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LO SMALTO
Lo smalto nn può essere considerato un tessuto in quanto mancano le cellule. Quando è in formazione si
parla di organo dello smalto; si trova in corrispondenza della corona anatomica, in profondità vi è la
dentina, la sua matrice è la più mineralizzata, esso rappresenta il tessuto più duro del corpo, è
semplicemente una matrice mineralizzata, privo di cellule vasi nervi. Già durante la sua formazione nn vi
sono vasi, la nutrizione degli ameloblasti viene assicurata dal mesenchima della papilla e del follicolo
dentario, il reticolo stellato è una zona lassa ricco di proteine acido ialuronico che provvede alla nutrizione
di queste cellule, è uno pseudo tessuto incapace di rimodellamento e va incontro a usura con traumi
ripetuti, il colore dello smalto è un vetro opalescente, fa trasparire il colore della dentina sottostante, ecco
perché se al bambino vengono somministrate tetracicline il colore dei denti cambia.
Lo smalto entra in rapporto con la dentina nella giunzione smalto-dentina, un margine festonato dove
entrano in rapporto i due tessuti, invece ci possono essere delle varianti a livello del cemento. La zona
smalto cemento varia a seconda l’interazione fra i due tessuti, nel 65% dei casi il cemento si sovrappone
allo smalto, nel 30% si ha la prosecuzione, dove termina lo smalto inizia il cemento, nel 5% c’è una zona di
separazione, questo dipende dallo sviluppo della lamina di herwing che da origine alla radice, a seconda che
si frammenti o meno si hanno i diversi stadi di giunzione.
La composizione dello smalto: considerando il volume l’86% è costituito da cristalli, fosfati e carbonati di
calcio, la componente organica si trova in minime quantità assieme all’ acqua. Anche se per questo lo
smalto è meno permeabile è cmq aggredibile dagli acidi, grazie alla sua composizione può avvenire uno
scambio ionico. I fosfati possono essere sostituiti da carbonati o da fluoro, per questo risulta di base la
florizzazzione dell’acqua. Un eccessiva somministrazione di fluoro, può causare un ingiallimento dei denti.
Lo smalto si forma per il processo di amelogenesi che avviene dopo la dentinogenesi. Lo stimolo utile per la
deposizione di smalto, è la formazione di predentina. Anche nello smalto la prima componente ad essere
depositata è quella organica costituita da le glicoproteine, proteine nn collagene o amelogenine e
enameline ed è grazie a questa matrice che precipitano i cristalli di idrossiapatite. Al livello della giunzione
smalto-dentina vi è una proteina detta tufterina specifica. Allo stadio di campana gli ameloblasti sono
ancora immaturi rappresentati da cellule basse che dopo la differenzazione diventano più alte disposte in
palizzata con nucleo rivolto verso il cavo orale, mentre il processo di Tomes verso la membrana basale che
divide i due tessuti duri. La rottura della membrana basale avviene a causa della deposizione di predentina.
Nelle varie fasi di maturazione, gli ameloblasti bassi che sono a contatto con le cellule dello strato
intermedio, sono soggetti a scambi di sostanze che permettono la loro maturazione. All’interno di queste
cellule si accumulano organuli, lisosomi, granuli, gocciole lipidiche che gli ameloblasti accumulano nutrirsi e
si sviluppano complessi giunzionali che li separano dallo strato intermedio, nel processo di Tomes di
accumulano cisterne dell’apparato del Golgi.
Come è fatto lo smalto? L’unità strutturale dello smalto è il prisma, che nn va confuso con i cristalli! I prismi
si estendono per tutto lo spessore dello smalto, che cambia a seconda le zone e a seconda il tipo di dente
(esempio nei decidui lo spessore è dimezzato). Sono strutture cilindriche che possiamo immaginare come
se fossero una scia lasciata dagli ameloblasti e che si portano verso la superficie del dente, la composizione
dello smalto cambia per due fasi, il percorso delle cellule è sinuoso e al momento dell’eruzione gli
ameloblasti diventano cubici e scompaiono. I prismi si estendono per tutto lo spessore dello smalto, dentro
ogni prisma ci sono i cristalli di idrossiapatite assemblati in maniera molto precisa paralleli fra loro.
Il processo di Tomes ha sostanzialmente due facce nn perfettamente uguali e simmetriche quella più
inclinata ha una superficie rugosa, l’altra è più liscia. La regolare è la secretoria quella che secerne più
velocemente, l’altra secerne in maniera più lentamente. I cristalli sono sempre disposti perpendicolarmente
alla rispettiva faccia del processo, però si determina un zona che va a formare il prisma e zone periferiche
attorno a ciascun prisma che formano lo smalto interprismatico . Qui i cristalli sono inclinati di 45° rispetto
al prisma, la presenza di cristalli di diverso orientamento fa si che in sezione trasversale lo smalto sembri
costituito da tante strutture a buco di serratura, in cui c’è una testa e la coda, la testa corrisponde al prisma
la coda allo smalto interprismatico. I prismi si sovrappongono in maniera sfalsata, e questo produce le.
Se sezioniamo un dente vedremo una struttura a favo d’ape, ogni celletta si sovrappone a due prismi. Nello
smalto ci sono 13 milioni di prisma, ogni ameloblasto produce almeno 4 prismi, il contorno scuro e
distinguibile si chiama guaina del prisma. In questa zona ci sono sia cristalli disposti in maniera irregolare
che componente organica ed è orientata verso la superficie occlusale del dente. Le proteine che vengono
secrete, le amelogenine, regolano l’ampiezza dei cristalli che li rende diversi da quelli della dentina, invece
le enameline intervengono nel regolare il processo di mineralizzazione, queste proteine alla fine del
processo vengono riassorbite perché nn servono più.
Irregolarità fisiologiche dello smalto e difetti di mineralizzazione: le fessure che si creano sulla superficie
del dente si chiamano lamelle dello smalto, fessure perpendicolari alle linee di accrescimento dello smalto
che sono circonferenziale. Queste lamelle sono delle zone più aggredibili e possono veicolare microbi o
acidi. Al livello della giunzione smalto-dentina vi sono delle strutture a forma di cespugli detti ciuffi, sono
dovuti a difetti di mineralizzazione e in essi possono rimanere intrappolati i processi odontoblastici.
Le strie di Retzius sono le linee di accrescimento dello smalto. Tutti i tessuti duri vengono depositati con un
ritmo circadiano! Queste strie sono linee curve che si portano sulla superficie del dente, tutte le linee si
possono vedere ma una in particolare sembra più scura, la linea neonatale, eclatante nei denti caduchi. Le
strie a decorso trasversale creano al microscopio un effetto ottico caratteristico, lo smalto sembra
costituito da bande chiare e scure, diverse dalle linee circonferenziale e sono dovute alla disposizione
sfasata dei prismi. Queste bande prendono il nome di bande di Hunter- Shreger. Ai lati del dente le strie di
Retzius terminano sotto forma di perichimazie.
ODONTOGENESI (le immagini sono a fine capitolo)
Durante la quarta settimana con i ripiegamenti dell’embrione si individua la cavità orale primitiva, lo
stomodeo. Sul fondo della cavità si individua la membrana buccofaringea che durante la quarta settimana
va incontro a perforazione. Tra il 24esimo e 30esimo giorno aumenta il ripiegamento embrionale e
dopodiché ha inizio l’odontogenesi. L’odontogenesi è il processo che porta alla nascita e sviluppo dei denti.
La formazione dei denti inizia a livello dell’epitelio che riveste le arcate mascellari e mandibolari, iniziando
nella zona centrale della mandibola, ed è essenzialmente dovuto a un importante interazione fra
ectoderma ed ectomesenchima! Per ectomesenchima intendiamo tutto quel mesenchima che da origine
alla parte connettivale della faccia e viene detto ectomesenchima perché deriva da cellule immigrate dalle
creste neurali, lamine di derivazione ectodermica che si differenziano in mesenchimali. L’odontogenesi
viene suddivisa in 4 fasi. La prima fase ha inizio intorno al 30esimo giorno o 5 settimana, quando si ha la
formazione di una benderella epiteliale, un inspessimento dello strato epiteliale pluristratificato che riveste
le due arcate. La benderella può essere riconosciuta nell’immediato nn solo per l’inspessimento che
avviene laddove andrà a crearsi la futura cresta alveolare, ma anche per l’accumulo di mesenchima che
viene attratto dalla proliferazione ectodermica. Questo tipo di interazione è tipica di tutti gli annessi
epiteliali, esempio le unghie le ghiandole o i peli. La benderella una settimana dopo circa, si biforca in due
lamine: la lamina esterna o buccale, una per arcata, detta anche lamina vestibolare darà origine al vestibolo
della bocca. Queste lamine, o creste per apoptosi delle loro cellule centrali danno origine a un solco detto
solco labiale o vestibolare, il quale, approfondandosi determina la separazione delle labbra e delle guance
delle arcate gengivali e la formazione del vestibolo della bocca. Dal lato interno o linguale compare la
lamina dentale, o cresta dentale, che proliferando si spinge nel mesenchima sottostante portando con se
l’accumulo mesenchimale e sarà quest’ultima che darà origine al dente. Approfondandosi sempre di più si
originano in ciascun’arcata dieci gemme a forma di clava circondate da un fitto addensamento di
ectomesenchima. È questa la prima fase, anche detta fase dello stadio di gemma. Man mano che la gemma
si accresce la parte di ectoderma che la mantiene connessa alla cavità orale viene perforata, fino ad essere
completamente demolita durante lo stadio di campana. Questa lamina prende il nome di lamina perforata,
e nella parte inferiore essa crea una tipica zona di iperattività, sarà questa zona a dare origine alla lamina
secondaria, abbozzo del dente permanente. Per cui i denti permanenti sono presenti già prima della
nascita. Ricapitolando abbiamo prima una lamina primaria che da origine ai denti decidui, poi una lamina
perforata, la lamina secondaria che si sviluppa a decorso orizzontale(motivo per cui il dente per poter
erompere deve svolgere una rotazione) e che darà origine ai denti permanenti, infine la lamina accessoria
presente solo per i denti che nn hanno il rispettivo deciduo.
Allo stadio di lamina segue lo stadio di gemma, lo stadio di coppa o calice rovesciato, lo stadio di campana
e dopo poco il dente erompe per completarsi solo tre anni dopo la sua eruzione, questo perché la radice si
completa tre anni dopo che la corona del dente che erompe nella cavità orale. A livello di tempistiche
bisogna ricordare che il dente inizia la sua formazione durante la 5 settimana di vita intrauterina, con la
comparsa della lamina primaria, la lamina secondaria compare al 4 mese di vita intrauterina e l’ultima
lamina secondaria ha origine al quarto anno di vita dopo la nas