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Estratto del documento

L’indizio è un fenomeno naturale non intenzionale, la cui motivazione è del tipo causa –

effetto (sbadiglio involontario); il segnale è un fatto naturale ed intenzionale, che richiama il

destinatario a qualcos’altro (sbadiglio volontario per segnalare noia/stanchezza); L’icona è

una riproduzione che per forma è analoga all’oggetto a cui rinvia (emoticon); il simbolo è

caratterizzato da intenzionalità e motivazione culturale ed è dunque il risultato di una

convenzione adottata all’interno di una comunità (semaforo rosso per fermarsi); i segni

condividono i simboli l’intenzionalità e la convenzionalità, ma la loro caratteristica peculiare

è la possibilità essere divisi in parti, a loro volta ricombinabili, mentre il simbolo è olistico.

Fasi dell’atto linguistico

Ogni atto linguistico presuppone un elemento pre-esistente, ossia il pensiero, e si sviluppa

in tre fasi: il primo step è quello del pensiero, attivato da un processo psichico, per il quale

accade che l’idea viene associata ad un segno linguistico. Nella seconda fase, quella

dell’immagine acustica, si attiva un processo fisiologico per cui al pensiero viene associata

un’immagine fonica. La terza fase attua un processo fisico per cui l’immagine acustica

viene realizzata nell’espressione fonica. Il destinatario dell’atto linguistico compie

esattamente lo stesso procedimento, ma in ordine contrario (percezione, decodificazione,

associazione).

Struttura dell’atto comunicativo (modello di Jacobson)

Il modello di Jacobson è un’astrazione della struttura dell’atto comunicativo e può essere

così rappresentato: contesto

mittente messaggio destinatario

contatto

codice

Un messaggio, prodotto da un mittente e diretto ad un destinatario attraverso il contatto

stabilito da un canale di trasmissione, è riferito ad un contesto ed è formulato per mezzo

delle unità di un codice condiviso. Il messaggio è legato a sei funzioni, una delle quali può

prevalere sulle altre (funzione dominante) oppure alcune possono essere disattivate:

referenziale

emotiva poetica conativa

fàtica

metalinguistica

I segni dell’atto comunicativo (modello di Buhler)

Per Buhler il messaggio è un segno, la cui portata semiotica varia a seconda del fattore a

cui è legato. Il segno rappresenta qualcosa nel contesto, è espressione del mittente ed

appello al destinatario. Buhler, a differenza di Jacobson, non rende insignificante la

partecipazione degli individui alla costruzione dei testi.

Sincronia – Diacronia

La dicotomia saussuriana sincronia – diacronia pone l’accento sui punti di vista, i modi di

diversi di osservare e interrogare i dati empirici osservati. Dal punto di vista sincronico si

studia lo stato di lingua, la lingua presa in un punto simultaneo del tempo. Saussure fa

anche un esempio: se si vuole descrivere una determinata situazione di una partita a

scacchi, si analizzi la posizione dei pezzi sulla scacchiera senza prendere in esame tutto

ciò che è successo in precedenza. La prospettiva diacronica mette invece in luce i

cambiamenti delle lingue nel tempo per continuare a funzionare.

Asse paradigmatico – Asse sintagmatico

La dicotomia saussuriana fra asse paradigmatico e asse sintagmatico individua

rispettivamente la selezione tra funzioni similari e la frase in quanto tale. Un parlare, per

eseguire un atto comunicativo, sceglie all’interno di una gamma di possibili elementi

candidati per un certo compito. Questa dinamica è rappresentata come l’intersezione dei

due assi, paradigmatico e sintagmatico.

La doppia articolazione

Per articolazione si intende la segmentazione del dato linguistico in unità minori;. Con la

prima articolazione si riconoscono i morfemi, unità di suono e significato; attuando

un’ulteriore segmentazione, la seconda articolazione, si ottengono unità minori, che non

hanno una portata semantica, ma servono per distinguere tra loro le unità della prima

articolazione.

Ridondanza

È la caratteristica della lingua per cui più unità linguistiche ripetono una medesima

componente semantica o informazione grammaticale. Ad esempio, nella frase “partirò

domani” l’indicazione di tempo ci è data sia dal verbo che dall’avverbio. La ridondanza è

fondamentale per garantire la ricezione e la comprensione del messaggio da parte del

destinatario ed attesta la naturale dialogicità del fatto linguistico.

Pertinenza semiotica e motivazione

La pertinenza semiotica è una differenza semantica istituzionalizzata relativa ad un

sistema linguistico. Si prendano le parole inglesi time, weather e tense: esse possono

essere tutte tradotte con la parola “tempo”, ma ciascuna di esse si riferisce ad un

determinato campo semantico. Hanno un potenziale semantico differente, quindi una

pertinenza semiotica diversa.

La motivazione è la formazione di espressioni della struttura trasparente, ossia motivate

da un aspetto dell’esperienza (e.g. “ferro di cavallo”, “horseshoe”). E’ una strategia di

costruzione di unità linguistiche, nelle quali si combinano elementi già dotati di potenziale

semantico, per creare una struttura trasparente.

Arbitrarietà

L’arbitrarietà caratterizza il legame tra il suono ed il significato di un determinato segno:

non vi è alcuna ragione per cui a un dato suono sia collegato un dato significato. In questo

modo è possibile attribuire altri significati a quel suono.

Polivalenza, varianza, preferenzialità, endolinguisticità

La lingua è un insieme di strutture intermedie tra il suono ed il significato; queste strutture

possiedono quattro proprietà: polivalenza, varianza, preferenzialità, endolinguisticità.

Secondo la polivalenza, una struttura può avere una molteplicità di funzioni, più o meno

strettamente collegate tra loro, che fanno intravedere una base semantica comune. La

varianza permette una pluralità di strategie di manifestazione. Le strutture di una lingua

tendono a privilegiare una valenza che assume anche il carattere di naturalezza, tipicità. È

una preferenza sia di tipo psicologico che statistico. Una struttura appartiene ad un

sistema linguistico e si differenzia da tutte le altre strutture del sistema. Le strutture sono

inevitabilmente linguistiche.

Significato – Significante

Saussure identifica il segno come un’entità bilaterale: una faccia è il significante,e

l’immagine acustica, la realizzazione della parole; l’altra è il significato, l’immagine

mentale, il concetto a cui il significante si riferisce. Come una tessera del domino,

significato e significante sono inscindibili, ma legati da un’unione di natura arbitraria: la

scelta del significante non è determinata dal significato.

Fonetica

La fonetica è lo studio delle caratteristiche dei suoni della lingua e si avvale di tre tipi di

analisi: l’analisi percettiva, che concerne la ricezione del fenomeno acustico e la sua

interpretazione come elemento linguistico; l’analisi acustica, che studia il mezzo di

propagazione sonora e considera i fenomeni acustici come fenomeni fisici; l’analisi

articolatoria, che riguarda l’apparato di fonazione e la genesi dei suoni.

Modi di articolazione

Il modo di articolazione dei suoni si differenzia a seconda del tipo di ostacolo che si

frappone all’uscita dell’aria: se l’ostacolo è nullo si hanno le vocali (o vocoidi); se l’ostacolo

è totale, si hanno le occlusive; se è parziale, si hanno le fricative, le liquide, che si dividono

in vibranti e laterali, e le approssimanti; le nasali si pronunciano con il velo palatale alzato,

la cavità orale chiusa e con l’aria che fuoriesce dalle fosse nasali.

Luoghi di articolazione

A seconda dei luoghi di articolazione interessanti nel momento della fonazione, si hanno

suoni bilabiali, labiodentali, alveolari, post-alveolari, palatali e post-palatali, velari, uvulari e

laringali. Nei suoni a ostacolo nullo il luogo di articolazione si configura come il grado di

direzione ed innalzamento della lingua verso il palato; un ulteriore fattore è l’apporto delle

pliche vocali: se c’è, si hanno suoni sonori, se no, sordi.

Classificazione genealogica e metodo comparativo – ricostruttivo

La classificazione genealogica si occupa di determinare se un gruppo di lingue appartiene

ad un medesimo ceppo linguistico: in questo caso si ha una parentela linguistica. Per

giungere a questa conclusione, gli studiosi si servono del metodo comparativo –

ricostruttivo, che si divide in due fasi: la prima consiste nel mettere a confronto una serie di

termini nelle diverse lingue esaminate, notando se c’è somiglianza. Ovviamente questo

non è l’unico fattore preso in considerazione, in quanto le somiglianze possono essere

date da svariati motivi (caso, prestiti, vicinanza geografica...), ma è il punto di partenza.

Una volta accertato che la vicinanza di forme può essere ritenuta un prova della parentela

delle lingue, si passa alla seconda fase, ossia la ricostruzione dell’antecedente. Nel caso

delle lingue romanze questo passaggio non è necessario, poiché l’antecedente, il latino, è

attestato. La seconda fase è invece necessaria per le lingue germaniche: in questo caso è

necessario ricostruire le forme originarie, cercando di spiegare in modo convincente come

si è passati da una fase unitaria precedente alla varietà successiva.

Caratteristiche della parola indoeuropea

Una caratteristica della lingua indoeuropea è la piena autonomia della parola: ogni parola

contiene in sé l’indicazione del significato e del rapporto con le altre parole della frase. La

parola indoeuropea ha una struttura fissa: radice + suffisso (tema) + desinenza; gli ultimi

due elementi possono anche non esserci, ma l’ordine non può cambiare. In mancanza di

suffisso, con la radice direttamente legata alla desinenza, si parla di formazioni radicali.

Apofonia

L’apofonia è un fenomeno di alternanza vocale libera (non influenzata dal contesto

fonetico) e funzionale (è in grado di opporre fra loro forme diverse). Prevede tre gradi: il

grado nero è assenza di vocale, il grado normale quando la vocale è breve, il grado

allungato quando la vocale è lunga.

I casi dell’indoeuropeo

L’indoeuropeo prevede otto casi (comprendendo il vocativo): il nominativo è il caso del

soggetto e di tutto ciò ad esso riferito; l’accusativo è il caso del c

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A.A. 2017-2018
8 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher optical_lens di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Caffi Claudia.