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MICROTUBULI
Appaiono come strutture cilindriche cave, dal diametro
di 25nm e dalla lunghezza variabile. È possibile
evidenziare la loro presenza mediante colorazione con
anticorpo antitubulina marcata con isotiocianato di
fluorescenza (FITC) nei confronti della proteina che
costituisce i microtubuli ovvero la tubulina.
La loro lunghezza è variabile nel senso che sono in grado di allungarsi e accorciarsi
cioè subiscono fenomeni di polimerizzazione
e di depolimerizzazione in zone differenti.
Essendo cilindri cavi hanno una parete formata
da 13 protofilamenti costituiti da eterodimeri
di tubulina, ossia tubulina alfa e beta legate tra
di loro che costituiscono un dimero, questi
legati tra loro vanno a costituire un
protofilamento.
I microtubuli sono strutture polarizzate, abbiamo un capo positivo e un capo negativo
poiché sono strutture dinamiche/con instabilità dinamica. L’estremità positiva è
caratterizzata da tubulina beta, prevale l’aggiunta di dimeri di tubulina. L’estremità
negativa è caratterizzata da tubulina alfa e prevale la dissociazione di dimeri di
tubulina.
Altre proteine costituenti i microtubuli sono la tubulina gamma e la MAPs
(microtubule associated proteins), queste sono delle proteine che si associano ai
microtubuli e in qualche modo regolano il funzionamento dei microtubuli.
I microtubuli si formano a livello dei cosiddetti centri organizzatori dei microtubuli
(MTOC), costituiti da centrosoma ovvero da centrioli associati a microtubuli e
proteine.
Possiamo avere microtubuli labili, ovvero sparsi nel citoplasma come quelli del fuso
mitotico che si trovano solo durante la divisione cellulare e microtubuli stabili, ovvero
quelli che vanno a costituire il centriolo o diplosoma, le ciglia vibratili e il flagello dello
spermatozoo.
Per quanto riguarda le funzioni i microtubuli sono in grado di veicolare le vescicole e
gli organuli all’interno della cellula (li dobbiamo immaginare come se fossero dei
binari/sistemi guida a cui si legano delle proteine che poi si legano a vescicole o
organuli permettendo così il movimento), sono implicati nella secrezione e nella
divisione cellulare, costituiscono le ciglia vibratili (costituite da un assonema e da
un corpuscolo basale) il cui movimento crea delle correnti di tipo extracellulare e in
fine i microtubuli determinano il movimento cellulare (es. spermatozoo, macrofago e
leucociti).
FILAMENTI INTERMEDI
Per intermedi si intende che il loro diametro (10nm) è intermedio tra quello dei
microtubuli e quello dei microfilamenti, sono strutture proteiche filamentose sparse
all’interno del citoplasma e vanno a costituire un reticolato intracellulare.
Dal punto di vista chimico i filamenti intermedi sono costituiti da proteine fibrose
(N.B. sulla slide c’è scritto “tessuto specifiche” perché le cellule di un determinato tipo
di tessuto contengono uno specifico filamento intermedio) e da proteine accessorie.
Possiamo classificare i filamenti intermedi in 4 classi: a livello degli epiteli ricordiamo i
filamenti di cheratine (chiamate anche citocheratine), i filamenti di vimentina per
quanto riguarda le cellule di origine mesenchimale, per le cellule muscolari i filamenti
di desmina, i filamenti di proteina fibrillare gliale acida (GFAP) per le cellule che
troviamo nel tessuto nervoso annesse ai neuroni (come gli astrociti, oligodendrociti,
cellule di Schwann), i neurofilamenti tipici delle cellule nervose e le lamìne nucleari
che non sono altro che filamenti intermedi che si trovano al di sotto della membrana
interna del nucleo.
I filamenti intermedi hanno funzione strutturale, di sostegno, intervengono nella
regolazione della flessibilità, e intervengono nella resistenza alle sollecitazioni
meccaniche e alle forze di trazione a cui può essere sottoposta la cellula.
MICROFILAMENTI (FILAMENTI DI ACTINA)
Passiamo all’ultima categoria di strutture che appartengono al citoscheletro ovvero i
microfilamenti o filamenti di actina, essi per essere visibili vengono colorati mediante
l’anticorpo antiactina marcato con FITC, poiché non visibili al microscopio ottico.
I microfilamenti hanno lunghezza variabile per via dell’instabilità dinamica proprio
come i microtubuli quindi abbiamo ad una estremità fenomeni di polimerizzazione e
all’altra estremità di depolimerizzazione, dal punto di vista chimico sono costituiti dal
monomero G-ACTINA (G sta per globulare) che legandosi tra loro costituiscono la F-
ACTINA (actina filamentosa) che è una struttura filamentosa la quale è costituita da un
doppio filamento avvolto a elica con instabilità dinamica quindi polarizzato. Le
proteine di actina sono associate ad altre numerose proteine (ABP= actin binding
protein)
Le funzioni dei microfilamenti sono molteplici ovvero essi determinano la forma delle
cellule, sono
impegnati nel
movimento di
organuli e vescicole
all’interno della
cellula, intervengono
nella migrazione
delle cellule e nella
formazione di
protrusioni
citoplasmatiche,
costituiscono i
microvilli, formano i
sistemi di giunzione
intercellulari e danno
viscosità al citosol
(più una zona è
piena di
microfilamenti più è
viscosa invece se c’è
polimerizzazione
sarà meno viscosa).
Le colorazioni possono essere di diverso tipo: progressive, regressive o
metacromatiche, quando però si parla di metacromasia c’è un problema se non si
conosce bene questo tipo di colorazione perché ci potrebbe essere un colore diverso
rispetto a quello del colorante, se invece rispecchia il colore si parla di ortocromasia
FASI DELLA COLORAZIONE
Abbiamo fatto i blocchetti, sono stati tagliati e abbiamo ottenuto i preparati, questi
devono essere colorati per essere osservabili al microscopio ottico, però i coloranti
sono soluzioni acquose e i nostri campioni sono in paraffina, quindi bisogna toglierla e
idratare i campioni, ovvero si fa l’operazione opposta a quella già effettuata, cioè si
sparaffina il preparato, lo si idrata in una scala a concentrazione decrescente di
alcol, fino ad arrivare all’acqua distillata, le colorazioni poi vengono effettuate in
vaschette di Hellendal che sono provviste di scanalature in cui mettiamo i preparati
con le soluzioni, gli step sono:
sparaffinatura
- con solvente organico
idratazione
- con l’etanolo
colorazione
-
una volta preparati i vetrini bisogna conservarli, per renderli permanenti bisogna
effettuare:
disidratazione
- rimuovendo l’acqua per ridurre la rifrangenza al microscopio ottico
chiarificazione
- per rendere le soluzioni traslucide e più facilmente attraversabili dal
fascio di luce
montaggio
- che viene effettuato mettendo il vetrino coprioggetto sul vetrino
portaoggetto e si aggiunge il montante (resina), attualmente si usano resine sintetiche
particolarmente tossiche
Un fattore importante è che il montante non deve con il tempo alterarsi, quindi deve
rimanere trasparente, non modificare la composizione chimica e non deve variare il
suo indice di rifrazione
TIPI DI COLORAZIONE:
1. Istomorfologiche
2. Istochimiche
3. Immunoistochimiche
4. Istoenzimatiche
istomorfologiche
Le colorazioni servono per vedere la struttura morfologia del tessuto,
se vogliamo valutare la presenza di determinate strutture chimiche dobbiamo
istochimiche,
effettuare le colorazioni se vogliamo analizzare un singolo antigene
immunoistochimiche,
usiamo le colorazioni se voglio individuare un enzima tipico di
istoenzimatica
una determinata cellula lo posso evidenziare con la colorazione (ad
esempio si usa nella valutazione delle diverse tipologie di carne il cui colore dipende
dal numero di mitocondri presenti e dalla presenza di determinati enzimi, così noi
possiamo risalire al tipo di fibra muscolare facendo una reazione con la succinico
deidrogenasi tipica dei mitocondri per colorare le fibre più lente, quelle con un
metabolismo ossidativo più accentuato si colorano in blu, le altre non si colorano)
1. COLORAZIONI ISTOMORFOLOGICHE:
Ce ne sono diversi tipi, le più importanti sono:
Colorazione ematossilina-eosina:
L’ematossilina serve a colorare gli acidi nucleici ed
il nucleo (che sono strutture basofile), quindi è un
colorante basico che si lega a molecole acide.
L’eosina è un colorante acido che colora in rosso
arancio le sostanze basiche, ad esempio il
citoplasma di cellule senza ribosomi o RER e le
fibre collagene.
Colorazione tricromica (tre coloranti), quella più usata è quella di Azan-
Mallory:
l’azocarminio colora in rosso i nuclei e la cromatina
e in rosa pallido il citoplasma è un colorante basico.
La miscela Mallory contiene il blu di anilina o il blu
di metilene che colora intensamente di blu le fibre
collagene e di azzurro le mucine. Contiene anche
l’orange G, che colora di arancio le cellule del
sangue e le fibre muscolari.
(quando c’è un colorante blu molto esteso di solito è
una colorazione tricromica).
2. COLORAZIONI ISTOCHIMICHE:
Servono per mettere in evidenza determinati gruppi molecolari, per esempio le
proteine gli acidi nucleici, i lipidi, i carboidrati, ecc., ovviamente a seconda del tipo di
sostanza o gruppo chimico da analizzare farò reazioni particolari.
Noi studieremo in particolare le colorazioni per
i glicoconiugati (=carboidrati legati ad un’altra molecola).
I glicoconiugati possono essere neutri come l’N-acetilgalattosamina o acidi (non
solforati come l’acido sialico o solforati come l’Nacetilgalattosamina-6-solfato)
Si dividono dunque in:
neutri
acidi che, a loro volta, possono essere:
(con gruppo solfato)
solforati
solforati (con gruppo carbossilico)
non
Possiamo mettere in evidenza lo zucchero neutro con una colorazione rossa-> questo
metodo PAS,
è il mentre i glicoconiugati acidi possono essere messi in evidenza con un
colorante Alcian blu, ma si può usare anche una colorazione specifica per i
glicoconiugati solfonati.
COLORAZIONE GLICOCONIUGATI NEUTRI :
Pas (Acido Periodico-Reattivo di Schiff):
Gli zuccheri sono dei polialcol che ossidati formano il gruppo
carbonilico, se mettiamo una base di Schiff si lega e si forma
una colorazione rosso-magenta.
Meccanismo d’azione: l’acido periodico ossida i gruppi OH
vicinali dello zucchero e va a costituire le aldeidi, queste poi
vengono fatte reagire con il reattivo di Schiff formando un
composto insolubile di una colorazione rosso-magenta.
Questi sono gli adenomeri di una ghiandola intestinale nel