vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Legame al cargo
Avviene grazie a delle proteine adattatorie. Richiede dei complessi proteici che si associano al
motore proteico (dineina o chinesina). Questi intermediari possono essere anche molto complessi,
come nel caso dell’associazione di vescicole alla dineina (è richiesta la diactina, che si lega ai
microtubuli, ed un complesso di proteine, tra le quali la spettrina, che circondano la vescicola).
I carichi trasportati sono diversi:
• alle chinesine si associano: le cisterne del reticolo
endoplasmatico, le quali sono mosse verso l’estremità +
grazie all’associazione con le chinesine, le vescicole che
lasciano il trans Golgi e degli specifici mRNA, la cui
traduzione deve avvenire alla periferia della cellula dove si
organizzano le estremità + dei microtubuli.
• alle dineine sono legati: le cisterne dell’Apparato del
Golgi che vengono a trovarsi in prossimità dell’MTOC e
quindi verso il nucleo, le vescicole endocitotiche che
devono essere portate verso l’interno della cellula e le
particelle virali che si legano grazie al riversimento
proteico. In alcune cellule questo trasporto è altamente strutturato. Negli
assoni dei neuroni, dove i microtubuli sono disposti in fasci con
estremità + verso i terminale sinaptico, si osserva un trasporto
mediato da chinesine verso le sinapsi e da dineine verso il soma
del neurone e che serve a riciclare le vescicole che servono a
trasportare i neurotrasmettitori. Le chinesine mediano un flusso
anterogrado trasportando i neurotrasmettitori e le relative
vescicole verso le sinapsi. Il flusso retrogrado è invece effettuato
dalle dineine che trasportano le vescicole vuote che devono
essere riciclate o distrutte per autofagia.
FUNZIONAMENTO DEI MOTORI PROTEICI
I motori proteici sfruttano l’idrolisi di ATP per aumentare il movimento. Questo si lega alla testa o
al dominio ATPasico della proteina, modificandone la conformazione. Questa modifica si
ripercuote sulla struttura totale della proteina e del dimero stesso. Queste modifiche sono legate al
ciclo di idrolisi dell’ATP. Si ottengono così dei cambiamenti ciclici della conformazione spaziale
delle proteine.
Oltre a questa conformazione spaziale si modifica anche la loro capacità di interagire più o meno
bene con il filamento di microtubulo.
Il movimento che avviene è specifico:
Il punto di partenza è il dimero legato al microtubulo tramite solo
un dominio (una delle due teste). L’altra testa 2 non è legata al
microtubulo perché è associata all’ADP. La testa 1 legata al
microtubulo associa l’ATP, questo produce un cambiamento di
conformazione che porta la testa 2 legata all’ADP ad essere
scambiata con l’altra. Questa modificazione di conformazione è ad
opera di tutto il dimero, quindi mentre la testa 2 che prima legava
l’ADP era in posizione posteriore, ora è in posizione anteriore verso
l’estremità +. L’ADP legato alla testa 2 in posizione anteriore viene
rilasciato, questa cambia la sua specificità ed è in grado di legare il
microtubulo. L’ATP legato alla testa 1 in posizione posteriore
(verso l’estremità -) viene idrolizzato e la testa 1 si trova legata
all’ADP e quindi si stacca dal microtubulo perdendo affinità per
esso.
Le teste esistono in tre stati:
• legate all’ATP: si ha un cambiamento conformazionale che ruota il dimero
• legate all’ADP: viene impedito il legame al microtubulo: l’idrolisi dell’ATP fa staccare la
testa dal microtubulo
• non legate ai nucleotidi: è avvenuto il rilascio
dell’ADP che promuove l’associazione della testa col
microtubulo.
In sintesi: testa legata attacco di ATP cambio di
conformazione l’altra testa rilascia ADP legandosi al
microtubulo la testa precedentemente legata idrolizza
l’ATP e si rilascia
DINEINE
Le dineine sono proteine molto più complesse. Il dominio di legame ai microtubuli è posto su una
parte della proteina detta “gambo”, molto piccola in centro alla proteina. Il resto della proteina si
chiude su se stessa formando una struttura circolare. Ne rimane fuori la parte N-terminale detta
“coda” che rappresenta il dominio in grado di legare i carichi.
Il movimento si ottiene mediante il cambiamento di conformazione del “gambo” rispetto al resto
della molecola. Il dominio ATPasico porta al rapido movimento del gambo verso l’estremità + a
seguito dell’idrolisi di ATP in ADP + P. Porta così il resto della molecola a posizionarsi verso
l’estremità -. Oltretutto si ha una maggiore associazione del gambo al microtubulo a seguito
dell’idrolisi. Lo scambio di ADP con ATP porta la molecola di dineina nella situazione iniziale.
I motori proteici possiedono quindi dei domini ATPasici che hanno il compito di modificare un
determinato dominio all’interno della proteina e di determinare uno spostamento (nel caso della
chinesina si ha lo spostamento di uno dei due dimeri, nel caso della dineina si ha lo spostamento
della molecola rispetto ad un dominio ancorato al microtubulo). Questo movimento è in funzione
della concentrazione del nucleotide che viene legato.
Interazione tra motori proteici e instabilità dinamica
Nella cellula le funzioni dei motori proteici
sono integrate con quella dell’instabilità
dinamica. Alcuni fenomeni di spostamento
all’interno della cellula avvengono grazie ad
ambedue i fenomeni. Un esempio è la mitosi
dove avviene il movimento dei cromosomi
verso i centrosomi, che si sono duplicati a dare
due MTOC. Questo avviene grazie
all’instabilità dinamica favorita sui microtubuli
che formano il fuso mitotico e anche grazie
alla dineina legata ad essi. I cromosomi si
spostano quindi verso l’estremità -,
rappresentata dai centrosomi, e i microtubuli a
cui sono legati si accorciano. È necessario che
avvengano entrambi i fenomeni (delle droghe
che inibiscono l’instabilità dinamica e le
catastrofi possono bloccare la mitosi).
I centrosomi stessi sono trasportati verso gli estremi della cellula da motori proteici che sono
associati al citoscheletro corticale. Questo passaggio è fondamentale per localizzare i centrosomi
nella cellula e orientare la divisione secondo un preciso asse.
Ciglia e Flagelli
I motori proteici associati ai microtubuli sono importanti per il movimento di strutture cellulari:
ciglia e flagelli.
Sono strutture molto simili: sono protrusioni cellulari che hanno un movimento particolare:
• I flagelli hanno un movimento ondulatorio: possono formare un’onda di piegamento tale da
creare una sorta di frusta che da una forza sufficiente per muovere le cellule (nell’uomo si
trova solo negli spermatozoi, nei protozoi invece sono alla base della vita e del movimento).
• Le ciglia sono spesso numerose (circa un
centinaio) e hanno un movimento che avviene a
frusta: il piegamento iniziale avviene vicino alla
base e porta ad un piegamento che viene
rilasciato in maniera brusca per creare un colpo
finale di frusta. Le ciglia non servono infatti per
muovere le cellule, ma per muovere strutture e
oggetti che si trovano sulle cellule (es: le ciglia
sulla superficie della cavità nasale). Le ciglia
sono divise in file e il loro movimento forma
delle onde non perfettamente sincronizzate, ma
sfasate di qualche ms. Creano una sorta di onda
di contrazione che permette il movimento di
sostanze (es: nella cavità nasale o nella trachea
è favorito il movimento del muco).
Le ciglia appaiono costituite da una struttura contornata da una
membrana plasmatica contenente una struttura rigida,
elelttrondensa, che costituisce l’assonema: è formato da
microtubuli e proteine associati ad essi e si collega al corpo
basale (strutturalmente simile ai centrioli).
L’assonema è una struttura che corre lungo tutto l’asse del ciglio.
Visto in sezione trasversale appare composto da 9 coppie di
microtubuli, formati da un microtubulo completo (13
protofilamenti) e uno incompleto (10-11 protofilamenti).
All’interno sono presenti due microtubuli completi. Si ha quindi
una struttura “9+2” o a “ruota di carro”.
Esistono infatti altre strutture accessorie che determinano la
struttura dell’assonema: i due microtubuli centrali sono uniti da una guaina proteica e sono associati
ai 9 microtubuli esterni grazie a dei complessi proteici che formano i “raggi” dell’assonema. Da
ciascuna delle 9 coppie dei microtubuli esterni si estendono 2 braccia, una interna ed una esterna,
formate da molecole di dineina. Le 9 coppie sono unite tra loro da una molecola di nessina. Le
braccia di dineina non sono sullo stesso piano delle connessioni di nessina e nemmeno le braccia
radiali sono complanari alle braccia di dineina. Questa struttura si ripete lungo tutta la lunghezza.
Le braccia di dineina sono quindi disposte lungo tutta la lunghezza e sono i motori proteici che
consentono il movimento delle ciglia o del flagello.
Il movimento è reso possibile dallo scorrimento di coppie
di microtubuli l’una rispetto all’altra. Quando questo
avviene però si ha la necessità di un sistema che limita lo
scorrimento dei microtubuli per impedire di separarsi.
Questa funzione è svolta dalla nessina e proprio grazie a
questo, quando la dineina è attivata, invece di promuovere
il semplice scorrimento di coppie di microtubuli, si ha un
piegamento dell’assonema. Questo non avviene lungo
tutta la lunghezza dell’assonema, ma solo in un tratto.
Solo successivamente si diffonde al resto dell’assonema,
mentre la parte iniziale torna a raddrizzarsi. Questo permette un piegamento localizzato del ciglio e
il caratteristico colpo di frusta. L’assonema è connesso al resto del
citoscheletro grazie al corpo basale, una
struttura elettrondensa alla base del
ciglio. È una struttura costituita da una
coppia di centrioli (madre e figlio).
Sono entrambi costituiti da 9 triplette
formate da microtubuli a, b e c. dal
microtubulo a e b nascono i nuovi
doppietti dell’assonema, dal
microtubulo c non nasce niente.
Nell’assonema poi si originano anche i
due microtubuli centrali che non sono
parte del corpo basale. Il corpo basale è un centriolo madre.
Il MTOC è localizzato presso il corpo basale.
È anche necessario per assicurare che il movimento del
ciglio non porti al piegamento dell’intera cellula, ma sia
localizzato. Permette il semplice piegamento prevenendo lo
scorrimento delle coppie di microtubuli in quanto fissati alla
bas