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HHI - Indice di concentrazione
M∑ 2=HHI P jj=1 71j: settore/linea di prodotto;M: numero di settori/numero linee di prodotto;P : quota di fatturato realizzata con le vendite dei prodotti del settore j. In altrejparole, è la quota di prodotti della linea j sul totale delle vendite dell’impresa.Lo stesso indice è utilizzato anche per misurare la concentrazione del mercato, laPdifferenza nel caso della misurazione della diversificazione è che le quote nonisono quote di mercato delle singole imprese, ma quote del settore j nel fatturato totaledell’impresa.L’HHI si ottiene sommando tutte le quote dei singoli settori elevate al quadrato e il suo1 ≤ HHI ≤ 1 .valore varierà tra M1 =P =...=P =...=PPHHI = quando ; ovviamente tanto più è grande 1 2 j MMM tanto più l’indice tenderà a zero. 5 21 1 1 1∑=P =P =P =P = =0,20P = =5∙ = =0,20Es. HHI5 settori ;1 2 3 4 5 5 25 55j=1Quindi l’HHI ci da una misura di concentrazione
dell'impresa in uno o pochi settori; in questo caso il fatturato dell'impresa si distribuisce equamente tra tutti i settori in cui opera l'impresa.
HHI = 1 quando l'impresa opera in un solo settore (M settori della stessa impresa).
Berry Index
M∑ 2=1− =1−HHI
Berry P jj=10 ≤ Berry ≤1
HHI = 1 HHI = 0
Berry = 0 significa minima diversificazione dell'impresa
Berry = 1 significa massima diversificazione dell'impresa, cioè un'impresa opera in un numero molto elevato di settori e realizza in ciascuno un fatturato molto simile. La distribuzione del fatturato tra gli M settori è uniforme, ciascun settore ha la stessa quota all'interno del fatturato totale dell'impresa.
Palepu's (1985) Entropy Index
M ( )1∑ 2TD= P lnj Pj=1 PL'indice di Palepu è un indice dell'entropia, ovvero della dispersione. è la quota rappresentata dalla linea di prodotto j nel totale delle vendite
dell'impresa i e M è il numero delle linee di prodotto. Questo indice può assumere valori tra: (0 ≤ TD ≤ ln M) TD = 0 situazione di minima dispersione, ovvero minima diversificazione. Questo accade quando l'impresa opera in un solo settore, impresa mono-prodotto. In questo caso M=1, di conseguenza TD = 1 e ln M = 0. TD = situazione di massima dispersione, ovvero massima diversificazione. Questo accade quando l'impresa opera in un numero di settori molto elevato e la quota di ciascuno è uguale, ovvero il fatturato di ciascun settore è uniforme a quello degli altri. 1=P1 = P2 = ... = PM (M) ∑(Pj ln M) = M ln TD Pj=1 Sia l'indice TD che quello di Berry misurano la dispersione del fatturato tra i diversi settori in cui opera l'impresa. Standard Industrial Classification (SIC) è un metodo di classificazione degli USA, mentre ISIC è l'International Standard Industrial Classification.ClassificationNACE = metodo di classificazione adottato dall'Eurostat, classificazione statistica delle attività economiche nelle Comunità europee
ATECO = metodo di classificazione adottato in Italia dall'ISTAT
Questi metodi di classificazione raggruppano settori diversi all'interno di categorie che mettono insieme attività economiche simili, cioè che condividono tecnologie produttive, canali distributivi e quindi mercati. La logica è quella di riflettere attraverso dei codici la distanza o la vicinanza tra attività economiche differenti. Queste classificazioni servono a capire quanto correlate o meno siano due o più attività produttive e quindi se potrebbero o meno essere concorrenti.
Esempio: la macro-area industrie tessili si divide in sotto-aree: preparazione e filatura di fibre tessili e confezionamento di articoli tessili, esclusi gli articoli di vestiario; queste ultime presentano delle caratteristiche in comune
Poiché parte della stessa filiera e al loro interno ciascuna prevede attività ancora più simili tra loro. Se qualunque di queste sotto-aree si confrontasse con qualunque area dell'industria di prodotti chimici le differenze sarebbero notevoli.
Effetti della diversificazione su performance: evidenza empirica
Diversi studi mostrano che le imprese diversificate in modo correlato hanno una performance superiore rispetto alle imprese conglomerate. Questo probabilmente si verifica perché le imprese che fanno leva su risorse specializzate (tecnologia ecc.) per diversificarsi in settori correlati riescono a sfruttare quelle sinergie e vantaggi della condivisione tra settori diversi e avere una performance superiore rispetto a chi diversifica utilizzando risorse di tipo generale (es. risorse finanziarie).
Le imprese che hanno diversificato attraverso operazioni di acquisizione e fusione sono poi state costrette a dismettere le attività che avevano acquisito o a
Separarsi dalle fusioni che avevano realizzato in un certo periodo, evidentemente realtà messe insieme non sono riuscite a produrre quelle sinergie e vantaggi che ci si aspettava dall'una o l'altra operazione. Non sempre la diversificazione attraverso strumenti come le acquisizioni e le fusioni funziona.
Negli anni Ottanta, infatti, si è verificata un'onda di processi di rifocalizzazione aziendale; imprese molto diversificate hanno ridotto la propria ampiezza dei settori in cui operavano attraverso una focalizzazione maggiore delle attività che ha portato ad un aumento del profitto. Le imprese che presentano una maggiore specializzazione, rispetto alle imprese diversificate, mediamente producono un valore maggiore; una misura di questo maggior valore è data dalla q di Tobin: BM = valore di mercato, cioè flussi di cassa futuri netti generati dall'impresa (es. impresa quotata è il valore delle azioni).
dell'impresa)BookvalueB = dell'impresa, cioè valore di rimpiazzo delle attività dell'impresa.
Se un'impresa dovesse essere liquidata, ciò che i liquidatori riuscirebbero ad ottenere dalla liquidazione sarebbe il valore di rimpiazzo, ovvero il valore degli assets tangibili (impianti e macchinari).
Questo rapporto misura il valore generato dagli investimenti effettuati dall'impresa: se questa avesse investito 1€ in attrezzature (es. impianti e macchinari) e il valore generato dalla stessa fosse 2€ significherebbe che 1€ investito nell'impresa riuscirebbe a generare il doppio del valore investito.
Questo rapporto, quindi, indica la convenienza ad investire nell'impresa ed è strumento per orientare le scelte degli investitori.
Se > 1 l'impresa riuscirebbe a creare più valore rispetto agli investimenti tangibili effettuati, se < 1 l'impresa
non riuscirebbe a creare più valore degli investimenti effettuati, anzi ridurrebbe valore, e quindi non converrebbe investire in questo tipo di impresa. Le imprese specializzate, tendenzialmente e statisticamente, producono un valore della q di Tobin più alto rispetto alle imprese diversificate, questo perché evidentemente sono gestite in maniera più efficace ed efficiente ed in grado di valorizzare meglio gli assets di cui dispongono. Le imprese possono concentrare le proprie attività sul piano della tecnologia o del mercato, ovvero soprattutto quelle appartenenti a settori che richiedono accumulo di competenze tecnologiche (elettronica o farmaceutica) devono investire in diverse tecnologie prima di operare in uno o più mercati, e quello che si è riscontrato in un campione di imprese analizzate negli anni '90 è che le imprese che hanno ridotto la propria diversificazione tecnologica in un orizzonte temporale hannopeggiorato la loro performance, mentre quelle che hanno ridotto la propria diversificazione di mercato hanno migliorato la propria performance. Le misure di performance rappresentano le variabili dipendenti: log(sales), profits, sales/employees (misura di produttività). Le due variabili di controllo fondamentali downfocus, sono misura che indica quanto le attività commerciali dell'impresa diventano più focalizzate (riduzione dei settori) nel tempo, e techfocus, misura che indica quanto il set di tecnologie dell'impresa è focalizzato. Le imprese che hanno ridotto le attività commerciali/settori in cui operavano hanno goduto di vantaggi in termini di vendite, profitti e produttività; le imprese che invece hanno ridotto le proprie competenze tecnologiche hanno subito un calo delle vendite, dei profitti e della produttività. Quando si analizzano gli effetti della diversificazione sulla performance delle imprese bisogna prestare attenzione al livello di diversificazione e alle strategie di focalizzazione adottate.La diversificazione a cui si fa riferimento è la diversificazione tecnologica. Le imprese che hanno un range di tecnologie piuttosto ampio hanno dei vantaggi, mentre le imprese che hanno un range di business molto ampio hanno degli svantaggi. Quindi più le imprese focalizzano le proprie attività di business, più aumenta la loro performance. Al contrario, più focalizzano le proprie competenze tecnologiche, più subiscono un calo della performance.
Un altro studio su un campione di imprese (variabile dipendente utilizzata: ROS, ritorno sulle vendite) ha dimostrato che imprese molto diversificate, che nel periodo tra '81-'87 hanno realizzato una ristrutturazione aziendale aumentando il focus delle proprie attività commerciali e diminuendo il numero dei settori in cui operavano, hanno avuto un effetto positivo sulla loro performance in termini di ROS. Questo conferma che le imprese che focalizzano le proprie attività tendono a migliorare la propria performance.
performance e di conseguenza il valore dell'impresa.
Interpretazione dei risultati
L'evidenza empirica suggerisce che la diversificazione non correlata gode di economie di scopo limitate rispetto alle imprese che diversificano in modo correlato o che diversificano poco.
Le imprese che diversificano in settori non correlati hanno la possibilità di ottenere vantaggi dalle parenting capabilities e svantaggi dalle diseconomie manageriali.
I top managers aziendali hanno una conoscenza diretta limitata delle strategic business units (SBUs) quando un'impresa opera in