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L’ESPROPRIAZIONE

È un istituto giuridico in base al quale un soggetto, previo compenso di una giusta

indennità, può essere privato, in tutto o in parte, di uno o più beni immobili di sua proprietà

per una causa di pubblico interesse legalmente dichiarata.

Il Codice fa riferimento sia all’espropriazione di beni culturali “immobili” sia di quelli

“mobili”. Perché tale espropriazione possa essere autorizzata dal Ministero occorre il

necessario presupposto dell’importante interesse pubblico. Fine dell’espropriazione non è

la conservazione o l’incremento del patrimonio culturale ma il miglioramento delle

condizioni di tutela ai fini della fruizione pubblica dei beni medesimi. La pubblica utilità è

dichiarata con decreto ministeriale o anche con provvedimento della Regione comunicato

al Ministero e deve contenere espressamente la motivazione che induce alla scelta

dell’espropriazione. Dichiarata la pubblica utilità le procedure per fissare l’indennità

proseguono tra l’espropriante e l’espropriato.

L’art. 99 riguarda la commisurazione dell’indennità di esproprio per i beni culturali e

prevede come criterio quello della commisurazione al valore venale.

LA VALORIZZAZIONE

Comprende tutte quelle funzioni e attività dirette a promuovere la conoscenza del

patrimonio culturale e ad assicurarne l’utilizzazione e fruizione, la promozione e il

sostegno ad interventi di conservazione.

La valorizzazione costituisce una materia caratterizzata dall’interazione tra soggetti

istituzionali e tra attori pubblici e privati. Il ruolo dei privati oltre ad essere espresso in via

generale nell’art. 9 Cost. è ribadito dal principio di sussidiarietà orizzontale contenuto

nell’art. 118 del Codice. Quest’ultimo afferma che la valorizzazione può essere sia ad

iniziativa pubblica che privata. Tra i soggetti privati un ruolo particolare è ricoperto dalle

fondazioni bancarie con le quali lo Stato e gli altri enti pubblici territoriali possono stipulare,

anche congiuntamente, dei protocolli d’intesa per coordinare gli interventi di valorizzazione

e garantire l’equilibrato impiego delle risorse finanziarie messe a disposizione. Non va

dimenticato che anche le università, gli istituti scolastici ed altri soggetti pubblici e privati

possono concorrere alla realizzazione, alla promozione e al sostegno delle ricerche e degli

studi.

GESTIONE

Il Codice concepisce la gestione dei beni culturali come parte della valorizzazione e come

attività diretta, mediante l’organizzazione di risorse umane e materiali, ad assicurare la

fruizione dei beni culturali.

La gestione delle attività di valorizzazione spetta allo Stato, alle Regioni o agli altri enti

pubblici territoriali sulla base della disponibilità che essi abbiano dei siti o dei beni da

valorizzare. La competenza legislativa spetta invece allo Stato.

Le forme di gestione diretta sono svolte mediante strutture organizzative interne

all’amministrazione dotate di adeguata autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e

contabile e provviste di idoneo personale tecnico. Le forme di gestione indiretta sono

svolte mediante l’affidamento diretto a istituzioni, fondazioni, associazioni, consorzi,

società di capitali o altri soggetti. Lo Stato e le Regioni possono ricorrere alla gestione

indiretta solo se maggiormente rispondente ad assicurare un adeguato livello di

valorizzazione.

LUOGHI ED ISTITUTI DI CULTURA

Il Codice riserva un ruolo speciale ai luoghi ed agli istituti di cultura (musei, archivi,

biblioteche, aree e parchi archeologici, complessi monumentali) che giocano un ruolo

chiave nella valorizzazione dei beni culturali essendo destinati alla fruizione pubblica degli

stessi. Nel caso in cui siano privati e aperti al pubblico il servizio reso alla collettività viene

comunque riconosciuto come servizio di utilità sociale.

L’ACCESSO AGLI ISTITUTI E AI LUOGHI DELLA CULTURA

L’accesso agli istituti e ai luoghi della cultura può essere “gratuito o a pagamento”.

La garanzia di gratuità è invece posta in relazione all’accesso a biblioteche ed archivi

pubblici, laddove esso abbia finalità di studio e di ricerca. I casi in cui l’accesso debba

avvenire gratuitamente e liberamente sono stabiliti dal Ministero, dalle Regioni e dagli altri

enti locali.

Nel caso di onerosità dell’ingresso l’accesso è consentito dietro pagamento di un biglietto.

In tal caso il soggetto competente alla valorizzazione deve: fissare le categorie dei biglietti,

i criteri per la determinazione dei relativi prezzi, le modalità di emissione, distribuzione,

vendita, riscossione e l’eventuale percentuale degli incassi da devolvere all’Ente nazionale

di assistenza e previdenza.

Per i beni privati le modalità di visita devono essere concordate tra il proprietario e il

Soprintendente che ne darà comunicazione al Comune o alla città metropolitana nel cui

territorio si trovano i beni.

I SERVIZI DI ASSISTENZA CULTURALE E DI OSPITALITA’

“Servizi aggiuntivi” gestiti direttamente o in forma esternalizzata. Alcuni:

a) servizio editoriale e di vendita di materiale informativo e delle riproduzioni di beni

culturali;

b) servizi riguardanti beni librari e archivistici per la fornitura di riproduzioni e il recapito

del prestito bibliotecario;

c) gestione delle raccolte discografiche, di diapoteche e biblioteche museali;

d) servizi di accoglienza;

e) servizi di ristorazione;

f) organizzazione di mostre e manifestazioni culturali, di iniziative promozionali.

I MUSEI

“Struttura permanente che acquisisce e conserva, ordina ed espone beni culturali per

finalità di educazione e di studio” destinata a pubblica fruizione.

Un esempio dell’evoluzione delle tipologie museali è rappresentato dai musei all’aperto. I

parchi archeologici sono ambiti territoriali caratterizzati da importanti evidenze

archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali attrezzati

come musei all’aperto. Gli ecomusei sono musei all’aperto caratterizzati da una moderna

organizzazione volta a tutelare tutti i valori presenti in un certo territorio, dai valori

architettonici e storici a quelli culturali, della tradizione e del costume.

GLI ARCHIVI Artt. 122-130

L’ACCESSO AGNI ARCHIVI ED ALLE BIBLIOTECHE

Art. 103: “l’accesso alle biblioteche ed agli archivi pubblici per finalità di sola lettura, studio

e ricerca è gratuito”. Mentre sono certamente esclusi da tale regime i servizi di

riproduzione e in via generale i servizi aggiuntivi.

LA FRUIZIONE INDIVIDUALE

Accanto alla fruizione collettiva dei beni da parte della comunità il Codice contempla la

possibilità di un uso individuale dei beni che lo Stato e gli altri enti pubblici abbiano in

consegna. Tale fruizione individuale è subordinata al rilascio di un atto concessorio e al

pagamento di un canone.

LA SPONSORIZZAZIONE

Erogazioni liberali gratuite e spontanee dal privato con precise finalità pubblicitarie.

LE AGEVOLAZIONI FISCALI

Attraverso questo tipo di finanziamento indiretto alcuni aspetti concernenti la destinazione

della spesa pubblica vengono decisi dagli stessi soggetti nel cui favore l’agevolazione

fiscale è prevista.

I BENI PAESAGGISTICI

LEGGE N. 431/85, "LEGGE GALASSO"

Costituisce la prima normativa organica per la tutela degli aspetti naturalistici del

territorio italiano incidendo decisivamente anche nel campo particolarmente delicato dei

rapporti tra Stato e Regioni.

La norma classifica come bellezze naturali soggette a vincolo tutta una serie di territori

individuati in blocco e per categorie morfologiche senza la necessità di alcun ulteriore

provvedimento formale da parte della pubblica amministrazione.

Ghiacciai e circhi glaciali ; parchi e riserve naturali ; le zone umide ; i territori ricoperti

da foreste e boschi ; le zone di interesse archeologico ; i territori costieri ; fiumi,

torrenti e corsi d’acqua .

CODICE

L’art . 2 del Codice, precisando che i beni paesaggistici fanno parte del patrimonio

culturale e pertanto sono beni culturali, affida la tutela del paesaggio alla potestà

legislativa dello Stato ; la valorizzazione a quella concorrente tra stato e regione .

DEFINIZIONE PAESAGGIO.

“ Il paesaggio è una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla

natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni “.

E’ possibile operare una tripartizione dei beni paesaggistici :

1. beni individuati a seguito di procedimento amministrativo (dichiarazione di notevole

interesse pubblico);

2. beni tutelati ope legis ;

3. beni tutelati in base a piani paesaggistici .

Il nuovo Codice attribuisce rilevanza primaria ai PIANI PAESAGGISTICI che diventano lo

strumento fondamentale di protezione, valorizzazione e gestione del paesaggio.

Le Regioni, il Ministero e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio possono

stipulare accordi per l’elaborazione d’intesa dei piani paesaggistici.

Il piano deve ripartire il territorio regionale in ambiti omogenei, da quelli di elevato

pregio paesaggistico fino a quelli significativamente compromessi o degradati,

determinati in funzione dei diversi livelli di valore paesaggistico riconosciuti, così

da attribuire a ciascun ambito adeguati obiettivi di qualità paesaggistica.

In sostanza la Regione, adottando il piano paesaggistico, ha la possibilità di scegliere per

ogni ambito, le forme più idonee di protezione e di valorizzazione dei caratteri

paesaggistici dei luoghi.

La qualificazione di un bene immobile come bene paesaggistico ha l’effetto di costituire su

quell’area un vincolo dal quale conseguono limitazioni e doveri :

 limitazioni al potere di godimento e di disposizione del proprietario e dei titolari di

diritti di godimento sul bene.

 dovere di conservazione dello stato attuale dell’area soggetta a protezione.

 limitazione di tutte quelle attività che possono determinare un’alterazione dello stato

dei beni vincolati tale da pregiudicare i valori paesaggistici insiti nell’immobile

protetto.

Coloro che intendano eseguire opere o interventi su beni paesaggistici sono tenuti a

richiedere apposita autorizzazione. Essa consiste in un apprezzamento tecnico

discrezionale con cui si opera un giudizio di compatibilità del progetto di opere ed

interventi proposto con quelle caratteristiche del bene paesaggistico che ne richiedono la

protezione ; a tal fine il progetto deve indicare in modo sufficientemente chiaro e preciso le

modificazioni che si intendono eseguire.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
11 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher hypatia2.0.81 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Normative di tutela dei beni architettonici e paesaggistici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria o del prof Salazar Michele.