farmaceutico):
- Saponi di metalli alcalini (O/A), stearati, palmitati, oleati di sodio o potassio
- Saponi di metalli alcalino terrosi (A/O), stearato di calcio
- Saponi di ammine organiche (O/A), stearato di ammonio
- Esteri solfonici e solforici (O/A), laurilsolfato sodico
Tensioattivi CATIONICI:
- Sali di ammonio quaternario il cui impiego principale non è come emulsionanti
ma come batteriostatici o battericidi. BENZALCONIO CLORURO, CETRIMIDE
Tensioattivi ANFIONICI:
- Prodotti naturali quali lecitina, caseina e gelatina
Tensioattivi NON IONICI:
- Lipofili (A/O) come gliceril monostearato (estere misto), esteri del sorbitano
(SPAN). Nello SPAN c’è un gruppo carbonilico con un residuo R che può essere
sostituito da diverse funzioni.
- Idrofili (O/A) come
Polietilenglicole (PEG)
HOCH2(CH2-O-CH2)nCH2OH
Polietilenglicole stearato (PEG-stearato)
CH2(CH2)16COO(CH2CH2O)nH
Cetomacrogol (Brij)
CH3-(CH2)m-(O-CH2-CH2)n-OH
Polisorbati (TWEEN) come Tween 20, 40, 60, 80 a seconda che R sia
rispettivamente, laurico (C12), palmitico (C16), stearico (C18),
oleico (C18=).
Tensioattivi ad uso cosmetico
Gli emulsionanti idrofili sono molto di più degli emulsionanti lipofili è molto
semplice variare la lunghezza della catena poliossietilenica ottenendo
moltissimi emulsionanti idrofili con HLB diversi
Minore è il numero di molecole adatte a funzionare da emulsionanti A/O
58 Le emulsioni O/A sono più comuni delle emulsioni A/O
I tensioattivi idrofili anionici e i non ionici con lunghe catene poliossietileniche
vengono sempre più sostituiti con nuovi prodotti sintetici. In particolare, fra i
tensioattivi non ionici idrofili:
- Polimeri di tipo acrilico (carbossipolimetilene)
- Siliconici tipo dimeticoni e alchildimeticoni sostituiti
- Esteri di acidi grassi con poliglicerolo (poligliceril-10 pentastearato)
- Eteri di alcol a lunga catena con glucosio (cetilstearilglucoside)
- Esteri di acidi grassi con saccarosio (saccarosio coccolato)
Emulsionanti idrofili (O/A):
ANIONICI:
saponi con metalli alcalini (Na, K), ammonio o trietanolammina;
o esteri fra acidi grassi e idrossiacidi (Sodium stearoyl lactylate);
o acilglutammati (sodium stearoyl glutamate);
o alchilsolfati (sodium cetearyl sulfate);
o esteri fosforici etossilati e non (Potassium Cetyl phosphate)
o
ANFOTERI: lecitina e lecitina idrogenata
NON IONICI ETOSSILATI:
Alcol grassi etossilati (alcoli della lanolina etossilati, Cetheth-20,
o Ceteareth-10, 15, 20, 25);
acidi grassi etossilati (PEG-8, 10, 1