Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CONDIZIONI COMPORTAMENTALI E PROCESSI DI ANTECEDENTI
Rilevanza del mantenimento
Rilevanza dei risultati conseguiti nel giudizio di sé
Legame personale e rispecchiamento
Confronto con minacce non collegate
Dimensioni del sé implicate nelle diverse componenti del processo di autoregolazione:
- Definizione-selezione degli obiettivi
- Osservazione dei piani strategici
- Valutazione del sé operativo
- Schemi di sé possibili
- Discrepanze tra il sé interno/esterno
Fonte: Mancini (2001)
Il sé e il comportamento: il desiderio di appartenenza
L'autopresentazione ha lo scopo di mantenere e salvaguardare la "faccia sociale".
Incrementa il benessere soggettivo.
Si adatta al contesto (scopi personali, destinatario, situazione e contesto collettivo).
10.
Il ruolo della motivazione nella regolazione della condotta. Il primo processo preso in esame che riconduce al desiderio di stimare con accuratezza le proprie abilità, guida le persone ad acquisire conoscenze più complete, precise e diagnostiche a proposito del sé e delle proprie prestazioni. Si tratta di quello che Trope (1979), chiama bisogno di accuratezza e che motiva gli individui a cercare indici che consentano loro di avere una buona capacità previsionale circa le loro prestazioni future e quindi di esercitare un efficace controllo.
Un forte bisogno che motiva costantemente gli individui nei processi di regolazione della loro condotta è quello che gli psicologi chiamano autoaccrescimento, ossia il bisogno di elaborare sentimenti positivi rispetto a sé e di salvaguardare, proteggere e aumentare la propria autostima.
Un ultimo motivo che guida gli individui nella regolazione della propria condotta è quello che tende a realizzare un
Bisogno di coerenza nelle impressioni che essi veicolano a se stessi (Swann e Ely 1984).
11. L'autostima: dalle ambiguità dell'autodescrizione alla proposta dello IAT.
Nelle pagine iniziali presentando le tematiche del sé è stato citato il contributo pionieristico di James: tra i vari aspetti concettuali legati alla psicologia del sé, dobbiamo a questo autore la definizione di autostima, quale sentimento che l'individuo matura a proposito di sé, nel momento in cui confronta il sé effettivo con il sé ideale. Molto degli strumenti d'indagine elaborati per cogliere gli elementi fondamentali degli esiti di questo confronto sono basati su misure dell'autovalutazione che i partecipanti propongono, quando valutano se stessi e le proprie prestazioni. Gli strumenti utilizzati hanno dimostrato di essere eccessivamente palesi nell'individuare il costrutto ipotizzato e quindi tali da provocare risposte non sempre frutto.
Di un onesta valutazione della propriecaratteristiche. L'ambiguità ottenuta con gli strumenti tradizionali fa emergere i risultati contradditori sugli studi fatti sullarelazione tra misure dell'autostima e reazioni dei partecipanti a feedback negativi. James aveva a suo tempo previsto che una persona caratterizzata da una genuina alta autostima avrebbedovuto sopportare senza troppe preoccupazioni un feedback di tipo negativo. Risultati non chiari si sono avuti confrontando i punteggi di autostima ottenuti in contesti situazionali in cuidiverse erano le pressioni all'impiego di strategie di autopresentazione. Tutte queste considerazioni hanno recentemente suggerito l'impiego di tecniche indirette per la rilevazionedell'autostima, analogamente a quanto si è proposto nel settore degli atteggiamenti. Un interessante contributo metodologico che ha suscitato notevole interesse tra gli studiosi è "il test di associazione implicita".
(Implicit Association Test, IAT), proposto da Greenwald e dal suo gruppo.
Da slide Prof. Mosso:
TEORIA DELL'AUTOCONSAPEVOLEZZA (Duval e Wicklund, 1972)
Quando l'attenzione è rivolta su di sé e il sé può diventare l'oggetto dei propri pensieri... il sé attuale si confronta con degli standard interni
Due conseguenze:
- Quando i valori del sé diventano salienti è più probabile comportarsi in accordo con le norme sociali condivise
- Accentuazione possibili disagi legati a discrepanze nelle rappresentazioni di sé.
Es: la presenza di uno specchio rendeva meno probabili i "furti" (Beaman et al., 1979)
- L'autoconsapevolezza può essere ridotta attraverso l'assunzione di sostanze (alcool, droghe, etc)
Es: Persone con un alto livello di autoconsapevolezza bevono più alcolici dopo un fallimento (Hull e Young,1983)
- Relazione tra autoconsapevolezza nei cantanti e
l’uso di sostanze 36 Scala di automonitoraggio Indicare VERO o FALSO per ciascuna di queste affermazioni: 1. Trovo difficile imitare il comportamento delle altre persone 2. Penso di metter su uno spettacolo per impressionare o intrattenere le persone 3. Probabilmente sarei un ottimo attore 4. A molte do agli altri l’impressione di provare emozioni più profonde di quanto non sia in realtà 5. In un gruppo di persone raramente sono al centro dell’attenzione 6. In situazioni diverse e con persone diverse, spesso agisco come se fossi una persona molto diversa 7. Posso sostenere solo le idee di cui sono già convinto 8. Per andare d’accordo ed essere apprezzato, tendo ad essere più di ogni altra cosa, quel che le persone si aspettano che io sia. 9. Posso ingannare le persone mostrandomi amichevole mentre in realtà le detesto 10. Non sempre sono la persona che appaio essere D: 1,5,7 calcolate 1 punto per ogni risposta Falso. Per le restanticalcolate 1 punto per le risposte Vero. Sommate i punteggi se avete ottenuto >7 probabilmente siete una persona ad alto livello diautomonitoraggio, viceversa se avete ottenuto <3 probabilmente siete una persona a basso livello diautomonitoraggio Il sé quale punto di riferimento Il riferimento al sé •- Profondità dell’elaborazione- Teoria della simulazione La proiezione sociale • 3712. Come funziona lo IAT e come può essere impiegato quale misura indiretta dell’autostima Secondo la psicologia cognitiva i modelli utilizzati per rappresentare le conoscenze sono complesse strutture reticolari di concetti (nodi) connessi uno all’altro nella memoria per mezzo di legami che possono risultare forti o deboli a seconda della loro vicinanza semantica. Tali modelli presentano 2 fenomeni particolarmente interessanti: 1. Attivazione di tipo automatico: valutazioni di piacere, giudizi di preferenza, significato delle parole non necessitano di
strategie di scelta consapevoli.
2. Diffondersi degli effetti in partenza da un nodo concettuale: un nodo concettuale attivato in memoria favorisce l'elaborazione delle informazioni collegate semanticamente e quindi se richiamo alla mente un concetto, le parole ad esso collegate secondo il modello mentale a disposizione, scaturiranno con maggiore facilità rispetto a quelle non collegate (vedi esperimento Fazio, Jackson, Dunton e Williams - 1995 con volti di persone bianche e di colore).
L'attivazione di tipo automatico ed il principio di diffusione da un nodo centrale sono stati il punto di partenza per lo sviluppo di un paradigma sperimentale chiamato IAT (Greenwald, McGhee e Schwartz - 1998) che serve a misurare le associazioni di tipo automatico che gli individui realizzano tra concetti e attributi. Si tratta di far apparire sullo schermo di un computer associazioni di parole e di chiedere al soggetto di dare una sua opinione a riguardo premendo dei tasti. Quando
vengono visualizzate combinazioni negative riguardo lapercezione di sé, se i tempi di risposta saranno più elevati rispetto a quelli positivi allora si può dedurre che il soggetto abbia un elevato livello di autostima mentre i risultati saranno opposti in presenza di soggetti con bassa autostima.Capitolo sesto - Gli atteggiamenti
- Le origini del concetto di atteggiamento: il contributo di Thurstone
Thurstone – 1929: misurazione degli atteggiamenti con metodo intervalli apparentemente uguali.
3 aspetti fondamentali:
- Natura del costrutto di atteggiamento: stato psichico complesso inferibile a partire dalle risposte soggettive inerenti gli atteggiamenti.
- Natura del continuum sul quale disporre le posizioni di atteggiamento: in base a dei fattori variabili è possibile misurare il livello di positività o di negatività di un atteggiamento.
- Corrispondenza tra collocazione soggettiva e risposte manifeste: partendo dalle risposte dei
Il tuo compito è formattare il testo fornito utilizzando tag html.
ATTENZIONE: non modificare il testo in altro modo, NON aggiungere commenti, NON utilizzare tag h1;
questionarimanifestanti a riguardo degli atteggiamenti credenze e pensieri maturati, sentimenti e stati affettivigenerati, intenzioni future comportamentali si misura il tipo di atteggiamento dei soggetti.Problemi: Difficoltà di interpretazione dei questionari, Interferenze dovute all’effetto di desiderabilità sociale, Mancanza di un quadro teorico di riferimento. Scarso interesse (anni ’30 e ’40) del comportamentismo (corrente più importante) verso l’argomento.
2. L’atteggiamento come costrutto complesso: AllportAllport – 1935: definisce l’atteggiamento quale stato di prontezza che esercita una influenza dinamica neiconfronti delle risposte che gli individui stanno per emettere.Viene colta una caratteristica fondamentale dell’atteggiamento: l’articolarsi in componenti: l’atteggiamentoviene concepito come un costrutto basato sulle strutture di organizzazione delle credenze e dei processi adesse
collegati.Vengono presi in esame tutti i possibili atteggiamenti dai momentanei stati d'animo ai set di tipo motorio (p.e.velocista che aspetta il via) Non compatibile ed applicabile nel contesto del continuum di Thurstone. 3. Gli atteggiamenti e gli studi sulla persuasione: HovlandHovland – 1957: studi sul processo persuasivo indagando sull'efficacia della modificazione del comportamento. L'atteggiamento veniva misurato prima e dopo la somministrazione del messaggio: si poteva inferire il grado di favore o sfavore a riguardo del messaggio percepito, ma nulla poteva essere compreso in merito alle strutture ed ai meccanismi che avevano prodotto tale atteggiamento. (1949) – studi degli effetti della comunicazione televisiva sull'audience (percezione del noioso e dell'interessante) e nel campo della politica studi sulle risposte comportamentali in situazioni di aumento della tensione emotiva attaccando o difendendo le posizioni dei soggetti. 4. Allaricerca de