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I nativi digitali preferiscono ricevere le informazioni rapidamente da fonti multiple, Sono abili nel
ü multitasking e lavorano con un pensiero parallelo; prediligono immagini suoni e video prima del
testo; hanno un’interazione in real time, I contenuti che utilizzano sono user generereted Content e
preferiscono apprendere ciò che è immediato, rilevante e divertente.
I migranti digitali invece preferiscono ricevere informazioni gradualmente da un numero limitato di
ü fonti, lavorano su compiti precisi con focus specifici, Prediligono I testi per Informazioni scritte;
scattano le informazioni in modo lineare, logico e sequenziale; prendono i contenuti solo da fonti
autorevoli riconosciute.
Cosa causa le differenze generazionali? L’introduzione dei nuovi mezzi di comunicazione e il loro tempo di
adozione (sempre più breve). Siamo passati da un’era industriale ad un’era dell’informazione attraverso la
radio, televisione, Internet, web, blog, Facebook, Twitter, iphone. Nb.Radio: strumento comunicativo più
longevo e persistente. È oggi molto sottovalutato ma ci accomuna tutti. È real time.
Aumenta il tempo on-line per le attività lavorative: in una giornata tipo, il 50% dei ragazzi della Web
generation spendono più di due ore on-line
Cambia anche la percezione dell’attendibilità delle fonti: se prima si consideravano vere solo le informazioni
recepite attraverso la tv, la stampa la radio oggi è tutto cambiato. Le persone credono principalmente alle
conversazioni fatte con familiari e amici, le opinioni e le review on-line dei consumatori e successivamente
dei professionisti, messaggi ed e-mail con amici e parenti, Contenuti dei social network, informazioni sui
prodotti contenuti nei siti internet…. Solo dopo tutte queste troviamo i classici mezzi di comunicazione.
Cambia il modo di imparare: basti pensare che dall’autunno 2016 la Finlandia ha detto stop alla
ü calligrafia e al corsivo nelle scuole; Imparare a scrivere a mano non sarà più obbligatorio.
Cambia il modo di relazionarsi con gli altri e con il mondo: siamo in 5 a cena ma non parliamo tra di
ü noi perché ognuno sta chattando con il suo smarthpone. Interrompiamo una comunicazione per
iniziarne un’altra. Siamo disinteressati alla persona davanti a noi.
L’utilizzo degli strumenti digitali sembra quasi una competenza innata. Ma non bisogna confondere
ü il usare un prodotto con il saperlo usare: un bambino di 3 anni che prende in mano un telefono è
abilissimo a usarlo ma non sa come usarlo
La rivoluzione del mobile: Nel 2014, il 35% della navigazione arriva da mobile, oggi siamo al 60%. Le e-mail
sono aperte e lette quasi esclusivamente da un dispositivo mobile. Se oggi vogliamo fare una campagna, non
necessariamente dobbiamo farla mobile, ma tutta l’interazione che riguarda la campagna deve essere
mobile.
Parte del tempo trascorso con mobile, viene utilizzato attraverso App (la maggior parte di questi infatti sono
Che richiedono connessione ad Internet continua). Ma quanti utilizziamo in media? Sebbene il nostro
dispositivo sia pieno di applicazioni, le applicazioni che utilizziamo tutti i giorni sono solamente 5, in un mese
arriviamo ad un totale di circa 13 applicazioni utilizzate; tutte le altre applicazioni installate sono
praticamente inutili.
Utilizzo dei social network durante la giornata: il 91% degli utenti internet utilizza i social network durante il
giorno. Gli orari più gettonati sono principalmente dopo cena, nel pomeriggio E nel corso della mattinata;
meno indicati invece gli orari dei tre pasti principali. Come già detto lo smartphone È il dispositivo prediletto
per la navigazione sui social network con un notevolissimo distacco dal computer E dal tablet.
Le azioni che gli utenti fanno sui social network sono principalmente leggere I post delle altre persone,
leggere articoli e news, commentare I post degli amici, guardare video….I Social sono quindi un canale chiave
per l’accesso alle news: attraverso questi, gli utenti arrivano poi ai siti o applicazioni dei quotidiani, ai portali
generalisti, alle App collettori di notizie oppure leggo direttamente sui social.
Effetto second screen: chiude la tanta percento delle persone a un secondo schermo attivo mentre sta
guardando la tv. Ma di questi solo il 14% svolgere attività correlata a ciò che sta guardando come twittare in
real time/commentare, cercare approfondimenti o informazioni, comunicare sui social ciò che si sta
guardando, acquistare prodotti visti in tv, visitare i siti della trasmissione, mandare messaggi ad amici per
comunicare o commentare.
Accesso alle informazioni: le prime cinque fonti di informazioni in Italia sono I telegiornali, i giornali radio, i
motori di ricerca, la tv All news e Facebook. Ma tra giovani la gerarchia cambia: È primo posto troviamo
facebook, Seguito da Google, Dai telegiornali, YouTube, gionali radio e app.
Le testate d’informazione internazionali (per la maggior parte statunitensi) sovrastano nettamente la
comunicazione italiana. Quindi anche su Fb, gli algoritmi prediligono notizie e linguaggi provenienti dalle new
internazionali e tralasciano quelle italiane che invece sono quelle che più interessano alla maggior parte degli
italiani.
Prima con i giornali si partiva dalla testata principale e poi si andava avanti, ora con i social si parte da minimi
dettagli per poi andare ad approfondire se interessati. Lettura non più lineare ma scelta dalla persona, è
inutile quindi concentrate tutto nella home page.
La sfida digitale e social oggi è catturare l’attenzione del lettore nei primi cinque secondi altrimenti l’utente
non è interessato. Se non riesco entro quei secondo, mi frego da solo, la comunicazione è inutile.
Contaminazione: La notizia viene continuamente arricchita e modificata dei lettori che continuano a
commentare e ricommentare e condividere dando la loro opinione. Interagire con il lettore complesso. Si sta
definendo un nuovo modo di fare giornalismo e informazione. Su tv o giornali invece la cosa viene vista e poi
si ferma tutto li. Informazione si muove attraverso diversi tipi di media, Aggiungendo ad ogni passaggio nuove
e distinte informazioni. Molteplici punti d’entrata creano immersione nella narrazione.
La comunicazione oggi è una delle merci più rare e disponibili che c’è. Troppi contenuti ma le persone che
leggono o hanno il tempo per farlo sono troppo poche.
Il connubio tra social network e news. È un’azione possibile o necessaria? Gli editori possono pubblicare
articoli sui social network E incassare I proventi pubblicitari. Si apre una nuova piattaforma di comunicazione
giornalistica detta Instant Articles. È un modo per fornire informazioni istantanee, Facile da leggere, Dando
una migliore esperienza al lettore.
Gli utenti hanno anche la possibilità di personalizzare la propria bacheca di informazioni attraverso
ü App o siti internet (come Flipboard) che permettono di selezionare solo I contenuti o le categorie per
noi interessanti per creare un vero e proprio magazine personalizzato E costantemente aggiornato.
Utente viene posto al centro dell’esperienza giornalistica. È lui a scegliere cosa leggere è non più ciò
che vieni fornito dal giornale. È l’utente quindi che trova le notizie ma l’azienda devi dare un aiutino
per farsi trovare.
Esistono anche Applicazioni come Pocket che permette di salvare il link per potersi leggere gli articoli
ü in un secondo momento con calma con calma.
Nell’Era social non è l’editore a trovare i lettori ma sono i lettori a scegliere gli editori. Come fare per farsi
scegliere? Attraverso le funzioni SEO e i social signals: like, Condivisioni, tweet, post, pins vengono letti come
promozione social I utilizzati dai motori di ricerca per indicizzare i contenuti. L’engagement paga in visibilità.
I social signals non incrementano la seo ma sono interpretati come un “approvazione” degli utenti
Uno degli ultimi metodi per fare SEO nei social network è l’#hashtag, metadato che serve per fare branding,
per essere trovati nelle ricerche, Per fare tendenza E per connettersi con altri utenti interessati allo stesso
focus. È traccia abile e monitorabili. Nato inizialmente con twitter ma ora si è diffuso in quasi tutti i social.
Le testate giornalistiche dovrebbero monitorare gli Hashtag per capire ciò di cui parlano gli utenti E adeguare
i loro contenuti editoriali di conseguenza.
I siti più visitati al mondo sono: Google, YouTube, Facebook, Yahoo, Amazon, Wikipedia, Twitter, Bing, eBay,
MSN, Microsoft, linkedin, pinterest, ask, wordpress.
È tutta questione di live: Facebook introduce i video live anche Twitter con l’app Periscope. Così diventiamo
tutti giornalisti, editori, cameramen. Ma bisogna fare attenzione ad alcuni svantaggi: uso intenso della
batteria, problemi di copyright di privacy, necessità connessione internet è buona, è necessario un buon
numero di follower altrimenti comunichiamo per il nulla.
Immagini e video catturano l’attenzione dell’utente molto più dei contenuti testuali, perché la nostra mente
lavora per immagini, un’immagine vale più di 1000 parole, le immagini parlano dritte al cuore, offrono un
linguaggio comune e raccontano storie. Ogni giorno vengono caricate sui social network quasi 2 miliardi di
foto. Le immagini oggi sono più importanti che mai perché abbiamo un massimo di cinque secondi per
catturare l’attenzione degli altri. Il 90% delle informazioni trasmesse al cervello sono visive e le immagini
vengono recepite molto più rapidamente del testo. I contenuti con immagini di impatto ricevono quasi il
100% in più di visualizzazioni rispetto ai contenuti testuali. Oggi il visual storytelling è un modo per catturare
l’attenzione facendo leva sulle emozioni.
Dalle immagini ai simboli il passo è breve: è nata una nuova semiotica. La difficoltà sta però in un ambiente
comunicativo globale, multilingue, Interculturale e pluriesperienziale.
Nb: se pubblico un video sul mio porfilo fb, fb sceglie per noi l’immagine di copertina che non sarà
sicuramente composta da scritte poiché vengono intese come messaggi pubblicitari e quindi evitate
Non possiamo mai essere sicuri che il messaggio che vogliamo inviare a determinate persone arrivi realmente
a loro. Per esempio su un gruppo di 29 persone, solo 7 hanno visualizzato il video nei primi 10 minuti, nella
prima mezz’ora 13. Ma tutti gli altri non l’hanno visualizzato. Per quanto io voglia comunicare digitalmente,
non possiamo essere sicuri che il messaggio arrivi a chi vogliamo.
Lezione 3 – cambiamenti relazioni tra i singoli e i gruppi (community)
Community: Gruppo di utenti di Internet che si scambiano messaggi e partecipano a forum di discussion