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La sostanza non è somma di parti

Sull'altro versante, quando A pensa l'essenza sostanziale come risposta alla domanda: "cos'è questo materiato", "Perché questo materiato è rosa?", allora A si oppone a ogni forma di nominalismo che ridurrebbe l'essenza a un mero integrale di parti, un cumulo di elementi. Il tutto non è semplice somma delle parti. Perché questo materiato è rosa? Si risponde per la quiddità di rosa. Si va al di là della semplice addizione biochimica. A questo si oppone chiaramente a Democrito e a tutta la posteriorità.

Antinominalismo di Aristotele, lo ritroviamo: "Non è come un mucchio, ma come una sillaba". La sillaba Ba non è la stessa cosa del semplice cumulo delle lettere B e A. C'è nella totalità qualcosa di irriducibile alle parti. Unendo questi 2 elementi non avrò mai la sillaba BA; avrò le loro componenti, ma...

non la loro totalità. La sillaba non è solo la lettera da cui è formata, né la carne è semplice fuoco e terra o caldo e freddo, ma anche un qualcosa di diverso da questi. Noi non diciamo che l'acqua è la somma di un atomo di O e due di H. Una volta che i composti si sono dissolti, non esistono più, mentre le lettere e il fuoco continuano a essere. Dunque la sillaba non è qualcosa di riducibile alle lettere o alle consonanti, ma qualcosa diverso da esse. Ciò che Hume non capisce! Bisogna andare oltre il fenomeno, fondare l'unità. LA SOSTANZA NON E UN 3° ELEMENTO AGGIUNTO (Come sostengono Locke, Democrito, nominalismo) L'unità non è un 3 elemento che si unisce alle parti. Se questo qualcosa dovesse essere un elemento, oppure un composto di elementi: se fosse un elemento la carne sarebbe costituita da fuoco e terra. Attenzione a non capire l'unità dell'essenza come un qualcosa che si

Unisce alle parti. Ci si dovrebbe chiedere come si uniscono queste parti, ci sarebbe un quartum quid, e si andrebbe all'infinito. E se fosse un composto di elementi sarebbe composto non di uno solo ma di più elementi. Perciò si potrà ritenere che questo qualcosa non sia un elemento ma che sia una causa per cui questo composto è carne.

Aristotele: "L'essenza è la causa per cui questa data cosa è carne, questa data cosa è sillaba e così per tutto il resto. E questa è la sostanza di ogni cosa, infatti esso è la causa prima dell'essere tale di un composto."

La sostanza è la causa prima dell'essere tale di un composto. Risponde alla domanda perché questo composto è questa cosa. Questa causa non è né un paradigma separato platonico, né un 3 elemento che si aggiunge.

>> L'ESSENZA È IL PRINCIPIO DELLA SOSTANZA

CORREZIONE

ESAMEQuadripartizione dell'entePerché?Nozione iniziale: doppiamente confusa, rispetto ai contenuti e al S conoscente.Per uscire da questa confusione bisogna trovare un filo conduttore. Implicito atteggiamento di A: dove mi appare in pieno l'ente nella sua ricchezza? La risposta è che si manifesta nel giudizio. L'intelletto prende una coscienza implicita ma forte fra l'io che giudica e la cosa su cui verte il giudizio.Ricerca di una chiave di unità.Cosa cerchiamo nel testo, benché il testo non lo dica? 2 momenti diversi.1. La proposizione per sé si dice per sé perché il P trova la sua ragione di essere nel S. La neve è per sé bianca perché è la natura della neve che fa si che la neve sia bianca. Il per sé è necessario, perché è fondato sulla natura stessa della natura dell'attribuzione, proviene dalla sua natura. E' per accidens quando il P accade quasi per

Caso nel S. Rapporto tra P e S. Per sè-per accidens e sostanza-accidenti non si ricoprono

Ruolo: strutturare l'investigazione intera della metafisica

Emergono 3 grandi momenti:

  • eliminazione di 2 significati deboli e inadeguati (per accidens x mancanza di necessità, vero x mancanza di universalità, non si trova in ogni ente, ma solo nel giudizio)
  • riduzione degli accidenti alla S (triplice prioritá) e della P all'A
  • fondazione, della S nel to ti en einai, dell'atto

Perché parlare di resolutio? Sarà il metodo con il quale partendo dall'esito della quadripartizione si risale al suo fondamento. Dal dato elaborato al dato fondato.

Fondazione della sostanza

Dal dato...

  • Tode
  • Ti
  • Choriston

Al principio > to ti en einai!

Li leggo nel singolo sussistente!

Questo ente che entra nel campo della mia esperienza lo posso mostrare.

Evidenziare che il sussistente denotabile è qualcosa che ha una sua determinazione.

Mostrandosi dimostra una sua identità. Nella rosa lego l'essere determinato e l'essere separato. La rosa a differenza del suo odore è separata. Dunque è choriston. Essere questo indica denotabilità, essere determinato indica identità specifica, e l'essere separato si oppone a essere inerente come suono e colore, ma sussistente! La filosofia moderna parte dal presupposto che non siamo così certi che ci sono fuori di noi questi sussistenti separati determinati. Mettendo in crisi questo realismo, la filo moderna attacca subito la fondatezza del concetto di sostanza. – Locke riduce la sostanza a essere un sostrato esteso. Locke riduce il tode a una certa disposizione spaziale, il ti a una certa quantità, e non rende bene conto del choriston. Abbiamo qualche sostrato che non è tanto separato. – Kant riporta tutti i contenuti del pensiero nel pensiero stesso. Viene meno il choriston. La categoria kantiana rimane.

immanente allo spirito umano. Invece nello studio di Aristotele, egli propone 3 candidati:

  • Soggetto: in un primo momento fisici presocratici. La realtà è la combinazione di questi elementi.
  • In un secondo momento A intende la materia. Su questa base il ragionamento di A è: La S è tode ti e epokeimenon. La materia 1 non è tode ti e choriston. È indeterminata! Non è choriston, non è mai separata. Dunque la materia 1 di A non può essere la sostanza. Si può estendere agli altri predecessori di A. Anche loro perdono il tì. Perdo anche la separatezza perché la materia è nel tutto. L'argomento vale per antonomasia per la materia 1 e anche per i suoi predecessori.
  • Sostanze: universale e genos. In Platone c'è una gerarchia di idee separate: idea di ente e quiete (generi). Critica: argomento del 3 uomo, oppure argomento a partire da tode ti e choriston. L'idea platonica è

troppo separata, dalla cosa stessa! L'idea platonica non mi spiega perché la cosa è ciò che è in sé. Dire che la rosa è per imitazione della roseità non mi dice perché la rosa è in se stessa. Ciò che rende conto di quello che ho davanti a me e non mi rapporta a un altro! - To ti en einai. L'essere per quello che era (letteralmente).

  1. Ciò che è stato e continua a essere, permanenza, essere per quel che permane.
  2. Misura costitutiva di essere (Gilson)

Considerazione logico-critica

Che cosa sei tu per te stesso? Per te stesso tu non sei musico, ma uomo! Il to ti einai è ciò per cui la cosa è, elimina il per accidens, per sé! Ma insufficienza, eliminati i predicati per sé secondo, consecutivi, per se primo! Finalmente eliminare il genere. Insufficiente dire che per te stesso sei animale. Per te stesso sei uomo! Identificazione del to ti en einai con l'essenza

specifica della cosa perché sta nella cosa. Ciò che la cosa in se stessa è. Originalità speculativa. A sceglie una via difficile. A si oppone alla mentalità del chimico nella riflessione filosofica. Il chimico riduce la cosa a essere una somma di elementi. Z, 17. La carne è un'unità che trascende nella cosa stessa il fuoco e la terra. A rimane scontento con le ipotesi platoniche o kantiane che vanno a cercare la causa del ti es ti al di fuori della cosa stessa. Troppo facile! Il paradigma separato non mi spiega perché l'uomo è uomo. Non mi rendo conto dell'unità ontologica dell'essere che ho davanti a me! La grandezza di A sta nel rifiutare le due posizioni: il riduzionismo e il separatismo. Vuole cercare il fondamento dell'unità specifica nella cosa stessa, non al di fuori! Abbiamo una corrente filosofica che dice che l'universale è fuori dalla cosa. Universale, nella cosa... A rifiuta

L'idea che l'universale è una somma di elementi. Resolutio secundum rationem formale: L'essenza dell'ente sostanziale ha ragione nell'essere della cosa. Tramite il processo astrattivo io posso astrarre l'essenza o la quiddità e la posso considerare in qualche modo senza fare riferimento diretto al reale, pur sapendo che è la misura dell'essere della realtà. Fine prima parte

METAFISICA II

Padre Contat 17/023. Prima resolutio reale dell'ente in quanto ente: l'atto

PREMESSE

1) Premessa

Polarità dell'ente:

  • Dimensione di contenuto
  • Dimensione di atto

Non si instaura una dialettica, ma questi vengono tenuti insieme da una polarità. C'è una polarità perché non ci sarà mai attualità senza contenuto. E contenuto perché è in atto. Vediamo apparire le due grandi istanze della filosofia:

  • F che riflette soprattutto sulla presenza dell'ente
  • (trascende la concettualizzazione)
    Linea agostiniano-moderna– Linea del contenuto- determinazione
    Aristotele, fondatore della botanica e della zoologia, filosofi rivolti più alle cose
    In metafisica c'è un superamento della sfera intenzionale, inscritto nel realismo stesso.
    2) Premessa> Sostanza: 1 tappa della resolutio formale
    Fondazione dell'ente nei suoi contenuti oggettivabili primari.
    Di fronte alla rosa, di fronte alla ricchezza, il filosofo vuole fondare questa molteplicità nella natura di rosa.
    Questa non è altro che la determinazione formale primaria di ciò che la rosa è. La posso visualizzare in unconcetto.
    > Atto: 1 tappa della resolutio reale
    Per contrasto, la linea investigativa dell'atto ci offrirà una resolutio dell'ente nel suo principio di presenzaemergente. Ogni resolutio è un passaggio da una molteplicità fenomenale a un principio fondante. Questoprincipio è un principio che

    rende conto della presenza a se stesso della cosa.

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
129 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ale.rei di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Contat Alain.