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LINGUA CINESE
• Senso storico=una delle lingue più antiche attualmente parlate,ha subito un’evoluzione pur mantenendo
la propria identità grazie alla sua unità
• Senso geografico=complesso di decine e decine di dialetti spesso reciprocamente intellegibili
La lingua cinese è ufficiale nella Cina continentale, sull’isola di Taiwan e Singapore. Insediamenti di parlanti
cinesi li troviamo in Indonesia, Malesia, Thailandia,paesi asiatici,Europa,America e Australia. I cinesi usano varie
denominazioni per la propria lingua:
• Hanyu= lingua degli Han, utilizzato per identificarle(nel loro complesso) in contrapposizione alle lingue
straniere
• Zhongwen=lingua cinese, riferito allo stile scritto
• Putongua=lingua comune, attualmente parlata nella sua forma standard
• Guoyu= lingua nazionale(isola di Taiwan)
• Huayu= lingua cinese, uso corrente a Singapore
1949 nascita della R.P.C. (Repubblica popolare cinese)
Il cinese appartiene alla famiglia delle lingue sino-tibetane che comprende 4 rami principali: cinese-
tibetobirmano-miaoyao-tai. Essa è una lingua ‘isolante’( ovvero le parole sono prive di flessioni morfologiche) ,
‘monosillabica’ (attiene ai morfemi-unità minime di significato-che sono costituiti da singole sillabe) e ‘tonale’(i
morfemi sono contraddistinti dai toni-curve melodiche che variano per altezza,intensità e durata).
In Cina sono presenti molti dialetti:
• Varietà settentrionali= mandarini
• Varietà merdionali=vengono distinti in 6 gruppi
I dialetti condividono tre caratteristiche: semplicità della struttura sillabica,presenza del tono, monosillabismo. I
dialetti mostrano somiglianze per la struttura morfologica delle parole e la struttura sillabiche;differenze per
l’aspetto fonologico.
7 sono i gruppi dialettali maggiori, tra cui godono di maggior pregio i dialetti mandarini e il gruppo ‘yuè’(a cui fa
capo il cantonese). La lingua standard è il putonghuà(si basa sul dialetto di Pechino e non è parlato
frequentemente al di fuori dell’area della capitale.) che è anche segno di unità del paese.
Fenomeno ‘diglossia’=ufficialmente si parla il putonghuà ma nel privato si usa il dialetto (la stessa situazione si
ebbe quando la lingua cinese nazionale fu approvata nel 1945 a Taiwan, pur restando vivo l’uso del dialetto;
idem ad Hong Kong dove fino al 1997 la lingua per gli affari era l’inglese mentre il cantonese rimase quella
quotidiana).
Erano presenti, oltre ai dialetti, le lingue franche ( varianti colte del dialetto parlato) che servivano alla
comunicazione di funzionari di regioni diverse). Una prima forma si ebbe durante l’Epoca Shang nella regione
bassa del Fiume Giallo, modellandosi sulla lingua della capitale Yinxu(Henan occidentale). La lingua franca
inizia a trasformarsi nel IV sec, quando la capitale si sposta nell’attuale Nanchino(a sud del fiume Yangzi).
• Guanhuà=lingua dei funzionari o ‘mandarina’ divenuta la base dell’attuale lingua standard orale.
Sillabe cinesi=23 consonanti (iniziali di sillaba e finali)+3 suoni semiconsonantici(bilabiale w,palatali j,y,
introducono le finali in assenza di iniziali)+10 vocali(in forma semplice o in dittonghi/trittonghi). La vocale ‘a’ si
legge: a (prima della consonante nasale ‘ng’),e(tra la y,i,u, e n), a (negli altri casi);la ‘e’ si legge:y(se
semplice),a(prima di n,ng,r),e(prima della i) ed e(negli altri casi); la ‘o’ non varia )eccetto che nella finale iu dove
si legge ma non si scrive); la ‘i’ prolunga il suono.
Vi sono poi i gruppi a:
• Bocca aperta=finali che iniziano in a,o,e,i
• Denti stretti=finali che iniziano in i
• Bocca chiusa=finali che iniziano in u
• Labbra protese=finali che iniziano in u
Toni=modulazioni della voce ottenute contraendo i muscoli della laringe durante la fonazione. Tali variazioni
melodiche sono la somma di tre caratteristiche: frequenza(altezza…è la più rilevante),ampiezza(intensità) ed
estensione dell’emissione sonora(durata del suono articolato).
4 sono i toni nella lingua cinese: I(5-5), II(3-5),III(2,1,4) e IV(5-1) 5 è il grado più acuto del suono, 1 il più basso.
Si parla di tono neutro quando,nella lingua standard, l’altezza varia a seconda del tono della sillaba che lo
precede.
Talvolta i toni variano, ad es. se abbiamo due III toni consecutivi,il primo diventa un II tono; il III tono diventa
‘mezzo’ se precede un I,II o IV tono; il IV tono diventa ‘mezzo IV’ a prescindere dal tono della sillaba seguente.
L’accento cade sull’aultima sillaba tonica.
Lingua cinese moderna =basata sul dialetto di Pechino
E’ diffuso a Pechino il ‘rotacismo’=prolungamento retroflesso cui può essere sottoposta l’ultima sillaba della
parola.
La transizione dal coinese antico a quello medievale comportò la perdita di tutti i gruppi consonantici iniziali e
terminali (si ridussero ad un totale di 6).
Nel cinese medievale esistevano 4 toni:
• Ping(piano) • shăng(crescente) •qù(andante) •rù=entrante
I toni si sarebbero sviluppati quando le sillabe che terminavano con date consonanti(sopratt. sonore) iniziarono
ad essere pronunciate ad un’altezza più elevata o crescente, mentre le sillabe che terminavano con altre
consonanti(sopratt.sorde) venivano modulate ad un livello più basso o discendente. Tra il VII e XIII sec, i toni
conobbero un significativo sviluppo:lo sdoppiamento di ciascuno in due diversi registri: •yang(grado inferiore),
•yin(grado superiore) risultato:sistema di 8 toni. Tale sistema è rimasto inalterato in pochi dialetti del sud; negli
altri ci è avuta una diminuzione del numero dei toni.
Le unità di scrittura cinese sono i ‘caratteri’ che si differenziano per significato(a volte il suono è uguale o
similedifficile ricostruzione fonologica della lingua antica).l’ indagine fonologica sul cinese antico trova la sua
principale fonte nello ‘Shijing’ del Imillennio a.C.(si tratta del ‘classico delle odi’, un’altologia in versi-odi ed inni-
che coprono un arco temporale di circa 500 anni). Per la ricostruzione fonologica del cinese medievale si fa
riferimento al Qièyùn (antico rimario) compilato nel 601 da Lu Fayan…l’autore classificò 12000 caratteri
orientandoli per categoria tonale,rima e iniziale. La ricostruzione fonologica del cinese moderno è stata
compiuta grazie allo ‘Zhongyuan yinyùn’(suoni della pianura centrale) dove sono codificati 5866 caratteri
secondo la pronuncia dell’epoca(settentrionale).
La lingua cinese, un tempo era perfettamente monosillabica(parole formate da singole sillabe) ma oggi non può
dirsi tale se non in riferimento ai morfemi. Parte delle attuali sillabe risultano associate a più morfemi tra loro
omofoni(es. lì=forza,granello,castagna,bello…). Le distinzioni tonali riducono le ambiguità ma è solo la
formazione di binomi che, diversificando foneticamente le parole, rende univocamente il significato.
Pinyin= trascrizione dei caratteri, il tono è contrassegnato da accenti (I= -, II=/, III=v, IV=\).
Non tutti i morfemi sono monosillabici;alcuni formati da più sillabe sono il risultato di prestiti stranieri(es.
Kafei=caffè). Il ‘morfema subsillabico’ è la consonante ‘r’ che prolunga le sillabe,differenziando nomi e
verbi(huà=dipingere, huàr=quadro).
Lessico cinese=morfemi(e non parole)ad essere separati; no flessioni grammaticalistatus della parola legato al
contesto, alla posizione che occupa nella frase. I morfemi si classificano in:
• Liberi= ricorrono in modo indipendente come parole monosillabiche
• Legati=formano parole solo se legati ad altri morfemi
• In transizione=suffissi, come xué che da solo vuol dire studiare, mentre alla fine di parola vuol dire
‘disciplina’(es.shùxué=matematica…shù=numeri)
Lingua cinese=parole composte; i composti possono essere di 6 tipi:
• Coordinati=morfemi che hanno significati affini o contrastanti(nomi,verbi,aggettivi o avverbi).
• Endocentrici=morfemi tra i quali sussiste una relazione di modificazione dove il modificatore precede
l’elemento reggente(es. treno=huoche, ovvero fuoco veicolo…i primi treni erano alimentati a carbone)
• Verbo-oggetto=primo morfema è un verbo,il secondo un nome o avverbio
• Verbo-complemento=morfema verbale+morfema verbale o aggettivale(sono tutti verbi)
• Soggetto-predicato=comprendono nomi e aggettivi(es. dìzhèn=terra tremare…terremoto)
• Nome classificatore=sono tutti nomi e hanno come secondo morfema quello che di solito si trova tra
numero e nome.
Esiste il processo del ‘raddoppiamento’ per dare un nome o una sfumatura di significato(es. Kan=guardare,
Kankan=dare un’occhiata; tian=giorno, tiantian=ogni giorno). La lingua cinese, per la mancanza di flessioni
grammaticali è ‘priva di grammatica’ ma piena di eccezioni. I nomi non specificano il genere (sing o plu, masch o
femm) ma :per indicare il plurale (se non si deduce dal contesto) si post-pone al nome ‘men’; per dare
l’accezione maschile si antepone ‘nan’ e per quall femminile ‘nu’. La frase ha un senso: attivo(agente precede il
verbo e il paziente lo segue) o passivo(paziente inizio frase ed agente è espresso se introdotto da particelle
come ‘bèi’=da). Per definire se una parole è nome, aggettivo, verbo ecc, si usano criteri sintattici:le singole unità
rivelano le loro funzioni alla luce dei contesti grammaticali in cui si trovano.
Le parole posso raggrupparsi in due categorie: prive di contenuto(vuote, di funzione) che hanno significati
grammaticali e parole di contenuto(piene)che hanno un significato lessicale. Non esistono articoli ma
classificatori(usati in unione ai numeri per quantificare cose o persone). Non esistono pronomi possessivi, le
loco veci sono fatte dai pronomi personali. Distinguiamo 3 tipi di particelle:
• Strutturali=segnalano l’esistenza di determinate relazioni sintattiche tra costituenti della frase
• Aspettuali=contrassegnano il tempo di svolgimento dell’azione del verbo
• Modali=caratterizzano tipi diversi di frase
Le frasi sono formate da: tema(qualcosa di notoinquadra l’argomento di cui si parla) e commento(qualcosa di
nuovo che vien detto sul tema).
Regola fondamentale=tutto ciò che determina va prima di ciò che è determinato
Il cinese classico è la lingua di Confucio, dei filosofi; le parole sono monomorfemiche e monosillabiche e le
sillabe possono fondersi tra loro(la nuov