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I LISOSOMI
Sono organelli citoplasmatici delimitati da una membrana (fanno parte del sistema vacuolare)
perché contengono elevata concentrazione di enzimi digestivi (o litici) che svolgono la loro azione
digestiva (con 40-50 enzimi identificati) solo a valori di pH bassi (intorno a 5). Questi lisosomi
sono organelli che sono il sito specifico della digestione generalmente intracellulare e presiedono
processo di turnover (ricambio) dei componenti cellulari (ciò che digeriscono è reso nuovamente
disponibile alla cellula), per questo è fondamentale la sua importanza.
Furono scoperti tardi perché non si sapeva che cosa fossero potevano essere fatti degli omogenati in
cui i lisosomi non si rompevano la cellula aveva pH intorno a 7,3 ma se nell’omogenato si
rompevano i lisosomi il pH si abbassava e non si capiva il perché di questo abbassamento. Si è poi
scoperto che esistevano i lisosomi contenenti enzimi litici a pH basso e pertanto si potevano
riconoscere i lisosomi facendoli rompere in un mezzo ipotonico che li faceva scoppiare.
Morfologia e peculiarità dei lisosomi
I lisosomi sono vescicole che possiamo vedere al microscopio ottico se sono grandi (da 0,2 al
micron). Però non possiamo riconoscerli perché si tratta di vescicole variamente opache agli
elettroni, non possiamo da un punto di vista morfologico riconoscerli e allora si fanno alcune
reazioni enzimatiche specifiche ovvero si mettono dei substrati, che sono quelli su cui agiscono gli
enzimi dei lisosomi, insieme ai lisosomi. Quindi l’unica maniera per identificare i lisosomi è
utilizzare un substrato che ci consenta di riconoscere un determinato enzima lisosomiale (in genere
si usa la reazione della fosfatasi acida).
I lisosomi Contengono una quantità ampia di enzimi, più di 50 riconosciuti (nucleasi per acidi
nucleici, proteasi, glicosidasi, lipasi, fosfatasi (per i gruppi fosforici), fosfolipasi per i fosfolipidi…)
perché questi enzimi possano agire il pH deve essere basso.
La membrana dei lisosomi oltre a essere resistente ai propri enzimi possiede delle pompe
protoniche che fanno trasporto attivo dell’idrogeno all’interno del lisosoma finché il pH si abbassa
e gli enzimi diventano attivi (il pH scende dunque a 5).
I lisosomi si trovano in quasi tutte le cellule ad eccezione dei globuli rossi che non hanno né nucleo
né organelli. Saranno abbondanti in cellule che devono digerire il loro materiale e digeriscono
batteri o cellule morte (come i neutrofili granulociti, monociti, macrofagi che inglobano i corpi
estranei e in cellule secernenti che possono incappare in una secrezione sovrabbondante il cui
eccesso va ri-digerito).
La formazione di un lisosoma 28
Per vedere come si forma un lisosoma i cui enzimi siano attivi cioè abbiano per poter agire un pH
basso dobbiamo tener presente che la cellula attraverso la sua membrana plasmatica introduce
mediante endocitosi delle sostanze e:
1. poniamo che abbia introdotto qualcosa che la cellula deve o digerire o digerire per utilizzare
o altro e mediante l’endocitosi si forma un endosoma (corpo introdotto nella cellula) in un
punto ben preciso. Questo endosoma può avere un contenuto che era legato ai recettori.
2. Torniamo al Golgi dove abbiamo visto che nella regione TRANS si formano queste
vescicole idrolasiche (rivestite da clatrina anche loro) e che contengono gli enzimi litici col
mannosio-6-fosfato che li lega al recettore.
3. L’endosoma ha un pH prima intorno a 7 poi man mano che si è liberato di quanto non serve
più (ad es. i recettori il pH si abbassa ma non è sufficiente per stimolare la formazione degli
enzimi contenuti nelle vescicole idrolasiche). L’endosoma intanto viene portato nella
regione più vicina al TRANS-Golgi (dove ci sono le vescicole idrolasiche).
4. Le vescicole idrolasiche si fondono all’endosoma che chiamiamo ora endosoma tardivo
perché è una evoluzione di quello che si è formato più precocemente (endosoma precoce -
dopo l’ingresso nella membrana plasmatica). Le vescicole idrolasiche hanno ancora un pH
pari a 7 quindi i loro enzimi non possono ancora agire.
5. L’endosoma e le vescicole idrolasiche fuse ricevono dalla regione TRANS-Golgi delle
vescicole che hanno delle membrane che contengono le pompe protoniche e anche queste
vescicole vanno a fondersi all’endosoma.
6. Le pompe protoniche abbassano il pH, gli enzimi idrolitici si staccano dai loro recettori per
abbassamento del pH, i recettori vengono rispediti al TRANS-Golgi (nell’ottica
dell’economia cellulare c’è sempre il riciclo-recupero) perché non servono più e gli enzimi
che sono liberi nell’interno di questa nuova vescicola possono svolgere la loro azione litica
perché il pH grazie alle pompe protoniche si è abbassato ed ha raggiunto un valore attorno a
5.
In breve cosa avviene: il lisosoma è un organello con enzimi funzionanti a pH basso quindi è il
risultato della fusione delle vescicole idrolasiche con un endosoma tardivo che viene attivato grazie
alla fusione con le pompe protoniche che ne abbassano il pH.
Il lisosoma avrà forma, dimensioni e contenuto variabile a seconda del materiale con cui verrà a
contatto. (da notare in figura una vescicolina di forma irregolare)
Digestione di materiale esogeno ed endogeno
Questi processi attivi di digestione possono essere svolti nei confronti materiali di provenienza
esogena e materiali di provenienza endogena.
• Eterofagolisosoma: esogena (batterio) introdotto per fagocitosi nella cellula. Il materiale da
digerire si chiama fagosoma , quando il lisosoma si attacca al fagosoma si forma il
fagolisosoma.
• Autofagolisosoma: esiste anche la capacità digestiva di tutte le cellule nei confronti delle
parti vecchie della cellula (materiale endogeno). Se il lisosoma digerisce il materiale
endogeno si forma dalla fusione del lisosoma col materiale endogeno l’autofagolisosoma.
I monociti avranno tanti eterofagolisosomi in atto, mentre altre autofagolisosomi.
Esempi di autofagia
• il reticolo liscio ha una funzione di detossicazione (se uno assume tanti barbiturici il REL si
ipertrofizza per eliminare (detossicare) il materiale che avrebbe funzione tossica per
l’organismo) se diminuiscono i barbiturici la parte di REL in eccesso viene eliminata per
autofagia (per esempio nelle cellule del fegato dove avviene prevalentemente la
detossicazione).
• Nei casi di digiuno prolungato le cellule digeriscono alcuni componenti cellulari per ottenere
materiali. 29
• Autofagia diventa crinofagia in cellule secernenti del materiale prodotto in eccesso.
• Anche in cellule epiteliali della prostata dopo la castrazione nel maschio c’è autofagia.
I lisosomi hanno forma, aspetto e dimensioni variabili. A seconda del substrato su cui hanno
lavorato avranno aspetto morfologico differente.
Materiale non digerito e digestione esterna
Se la digestione prevede la metabolizzazione ciò che può essere metabolizzato e digerito la cellula
lo rilascia nel citosol e lo riutilizza. Il materiale digerito è digerito nell’ottica dell’economia
cellulare per essere riutilizzato.
Ci sono casi in cui il materiale non viene completamente digerito. Questo materiale rimane chiuso
nei lisosomi formando i cosiddetti corpi residui (residui che il lisosoma stesso non può più digerire
(evidente nelle cellule che invecchiano (neuroni in cui si chiamano lipofuscine che sono anche un
pigmento perché hanno colore giallastro)) altrimenti è possibile che materiale non digerito la cellula
lo espella (alla base di alcune patologie avviene questo processo di espulsione).
La digestione avviene all’interno della cellula, ci sono però normalmente dei processi digestivi che
avvengono all’esterno della cellula:
• gli spermatozoi con il lisosoma acrosoma che ha contenuto litico preciso che si rompe
quando raggiunge cellula uovo da fecondare, questi enzimi fanno un canale per lo
spermatozoo.
• gli osteoclasti e condroclasti hanno enzimi litici che riversano enzimi all’esterno per digerire
quanto sta loro attorno.
• la cellula fecondata che deve impiantarsi nell’utero materno: un componente dell’uovo
emana enzimi litici che erodono parete utero su cui si impianta.
• Anche in embriogenesi ci sono cellule che vengono digerite per far spazio ad altre (cellule o
organi embrionali).
Importanza degli enzimi lisosomiali
C’è una vasta serie di patologie legata alla mancata formazione di alcuni di questi enzimi (se
geneticamente non si forma uno o più enzimi dei lisosomi la cellula accumula un certo materiale
non potendolo digerire e ciò può portare a morte (ad esempio accumulo di glicolipidi).
• Ci sono tipi di patologie come tesaurismosi (tesaurizzati = accumulati). I lisosomi stessi
sono quindi determinanti nella funzionalità cellulare.
• I lisosomi possono tenere o buttare all’esterno materie, la silicosi malattia del lavoro che
butta carbone fuori da cellule. Cambia composizione cellule che impedisce respirazione per
cui fondamentale lisosoma.
• Ci sono tumori che rendono fragile membrana lisosomiale. Digerita parete cellulare e
diffusione degli enzimi metastatizzando varie cellule.
• Anche la gotta è legata al malfunzionamento dei lisosomi.
I PEROSSISOMI
Hanno forma sferica come lisosomi , sono presenti in tutte le cellule, sono vescicole delimitate da
membrana con contenuto finemente granulare con diametro 0,3-0,8 micron con certa variabilità con
membrana più sottile rispetto ai lisosomi e aspetto un po’ diverso. Hanno enzimi ossidasi che fanno
reazioni ossidative: (agiscono attaccando dell’ossigeno molecolare ad un substrato organico
cosicché si ottiene un residuo organico e soprattutto del perossido di idrogeno H2O2 (RH2 + O2 ->
R + H2O2).
Ma il perossido di idrogeno molto tossico perché danneggia alcuni costituenti cellulari. Per questo i
perossisomi hanno l’enzima catalasi che scinde il perossido di idrogeno in acqua e ossigeno 30
molecolare (H2O2 -> H2O + O2). Quasi la metà dell’alcool etilico viene ossidato a livello dei
perossisomi e poi con catalasi il perossido di idrogeno viene convertito in acqua e idrogeno
(detossicazione di questa reazione specifica). Fanno anche ossidazioni di acidi grassi.
Dove e come si formano i perossisomi?
Ossidasi e catalasi si formano sui polisomi liberi presenti nel citosol che pertanto non passeranno
nel Golgi ma per arrivare ai perossisomi hanno piccola sequenza di riconoscimento che li fa
riconoscere dai recettori della membrana presente sui perossisomi che li fa internalizzare
Si pensa che un perossisoma si forma da un perossisoma preesistente che si ingrandisce, si
arricchisce di enzimi e poi si divide in due perossisomi p