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Commento del III canto dell'inferno della Divina Commedia, per esame di Introduzione a Dante del docente Bellomo Saverio Pag. 1
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Il mal seme d'Adamo: i discendenti di Adamo,

• gli uomini malvagi

Commento

La porta dell'inferno (anti-inferno) e i pusillanimi

e tra loro coloro Celestino V. Caronte. Terremoto

e tuono.

Dante entra attraverso la porta dell'inferno.

Paradiso = città di dio.

Inferno = città del diavolo e quindi come tutte le

città hanno una porta.

E come si usava fare nelle porte medievali in

alcune chiese o delle città stesse c'erano delle

scritte che davano il benvenuto.

Dio per rendere giustizia all'umanità ha creato

l'inferno che inizia dopo l'Acheronte.

Nell'anti-inferno ci sono i pusillanimi = contrario

di magnanimo.

Animo piccolo, sono i vili, coloro che non hanno

mai scelto nella vita , odiosi a dio ma anche al

demonio che non li vuole avere nell'inferno. Sono

coloro che hanno rinunciato a scegliere, a

utilizzare il libero arbitrio.

Il peccato dei pusillanimi si oppone alla virtù

della magnanimità e consiste nel rifiuto di

scegliere tra il bene e il male, rinunciando così al

libero arbitrio.

I pusillanimi sono costretti a inseguire una

bandiera che cambia continuamente direzione,

mentre per le punture dei tafani e delle vespe i

loro volti sono rigati di lacrime e di sangue,

raccolte a terra da vermi. Il collegamento con il

peccato consiste nella costrizione a seguire una

bandiera, che rappresenta quel partito che non

vollero mai prendere. Il loro continuo movimento

si contrappone a quella lentezza che è solita dei

magnanimi e inoltre sono anche invidiosi della

sorta degli altri dannati all'inferno. Tra i

pusillanimi compaiono anche quegli angeli che al

momento della ribellione di Lucifero non si

schierarono né con lui né con Dio. Tra questi

peccatori viene riconosciuto Celestino V papa che

diede le dimissioni perchè secondo una diceria fu

proprio il futuro papa Bonifacio VIII a indurlo

alla rinuncia della carica.

Pena conforme alla loro colpa: così come non

presero mai posizione sono costretti a correre

dietro a una bandiera che gira continuamente e in

più sono costretti a correre in un percorso fangoso

in cui ci sono tafani che pungono e li fanno

sanguinare e i vermi che raccolgono il loro

sangue.

Questa pena si adatta al loro tipo di peccato: le

pene infernali seguono la regola del contrapasso.

Loro sono costretti a seguire la bandiera così

come per analogia loro nella vita hanno seguito

tutte le bandiere, sono costretti a correre quando

invece sono stati pigri nella vita. Le modalità

della pena sono un modo di dante per

rappresentare il peccato stesso = la commedia

non è un opera teorica, per speculare, ma è per

indicare l'azione. La commedia non è un opera

speculativa ma è volta all'azione, appartiene alla

branchia dell'etica, cioè della morale e per questo

i vizi e le virtù vengono rappresentati per farli

capire e indurre l'uomo a non incorrerci.

I pusillanimi non meritano memoria nel mondo.

Ma dante riconosce colui che fece per viltà il gran

rifiuto = Celestino V= papa, che voleva fare vita

monastica, cercò di fare delle riforme fece

l'ordine dei celestini.

Uomo che venne eletto papa ma diede le

dimissioni, fece il gran rifiuto. Rinunciò al

papato.

Dante giudicava male il suo rifiuto perchè caduto

celestino venne papa Bonifacio VIII quello a

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Publisher
A.A. 2017-2018
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nora96_96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia dantesca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Bellomo Saverio.