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Attentato a Togliatti e le conseguenze politiche

In seguito all'attentato subito il 14 Luglio da Togliatti per opera di Antonio Pallante (estremista di destra), la sinistra accusò il Governo di operare una politica favorevole alle insurrezioni, organizzando uno sciopero che portò il ministro dell'Interno M. Scelba ad accusare la sinistra per il tentativo insurrezionale. Di lì a poco la CGIL si scinderà in CISL e UIL. Si formarono poi il PCI, il PSI, il P.Repubblicano, l'MSI, che si richiamava al fascismo ed alla repubblica di Salò. Col centrismo di De Gasperi da un lato vi fu un peggioramento complessivo delle condizioni di vita, dall'altro l'introduzione della "scala mobile" e la "cassa per il Mezzogiorno" (introdotta in seguito a manifestazioni e occupazioni terriere da parte dei contadini). Dopo il fallimento della "legge truffa" (legge elettorale che intaccava il sistema proporzionale) di De Gasperi, entrò in scena Fanfani, il...

cui Governo si distinse per il forte sviluppo dell'impresa pubblica e privata. Nel 1956, con Cruscev al potere in Russia, avvenne in Italia la scissione ideologica tra il PSI ed il PCI, accusato di non essersi saputo rinnovare. Parallelamente al resto d'Europa, l'Italia cominciò il suo boom economico, favorito dallo sviluppo industriale, dai grandi flussi migratori, dal boom della meccanica e della chimica. Altrettanto velocemente si diffusero la TV, il cinema e la letteratura. Il "miracolo" si ottenne grazie alla mancanza di sensibili movimenti inflazionistici, all'intreccio tra iniziativa privata e intervento pubblico e alla crescita vorticosa dei grandi centri urbani. Con i fatti di Genova e Reggio Emilia terminò il centrismo politico e nasceva nel frattempo il centro-sinistra. Aldo Moro alla fine del '63 diede vita al primo Governo cui partecipavano anche i socialisti, Governo che fu segnato dalla "crisi del Riformismo".da oscuri tentativi reazionari (De Lorenzo e il Piano Solo), tanto che ilquinquennio 1964-1968,decisamente più tranquillo, fu definito "un periodo di sterile immobilismo e di tempoirresponsabilmente sciupato". Il '68 italiano fu caratterizzato da continue proteste incentrate sull'inadeguatezzadell'istituzione scolastica , in particolare fu criticata la riforma universitaria proposta dal ministro Gui. All'estendersidel movimento studentesco iniziò ad intrecciarsi la ripresa del movimento sindacale, sfociato nell'Autunno Caldo del'69, quando lo sciopero degli operai portò al rinnovo del contratto di un milione e mezzo di metalmeccanici. In questoperiodo il PCI si affermò in maniera decisa, e guidato da Berlinguer registrò un aumento di voti che lo portò fino al34,8% del '76. Con l'attentato di Piazza Fontana operato dai neofascisti e non dagli anarchici; come invece inizialmentesi pensava.cominciò un periodo definito “strategia della tensione”, cui fece seguito il terrorismo legato alle Brigate Rosse, nate nel ’70. Le diffuse esigenze di modernizzazione portarono anche ad alcuni risultati significativi sul terreno legislativo: riforma delle pensioni del ’69, legge sul divorzio del ’70, legge sul diritto di famiglia del ’75 e infine legge contro l’aborto del ’78. Al termine della “golden age” che aveva attraversato l’Europa, l’Italia vide aumentare l’inflazione e il disavanzo dello Stato, cause che portarono Berlinguer a parlare di “compromesso storico” fra partiti, al fine di garantire un superamento della crisi ed evitare colpi di coda reazionari nel paese. Iniziò così una breve fase di coinvolgimento del PCI nell’area di governo, coinvolgimento che portò all’introduzione del consociativismo, della spartizione degli incarichi pubblici fra i

Partiti (lottizzazione), la riforma della RAI (1975) e della Sanità (1978). La fine degli anni settanta, definiti "anni di piombo", fu segnata dal terrorismo di sinistra (rapimento ed uccisione di Moro) e dalla sconfitta sindacale della FIAT. Gli anni 80 sono stati caratterizzati da una decisa ripresa economica, dall'aumento della criminalità nel Mezzogiorno (omicidi di Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino), da morti misteriose di persone illustri (Ambrosoli, Sindona, Calvi) e dall'ascesa politica di Craxi e del PSI (distaccatosi in maniera definitiva dal socialismo). Da rilevare la nascita della Lega Nord e la scissione del PCI in PDS e Rifondazione C. Gli anni 90 sono invece stati caratterizzati dall'affare "tangentopoli" e dall'inchiesta "mani pulite", dalla scomparsa della DC e del PSI, dalla nascita di Forza Italia e dall'ascesa politica di Berlusconi, il cui Governo del '94 fu subito rimpiazzato con quello di Prodi.

Da ricordare il referendum del 18/04/93, dove si impone il superamento del sistema elettorale proporzionale e si introduce quello maggioritario, senza dimenticare la possibilità, da parte dei cittadini, di eleggere direttamente i propri sindaci.

Capitolo XXI Trionfo dell'Occidente? L'idea di un'autorità politica che tuteli i bisognosi è antica. La sintesi più coerente del problema fu l'adozione (1883-89), nella Germania Bismarkiana, di un sistema di tutela dei lavoratori in termini di assicurazioni per la vecchiaia, malattie, infortuni sul lavoro. Dalla matrice socialista emerge uno Stato che governi l'economia e ridistribuisca il profitto tra la popolazione, in misura egualitaria e con un forte potere centrale: la nozione marxista-leninista dello Stato Sociale. Da quella fascista nasce uno Stato liberoscambista a livello nazionale, e con forme d'assistenza verso la popolazione (alle madri, ai giovani...) tese a creare

Aggregazione e sentimento nazionale. Privilegiata la produzione nazionale e una politica di grandi opere pubbliche (infrastrutture). Dopo il 1945, le distruzioni della guerra imposero il problema dei costi politici e finanziari necessari alla ricostruzione. In Unione Sovietica, con un ritorno alla pianificazione centralizzata dell'economia, si privilegiarono le spese di carattere militare a quelle di più urgente bisogno di una popolazione stremata dal conflitto. In G.B. il laburista Attlee (luglio 1945) avviò la costruzione di uno Stato capace di controllare l'economia così da assicurare ai cittadini condizioni di benessere (welfare state). Ma la corsa agli armamenti, il mutamento dei consumi, la rivoluzione tecnologica costituivano forti uscite nel bilancio pubblico. L'esplosione sociale (1968; bassi salari) fu affrontata in G.B. secondo il modello assistenzialista laburista, in Francia mediante un'accelerazione della modernizzazione voluta da

De Grulle (1958); in USA dalla politica rifornista dei presidenti democratici (Truman, Johnson). In Italia un'ardita politica di riforme sociali (una più equa redistribuzione dei profitti) finì con lo scontrarsi con uno scarso incremento della produzione, della produttività e dei profitti. Inoltre invece della privatizzazione, si attuò una politica di pubblicizzazione delle imprese, e il loro peso nell'economia dello Stato divenne particolarmente gravoso (tra il 1963 e il 1979 passò dal 12 al 20%). La situazione peggiorò ulteriormente, e su scala globale, con la CRISI PETROLIFERA DEL 1973-1979. L'impennarsi del costo del greggio provocò una spinta inflazionistica e recessiva drammatica, risoltasi per i paesi più dinamici solo negli anni '80. Il malumore sociale poteva essere sedato solo con politiche di incremento del debito pubblico, cosa che non era sostenibile se non da economie sane e per brevi periodi di

tempo.La risposta a questo cambiamento esigeva una drastica riduzione delle aspettative sociali, attuata in USA, GB, Francia;difficile in Giappone, Italia, Spagna; impossibile in Unione Sovietica. Questa situazione necessitava di un approccio ditipo liberoscambista, e decretò la fine della teoria Keynesiana (che presupponeva la spesa pubblica come incentivo aiconsumi e quindi alla ripresa economica). I primi a muoversi in questa direzione furono Margaret Thatcher (GB) eRonald Reagan (USA). La Lady di ferro privatizzò le principali attività economiche in mano allo Stato, riformò ilsistema sanitario voluto dai laburisti, riassestò il sistema fiscale e quello della sicurezza sociale restituendo al sistemaeconomico inglese quella capacità d’iniziativa che lo aveva reso primo al mondo: il PIL cresce al tasso del 3% medioannuo, l’inflazione si attesta al di sotto dello stesso valore, la disoccupazione (piaga dell’Europa

tecnologica) è inferiore al 6% del mercato del lavoro. Reagan ereditava invece dal democratico Carter una situazione di recessione economica nella quale il tasso di produttività cresceva a ritmi dello 0,6% a fronte di un 4% annuo degli anni '60. Egli ridusse la pressione fiscale e apportò tagli alla spesa sociale; la ripresa ebbe effetti immediati, ma l'incremento delle spese militari (guerra fredda), e la scarsa entrata fiscale provocarono un forte incremento del debito pubblico, trascinando il paese negli anni '90 verso la più lunga crisi economica dal dopoguerra. L'Europa, intanto, visse situazioni diverse: in Francia, Mitterand (presidente 1981) diede vita ad un anno di grande riformismo, ma nel 1982 la mancata ripresa produttiva, il peso degli ammortizzatori sociali e la crisi occupazionale lo costrinsero a una politica di austerità, comunque meno decisa rispetto al caso inglese. Così manovrando, Mitterand riuscì a

riportare la Francia verso livelli di normalità, al pari della Germania, dove Helmut Kohl (cancelliere 1982 dopo Schmidt), in linea con il trend europeo, tagliava oneri e prestazioni sociali dello stato per risollevare il bilancio federale. In Italia, il centro-sinistra risollevò le sorti del sistema scolastico, sociale (pensioni sociali), sanitario, sindacale (diritti dei lavoratori) ma scontratosi con la crisi del 1973-79 non ebbe la forza politica per reagire con tagli a carico dello Stato Sociale e l'economia del paese ne risentì pesantemente. Gli effetti della recessione di quegli anni sfociarono nella profonda crisi monetaria del 1992, data dalla quale iniziò un certo riassestamento delle finanze statali. In ogni caso, l'esperienza occidentale (Europa, USA), riscontrò una notevole capacità di adattamento dei cittadini verso le politiche di "tagli" dei governi, che richiedevano sacrifici in nome di un risanamento che non

tardò a venire.Una linea analoga era impossibile da tenere nei paesi del sistema sovietico: l’azione accentratrice dello stato, e il forteimmobilismo economico del “socialismo reale” si ponevano in antitesi con tali politiche. Ma l’incapacità degliorganizzatori del programma a definire la destinazione delle risorse divenne un vincolo fatale quando le esigen

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A.A. 2012-2013
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della comunicazione e dell'informazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Crainz Guido.