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CLASSICI DELLA
PSICOLOGIA
1.La storia della psicologia: correnti e autori classici
La nascita della psicologia scientifica: Wilhelm Wundt
BIOGRAFIA: Nasce a Neckarau, in Germania nel 1832. Studia presso l'Università di Tubinga e
Heidelberg dove è stato assistente del fisiologo Herman von Helmholtz. Insegna fisiologia a
Heidelberg e nel 1875 diventa professore di filosofia all'Università di Lipsia dove fonda nel 1879 il
primo laboratorio di psicologia sperimentale. Nel 1881 crea la prima rivista ufficiale di psicologia
(Philosophische Studien che diventerà Archiv für die gesamte Psychologie). Il suo merito è stato
quello di operare una sintesi tra alcune tendenze della psicologia, della biologia e della filosofia
dell'800. Dalle sue teorie derivano due indirizzi in parte contrapposti: Funzionalismo e
Introspezionismo. Le sue opere più importanti sono: Elementi di psicologia fisiologica (1873-74);
Compendio di psicologia (1896); Psicologia dei popoli (1900-20).
Wilhelm Wundt (1832-1920) pur avendo studiato fisiologia, viene considerato il primo psicologo e
viene ricordato per aver fondato il primo laboratorio di psicologia sperimentale e Lipsia nel
1879, in Germania. Il suo obiettivo era di raccogliere dati empirici secondi i criteri delle scienze
naturali. L'oggetto della psicologia è l'esperienza diretta o immediata (distinta da quella indiretta o
mediata che studiano i fisici e i chimici) che è caratterizzata da immediatezza, mancanza di
interpretazione, giudizi e ragionamenti, dall'essere “pura” e consapevole. I contenuti psichici sono
realtà complesse che possono essere scomposti nelle unità più semplici che li costituiscono
(elementarismo) e la psicologia deve utilizzare il metodo sperimentale per studiare le funzioni
elementari della mente e conferirle oggettività. Wundt cerca di scoprire cosa accade quando
percepiamo qualcosa osservando in modo sistematico e misurando stimoli di diverso tipo; uno
stimolo è un qualunque tipo di energia fisica che eserciti un condizionamento su una persona e
determini una risposta.
Il Laboratorio di Wundt è il luogo dove si è formata la prima generazione di psicologi sperimentali
europei alla fine dell'800. Il metodo sperimentale utilizzato si basa sull'introspezione sistematica;
una tecnica di auto-osservazione e di descrizione minuziosa di ciò che il soggetto prova e
percepisce posto davanti a stimoli diversi (esperimenti condotti su persone preparate a eseguire tale
metodologia) → il soggetto era sottoposto ad uno stimolo che lo psicologo poteva controllare, e
aveva poi il compito di descrivere i processi sensoriali esperiti con minuziosa cura. Con questo
metodo studiò la vista, l'udito, il gusto, il tatto, la memoria, la percezione del tempo etc. Il tempo di
reazione è il metodo paradigmatico di questa psicologia sperimentale. I primi che hanno misurato i
tempi di reazione sono stati Donders e Helmholtz (del quale Wundt fu assistente studiando la
misurazione della velocità degli impulsi nervosi) che hanno scoperto che individui diversi
rispondono con velocità diverse allo stesso stimolo portandoli a concludere che il tempo di reazione
di un singolo individuo dipende dal numero di “passaggi” mentali necessari ad elaborare lo stimolo
e produrre la risposta. Attraverso i tempi di reazione è quindi possibile ricostruire i processi mentali
indirettamente. Wundt nelle sue ricerche ha misurato la velocità dei processi mentali semplici,
partendo dal presupposto che le funzioni più veloci sono quelle più elementari. Individuati tali
processi, si può capire come questi si combinino tra loro per dare origine a processi mentali più
complessi. Cerca quindi di misurare i tempi di reazione di soggetti sottoposti a due compiti diversi,
uno più complesso dell'altro, per poi sottrarre il tempo di reazione più breve da quello più lungo, per
verificare il totale del tempo richiesto dai processi mentali nello svolgere i compiti. Con i risultati di
questi esperimenti ha messo in risalto la dimensione temporale dei processi, favorendo però una
concezione semplicistica dei processi psichici che potevano essere addizionati e sottratti come e
fossero blocchi separati e distinti. Wundt riconosce però che non tutto è operazionalizzabile e
analizzabile secondo un rapporto diretto con le variabili sperimentali: tutti i contenuti complessi
hanno la loro sede adeguata di indagine al di fuori della psicologia individuale e vanno trattati
nell'ambito della “psicologia dei popoli”. Attraverso il ricorso all'osservazione e a un metodo
storico-comparativo si indagano i processi mentali superiori che coinvolgono il pensiero e che sono
fortemente condizionati da lingue, miti, costumi, morale. Il pensiero umano quindi può essere
esplorato solo da metodi non sperimentali; studiando i prodotti del pensiero nella storia dell'uomo
possiamo capire il pensiero. La psicologia di Wundt non fu considerata pienamente una scienza
autonoma.
Tra i suoi numerosi scritti è fondamentale “Compendio di Psicologia” del 1900 che Wundt scrive
come libro nato per dare una breve guida che completi le lezioni sulla psicologia, tracciando un
disegno schematico dei risultati e delle teorie più importanti della psicologia “contemporanea”
trattando le sensazioni, le formazioni psichiche, le rappresentazioni (visive, spaziali, temporali), gli
stati psichici (sentimenti distinti dalle emozioni) e lo sviluppo psichico del bambino. L'opera non è
considerata un manuale ma è una delle prime opere psicologiche complete che cerca di spiegare
come si articolano i vari costrutti psicologici. Due argomenti importanti all'interno sono il compito e
i metodi della psicologia.
Compito della psicologia → sostiene che ci siano due definizioni di psicologia: per una la
psicologia è “la scienza dell'anima” e i processi psichici sono considerati come fenomeni dai quali
si trae l'esistenza di una sostanza metafisica, l'anima. L'altra definisce la psicologia come “la scienza
dell'esperienza interna”, dove i processi psichici fanno parte di uno speciale ordine di esperienza;
l'introspezione, il senso interno. Sostiene inoltre che ogni fenomeno naturale, sotto un diverso punto
di vista, può essere anche oggetto della ricerca psicologica in quanto creano in noi delle
rappresentazioni. Ciò dimostra quindi che le espressioni esperienza interna e esperienza esterna non
indicano due cose diverse, ma due punti di vista diversi che hanno la loro origine dallo scindersi di
ogni esperienza in due fattori: un contenuto che ci è dato, e la cognizione di questo contenuto. La
scienza naturale considera quindi gli oggetti dell'esperienza nella loro natura indipendentemente dal
soggetto, la psicologia investiga il contenuto dell'esperienza in relazione al soggetto e alle qualità
attribuite ad esso. Il procedimento della psicologia deve essere lo stesso delle scienze dello spirito in
quanto si studia l'immediata realtà dell'esperienza.
Metodi della psicologia → sostiene che la psicologia avendo come oggetto l'esperienza generale
nella sua natura immediata si deve servire dei metodi usati dalle scienze empiriche che si servono di
due metodi principali: l'esperimento e l'osservazione. L'esperimento consiste in un'osservazione
dove i fenomeni sorgono e si svolgono per opera dell'osservatore. L'osservazione in senso stretto
studia invece i fenomeni senza un intervento dello sperimentatore, ma così come si presentano.
Nella psicologia l'osservazione esatta è possibile solo attraverso l'osservazione sperimentale, in
quanto per indagarne i processi dobbiamo produrre e variare di nostra volontà la loro apparizione,
che è possibile solo attraverso l'esperimento.
Correnti classiche della psicologia
Verso la fine dell'800 e la metà del '900, nascono le scuole e le teorie classiche della psicologia
scientifica, che approfondiscono, superano o contrastano la visione teorica di Wundt.
Strutturalismo → è un approccio psicologico riconosciuto come il primo modello psicologico
sperimentale, in quanto adotta le metodiche e le procedure della chimica e della fisica di fine 1800,
quali il laboratorio e il metodo galileiano, al fine di dare un'impronta scientifica alla psicologia. Il
maggiore esponente è Edward Titchener (1867- 1927) che riprende l'opera di Wundt fondando negli
U.S.A una scuola e nel laboratorio della Cornell University contribuisce a definire le caratteristiche
dello Strutturalismo che ha come scopo l'analisi della “struttura della mente”. L'oggetto della
psicologia anche per Titchener è l'esperienza diretta considerata dal punto di vista del soggetto che
la vive. Cerca soprattutto di analizzare gli “elementi” di base o “blocchi costitutivi” della psiche e
l'interrelazione fra di essi nella percezione e nell'esperienza conscia. Adotta quindi il “metodo
introspettivo” (osservazione delle esperienze coscienti) più di Wundt, praticata da osservatori
preparati secondo dei criteri per la sperimentazione (possibilità di ripetizione, isolamento di
variabili, variazione delle situazioni sperimentali). L'osservatore deve descrivere quello che nota
attraverso la sua percezione, o quello che avviene nella propria mente, esponendolo verbalmente.
Questa tecnica di dimostra però poco adatta a rispondere a molti interrogativi; anche se le
osservazioni erano sistematiche, gli strutturalisti erano spesso in disaccordo.
In una delle pubblicazioni di Titchener “I postulati di una psicologia strutturale” descrive gli Scopi
dello psicologo → sostiene che lo scopo sia quello di analizzare la struttura della mente, di operare
una vivisezione che fornisce risultati strutturali, non funzionali. Cerca quindi di scoprire ciò che si
trova nella mente, attraverso un procedimento di accertamento oggettivo e quantitativo degli
elementi presenti, senza chiedersi perchè essi ci siano.
Funzionalismo → è un indirizzo di ricerca in psicologia che interpreta i fenomeni psichici non
come elementi disgiunti fra loro, ma come funzioni mediante le quali l'organismo si adatta
all'ambiente sociale e fisico. Lo studioso americano William James (1842-1910) amplia l'ambito di
ricerca della psicologia includendoci il comportamento degli animali, l'esperienza religiosa e il
comportamento abnorme. Il testo più importante è “Principi di psicologia” (1890) che contribuisce
a far diventare la psicologia una scienza autonoma. Il termine Funzionalismo si deve all'interesse
per le modalità di funzionamento della mente che ci consentono di adattarci all'ambiente. A