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AVULSIONI

Atto volontario a scopo terapeutico. Quando fare?

Ampio processo carioso non restaurabile

 Parodontopatie in stati avanzato che porta ad una ipermobilità dell’elemento anche

 perché le tasche possono essere sede di infezione batterica

Periodontite cronica con impossibilità di trattamento endodontico

 Dente semiincluso o parzialmente erotto (seminclusione mucosa non ossea)

 Dente soprannumerario (mesiodens, distodens) soprattutto se danno fastidio o lesioni

 che potrebbero dare vita a lesioni precancerose o se interferiscono ad un trattamento

ortodontico

Elemento dentario con radice fratturata

 Mal posizioni non trattabili ortodonticamente (vestibolo versione o disto versione

 che è lo spostamento dell’elemento dentario lungo il suo asse apico coronale o

corono apicale vestibolarmente o pala talmente quindi un dente che non è in linea

con gli altri.)

Elementi dentari che pescano in un focolaio di frattura ossea dei mascellari, sennò la

 frattura non si rimargina correttamente

Resti radicolari e frammenti

 Elementi dentari che traumatizzano i tessuti molli.

 10

Prima dell’estrazione bisogna esaminare un dente da estrarre:

Dente cariato, devitalizzato, dente incapsulato, volume dentario, direzione e anomalie

radicolari, rapporto tra radici e seno mascellare rapporto tra radici e canale mandibolare,

presenza di aree osteolitiche, età, condizioni generali del paziente.

Un dente cariato può dare problemi per rottura corona e possono rimanere dentro

 le radici.

Dente devitalizzato si spezza facilmente e tende ad una cementificazione (più è

 lontana nel tempo la devitalizzazione e più è cementificato e difficile da estrarre)

e quindi difficile da estrarre.

Dente incapsulato abbiamo problemi perché non sappiamo com’è sotto, quando

 ne è rimasto di corona dentale, e non si sa se togliere la capsula o uscire tutto il

dente con la capsula perché togliere la capsula non è semplice e si fa con il

martelletto ed è dannoso soprattutto per il mascellare superiore dove si

propagano le forze.

Il volume dentario è importante perché più piccolo è più è facile, mentre più è

 grande più è difficile.

Difficoltà anche per anomalie radicolari e direzione delle radici perché più radici

 ci sono e più difficile è da estrarre. Un dente monoradicolato è difficile da

estrarre quando la radice è lunga come nel caso del canino. Il rapporto tra le

radici e il seno è grossolano perché con una semplice opt non possiamo ben

capire e per una banale estrazione non richiediamo una TC. Dobbiamo valutare

la presenza di aree osteolitiche come granuloma o neoformazioni. È importante

ovviamente anche il rapporto tra dente e canale mandibolare

Complicanze in corso d’intervento:

Frattura della corona è la più comune

 Infrazioni processo alveolare, fratture parziali del processo alveolare, non

 danno grandi problemi vanno ridotte con pressione digitale e vanno

lasciate guarire, invece se è totale bisogna asportarlo

Traumi dei denti contigui e antagonisti (quando estraiamo un dente

 bisogna vincere la resistenza e ci sono denti che cedono facilmente e altri

no e quindi quando cede improvvisamente possiamo urtare con la pinza

l’antagonista mentre per i denti contigui si possono creare danni con le

leve perché può capitare che ci appoggiamo ad un dente contiguo e

dobbiamo vedere com’è questo dente se c’è mobilità o se è debole non ci

possiamo appoggiare o è cariato.)

Lesioni alle parti molli, per uso improprio delle leve o pinze

 Apertura accidentale al seno mascellare

 Lesioni al nervo alveolare inferiore abbastanza rare ma possono

 verificarsi quando usiamo il cucchiaio di Volkmann per ripulire per

esempio un granuloma perché il cucchiaio ha anche una parte tagliente

Scivolamento di un dente nelle parti molli in caso di disodontiasi

 Lussazione o frattura della mandibola in caso di osteoporosi o in pazienti

 anziani con atrofia perché la mandibola si è assottigliata, la lussazione si

evita nella mandibola controbilanciando la forza di estrazione

Caduta di denti o resti radicolari nell’albero tracheobronchiale

 Emorragie

Cause di fratture coronali: 11

Errata applicazione della pinza sia per la qualità della pinza sia per la tecnica di

 estrazione

Estesi processi cariosi

 Dente devitalizzato anche perché è indebolito dall’uso delle frese oltre alla

 cementificazione e viene meno quella elasticità del periodonto e alla precedente

carie che ha indebolito il dente e quindi bisogna applicare più forza in un dente

devitalizzato

Mal conformazioni radicolari per esempio i denti con la forma di bacchetta di

 tamburo

Direzione errata e movimenti errati di estrazione

 Ipercementosi (periodontiti croniche)

 Spessore delle ossa circostanti

Complicanze post estrattive

Emorragie

 Alveoliti: alveolite secca quando l’alveolo non si riempie di sangue quindi non si

 forma il coagulo e non si guarisce in caso utilizzare il cucchiaio di Volkmann e

cruentare l’alveolo, l’alveolite è dovuta anche all’anestetico in particolar modo

alla peripless, alveolite umida quando si estrae non bisogna mangiare cose calde

e mantenere una corretta igiene perché l’alveolo potrebbe infezionarsi e

infiammarsi se sono i denti posteriori possiamo utilizzare coton fiok e non fare

attività fisica perché aumenta la pressione e può saltare il coagulo

processi infiammatori dei tessuti duri

 processi infiammatori dei tessuti molli

 spine ossee quando estraiamo potremmo provocare delle fratture all’alveolo

 quindi passare o una fresa diamantata o una lima e poi un punto di sutura

ritardi cicatriziali dipende dalle condizioni del paziente (per esempio pazienti

 come il diabete o dalle condizioni igieniche

Tecnica operatoria e fasi d’estrazione

Periotomia (taglio delle fibre periodontali ma è facoltativa e si fa con il

 sindesmotomo penetrando tra alveolo e radice il più profondamente possibile, poi

lo scollamento della gengiva.)

Presa del dente, il punto giusto è il più basso possibile al di sotto del colletto

 perché se lo applichiamo sulla corona la spacchiamo

Lussazione, movimenti di lateralità vestibolari e linguali e rotazione per i denti

 monoradicolati non con troppa forza sennò si frattura la radice

Avulsione dentaria, dall’alto verso il basso e viceversa

L’estrazione si fa con due mani. Se togliamo le radici si utilizzano le leve e si tiene la

gengiva con le dita della sinistra perché così anche se scivola la leva non colpisce

strutture arteriose o alte strutture anatomiche importanti ma solo le nostre dita e poi

con le dita possiamo anche controllare la forza.

Posizioni: ci mettiamo alle ore 8 tranne che per i molari e premolari del lato destro in

questo caso ci mettiamo tra le ore 11 e 12 e il braccio va messo intorno al paziente

per controbilanciare la mandibola per evitare la lussazione.

Pinze

Le pinze che non presentano curvature tra il piano e il manico sono per l’arcata superiore

quindi abbiamo pinze dritte. Per l’arcata inferiore c’è angolo retto tra becchi e il manico.

Se i becchi si incontrano alla chiusura sono per l’estrazioni di radici. Pinza a baionetta,

12

con angolo a 180°, anche se le radici bisogna lavorarle con le leve, si usa per le radici

superiori molto sottile quindi per radici spesse non si usa. Qualora durante l’estrazione si

dovesse spaccare la corona dei molari inferiori si procede alla operazione delle radici

con una fresa a fessura. Le pinze per i molari inferiori hanno i rostri che sono dentini per

agganciare il dente. Il 3 molare si lussa con il taglia corone e si lavora con le leve. Pinza

a presa frontale per il dente del giudizio con due rostri e per questo ci si mette alle ore 7

quindi frontalmente. Nel secondo molare inferiore la parte che cede prima è quella

linguale.

Reparto inferiore: abbiamo due tipi di pinze una che va da premolare a premolare perché

monoradicolati e una per i molari con due rostri, e poi abbiamo la pinza per le radici con i becchi

uniti.

Reparto superiore: non abbiamo le pinze l’angolo a 90° ma sono dritte quelle da canino a canino

mentre per i premolari e molari sono simili alle precedenti ma è presente una concavità e presentano

1 solo rostro destro o sinistro a secondo che il dente sia il sinistro o il destro

Leve: si distinguono anche per lunghezza, leva dritta per radici dell’arcata superiore anche se può

essere usata anche per gli inferiori e anche come sindesmotomo e può avere la punta arrotondata o

dritta, leva a T o leva a piede di capra per gli inferiori, la punta ci permette di penetrare tra cemento

e alveolo, esiste un tipo per il comparto di destra o sinistra a seconda se dobbiamo lavorare in senso

disto-mesiale o mesio-distale, poi abbiamo la leva angolata e molto sottile è una pinza dritta con un

angolo a 90° per l’arcata inferiore.

Pinza distalizzatrice o tagliacorone: scivola tra gli spazi interprossimali di denti contigui e fa si che

un dente che non ha contiguità con un altro viene distalizzato e quindi lussato anche qui abbiamo

l’angolatura per gli inferiori e non per i superiori.

INCISIONI E LEMBI

La chirurgia orale nel 90% dei casi riguarda l’osso a parte la chirurgia della guancia o della lingua

ad es. e per accedere all’osso dobbiamo fare un buon lembo. Il lembo: porzione di tessuto che dopo

l’incisione viene scollato, sollevato e mantenuto dal divaricatore per accedere al piano osseo

sottostante. Lo scollamento deve avvenire con strumenti taglienti anche se non incide sennò il

lembo si lacera. Possiamo avere lembi a spessore totale (lembi muco periostei) e lembi a spessore

parziale (lembi mucosi). Nella nostra chirurgia sono lembi a spessore totale ottenuti dopo un

incisione che va a interessare la mucosa e il periostio, se si deve salvaguardare il periostio parliamo

di spessore parziale e si usa molto in parodontologia o in caso di chirurgia preprotesica anche se

questi interventi stanno terminando per dare spazio all’implantologia. Il lembo può essere diviso

anche in marginale o paramarginale: marginale il bisturi procede lungo le tasche gengivali che

danno ampia visibilità e ampia manovrabilità ma disturbiamo l’attacco epiteliale e creiamo anche

un danno parodontale e si utilizza in parodontologia, nelle paramarginali invece si va lungo la

gengiva ad

Dettagli
A.A. 2013-2014
17 pagine
2 download
SSD Scienze mediche MED/28 Malattie odontostomatologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alexbon-votailprof di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Chirurgia orale I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Sortino Francesco.