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Le imprese e il potere di mercato

Le imprese fanno spesso uso dell'inglese, soprattutto nel campo informatico, per aumentare il proprio potere di mercato. Il pacchetto è offerto con uno sconto, ma nonostante questo in alcuni casi può convenire alle imprese. Il bundling misto, con uno schema clienti e calcolo delle aree, è generalmente migliore del bundling puro, che a sua volta è migliore della vendita al dettaglio.

Behavioral Economics, introdotta da Dalla Vigna e Malmendier, due psicologi che applicarono la loro competenza all'economia, si basa sul presupposto che i consumatori non siano razionali in quanto non conoscono perfettamente la loro curva di domanda, e le imprese sfruttano questa situazione. I consumatori sono "time inconsistent" (cambiano idea nel tempo), alcuni in modo ingenuo, altri in modo sofisticato.

L'idea dei due pensatori è che ci siano beni di investimento per cui si sostengono costi oggi per...

Avere un benefit futuro. Le imprese dovrebbero offrire quindi F(costo fisso) + P (minore di CM). In questo modo i consumatori sofisticati si convincono grazie ai bassi prezzi unitari e quelli ingenui sovrastimano la loro forza di volontà. Contrapposti ai beni d'investimento troviamo i "leisure goods" (come carte di credito e contratti telefonici). I consumatori sofisticati vogliono meccanismi di "commitment" per limitarne l'uso, quelli ingenui invece sottostimano il loro futuro uso del prodotto. Un'impresa massimizza i profitti attraverso:

  • Entry fees basse/negative;
  • Prezzi sopra i costi marginali.

Prodotto in Monopolio. I prodotti sono differenziati orizzontalmente (qualità simile a clienti diversi) o verticalmente (qualità diverse e diverse disponibilità a pagare).

Differenziazione Orizzontale (N consumatori distribuiti uniformemente su una retta di 1Km): l'impresa cerca di occupare più spazi di mercato.

Il modello spaziale ("hotelling") è utile per esaminare prezzi/varietà... La locazione può essere geografica/temporale...- I clienti acquistano 1 unità di bene purché il prezzo + costo di trasporto sia minore di V, il monopolista deve decidere come sia meglio servirli. (+grafico)- I consumatori troppo lontani non compreranno, l'imprenditore allora dovrà abbassare il prezzo per aumentare il loro surplus (in modo da compensare la perdita dovuta al trasporto);Caso limite: tutti sono disposti ad acquistare il prodotto (numero negozi = n =1). (+ grafico) V = P + ½t --> P(N,1) = V – t/2Due Negozi: il monopolista vende allo stesso prezzo in entrambi. Il prezzo massimo sarà definito dal cliente collocato al centro (è quello più distante da entrambi i negozi). (+ grafico)- La posizione ottimale è 1/4 di chilometro in modo che P* = V – t/4.E se i negozi fossero 3? In questo caso bisognerebbe

Dividere il chilometro interozi: V = P + t/6, P = V - t/6

Possiamo dire quindi che in generale vale la seguente regola: P(n) = V - t/2n

Da cui si può calcolare il profitto del monopolista come: ∏ = N(V - t/2n - C) - nF

Ma qual è il n ottimale di negozi? I profitti che derivano dall'avere un bar/negozio in più sono: Nt/(2n(n+1)) - F > 0 15

Quindi n(n+1) < tN/2F. Troviamo molte varietà di prodotto quando ci sono molti consumatori ed i costi di avvio sono bassi (e se i clienti hanno forti preferenze per le caratteristiche di un prodotto).

Come si fa a capire se è meglio rifornire tutto il mercato o solo una porzione (compresa in un raggio r)? V = P + tr

La domanda totale (ampiezza del mercato) quindi deve essere: Q = 2N(V-P)/t

Il profitto del singolo negozio sarà ∏(P-C) = 2N(V-P)/t - F = Q - F.

Uguagliando a zero la derivata del profitto su P troviamo l'equazione del prezzo ideale

da imporre:

P* = (V+C)/2

Ogni negozio viene studiato come un monopolio locale. Se tutti i consumatori vengono serviti il prezzo è P(N,n) = V – t/2N. quindi se p(N,n) < P* solo una parte del mercato dovrebbe essere servita. La stessa cosa vale se C + t/n > V.

- Se il prezzo di riserva del consumatore è basso rispetto ai costi marginali di produzione o se ci sono pochi punti vendita sarà più probabile che solo una parte del mercato verrà servita. In caso contrario si userà la formula P(N,n) = V – t/2N.

La condizione di equilibrio del consumatore è:

ST (surplus totale) = NV (disponibilità a pagare) – CT. (+ dimostrazione)

Domanda e Qualità: tutti i consumatori che hanno un prezzo di riserva ≥ P 1 saranno disposti a comprare il bene e vengono definiti “consumatori inframarginali”. 16- Possiamo fare due ipotesi, la prima dice che se aumenta la qualità, la funzione di domanda aumenta di

più per i consumatori inframarginali equindi cambia pendenza. La seconda ipotesi invece dice che a seguito diun aumento di qualità, aumenterà di più la domanda dei consumatorimarginali e quindi la curva ruoterà nell’altro senso. (+ grafico)

Il monopolista deve decidere la quantità e la qualità (misurata da Z, indicedella qualità e da θ, indice di preferenza dei consumatori per la qualità):

P = Z(θ-Q)

Se il costo marginale è zero e C(Z) = αZ², avremo che (...) Q* = θ/2 e Z* = θ²/8α.

Ma cosa accadrebbe se l’impresa scegliesse di produrre più beni?

Ci sono due tipi di consumatori in base alla disposizione a pagare per la qualità, per cui poniamo Z’ = qualità minima e ipotizziamo che θ > θ ei 1 2Z’ > Z’ = 0.1 2 V = θ (Z – Z’ ) – P = Sci i i i iL’impresa cerca di far

autodifferenziare i consumatori visto che non riesce a distinguerli tramite qualità diverse. Devono quindi verificarsi queste condizioni: 1) Presupposto della razionalità individuale, SC ≥ 0 e SC ≥ 0; 2) Compatibilità degli incentivi ("no-mimicking constraint"), θ > θ per i1 2 1 e θ > θ per i2 1 2 La qualità deve essere fatta pagare molto quando è molto apprezzata, P = 1θ Z - (θ - θ )Z. L'impresa ha l'incentivo di differenziare di più i due beni in modo che si facciano meno concorrenza (il monopolista compete con se stesso). I profitti del monopolista diventano: Π = N P + N P = (...) = Nθ Z - (Nθ - (N + N )θ )Z. Aumentare Z implica diminuire i profitti. Se (N + N ) > 0 si ha "separazione" (quando Z è minimo), se invece (N + N ) < 0 si ha...

“pooling” (classe unica quando Z è massimo).

1 2 2Differenziazione Verticale: l’utilità indiretta di un consumatore ottenuta daun bene di qualità Z è Vi = θi(Z – Zi) – PL’impresa deve anche in questo caso far sì che i consumatori siautoselezionino. CM = 0 per entrambe le qualità. Secondo il “no-mimickingconstraint” il consumatore ricco deve evitare di fingersi povero. Abbiamo ora 4condizioni che devono essere rispettate contemporaneamente:

  1. IR : θ (Z – Z’ ) – P ≥ 0;
  2. IR : θ Z – P ≥ 0;
  3. IC : θ (Z – Z’ ) – P ≥ θ (Z – Z’ ) – P ;
  4. IC : θ Z – P ≥ θ Z – P .

Da cui calcoliamo i prezzi di equilibrio come:

P = θ Z – (θ – θ )Z e P = θ1(Z1 – Z ) + θ Z .

Più la

seconda parte (bassa qualità) è scarsa e più potrò far pagare la prima a chi non vuole comprare la seconda. Il profitto in questo caso, sempre uguale a π = NP + NP = NθZ - (Nθ - (N + N )θ )Z, potrà essere: 11 2 2 1 1 1 1 1 1 2 2 2> 0 con Z massimo e Z minimo (situazione di "separating", self 1 2selection), da cui avremo che Z = θZ/(θ - θ), con P = θZ = θθZ/2 1 1 1 2 2 2 2 1 1(θ - θ); 1 2< 0 con Z = Z (situazione di "pooling") da cui avremo Nθ - (N + N )θ 1 2 1 1 1 2 2< 0 quindi una classe unica (che conviene quando poca gente è disposta a pagare tanto) se N/(N + N ) < θ/θ < 1, dove (N + N ) misura la percentuale di ricchi. 1 1 2 2 1 1 2 18

Giochi Statici Nella maggioranza dei mercati le imprese interagiscono con pochi concorrenti (oligopoli), quindi devono considerare le

azioni dei rivali. Questo tipo di interazione viene studiato con la teoria dei giochi.

- Esistono giochi cooperativi (non li studiamo) e non cooperativi; simultanei sequenziali.

- Il fattore tempo è importante, esistono giochi e Teorie dell'Oligopolio (strategia - risultato - payoff): non ne esiste una unica, il risultato dipende dall'informazione disponibile. Dobbiamo definire un concetto di equilibrio, esso venne formalizzato per la prima volta da Nash "Nessuna impresa ha incentivo a cambiare unilateralmente la propria strategia".

Alcune strategie ("dominate") sono eliminabili, rimangono solo quelle "dominanti". L'equilibrio inoltre può non esistere, bisogna allora rendere il gioco un gioco di prezzo (la discriminazione in questo caso è impossibile).

Modelli di Oligopolio: Cournot, Bertrand, Stackelberg, si distinguono in base alla variabile strategica presa in esame e alla tempistica del gioco.

Secondo il

modello di Cournot, la scelta ottima dell'impresa 2 dipende dall'output dell'impresa 1: R = (A - Bq - Bq )q = Aq - Bq q - Bq ² → 2 1 2 2 2 1 2 2 R' = ∂R/∂q = A - Bq - 2Bq = C (massimo profitto) → 2 2 2 2 2 19 (...) BR ("best response", la strategia ottimale, chiamata anche funzione di reazione) = q = (A-C)/2B - ½q e q = (A-C)/2B - ½q, quindi 2 1 1 2 risolviamo ponendo q = q e risulta: 1 2 q* = (A-C)/3B da cui deriva P = (A+2C)/3 L'output è minore di quello concorrenziale, il profitto è minore di quello in monopolio ma maggiore di quello in concorrenza perfetta (Cournot è una via di mezzo tra le due situazioni). Ipotizziamo ora che ci siano
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
30 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DamiTheHero di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Bracco Emanuele.