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DIRITTO: APPELLO AL CIELO

Questo non viene attivato nello Stato di natura, ma quanto il potere politico si trasforma in

tirannia/tirannide (forma di governo arbitraria che elimina i diritti fondamentali delle

persone).

Visto che sulla terra non c’è più un giudice imparziale, i cittadini in questo caso si possono

appellare al cielo, cioè chiedere a Dio di essere giudice delle loro controversie con il tiranno

e Dio deciderà chi dei due ha ragione nella lotta. Dunque, Locke sostiene il diritto a ribellarsi

(alla resistenza) al tiranno allo scopo di restaurare l’ordine violato.

LA LETTERA SULLA TOLLERANZA

È volta a stabilire la separazione in una società libera tra sfera politica e sfera religiosa.

Chiesa e Stato sono due entità diverse con finalità diverse.

Cos’è uno Stato politico? È un’associazione che ha il potere coercitivo ed è volta alla tutela

di alcuni diritti.

Cos’è la Chiesa? È un’associazione religiosa che, per sua natura, non ha un potere coercitivo

in quanto la Chiesa dovrebbe essere un’istituzione in cui si è liberi di entrare o uscire.

La verità che afferma la religione non si può imporre con la legge dello Stato. Vi deve essere

ampia liberà religiosa (inclusa per ebrei e musulmani), ma in ogni caso la sfera religiosa non

può avere alcun tipo di potere coercitivo sulla vita delle persone.

Locke è a favore della tolleranza religiosa però vi sono, secondo lui, due categorie di persone

che non la meritano:

1. ATEI: non credono nella sacralità dei patti religiosi e dunque, di conseguenza, neppure

nella sacralità dei patti politici (sono cattivi cittadini)

2. BATTISTI (CATTOLICI): avendo due re non si è sicuri a quale re siano fedeli

Nel ‘700 vi sono 2 rivoluzioni (rivoluzione = cambiamento, rottura radicale con la società

presente che viene portata a termine in uno spazio di tempo abbastanza breve e che implica

violenza) che hanno cambiato il destino dell’Occidente:

❖ RIVOLUZIONE AMERICANA (1776):

- Violenta e veloce, ma non radicale

- Causa: motivo fiscale

- Guerra di indipendenza dalla madrepatria inglese da parte delle 13 colonie che si sono

ribellate e che aveva come bersaglio principale il Parlamento inglese (sentito come

potere oppressivo).

- Vogliono perfezionare la società ereditata dagli inglesi, non distruggerla

- Le colonie si danno per la prima volta nella storia una COSTITUZIONE SCRITTA e delle

Dichiarazioni dei diritti. La Costituzione è bilanciata nel senso che tutti i poteri si

controllano reciprocamente

- Non c’è una frattura, ma si fa una cesura con il passato

- Autore principale di riferimento: Locke

❖ RIVOLUZIONE FRANCESE (1789):

- Violenta e radicale, dura 10 anni

- Causa: motivo fiscale

- Esito: instaurazione di una dittatura

- I rivoluzionari francesi vogliono distruggere l’ancien régime, il passato

- Lo strumento che i rivoluzionari francesi si danno per trasformare la società è il potere

legislativo, espressione della sovranità popolare. Il parlamento è un luogo che deve

trasformare con le leggi la società. I 3 tentativi di Costituzione sono Costituzioni

sbilanciate sul potere legislativo: non danno limiti al suo potere.

- Autore principale di riferimento: Rousseau

BENJAMIN CONSTANT

Nato nel 1777 in Svizzera da una famiglia francese protestante rifugiatasi lì dalle

persecuzioni. Prende parte alla Rivoluzione francese (senza ruoli significativi) e poi ha un

ruolo significativo in Europa alla fine della Rivoluzione quando prende il potere il generale

dell’esercito rivoluzionario Napoleone Bonaparte che poi diverrà imperatore francese.

Constant è un fermo oppositore di Napoleone e verrà per questo espulso dalla Francia.

Personaggio a cavallo tra illuminismo e romanticismo. Diverrà importante leader della

minoranza nel parlamento francese. Cosa ha scritto di importante: “Principi di politica”

(1806), “La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni” (conferenza tenuta da

Constant a Parigi nel 1819).

Per comprendere Constant, dobbiamo però comprendere la Rivoluzione francese. Fino

all’epoca precedente a Constant tutti i pensatori progressisti criticavano soprattutto gli

abusi del potere esecutivo. Perfino Locke teme il potere esecutivo più di tutti. Ma dopo la

Rivoluzione francese alcuni pensatori si chiedono se sia davvero cosi decisivo il numero di

persone che comandano, o bisogna domandarsi QUANTO potere viene attributo a chi

comanda. Con la Rivoluzione il popolo è diventato sovrano ma da questo è scaturito il

giacobinismo e ha portato alla decapitazione di circa 30.000 persone a Parigi.

Per Constant NON SI PUÒ TORNARE INDIETRO DAL PRINCIPIO DI SOVRANITÀ POPOLARE: è

un principio sacro e indiscutibile, ma bisogna prendere precauzioni anche dal potere del

popolo.

Egli si chiede perché quel grande evento, Rivoluzione francese, che aveva proclamato (tra

le tante cose) la fine schiavitù, uguaglianza uomini, fine feudalesimo ecc. era partito con un

grande motto di libertà ed è finito col mettere al potere un gruppo di fanatici a capo di una

dittatura (Robespierre), e ha portato alla fine ad una dittatura personale (Bonaparte).

Constant dice che la Rivoluzione francese è frutto di un percorso culturale/intellettuale, non

è nata casualmente e improvvisamente. Questa evoluzione intellettuale è detta

MOVIMENTO DEI LUMI (ILLUMINISMO).

Per Constant vi è stato qualcosa dentro questo percorso illuminista di sbagliato che ha

prodotto questo tipo di conseguenza, la Rivoluzione e tutto ciò che segue.

Constant fa un bilancio delle cose positive e negative che ha portato l’illuminismo:

POSITIVE (a queste eredità non possiamo e non dobbiamo più rinunciare):

- IDEA DEL PROGRESSO: le cose umane possono cambiare in meglio (non devono

necessariamente rimanere così come sono)

- DICHIARAZIONE DEI DIRITTI UMANI

NEGATIVE:

- Chiediamoci qual era l’idea di libertà che avevano gli illuministi. Illuminismo ha sbagliato

quando NON è RIUSCITO A DEFINIRE I LIMITI DEL POTERE PUBBLICO.

- Critica in particolare la definizione di libertà di Montesquieu (padre dell’illuminismo

francese): egli aveva scritto che la libertà consiste nel fare tutto ciò che le leggi NON

proibiscono. Per Constant questa non è una buona definizione perché questa definizione

non dice cosa vieta la legge: la LEGGE POTREBBE VIETARE TUTTO. Espandere la cultura

dei diritti all’infinito comporta restringere le libertà perché per Constant “Esistono

materie nelle quali il legislatore non ha diritto di legiferare, o, in altri termini, vi sono

parti dell’esistenza individuale sulle quali la società non ha diritto ad avere una

volontà”.

Il POTERE DEL GOVERNO, quale che sia il soggetto che detiene il potere (uno, pochi,

molti, rivoluzionario o no), deve essere LIMITATO in quanto questo non può fare leggi

su qualunque aspetto della vita della persona perché altrimenti non vi sono più libertà

individuali. Pertanto, vi devono essere parti dell’esistenza umana su cui qualunque sia il

governo esso non può avere la volontà di legiferare.

- Constant poi critica Rousseau: il principio della sovranità popolare va bene, ma va

limitato perché invece autori come Rousseau hanno pensato che bastasse dare il potere

al popolo e tutti sarebbero stati di fatto liberi. Ma il fatto che il popolo abbia la sovranità

può essere al massimo un principio di garanzia, non un principio di libertà perché il

POPOLO NON È BUONO PER NATURA e può prendere decisioni molto sbagliate. Non

bisogna pensare che il solo fatto che il popolo abbia la sovranità, questo garantirà la

libertà.

Anche in quei luoghi dove si dice che la sovranità appartiene al popolo, quelli che prendono le decisioni sono

sempre pochi: il principio del potere è una cosa concreta, la sovranità del popolo astratta.

Rivoluzione francese ha duplice natura: fino al 1773 è libertaria, dal 1773 in poi è dispotica.

Constant è uno dei principali teorici del LIBERALISMO (come Locke). C’è una grande

differenza con Locke e poi con Tocqueville: Constant DIFENDE le LIBERTÀ INDIVIDUALI, ma

NON SI È INTERESSATO dei PROGRAMMI DI GIUSTIZIA SOCIALE, NÉ di ESTENDERE il

SUFFRAGIO ELETTORALE: accetta sì il principio della sovranità popolare ma vuole un voto

ristretto a una quota di popolazione minoritaria: NON è teorico della democrazia.

COSA INTENDE CONSTANT PER LIBERTÀ?

Libertà è tutto ciò che gli individui hanno il diritto di fare e la società NON ha il diritto di

proibire.

Per Constant esistono 2 limiti principali che il governo deve rispettare:

- I DIRITTI INDIVIDUALI (la libertà individuale è un limite invalicabile per il governo)

- I DIRITTI DELLE MINORANZE (di varia natura)

Aggiunge poi che lo Stato può occuparsi solo di pochi ambiti: ORDINE PUBBLICO, GIUSTIZIA,

OPERE PUBBLICHE e DIFESA.

LA LIBERTÀ DEGLI ANTICHI PARAGONATA A QUELLA DEI MODERNI (1819)

Pone a paragone società antica e moderna, ma l’obiettivo polemico è la Rivoluzione

francese, Rousseau e i suoi seguaci.

L’errore dei rivoluzionari francesi è stato quello di pensare di immettere in un gigante

moderno come la Francia, la testa di un antico che non poteva più essere utilizzata: i

rivoluzionari hanno voluto promuovere all’interno del mondo moderno la libertà degli

antichi. Vi è un’enorme differenza fra la libertà degli antichi e quella dei moderni.

Nell’età antica, e in particolare nel mondo greco e romano, la libertà esisteva, ma gli antichi

avevano un’idea di libertà che è completamente diversa dalla nostra.

LIBERTÀ PER GLI ANTICHI = Consisteva nel far parte della città ed esserne un cittadino, quindi

partecipare al potere politico della società in cui ci si trovava. NON vi erano libertà individuali,

essa era unicamente di tipo politico: poter prendere parte alle decisioni collettive.

Un’unica eccezione nel Mondo antico era data da Atene perché essa era una società dove si

stava sviluppando l’individualismo, una cultura delle libertà individuali, ma a parte Atene, nel

mondo antico libertà coincideva con libertà politica ma non individuale.

Cosa rendeva possibile questo tipo di libertà?

1) Il fatto che si trattava di SOCIETÀ PICCOLE dove era possibile praticare una forma di

DEMOCRAZIA DIRETTA<

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A.A. 2019-2020
68 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher zuriku di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Berti Francesco.