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Sistema Rigido
Un sistema (P1, P2, ..., Pn) si dice rigido se ad ogni coppia di punti del sistema è imposto il vincolo di rigidità.
Le equazioni dei vincoli di rigidità da imporre sarebbe tante quante sono le combinazioni di n oggetti a due a due, ovvero n(n-1)/2.
Si riconosce facilmente che però, su S2 il sistema {P1, P2, ..., Pn} ha tre punti non allineati, per renderlo rigido è sufficiente imporre 3n-6 vincoli di rigidità (indipendenti tra loro).
Segue allora: Ogni sistema rigido contenente tre punti non allineati ha 3n - (3n-6) = 6 gradi di libertà.
- Questi 6 corrispondono ai sei movimenti elementari che il sistema rigido può compiere rispetto all'osservatore S(O;X,Y,Z) e cioè le tre traslazioni secondo i tre assi X,Y,Z e le tre rotazioni attorno agli stessi assi (angoli di Eulero).
- Scegliamo, quindi, i sei parametri lagrangiani, atti ad individuare la configurazione del sistema rigido.
- A tale scopo, introduciamo una terna S'(O;X',Y',Z'),
solidale al sistema rigido ed osserviamo che:
- determinare la configurazione del sistema rigido rispetto all'osservatore S equivale a determinare quella di una sua terna solidale S' per fare ciò è allora possibile e sufficiente individuare rispetto ad S
L'origine O' della terna S', ed il suo orientamento.
Per tanto[] 6 parametri lagrangiani [] - che, al convivere le configurazioni di un sistema rigido, sono le tre coordinate del centro della terna solidale ad S', 3 angoli di Eulero.
L'uso di tali parametri tiene automaticamente conto dei vincoli di rigidità imposti al sistema, per cui ogni alterazione limitissima delle configurazioni del sistema potrà essere introdotta [...]. Tra i parametri lagrangiani [...], 69 e 616, che esprimeranno matematicamente vincoli-semplici.
- Concludiamo lo studio geometrico sei sistemi rigidi osservando che se il sistema è rigido [...].
- [...] tutti i punti allineati (asta rigida nello spacio).
- La posizione di due di essi determina la posizione degli altri, e quindi, i gradi di libertà sono [...].
Sistema Rigido Piano
Un sistema rigido si definisce piano se, pur variando la sua configurazione:
- ∃ π1' (piano, solidale al sistema), che si mantiene sempre [...].
- {VE ∈ [αi, α3]} sovrapposto ad un piano fisso π1
- durante il moto [...] →, π1 non può “staccarsi” da π1
Teorema di Poisson
Th: In ogni moto rigido esiste uno ed uno solo vettore w dipendente dal tempo, tale che per qualsiasi versore solidale l si ha
d/dtl = w × l
∀ l ∈ Σ solidale, |l| = 1
∃! w : velocità angolare da un punto di vista fisico.
Dim.: sia (i, j, k) una terna di versori di una sfera solidale.
Poiché la derivata di un vettore di modulo costante è normale al vettore stesso, è possibile in ogni istante determinare tre vettori w₃, w₂, w₁.
d/dti = w₁ × i ; d/dtj = w₂ × j ; d/dtk = w₃ × i
Derivando rispetto al tempo le relazioni di ortogonalità
i̇ ⋅ j = j̇ ⋅ i ; k̇ ⋅ i (ovviamente tutti uguali a zero)
Allora:
d/dt(i ⋅ i) = d/dti ⋅ i + i̇ ⋅ i = w₂ × i ⋅ i + w₃ × i ⋅ i
= w₁ × i ⋅ j̇ + w₂ × j ⋅ i̇ =
= w₁ ⋅ i̇ ⋅ i + j × i ⋅ w₃ =
= w₁ ⋅ i̇ ⋅ i − ψ ⋅ w₂ = ψ!w₁(w₁ − w₂)
2° CASO :
ω(t) ≠ 0 JO1(t) = 0 → ∀ P JP(t) = ω × (P'-O1)
Atto di Moto Rotatorio
Se invece ∃ P1 ∈ T(t) JP' = ω × (P1'-O1) = 0
poiché ω ∉ T(t) P1 ∈ T(t): T(t) // ω(t) per definizioneda cui risultaω ⊥ (P1'-O1')
1) Sempre per il caso ω(t) ≠ 0 ∨ JO(t) = 0 abbiamo:
- r(t) = r = cost → Rotazione pura attorno ad un asse fisso
- r(t) ≠ cost → Precessione (moto Polare o moto Spirio)
in entrambi i casi O1' ∈ T ∨ O ∈ T(t)e lo si evince dalla relazione { JO1(t) ⋅ ω(t) = 0 }
3° CASO :
ω(t) ≠ 0 JO1(t) ≠ 0 → ∀ P JP(t) = JO1(t) + ω(t) × (P'-O1')
Atto di Moto Elicoidale
Il moto composto da traslazione o rotazione Γ
Def: Un moto rigido è detto elicoidale se esiste una rettasolidale con S' che scorre su una retta fissa convelocità di traslazione r(t) proporzionale a ω(t)r(t) = z ⋅ ω(t)
Analisi Cinematica dell'Accelerazione Sistemi Rigidi
Temendo sempre presente il riferimento fisso Σ: (i1, i2, i3) ed il sistema di riferimento solido al rigido
Σ': (i1', i2', i3') come già visto in quest'ultimo
il punto P è individuato dal vettore
(P-O)' = xP i1' + yP i2' + zP k'P
la velocità di P nel sistema di riferimento assoluto Σ
l'abbiamo ottenuta come
d/dt (P-O)' ⟷ vP = (P-O)1 = Ω × (P-O)'
per cui l'accelerazione sono date dalla derivata
seconda rispetto al tempo
d2/dt2 (P-O) = d/dt (vP - (P-O)1) ⟷
⟷ d/dt (vP - (P-O)1) = d/dt [Ω × (P-O)'] ⟹ → quindi
(ricordando che (P-O)' è un vettore solidale d/dt
d/dt (P-O)' = Ω × (P-O)')
[a2 = a1 = Ω̇ × (P-O)' + Ω × Ω × (P-O)']