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COS’È LA PSICOLOGIA SOCIALE?

• Definizione della disciplina

• Breve rassegna storica e tematiche attuali

• Una proposta di prospettiva integrata

Una definizione di Psicologia sociale (Smith, Mackie, & Claypool, 2016):

E’ lo studio scientifico degli effetti dei processi sociali e cognitivi sul modo in cui gli individui percepiscono sé e

gli altri, si influenzano e si pongono in relazione reciproca.

E’ lo studio scientifico...

Lo psicologo sociale e l’osservatore di senso comune condividono l’obiettivo di studiare i comportamenti sociali

ma differiscono nei metodi che usano: gli psicologi sociali studiano il comportamento sociale in modo

sistematico, avvalendosi del metodo scientifico; cercano di evitare errori e distorsioni tipici della conoscenza

basata sul senso comune.

...degli effetti dei processi sociali e cognitivi

Processi sociali: i modi in cui i nostri pensieri, sentimenti e azioni sono influenzati dagli altri cioè le persone che

ci circondano, le loro conoscenze e opinioni, i gruppi di appartenenza (ingroup), i rapporti personali, la cultura

Processi cognitivi: i modi in cui i ricordi, le percezioni, i pensieri, le emozioni, le motivazioni guidano la nostra

interpretazione del mondo e il nostro comportamento.

congiuntamene tali processi (socio-psicologici) determinano tutto ciò che pensiamo, sentiamo, facciamo.

...sul modo in cui gli individui si percepiscono, si influenzano e si pongono in relazione reciproca.

Psicologia sociale: studia il comportamento sociale degli individui, cioè gli effetti dei processi sociali e cognitivi,

quando gli individui si percepiscono, si influenzano e si pongono in relazione reciproca.

Diverso da

Sociologia: leggi e teorie generali sulla società, non sugli individui e il loro funzionamento psicologico.

Breve rassegna storica della disciplina

La Psicologia → Germania - fine ’800 – metodi sperimentali usati in fisiologia applicati allo studio dei processi

mentali come la sensazione, la memoria, il giudizio.

La Psicologia sociale → emerge poco dopo (fine ‘800, inizio ’900), con l’analisi dei modi in cui il

comportamento è influenzato dalla presenza di altre persone.

Triplett (1898): il primo esperimento di psicologia sociale.

Molti psicologi sociali si allontanano presto dal comportamentismo che è approccio dominante nella psicologia

generale nordamericana fin dall’inizio del ‘900.

Ad esempio Skinner, un comportamentista radicale (statunitense), negava la validità di teorie che si basavano su

pensieri e sentimenti: era possibile studiare solamente il comportamento osservabile e gli stimoli ambientali

osservabili che provocano determinante risposte comportamentali (sequenze stimolo-risposta);

La mente = scatola nera che non può essere indagata.

Tra gli psicologi sociali, invece, è ampiamente accettata fin dall’inizio l’idea che il comportamento sia influenzato

da stimoli esterni ma che l’effetto di tali stimoli dipenda da come l’individuo li percepisce e li interpreta.

Quindi, per comprendere il comportamento osservabile è essenziale analizzare percezioni, opinioni, sentimenti

dell’individuo.

Si sostiene la necessità di studiare l’influenza dei pensieri e delle emozioni sul comportamento.

I processi mentali (cognitivi) devono essere indagati.

• Negli anni ’30-’40 l’ascesa del nazismo e la II guerra mondiale portano molti psicologi sociali europei,

formati nella tradizione della Gestalt, a fuggire in Nord America; qui contribuiscono in modo incisivo allo

sviluppo della disciplina. I processi cognitivi hanno un ruolo essenziale nelle interpretazioni della realtà

• L’afflusso di questi ricercatori nel Nord America rinforza ulteriormente l’idea che in Psicologia sociale si

debbano studiare i modi in cui gli individui interpretano il mondo (processi cognitivi) e i modi in cui sono

influenzati dagli altri (processi sociali).

Tra i più importanti psicologi sociali formati nella tradizione della psicologia della Gestalt ci sono

Solomon Asch, Kurt Lewin, Muzafer Sherif: Il comportamento è una reazione al significato psicologico della

situazione;

è mediato (cioè dipende) dalle percezioni e cognizioni individuali, non il risultato di spinte istintuali, come

sostenevano gli psicologi con orientamento psicoanalitico (Freud) o di condizionamenti, come sostenevano i

comportamentisti.

• Oltre a portare molte figure di rilievo dall’Europa agli USA, altro effetto della II guerra mondiale:

stimolare gli studiosi di psicologia sociale a trovare soluzioni a problemi pratici immediati.

Esempi:

Lewin (1947): studi sul cambiamento delle abitudini alimentari con gruppi di discussione

Stouffer (1949): studi sul morale dei soldati americani e i sentimenti di deprivazione relativa

Hovland, Janis, e Kelley (1953): studi sulla persuasione (insegnare alle truppe a resistere alla

propaganda nemica e lavarsi i denti con regolarità).

• Negli anni successivi (’50-’60) la disciplina cresce e sviluppa in pieno i due suoi aspetti fondamentali:

1. L’interpretazione soggettiva della realtà è il fattore determinante dei comportamenti e tali interpretazioni e

comportamenti dipendono dalle influenze sociali. Bisogna studiare l’interazione tra processi cognitivi e processi

sociali.

2. La ricerca condotta in Psicologia Sociale è rivolta sia a comprendere le cause cognitive e sociali del

comportamento umano sia a risolvere importanti problemi sociali.

• Negli anni ’70 -’80 la disciplina raggiunge la sua maturità scientifica accumulando dati di ricerca

affidabili, attraverso paradigmi sperimentali sempre più innovativi, e sviluppando nuove teorie e soluzioni

di problemi sociali.

• Tematiche attuali della Psicologia sociale: Tutta la ricerca condotta in Psicologia sociale è rilevante

rispetto a problemi sociali: possiamo considerarla contemporaneamente sia teorica sia applicata. Infatti, i

processi sociali e cognitivi (processi socio- psicologici) sono analizzati in diversi contesti…

....ad esempio

-Salute: emozioni, stress, norme sociali, autostima, atteggiamenti

-Istruzione e modo del lavoro: percezioni interpersonali e aspettative; competizione e cooperazione tra gruppi;

pregiudizio e discriminazione; stereotipi etnici e di genere; leadership; produttività di gruppo

-Sistema giudiziario: formazione delle impressioni; influenza minoranza; presa di decisione

Si tratta solo di alcuni esempi!!

La prospettiva integrata della Psicologia Sociale proposta da Smith, Mackie & Claypool (2016)

Il comportamento sociale può essere spiegato in base a alcuni processi socio-psicologici fondamentali che

derivano da 8 principi:

• 2 assiomi

• 3 principi motivazionali

• 3 principi di elaborazione delle informazioni

8 principi fondamentali della Psicologia sociale:

2 assiomi:

-Costruzione della realtà

-pervasività dell’influenza sociale

3 principi motivazionali:

-acquisizione della padronanza

-ricerca dell’affiliazione

-valorizzazione del “me” e “mio”

3 principi di elaborazione delle informazioni:

- conservatorismo

-accessibilità

-superficialità vs profondità

Due Assiomi:

1. La costruzione della realtà. Ciò che ognuno di noi considera ‘reale’ non è altro che una sua costruzione

personale della realtà, plasmata da:

processi cognitivi = i modi con cui opera la nostra mente

processi sociali = gli input provenienti dagli altri, presenti o immaginati.

Se il mondo è obiettivamente ‘là fuori’ come è possibile che chi lo osserva arrivi a conclusioni tanto diverse

riguardo a uno stesso evento? E’ possibile se teniamo presente che la realtà è una nostra costruzione.

2. La pervasività dell’influenza sociale. Gli altri influenzano (e anche noi, a nostra volta, influenziamo gli altri)

praticamente tutti i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti, indipendentemente dal fatto che gli altri siano

presenti o meno.

Ad esempio, le appartenenze di gruppo (piccolo, come un gruppo di lavoro, oppure molto grande, come la

nazionalità o il genere) costituiscono filtri attraverso cui osserviamo gli eventi.

Le influenze sociali ci circondano fin da bambini e spesso siamo inconsapevoli del loro effetto.

Tre Principi motivazionali:

1. L’acquisizione della padronanza.

E’ una motivazione fondamentale in base a cui si cerca di capire e prevedere gli eventi del mondo sociale e se

stessi, al fine di raggiungere diversi obiettivi (ad es., avere il controllo sulle situazioni della propria vita).

Si desidera acquisire la padronanza dell’ambiente sociale e, quindi, avere opinioni accurate che ci possano perciò

guidare in modo efficace.

2. La ricerca dell’affiliazione

E’ il principio motivazionale in base al quale si cerca sostegno, simpatia, accettazione da parte di persone o gruppi

che ci interessano.

Per soddisfare il bisogno di affiliazione si tende a conformarsi agli standard (norme) del gruppo e si

possono compiere azioni che portano beneficio al gruppo, a volte anche a scapito di persone o gruppi esterni.

3. La valorizzazione di “me” e il “mio”

E’ il principio motivazionale che porta a valorizzare se stessi, le persone e i gruppi connessi al sé.

Si desidera vedere in una luce positiva se stessi e qualunque cosa connessa a sé: ad es., la famiglia, la nazione.

Ad esempio, membri di gruppi diversi interpretano gli eventi in modi molto diversi, cioè in modi favorevoli al

proprio gruppo.

Tre Principi di elaborazione delle informazioni:

1. Conservatorismo

La visione del mondo, le credenze, le conoscenze in generale, sono lente a cambiare e tendono a perpetuare se

stesse.

Precedenti convinzioni, aspettative, preferenze, valutazioni sono persistenti e difficili da modificare.

Questo avviene perché si tende a interpretare gli eventi in base alle proprie convinzioni (credenze, valutazioni,

preferenze) che fungono da ‘filtri’.

Le percezioni selettive della realtà che ne derivano rafforzano ulteriormente tali convinzioni.

2. Accessibilità

Spesso l’informazione che è più prontamente disponibile in memoria (accessibile) è quella che più probabilmente

si nota, si ricorda e si usa per emettere giudizi o decisioni.

L’informazione accessibile è, in genere, quella che ha un’influenza più forte su pensieri, sentimenti e

comportamenti.

3. Superficialità vs. profondità

L’elaborazione dell’informazione può essere superficiale o approfondita. Spesso dedichiamo scarso impegno,

abbiamo poco tempo o poche energie per formarci un’idea della realtà considerando con atte

Dettagli
A.A. 2018-2019
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher -elenasinigaglia- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Falvo Rossella.