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I vettori per il clonaggio dei geni servono per amplificare il DNA che ci interessa, si
utilizzano piccoli frammenti di DNA (plasmidi) o si usano vettori fagici. I plasmidi hanno
dimensioni diverse alcune sono grandi altri piccoli, si hanno due grosse categorie gli high
copy number e i low copy number. Più è grande il vettore più sarà un low copy number
Marker di selezione sono i geni che conferiscono la
resistenza verso un antibiotico specifico questo perché poi
la resistenza è utilizzata per riconoscere i batteri su cui
vengono inseriti i vettori mettendoli su un terreno con
antibiotico
Di solito dei batteri che vengono usati, solo una piccola percentuale riceve il vettore
(batteri ricombinanti), solo questi batteri sono in grado di crescere in terreno antibiotico,
si solito i trasformanti hanno solo una resistenza.
Propagazione del vettore nei batteri con i plasmidi essi si replicano del batterio e durante
la divisione cellulare vengono divisi nelle cellule figlie, con l’episoma invece si ha
un’integrazione del vettore nel genoma dell’ospite
Grandezza dei plasmidi si misura in kbase, in base a cosa si vuole fare si decide che
grandezza utilizzare, vettori molto grandi usati per clonare frammenti di DNA molto
grandi, vettori molti grandi si replicano in tanto tempo, tutti i plasmidi possiedono una
serie di geni che codificano elementi necessari sufficienti alla loro duplicazione
Fagi due tipi il fago con testa e coda (la
teste contiene il DNA che viene iniettato
attraverso la coda) e fago filamentoso
(rivestimento proteico con dento la
molecola di DNA che interagisce
direttamente con le molecole del
capside)
I vettori derivanti da M13 (fago filamentoso) sono molto utili per il phage display per fare
studi di interazione proteina - proteina
Purificazione del DNA si ha una grande quantità di DNA dentro i batteri, per ottenere quel
DNA bisogna purificare i plasmidi, per farlo bisogna isolare i vettori dal resto della cellula
procariote, per farlo si parte dalla coltura batterica e si fa una centrifugazione del
composto, a questo punto si lisa con determinati buffer (memoria tampone) e si isola
dalla miscela solo il DNA d’interesse e si concentra per ottenere una soluzione ad alta
concentrazione
Se si semina i batteri si prendono le colonie dentro una provetta con terreno liquido si fa
crescere (incubazione a 37 C°) per una notte ottenendo così una grande quantità di
batteri, di solito la soluzione dopo la notte è torbida indicando così che i batteri sono
cresciuti
Per calcolare la concentrazione di batteri nel terreno di coltura si usa un’analisi
spettrofotometrica, ovvero si misura l’assorbanza della luce; un fascio di luce viene
proiettato attraverso la provetta e in base alla luce d’uscita si ottiene un output e quindi l’intensità
della luce che esce sarà inferiore, conoscendo la lunghezza d’onda e le proprietà fisiche del mezzo
(provetta) si ottiene così la percentuale di concentrazione della coltura. Esiste una relazione tra
assorbanza e luce incidente, tramite un algoritmo si ottengono così i valori di ciò che si sta
misurando, se si misurano diversi composti si ottengono diverse letture.
Retta di taratura
Fasi di purificazione:
Centrifugazione, la velocità di centrifuga dipende dalla grandezza di ciò che
vogliamo separare
Al termine della centrifugazione si ha l’isolamento dei batteri
Si rompono i batteri per ottenere il DNA all’ interno, si può fare sia in
maniera fisica che chimica
Si ottiene una soluzione di DNA puro
Isolare utilizzando una miscela di fenolo, si ottiene così una fase acquosa di
DNA e RNA, il fenolo non si mescola con l’acqua, si ha netta divisione
Utilizzo della cromatografia a scambio ionico:
sfruttiamo le caratteristiche chimico fisiche del DNA che è
carico negativamente, si utilizzano sfere cariche
positivamente che attraggono il DNA, per staccare le
molecole di DNA dalle sfere si utilizza una soluzione ad
alta concentrazione di sale
Un’altra tecnica è:
Misurazione della
concentrazione del DNA per
calcolare quanto DNA ho si utilizza lo spettrofotometro misuro quindi lo
spettrofotometro
Come si si sola il DNA plasmidico le dimensioni
sono un fattore discriminante, il DNA batterico è
molto più grande e ha una conformazione diversa, si
utilizza una forza di gravità diversa per far
precipitare i componenti più gradi, si può isolare sul
fondo il genoma dell’ospite da quello dei plasmidi, il
DNA plasmidico è super avvolto aumentando la densità distinguendolo dal vettore
rispetto al genoma dell’ospite Isolamento del DNA attraverso un
intercalante che è fluorescente ed
è formata da strutture cicliche e
conferisce quindi una struttura
piatta che a contatto con il DNA si
va a legare con i legami H
rendendolo visibile e identificabile
all’interno della soluzione
Isolamento del DNA fagico si sfruttano le differenze di dimensioni tra un virus rispetto a
una cellula procariotica, si utilizza quindi la centrifuga facendo precipitare i batteri che