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CHI E' L'IMPRENDITORE?

È imprenditore chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine

della produzione e dello scambio di beni o di servizi.

Le teorie sulle finalità imprenditoriali

LA TEORIA DELLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO: i comportamenti imprenditoriali sono

sempre orientati a questo obiettivo. Tuttavia, la misura del profitto e la sua destinazione

sono orientati in maniera diversa nell'azienda privata o pubblica, profit o non profit, in

economia aperta o chiusa.

SOPRAVVIVENZA DELL'IMPRESA: opposta alla teoria della massimizzazione del profitto è la

teoria della sopravvivenza sociale.

La sempre più frequente separazione tra proprietà e governo d'impresa comporta un

ridisegno delle finalità della stessa gestione che è attuata dai dirigenti. Questi ultimi

diversamente dai proprietari si preoccupano della sopravvivenza aziendale prima che della

massimizzazione del profitto.

Il profitto è interpretato come un mezzo per rafforzare la struttura patrimoniale

dell'impresa e quelle attività che potrebbero risultare pericolose per la vita

dell'organizzazione, pur massimizzando potenzialmente il livello del profitto, vengono

evitate.

CREAZIONE E DIFFUSIONE DEL VALORE ECONOMICO: la finalità non è la redditività di breve

periodo, bensì quella di far crescere il valore economico dell'impresa. Questo fine risponde

agli obiettivi di tutti i partecipanti all'impresa e non soltanto a quelli della proprietà o del

management.

SVILUPPO DIMENSIONALE DELL'IMPRESA: l'espansione dell'impresa: può acquisire

maggiore stabilità o prestigio o, se ci concentriamo sul fattore materiale, può esserci un

miglioramento economico. Inoltre lo sviluppo dimensionale può tradursi in un

irrobustimento della struttura organizzativa, nell'assunzione di maggiore forza

concorrenziale o ancora dare esito a un aumento delle retribuzioni.

MASSIMIZZAZIONE SOCIALE DEL PROFITTO: la teoria comportamentistica o dei limiti sociali

alla massimizzazione del profitto pone in rilievo l'aspetto conflittuale e collaborativo

dell'organizzazione sociale. La massimizzazione del profitto incontra infatti due serie di

vincoli:

1. vincoli sociali, di natura interna ed esterna

2. vincoli di conoscenza.

CONSEGUIMENTO DEL SUCCESSO SOCIALE: il successo sociale è riconducibile a tre

motivazioni principali orientate in scala crescente:

1. reddito

2. posizione sociale

3. potere.

Forme istituzionali d'impresa

IMPRESA CAPITALISTA: caratterizzata dalla presenza dell'imprenditore capitalista,

proprietario dei mezzi di produzione e gestione diretto dell'attività produttiva.

IMPRESA MANAGERIALE: caratterizzata dalla scissione tra proprietà e governo dell'impresa

stessa a causa dell'eccessivo frazionamento della prima e dell'affidamento del secondo a

manager professionisti.

IMPRESA COOPERATIVA: è finalizzata al conseguimento di uno scopo mutualistico. La

funzione imprenditoriale spetta alla base sociale (i soci), che deroga la gestione

dell'organo amministrativo. La mutualità può essere interna o esterna.

ORGANIZZAZIONE NON PROFIT: è caratterizzata dall'amministrazione fiduciaria di capitali

forniti da contribuzioni volontarie di privati, o dallo Stato, al fine di raggiungere finalità

sociali.

IMPRESA POST-MANAGERIALE: è caratterizzata dalla cogestione delle risorse e dalla diretta

partecipazioni di datori di lavoro e lavoratori ai risultati aziendali.

L'assetto proprietario

Definito sulla base della combinazione di due variabili:

la natura del soggetto imprenditoriale

– il grado di controllo della proprietà

Il soggetto imprenditoriale può essere di differente natura:

imprenditore individuale

– imprenditore familiare

– imprenditore delegato, più frequentemente definito manager

– imprenditore di gruppo: nell'ambito delle distinzioni tra le diverse nature

– imprenditoriali, assume particolare importanza il fenomeno dei gruppi aziendali

perché nel caso che l'impresa sia parte di un gruppo, questa è legata alla struttura

di governo del gruppo.

Il controllo dell'impresa

Il grado di controllo si differenzia nelle forme di:

controllo assoluto

– controllo familiare

– controllo di coalizione

– controllo a supervisione finanziaria

– public company

– controllo cooperativo

– controllo statale

Stakeholder

Gli interlocutori aziendali possono essere

classificati in quattro gruppi:

1. stakeholder amichevoli (supportive)

2. strakeholder avversari (non

supportive)

3. stakeholder non irientati (mixed

blessing)

4. stakeholder marginali.

Tenendo conto del peso rivestito e della

propensione dei vari stakeholder nei

confronti dell'impresa, si può decidere di

perseguire strategie di coinvolgimento, di

collaborazione, di difesa o di monitoraggio.

LE TEORIE D'IMPRESA

Perché una teoria d'impresa?

Esistono molte discipline teoriche che si occupano di economia d'impresa, tra le quali:

Economia politica

– Economia industriale

– Economia aziendale (centralità del concetto di impresa)

Ma perché viene creata una teoria dedicata all'impresa? L'obiettivo è dare risposta a due

domande:

Perché esistono le imprese? E come funzionano internamente?

– Come si rapportano le imprese con l'ambiente esterno e cosa spiega la loro

– diversità?

Di certo esiste un gap tra:

Impresa astratta della teoria d'impresa

– Impresa concreta del management impegnato in un problema di decisione

Il gap difficilmente può essere colmato a priori, si potrebbe anche pensare che vale di più

la pratica della teoria.. ma in realtà, la teoria e la pratica manageriale non sono separabili

(la teoria svolge una funzione essenziale nell'apprendimento e nella sperimentazione

pratica della capacità manageriale). La teoria non può proporsi di dare una

rappresentazione deterministica dell'impresa, ma deve entrare a far parte di un circuito di

sperimentazione (deve essere applicata!). La teoria d'impresa deve essere storicizzata.

Le teorie dell'impresa nelle discipline manageriali

La sua funzione è quella di ridurre la complessità strutturando la varietà (differenze) e la

variabilità (trasformazioni) presenti nelle diverse forme di impresa e nelle diverse

situazioni ambientali in schemi astratti. → COSTRUZIONE DI UNA MATRICE NELLE FORME DI

IMPRESA

Matrice delle forme di impresa

Possiamo considerare due tappe:

Identificare ciascuna delle tre variabili (foto statica dell'impresa)

– Capire le relazioni fra queste tre variabili (cause evolutive che hanno prodotto

– l'attuale stato e proiezione dinamica verso il futuro).

Due logiche ne spingono l'evoluzione:

Logica soggettiva finalistica: fa dipendere l'impresa da un soggetto di comando

– Logica sistematica – inerziale: logica sottratta al potere dei soggetti e orienta alla

– funzionalità del sistema.

Razionalità soggettiva in senso forte

imprenditore persona

– massimo profitto

Lo schema fini/mezzi funziona in presenza

di: perfetta conoscenza delle variabili in

– gioco per il calcolo ottimizzante

Unica soggettività in grado di influire

– sul fine dell'impresa

Razionalità soggettiva in senso debole

Razionalità limitata. L'impresa opera

– in condizione di incertezza e

conoscenza incompleta di tutte le

alternative possibili. Il fine è

perseguito con comportamenti

soddisfacentisti e non ottimizzati.

Razionalità intersoggettiva. Impresa come proiezione di soggettività differenti che in

– misura diversa ne condizionano i fini. Gli stekeholder sono portatori di interesse e di

potere di influenza.

L'obiettivo dell'impresa diventa intersoggettivo.

Razionalità sistemica

Razionalità sistemica in senso forte:

– il potere soggettivo di imporre

all'impresa un fine esterno si arresta

di fronte alla rigidità e alle inerzie

delle strutture organizzative

complesse (sistemi).

Al fine soggettivo si sostituisce un

– fine sistemico: la sopravvivenza del sistema come architettura di routines che

funzionano.

Logica inerziale: stabilizzazione e crescita.

Che cosa indebolisce la razionalità

sistematica?

Turbolenze non controllabili

– dell'ambiente

Decentramento decisionale verso

– sub-sistemi (teoria delle transazioni

e modelli organizzativi divisionali)

I principali postulati dell'economia neoclassica, Modello di Leon Walras

La ricerca di condizioni di equilibrio in situazioni di concorrenza e di disponibilità di

– informazioni perfette e in assenza di progresso delle tecniche.

L'ipotesi della razionalità perfetta degli agenti che per l'impresa ha come

– conseguenza l'obiettivo della massimizzazione del profitto.

La preminenza attribuita all'analisi dello scambio rispetto a quella della produzione.

In questo quadro tecnico, l'analisi delle imprese risulta una questione secondaria in

quanto, in un contesto di concorrenza perfetta e in assenza di progresso tecnico, l'impresa

ha poca ragion d'essere.

Le funzioni dell'impresa sono circoscritte alla trasformazione, con modalità che si

postulano perfettamente efficienti (dal momento che si presume che essa abbia

conoscenza e gestione perfetta delle tecniche disponibili) dei fattori della produzione in

prodotti finiti.

Nel modello introduttivo alla teoria dell'impresa neoclassica si ipotizza che...

Il proprietario dell'impresa e il manager dell'impresa coincidono.

– L'obiettivo dell'impresa sia la massimizzazione dei profitti (come differenza tra ricavi

– e costi).

I benefici e gli oneri (sia sociali che privati) dell'impresa siano completamente

– espressi dai ricavi e dai costi.

L'impresa neoclassica appare come un agente senza spessore né dimensione (un'impresa

punto nello spazio dei rapporti di mercato), come un agente passivo (un'impresa

autonoma) programmato per applicare meccanicamente le regole della convenienza

economica.

Non esiste alcuna analisi interna all'impresa quale che sia l'attore economico (individuo o

aggregazione di persone) o la reale condizione organizzativa.

L'impresa neoclassica

È solo dai primi

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bakoboralda96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Compagno Cristiana.