vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
UN GIORNO DA LEONI
È un film di Nanni Loy. I personaggi si ritrovano, con un destino comune, ad essere partigiani per caso.
PRIMA SEQUENZA
Danilo, lo studente universitario.
Dovrebbe avere una coscienza politica elevato, invece la sua reazione è dovuta al fatto che il suo compagno,
iscritto al partito fascista, si atteggia da sbruffone e ha la possibilità di fare gli esami gratis. Danilo deciderà
così di andarsene, non per una scelta precisa, piuttosto per rigetto.
SECONDA SEQUENZA
Michele, l’impiegato.
È il pavido per eccellenza, ha una relazione con una ballerina. Sul treno che lo deve portare verso il nord, che
è sotto il regime fascista, viene a sapere che probabilmente uno scapolo come lui verrà mandato in Germania.
Così decide di scappare compie la sua scelta per paura.
TERZA SEQUENZA
Gino, il borsanerista.
Rivende care in città merci di campagna. È il massimo dell’incoscienza, incappa nei tedeschi, riesce a
fuggire e si unisce ad un gruppo di partigiani.
QUARTA SEQUENZA
Orlando, il vero partigiano.
QUINTA SEQUENZA
Edoardo, comandante politico. I tre personaggi sono diventati partigiani doc, fanno parte del corpo
partigiano e devono far saltare un ponte.
SESTA SEQUENZA
I personaggi prendono coscienza. Scendono in paese e vedono i compagni morti.
Orlando, l’unica persona cosciente, a quel punto dice loro “Non dovete scordarveli mai” e in questo
momento è rivolto al pubblico.
La vittima innocente sarà poi l’impiegato, morirà anche Edoardo. Muore anche lo studente fascista,
dell’inizio del film, che si trova lì per caso è l’eroe negativo.
Loy non mostra in questo film degli eroi, ma uomini qualsiasi, la cui adesione alla causa partigiana è del
tutto casuale e non sempre sembrano sposare pienamente l’ideale della Resistenza diventa un fenomeno
vago di cui non ne si capisce l’organizzazione.
La commedia all’italiana mette in luce i difetti, le contraddizioni della società dell’epoca, in un momento di
passaggio da paese agricolo ad industriale.
Nel primo periodo c’è una reazione corale del popolo, nel secondo è il singolo soggetto che reagisce di fronte
agli eventi.
Fare il partigiano era comunque una scelta difficile e impegnata, anche se molti aderiscono con una
coscienza non propriamente forte.
Il gobboCarlo Lizzani, tratto da una storia vera; il protagonista è un povero deforme di un quartiere di
Roma, unisce la ribellione anarchica alla delinquenza; analisi di una scelta singola di fronte agli eventi.
IL TERRORISTA
È un film del 1963 di Gianfranco De Bosio. È un film importante per diverse ragioni:
1) È girato completamente a Venezia; di solito i film veneziani sono “cartolinari”, mentre quelli, come
questo e Chi lavora è perduto di Tinto Brass, che raccontano una Venezia minore sono molto pochi;
2) La guerra partigiana è tutta urbana in questo film, mostra l’organizzazione iniziale della Resistenza;
è il primo film che mostra l’esistenza di un’organizzazione politica militare seria nella lotta
partigiana, incarnata nel movimento stesso;
3) Si assiste ad una delle poche discussioni nel cinema all’interno del CLN, di cui fa parte anche un
professore di Ca’ Foscari; il CLN si riunisce e discute dell’azione partigiana accaduta il giorno
precedente De Bosio mette in scena le organizzazioni che influenzeranno le dinamiche politiche
del secondo dopoguerra;
4) De Bosio stesso era un partigiano, di Padova, e conosce le discussioni che si facevano all’interno del
CLN; ciò si evidenzia in due parti del film:
a) Attentato antifascista al comando nazista, all’inizio del film Ca’ Giustinian, partigiani guidati
dall’ingegnere, che porta le bombe e ci sono tredici morti; questo personaggio è veramente
esistito,probabilmente è Franco Kim Arcalli che all’epoca della lotta aveva quattordici anni,
diventerà poi un grande sceneggiatore e montatore (Ultimo Tango a Parigi, Novecento); questo
attentato comunque scatena una discussione forte all’interno del comitato era lecito fare
queste cose? Era terrorismo o antifascismo?
b) Girato in una sequenza nervosa, nel film è presente l’uccisione di sette innocenti alla riva dei
Sette Martiri la sera prima un tedesco ubriaco, cade in acqua e viene ritrovato morto e si pensa
che fosse stato un attacco partigiano, stabilendo così di uccidere sette persone.
Il film presenta un legame forte con gli avvenimenti storici e le tematiche del film sono molteplici.
Dilemma del film come agire nella Resistenza? Si contrappongono vari aspetti e vari
atteggiamenti, è interessante perché mostra che non erano bande di incoscienti ad agire;
Analizzare le dinamiche politiche che si prospettavano nell’Italia dell’epoca;
L’ingegnere in una scena fa un discorso alla moglie che riguarda l’oggi, il quotidiano non è un
folle anarchico, è una persona con un’enorme passione per la libertà, lotta con una disperazione
interna molto intensa e si domanda se gli italiani accetteranno ancora qualsiasi nefandezza per un
piatto di minestra;
È considerato un film teatrale.
PRIMA SEQUENZA
Attentato al comando nazista, il tutto prende il via da una sagrestia, il prete fa da copertura, partigiani
nascondono la bomba nelle bottiglie. L’attentato ha i suoi effetti tra cui alcuni morti, il CLN si riunisce per
capire come reagire alla rappresaglia tedesca. Kim Arcalli condannato per l’attentato a Ca’ Giustinian.
SECONDA SEQUENZA
Le componenti politiche vengono presentate in maniera teatrale, discutono sull’effettiva giustezza
dell’azione e se accettare o meno una mediazione attraverso il patriarca di Venezia.
Il film è ambientato nei primi anni della Resistenza e l’organizzazione andava ancora formandosi; si
nominava un presidente per risolvere le controversie; i partiti sono quello socialista, comunista, liberale,
partito d’azione e democristiano.
Si tenevano dei verbali nella scena: è terrorismo o no?
Ci si domanda se contare sull’aiuto degli alleati. Il CLN si impegna a non compiere più attentati in cambio
del rilascio degli ostaggi.
Due riferimenti storici autentici del film sono:
Attentato ai fogli matricolari (molti militari tornavano a casa e si nascondevano perché c’era l’ordine
di punire i disertori, ma senza questi fogli non si era in grado di capire chi era di leva);
Rastrellamenti contro la razza ebraic
Il peso della componente badogliana (o azzurra) e della componente monarchica era diverso all’interno della
lotta partigiana si voleva un’alleanza tra cattolici e comunisti, ma avverrà il contrario, forte spaccatura.
La questione è: è illecita l’azione militare dei cittadini?
Si discute anche già sulla forma di stato, su ciò che avverrà dopo la liberazione: monarchia o repubblica?
TERZA SEQUENZA
Discussione tra partigiano e prete in Chiesa.
QUARTA SEQUENZA
Attentato al Gazzettino (non è reale, non è successo x davvero)
QUINTA SEQUENZA
Discorso dell’ingegnere alla moglie.
SESTA SEQUENZA
I sette martiri
OTTAVA SEQUENZA
Finale del film, girato alla Giudecca.
Si avverte un profondo senso di solitudine, che aleggia per tutto il film. Venezia è grigia, plumbea, è la
Venezia minore, luoghi scelti appositamente non dall’immaginario turistico.
De Bosio e Brass raccontano l’insoddisfazione, il malessere della società in cui gli intellettuali si sentivano a
disagio.
CHI LAVORA È PERDUTO
È un film di Tinto Brass. Si parla in Veneziano, ciò è strano perché non era un dialetto, una parlata da
cinema.
Si ritrova il tema delle persone che si adattano per un piatto di minestra. Bonifacio incontra il partigiano
Arcalli, rinchiuso in manicomio. Citato il finale di Paisà.
QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI
È un film di Nanni Loy (1962). Grande opera corale, non ci sono singoli protagonisti, personaggi appaiono
solamente. È un film fuori tempo, perché si distacca dal prendere in considerazione l’individualità. Sulla
realtà prevale la barzelletta, la battuta, la commedia all’italiana.
PRIMA SEQUENZA
Inizio del film, si viene a conoscenza dell’armistizio; grande confusione in città; sembra che il tedesco sia
contento della fine della guerra, ma poi minaccia l’italiano con la pistola.
È una magistrale sintesi dell’8 settembre. Il cinema precorre alcune analisi storiografiche successive. Ci si
domanda perché si faccia festa nonostante la sconfitta follia dell’8 settembre, il paese è contento di aver
perso.
Dopo questo momento l’Italia passerà un periodo duro e sentirà la guerra in misura maggiore a causa
dell’invasione. Non c’è un uno nel film, c’è una massa informe che si muove. Si verifica una presa di
coscienza dell’assurdità, dell’inutilità della situazione perché l’unico ordine era di non dare ordini. È tutto in
mano del popolo.
SECONDA SEQUENZA
Partigiani sparano contro i tedeschi. Un vecchio dice “Andate a fare la guerra sotto le case vostre, non
qua”, rivolto ai partigiani. Le persone si difendono e combattono con ciò che hanno, lanciando oggetti dalle
finestre. Scappano i bambini dal riformatorio, tra cui un certo Aiello, molto ammirato.
TERZO PERIODO
1968, anni di piombo il ’68 non c’entra col terrorismo.
Si crea una nuova fase psicologica, sebbene non ci siano grossi cambiamenti istituzionali toccò lo spirito
degli studenti, dei terziari, ci fu un cambiamento culturale.
Si inizia a vivere con pessimismo quest’appiattimento dovuto al comunismo. La società piccolo borghese
inizia a star stretta, i valori borghesi risultano apparire sempre più bigotti e ipocriti.
Già nel cinema internazionale si inizia a sentire la necessità di un cambiamento voglia di uccidere il padre
e cioè la società.
Uccellini uccellacci, di Pier Paolo Pasolini
Trama da Wikipedia
Totò e suo figlio Ninetto vagano per le periferie e le campagne circostanti la città di Roma. Durante il loro
cammino incontrano un corvo. Come viene precisato durante il film da una didascalia, "Per chi avesse dei
dubbi o si fosse distratto, ricordiamo che il Corvo è un intellettuale di sinistra -diciamo così- di prima della
morte di Palmiro Togliatti".
Il Corvo narra loro il racconto di Ciccillo e Ninetto (anch'essi interpretati da Totò e Ninetto), due monaci
france