Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA LETTERATURA DI VIAGGIO
Nasce nel 700 tipico della modernità urbano borghese (periodo caratterizzato da un’apertura cosmopolita,
un’apertura all’internazionale, circolano idee e persone).
Risale al 700 in Inghilterra il Grand Tour (viaggi compiuti da giovani rampolli aristocratici del nord Europa
che partono per andare al sud, in particolare la metà più importante era l’Italia) a viaggiare sono gli
aristocratici (porzione colta della società). I fratelli Verri viaggiarono da Parigi a Londra nell’800. Questa
moda si allarga anche alla classe borghese (nascita del tempo libero), nascono l’alpinismo, il gusto per la
balneazione e la civiltà del turismo popolare. Nel 900 si estende a tutti, nascono infatti i treni, le
autostrade, gli aerei e altri mezzi a costi ridotti per spostarsi da un luogo all’altro.
1896 nasce il Touring Club a Milano, elabora modi di viaggiare
Si diffonde anche la letteratura di resoconti di viaggio (odeporica), genere che ancora oggi è in progressiva
espansione. Perché si diffonde?
1) Leggo di luoghi dove vorrei andare, ma non posso (imparo, vedo mondi nuovi, mi emoziono). Es.
resoconti dell’India di Moravia e Pasolini (stesso luogo stesso momento ma racconti
completamente differenti)
2) Leggo per organizzare un mio viaggio, capisco come misurarmi per l’esperienza che farò
3) Sono tornato dal viaggio e confronto la mia esperienza con quella degli altri (modo a posteriori di
arricchirsi attraverso esperienze altrui)
Goethe viaggio in Italia che definirà la sua formazione culturale, scrive “Viaggio in Italia”. Un suo quadro
rappresenta un’immagine dell’Italia reale diventata però stereotipo (il souvenir nasce nel 700 ed era
generalmente un dipinto di una tipica veduta)
Stendhal scrive “Roma, Napoli, Firenze”, visse a Milano per alcuni anni. Sulla sua tomba a Parigi volle
come epigrafe in italiano: “Arrigo Beyle/milanese/scrisse/amò/visse” in omaggio all’Italia
Lord Hamilton si innamora dell’Italia e si stabilisce a Napoli diventando il punto di rifermento per i futuri
viaggiatori, “fa da cicerone”
COMUNICAZIONE LETTERARIA DEL 900
LEZIONE 18 17/11/15
Approfondimento della lezione precedente:
Questa quarta ripartizione non è di genere cioè ai vari livelli non corrispondono specifici generi letterari
anzi è una distinzione rispetto alla quale i generi sono trasversali diagonali
Il romanzo è presente in ogni livello: Sanguineti per l’avanguardia, sperimentale “la condizione del
dolore”, a livello istituzionale “gli Indifferenti”, Camilleri per l’intrattenimento, a livello residuale
marginale un qualunque harmony)
Il racconto è presente in qualunque livello
La poesia è presente in tutti i livelli: nelle avanguardie si nota nel gruppo 63, per quanto riguarda il
livello istituzionale alcuni nomi sono Montale, Ungaretti, Saba, per la poesia di intrattenimento un
esempio è la raccolta di versi di Toti Scialoja “La stanza, la stizza, l’astuzia” (nasce come autore della
prima avanguardia, è un autore di successo e pubblica questa raccolta presso la cooperativa
scrittori, ovvero la casa editrice costituita dagli avanguardisti per pubblicare le loro opere) la quarta
di copertina del medesimo volume è interessante: “la struttura di queste poesie nasce da un
metodo linguistico automatico, al modo dello scioglilingua, della filastrocca e del nonsense, gioco
fonemico o allitterativo sperimentato per celebrare un tempo e uno spazio di naivetè creativa”; la
quarta si rivolge ad un lettore esperto e chiarisce qual è la natura sperimentale, innovativa (perché
è un gioco linguistico “basato su un metodo automatico”), vi è un legame implicito alla poesia
surrealista/ automatica rivista in termini nuovi nel 63. Le poesie di Scialoja sono spesso illustrate
dallo stesso artista (era anche un pittore/disegnatore), a volte l’illustrazione domina il testo ed è
accompagnata dai versi che sono legati all’immagine in maniera sussidiaria. L’accoppiamento tra
testo e immagine lo troviamo nel livello più basso della paraletteratura e paradossalmente le
filastrocche di Scialoja diventano popolarissime (anche tra i bambini), vengono persino inserite nei
testi scolastici delle medie ed elementari, il progetto molto pensato che la quarta di copertina
propone si traduce in testi semplici, semplicissimi e affabili. L’Ultima opera prima della morte di
Scialoja pubblicata da Mondadori s’intitola “Quando la talpa vuol ballare il tango” e contiene poesie
dedicate al mondo animale, è un’antologia di disegni che contengono testi (esempio di testo di
Scialoja: “Se busso la lepre che m’apre mi copre di baci la punta del naso mi dice “mi piaci per puro
caso”” il programma neoavanguardistico si traduce in un testo semplice, gradevole, affabile e di
),
altissima leggibilità; le poesie di Scialoja sono tutte così. Siamo di fronte a poesie che possiamo
collocare al di là della loro nascita sperimentale all’interno del terzo livello, quello
dell’intrattenimento, a dimostrazione del fatto che i generi sono indipendenti dai livelli che
Spinazzola propone per organizzare la produzione. Esiste anche una poesia residuale marginale,
come ad esempio le avventure di Bonaventura di Sergio Tofani pubblicato sul corriere dei piccoli,
avventure semplici che si scandivano in una sola pagina e si chiudevano sempre con un milione di
lire che veniva dato a Bonaventura come ricompensa. Il fatto interessante è che le didascalie erano
in rima baciata, era una poesia elementare, un testo fatto da rime semplicissime che
accompagnavano delle immagini per bambini (l’ultima vignetta suonava “qui finisce l’avventura del
signor Bonaventura”).
Inizio lezione:
Il Grand tour è un fenomeno di grande rilevanza culturale che riguarda soprattutto l’Europa Settentrionale,
in particolare l’Inghilterra; a viaggiare sono gli aristocratici inglesi che iniziano a concepire il viaggio in modo
nuovo (viene definita come “mania” dei viaggi. I souvenir sono in genere ritratti di paesaggi, ma spesso è
un’iconografia stereotipata, non sono luoghi d’Italia specifici ma stereotipi: paesaggi naturali con castelli
(simbolo della storia e delle guerre) e case coloniche (simbolo del mondo contadino/popolare autoctono).
“Lettera semiseria di Grisostomo e il suo figliuolo” fu scritto da Berchet dopo una cena di letterati
organizzata per l’arrivo in città di Stendhal e Byron.
Emma Hart: moglie di Lord Hamilton, è di origini modeste, fa la governante di una famiglia nobile in
Inghilterra e si fidanza con il nipote di Hamilton il quale ad un certo punto la manda a Napoli dallo zio
invitandolo ad allacciare una relazione sentimentale con lei nonostante la differenza di età (lei 20 lui 40) per
potersi sposare con ola sua fidanzata ufficiale. Questa liaison funziona, i due si innamorano e si sposano.
Diventerà anche lei promotrice dell’immagine dell’Italia all’estero, intratterrà gli ospiti con una serie di
interpretazioni: si travestiva da musa, da dea antica, ripercorrendo l’immaginario classico (in questo
periodo nasce il neoclassicismo, si scoprono le rovine e Pompei). Hamilton è il proprietario della più grande
collezione di vasi etruschi in Italia. Spesso lady Hamilton fu ritratta da numerosissimi pittori durante le sue
esibizioni, interpretava dei quadri viventi, recitava travestita poesie, scene campestri ecc… ottenendo un
successo straordinario. La sua figura darà origine a molti film, libri e opere. Con l’avanzare dell’età il
rapporto tra i due si raffredda e la donna sceglie come suo amante l’ammiraglio Nelson, si fidanzano
ufficialmente, ma lui morirà nella battaglia di Trafalgar e a quel punto lady Hamilton tornerà a rivestire i
suoi panni d’origine e morirà indigente.
La pratica del viaggio nasce nel 700?
Si e no, potremmo dire che si viaggiava anche prima del 700, è sbagliato affermare che la cultura del viaggio
nasca in quel secolo. In realtà l’uomo ha sempre viaggiato sin dalle origine del genere umano, a partire
delle pratiche nomadi delle popolazioni primitive, il viaggio è connaturato all’uomo in quanto essere
umano, viaggiare e raccontare sono abitudini antichissime. L’uomo ha sempre viaggiato per scopi
identificabili, chiari, pratici, utilitaristici (es. scopi commerciali, militari come per conquistare paesi lontani,
ha viaggiato per motivi religiosi, per conquistare la salvezza eterna, pellegrinaggi di massa medievali per
espiare delle pene, per rispondere ad un voto fatto ecc…). Nel 700 nasce una nuova concezione di viaggio, è
vero che si è sempre viaggiato, ma dal 18° secolo in poi si viaggia in un modo nuovo, diverso: i viaggiatori
non viaggiano per motivazioni pratiche o utilitaristiche, ma per il piacere di viaggiare, per un interesse
personale, un interesse generico non mirato a qualcosa, lo fanno anche per motivi culturali, per provare
emozioni nuove, si stabiliscono anche nuove relazioni sociali impossibili da realizzare stando fermi, nasce
anche il turismo (turismo deriva da Grand tour).
La letteratura di viaggio nasce nel 700?
L’odeporica nasce in epoca remota. Nel 1990 esce un libro “racconti di viaggio dell’antico Egitto”, erano
stati trovati dei documenti dell’antico Egitto (2000 a.C.) che raccontava dei viaggi, il che significa che molto
presto al viaggiare si accompagna la consuetudine di dare testimonianza del proprio viaggio scritta per
raccontarla a terzi. Per l’Italia si può citare “Il Milione”, opera canonica della letteratura italiana volgare del
200 scritta da Marco Polo, il quale racconta la sua esperienza. Nel 1500 sono numerosi i resoconti di viaggio
delle grandi esplorazioni di conquista: Magellano, Colombo, Vespucci, James Cook (Cook s’intitola la prima
agenzia turistica inglese nel ‘800, organizza anche il primo viaggio popolare a pagamento) ecc… redigono
dei diari che diventano famosi. “Delle navigazioni e viaggi” scritto da Giovan Battista Ramusio è
un’antologia di viaggiatori uscita nel ‘500 con successo notevolissimo, egli raccoglie testimonianze di
viaggio di esploratori famosi (quelli sopracitati) e le pubblica in una raccolta che ha grande successo. Nel
‘600 esce “La Cina” di Daniello Bartoli, lui è un gesuita che viaggia in Cina e racconta nell’opera la sua
esperienza. In conclusione i racconti di viaggio esistono prima del ‘700, d’altronde è anche vero che nel ‘700
la letteratura di viaggio si impone e dilaga, è come se ci fosse stata una lunga in