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LA CORROSIONE
La corrosione può essere definita come un processo chimico che interessa i metalli e li porta
ad uno stato di degradazione a seguito della loro esposizione all'ambiente che li circonda. In
altre parole sarebbe come il passaggio del metallo dal suo stato elementare allo stato
assidato. Bisogna aggiungere che in natura i metalli si trovano solo sotto forma di ossidi,
solfati, carbonati o silicati, i quali possiedono un livello di energia inferiore rispetto a quella
del metallo puro. Per questo a seguito di processi siderurgici o metallurgici vi è una
tendenza naturale dei metalli a tornare a questo stato ossidato, processo inverso a quello
della metallurgia estrattiva.
La maggior parte dei fenomeni corrosivi è legata ad un attacco tipo elettrochimico, in cui
sono interessati gli elettroni liberi presenti negli strati più esterni del reticolo cristallino dei
materiali metallici. Questo processo può avvenire in due diversee antitetiche situazioni: se
avviene in soluzioni acquose, rispondendo alle leggi che regolano il processo
elettrochimico, si parla dunque si corrosione ad umido;
se però si parla di corrosione a secco, essa risponderà, invece, a leggi di tipo chimico e si
deve alle alte temperature o alla presenza di un altro metallo allo stato liquido. La possibilità
o meno che avvenga il fenomeno è legato a molti aspetti anche diversi fra loro: la natura del
metallo in primis, le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti, o anche la temperatura, le
possibili sollecitazioni meccaniche o infine, i fenomeni di erosione.
I materiali non metallici sono anch'essi soggetti a degrado, sebbene non rispondono a
processi di tipo elettrochimico, essi possono essere "in pericolo" a seguito di un attacco
chimico diretto: i materiali ceramici possono essere intaccati da attacchi chimici, ad alte
temperature, di sali fusi, mentre i polimeri possono essere degradati con l'attacco da parte di
solventi organici o dalla combinazione di raggi uv e ossigeno anche a temperatura ambiente.
(processi fotochimici).
È a causa del processo appena descritto che un buon progettista deve dotare il materiale di
protezioni che rallentino il degrado dello stesso. Dovà anche sempre mirare al minor costo
di realizzazione usando materiali strategici.
H e C sono entrambi riducenti: il primo, non molto usato perchè poco sicuro, se non
pericoloso; il secondo invece utilissimo per la realizzazione di leghe, grazie alla sua
possibilità di inserirsi nel reticolo cristallino del ferro.
La grafite presenta, anch'essa proprietà molto interessanti sebbene queste siano accoppiate a
problematiche relative alla fragilità. Questa viene usata come elettrodo in operazioni del tipo
pile. L'oro invece, non presenta una particolare attitudine di ritorno all'antico, ciò fa
intendere che esso sia già puro in origine. L'alluminio è un materiale che immerso in acqua
bollente migliora le sue qualità raggiungendo quasi il titanio. Il cromo ad esempio viene
spesso usato per creare leghe in cui esso è presente al 12% insieme a Nikel o a Molibdeno,
impiegati in ambienti umidi o altamente aggressivi come centrali elettriche.
In conclusione si può affermare che in qualunque coppia di metalli usata per generare una
lega, i due non devono occupare una posizione troppo lontana tra loro nella classifica di
nobiltà pratica. Se le loro posizioni si discostano particolarmente tanto diventano un
esempio di coppia galvanica in cui il materiale meno nobile protegge l'altro o viceversa.
In tutto questo è importante tenere conto del PH dell'ambiente che circonda la reazione e la
presenza di determinati gas, infatti l'O presente nell'atmosfera garantisce che la reazione
abbia luogo.