Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
Comunicazione politica - Apologia dei doveri dell'uomo Pag. 1 Comunicazione politica - Apologia dei doveri dell'uomo Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Comunicazione politica - Apologia dei doveri dell'uomo Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Responsabilità

parola sulle 3E se qualcuno alza il dito o la voce parlando di DOVERI, viene tacciato inesorabilmente o, intermini più attuali, viene definito "politicamente scorretto". Siamo dunque in presenza di un atteggiamento che difende a spada tratta i DIRITTI e che nel contempo dimentica i DOVERI.

BREVE XCURSUS STORICO SULLA PAROLA "DOVERE"

Nell'antichità classica

Il termine "DOVERE" ha una storia lunga e tormentata. Qualsiasi dizionario lo fa derivare dal verbo latino "debere" cioè avere qualcosa (che si è ricevuto) da qualcuno. "Debere" non si riferisce però solamente "debito", ma possiede un significato molto più ampio. È connesso a qualcosa che si può "dovere" senza però averla ricevuta in prestito. Sembrerebbe rimandare a un di che "originario", "ancestrale", a cui l'uomo nulla ha chiesto in

“virtus” propria ad un figlio di Dio. Ma la “virtus” altro non è che ladisposizione dell’animo buono ad agire di conseguenza. È sostanzialmente un “habitus” che deve*costruire l’esistenza dell’uomo improntata (nel medioevo), sul senso del Sacro .[* Si può considerare il Sacro come la perfetta sintesi tra la dimensione RAZIONALE e quella A-RAZIONALE. Tale sintesi si dispiega sotto la protezione di una coscienza altamente sviluppata dalpunto di vista del CONSCIO (sfera RAZIONALE), ma in armonia con le spinte pulsionali,istintuali ed emotive provenienti dall’INCONSCIO (sfera A-RAZIONALE). Questa condizione delSacro, contraddistingue l’età medioevale.]

Nella tradizione giuridica tedescaIl tema del DOVERE si ripropone in seguito nella tradizione giuridico tedesca ed in particolar modo5in quella PRUSSIANA, periodo caratterizzato dalla SECOLARIZZAZIONE che culmina poinell’ILLUMINISMO.

contrariamente al medioevo, il DOVERE si radica nello Stato come “supervisore” della vita di tutti i cittadini e, al progressivo venir meno della forza del si laicizza diventando da un lato Accusato dall’opinione pubblica Che si rifà al mondo degli antenati Processo con cui venivano convertiti i beni religiosi in laici; nel tempo sinonimo di “laicizzazione”Autore: Civilini Emanuela Pagina 2/6LEGGE MORALE LAICA, dall’altro, un VALORE CIVILE DI CONFORMITÀ a standard stabiliti dalla società politica e civile. L’uomo si deve attenere pertanto ai DOVERI che gli vengono imposti dallo Stato, dalla sua educazione, dalla società in cui vive. “DOVERE” assume il sinonimo di “costrizione”, in cui la LEGGE ne diventa il perno centrale. Una legge fondamentalmente basata sulla RAZIONALITÀ (non dimentichiamo che siamo nel secolo dei “lumi”) e che si può applicare sia all’io.(ossia ai comportamenti interiorizzati), sia all'esterno. Nel primo caso si parla di "legge morale", pratica". Nel secondo caso, di semplice "ragion In tal caso DOVERE e MORALITÀcoincidono nel nome della RAGIONE che prevale su ogni cosa. Naturalmente la LEGGE non esprime razionalmente soltanto il DOVERE, ma anche il DIRITTO. Da qui una divaricazione tra DIRITTI e DOVERI che andrà accentuandosi sempre più e daràsempre più importanza ai DIRITTI: sino al paradosso di considerare i DOVERI come unSUPPORTO ai DIRITTI! La situazione odierna Esiste infine la posizione di coloro che considerano il DOVERE come una sorta di "abitudine"propria ad un insieme di individui. Abitudine che deve però essere sempre sostituita da qualcosa dipiù alto e diverso, in grado di costituire un nuovo ordine morale. Quindi il concetto di "DOVERE-ABITUDINE" è estremamente relativo (è riferito cioè a

Uno specifico gruppo sociale e non ha situazione odierna, fondamenta universali). Ed è questo estremo relativismo ad aprire la strada alla situazione in cui non esistono più DOVERI ma solamente le esigenze del singolo e quelle sociali. Alla inalienabilità dei DOVERI come specchio di una "realtà superiore", è sostituita l'inalienabilità dei DIRITTI come fondamento dell'esistenza civile. Fuori da questo schema razionale, il DOVERE diventa solo un problema. È dal 1789 (Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo), che i DOVERI hanno iniziato un fatidico declino. Prima di allora, curiosamente, non si parlava di DIRITTI: ma non perché non si sentisse la necessità di averli, ma semplicemente perché non rientravano in un campo problematico. Si tratta quindi di capire come mai l'uomo post-rivoluzione francese, abbia fatto diventare quella dei DIRITTI, una delle maggiori esigenze del genere umano.

titolari, ovvero gli stessi uomini. Questo implica che ogni individuo ha il dovere di rispettare i diritti degli altri, altrimenti si crea un conflitto tra le persone e si compromette la convivenza pacifica nella società. La GIUSTIFICAZIONE della loro ESISTENZA dei DIRITTI dell'uomo è legata al concetto di dignità umana. Ogni individuo, per il semplice fatto di essere umano, ha una dignità intrinseca che deve essere rispettata. I diritti dell'uomo sono quindi strumenti per garantire il rispetto di questa dignità e per tutelare la libertà, l'uguaglianza e la giustizia per tutti. La società moderna ha posto un'enfasi sempre maggiore sui diritti dell'uomo a causa delle ingiustizie e delle violazioni che si sono verificate nel corso della storia. La consapevolezza di queste violazioni ha portato alla necessità di promuovere e difendere i diritti fondamentali di ogni individuo. In conclusione, i diritti dell'uomo sono una risposta alle ingiustizie e alle violazioni dei diritti umani che si sono verificate nel corso della storia. Essi rappresentano un impegno per garantire la dignità e la libertà di ogni individuo, e sono fondamentali per la convivenza pacifica e il progresso della società.

soggetti ed i garanti: ossia sempre gli stessi uomini! La domanda che nasce spontanea è quindi "perché" gli uomini che con tanto zelo proclamano i DIRITTI, poi non li rispettano e addirittura fanno in modo che non vengano rispettati. Le risposte possibili sono due:

  1. Gli uomini sono preda di una pazzia collettiva (ipotesi paradossale).
  2. Gli uomini sono intrinsecamente malvagi (ipotesi più plausibile della prima).

Ci si soffermerà sulla seconda ipotesi.

L'uomo è infatti cattivo e ingannatore e per natura non inganna solo gli altri, ma tende ad ingannare anche sé stesso. L'uomo, viziato teologicamente dal peccato, persegue la sua sopravvivenza ed il suo soddisfacimento a scapito degli altri suoi simili. Sopravvivenza e soddisfacimento che si traducono in POTERE, POSSESSO, CRUDELTÀ, INGANNO.

Un altro aspetto tipico della modernità (come accennato in precedenza), consiste in un

continuo a "chiacchierare" e "disquisire" sul tema dei DIRITTI, senza mai arrivare ad un qualcosa di concreto. Questo accade sostanzialmente per un motivo ben preciso: nell'età moderna si ha un grande sbilanciamento verso ciò che è RAZIONALE e LOGICO, a scapito dell' IRRAZIONALE, della PARZIALE dell' ISTINTUALE, dell' EMOTIVO. Ed ironia della sorte, questa preminenza (che però si totale), pensa utilizza per il suo dominio quanto in realtà esclude (cioè l' IRRAZIONALE, l' INCONSCIO). Tutto ciò presiede anche alla tematica dei DIRITTI, in cui un astratto principio formale, viene assunto come totalità. Il DIRITTO diviene e rimarrà sempre, una pura invenzione RAZIONALE. Un'invenzione che ripiana quello che non c'è: se l'uomo fosse veramente una personalità completa, non avrebbe la necessità di proclamare quello che è parte di sé stesso. E

Poiché l'uomo personalità completa non è, il frutto del razionalismo moderno! Ecco che si verifica il mostruoso vortice della "chiacchiera": LA GIUSTIFICAZIONE DEI DIRITTI è già stato detto come nella società moderna risulti più comodo e meno oneroso, parlare di DIRITTI piuttosto che di DOVERI: situazione assurda in quanto l'uomo (che in continuazione discute sui DIRITTI come una verità straordinaria ed eccezionale), non fa altro che ribadire qualcosa che tutti già dovrebbero sapere alla perfezione. Non per nulla i DIRITTI vengono definiti genericamente come "DIRITTI DELL'UOMO". Quindi perché questi continui discorsi tautologici, sul tema dei DIRITTI? Due ipotesi sembrano le più probabili.

Prima ipotesi: Considerare il mondo come un "mondo a rovescio", situazione tanto cara all'era medioevale con le feste dei folli, in cui si procedeva con un completo

rovesciamento della realtà: questa sembra essere l'immagine più consona all'età moderna che, celata da una maschera improntata sui DIRITTI, è basata in realtà sulle leggi degli interessi e dei mercati.

Seconda ipotesi

Alla base del continuo riferimento ai DIRITTI dell'uomo, c'è l'autoinganno. Si potrebbe quindi pensare che alcuni uomini e istituzioni politico-religiose, vogliano consapevolmente ingannare i loro simili al fine di controllarne i comportamenti e le azioni; in sostanza al fine di esercitare un DOMINIO sui propri simili. Oppure ancora che ci si serva dei DIRITTI come un pretesto per distogliere l'attenzione da problemi di maggiore entità, facendone falso obiettivo.

insomma un

Quella dell'autoinganno è sicuramente una delle ipotesi più plausibili. Infatti la difficoltà di può implicare un più comodo e alternativo ripiego su altro: assumere su di sé il peso

dei DOVERI, sui DIRITTI appunto! L'autoinganno è
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Bonvecchio Claudio.