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UMANIZZAZIONE DELLE CURE

Per umanizzazione s’intende quel processo in cui si deve porre il malato al centro della cura, questo concetto segna il passaggio da

una concezione del malato come mero portatore di una patologia ad una come persona con i suoi sentimenti, le sue conoscenze, le

sue credenze rispetto al proprio stato di salute.

IL CONSENSO INFORMATO

È quella trasmissione di informazioni che deve avvenire ad un paziente per il trattamento che si sta eseguendo, è necessario

trasmettere al paziente in maniera comprensibile, che cosa faremo e cosa dovrà fare lui, per trasmettere delle nozioni, precise,

corrette e coerenti, è necessario essere preparati.

L’infermiere è parte integrante di questo, perché il trattamento non inizia e finisce con l’intervento chirurgico o con la terapia

somministrata, ma inizia nel momento in cui il paziente entra in ospedale.

LIQUORREA

Quando si opera sul cranio, in collaborazione con il neurochirurgo, anche se il tumore non è di tipo cerebrale, si devono incidere le

meningi, nel momento in cui queste vengono incise ed asportate si ha la necessità di ricostruirle.

Il liquido cefalo-rachidiano che crea quella separazione tra l’encefalo e la dura madre durante queste operazioni fuoriesce, nel

momento in cui mettiamo in contatto l’encefalo con l’ambiente esterno, il paziente è a rischio meningite.

Una delle liquorree più frequenti, in generale post-traumatica, è la rinoliquorrea. C’è frattura del centro facciale con frattura della

base del cranio e apertura delle meningi, che causa uscita di liquor, questa rinoliquorrea può chiudersi spontaneamente o può

creare una fistola, nel momento in cui si forma la fistola abbiamo una zona di passaggio tra naso e base cranica in cui possono

passare germi.

Un altro punto da cui può esserci perdita di liquor è l’orecchio, (otorrea), sempre su base traumatica.

ELEMENTI DENTARI

La masticazione è l’articolazione tra i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore.

Questo contatto tra i denti delle de arcata va sotto il nome di occlusione, che altro non è se non l’articolazione delle varie cuspidi

dei denti tra le 2 arcate. Le dentature del bambino (decidua) e dell’adulto sono differenti, sia per numero che per composizione. È

possibile in fase di crescita trovare dentature miste.

FORMULA DENTARIA 8

CdL Infermieristica – Chirurgia Maxillo-Facciale | Davide Moro

ANATOMIA DEL DENTE

Il dente può essere diviso in 3 parti:

- Corona – Al suo interno troviamo la camera pulpare che contiene

l’arteria, il nervo e la vena

- Colletto

- Radice – In questa parte del dente non troviamo lo smalto, ma una

zona di cemento alveolare che entra in contatto con l’osso

alveolare attraverso il legamento parodontale, al suo interno

troviamo il canale radicolare che viene attraversato dal nervo

alveolare inferiore o superiore e da innervazione

Gli elementi che lo costituiscono sono:

- Smalto – Rivestimento dell’elemento dentario

- Dentina

- Cemento

Altri elementi sono:

- Osso alveolare – Osso che accoglie l’elemento dentario

- Gengiva Assieme formano il parodonto

- Legamento parodontale (alveolo-dentale)

CARIE – È la patologia più frequente del cavo orale, insiste sullo smalto, consiste in un processo destruente dei tessuti duri del

dente, ad opera di batteri. Se questi arrivano alla polpa del dente, possono causare una patologia che provoca un dolore intenso ed

acuto, che prende il nome di pulpite. Quando arriviamo a questa patologia, il dente deve essere devitalizzato, va rimossa tutta la

polpa, il fascio vascolo-nervoso al suo interno, perché la polpa è diventata necrotica.

Se la polpa diventa necrotica prima che sia possibile eseguire la devitalizzazione, si viene a creare una pulpite cronica, che permette

al paziente di non provare più dolore, ma lascia un buco che permette il passaggio dei batteri nel dente e all’apice dell’elemento

dentario, si viene a formare una zona di infiammazione cronica che prende il nome di granuloma apicale, questo è uno stato

infiammatorio cronico che può non dare segni e sintomi, ma può degenerare, aumentando di volume, ed inizialmente diventa un

granuloma cistico, ed alla fine una cisti di natura infiammatoria, cioè causate da uno stimolo irritativo cronico che non viene

rimosso, e le cisti di sindromi genetiche, che sono neoformazioni cistiche che colpiscono mandibola e mascellare e hanno a che fare

con lo sviluppo dell’elemento dentario

MALATTIA PARODONTALE – È la seconda malattia più frequente, colpisce il parodonto, un tempo veniva

chiamata piorrea. L’accumulo di placca e tartaro, crea un’infiammazione cronica della gengiva che

lentamente, se non viene eliminata, va a creare uno spazio dove non troviamo più osso, questa zona prende

il nome di tasca parodontale, segno caratteristico della malattia parodontale, questo processo solitamente

avviene su ogni lato del dente, e ne causa il movimento, che porta alla perdita del dente, e causa atrofia che

rende impossibile la protesi e difficile la masticazione

DISODONTIASI – È la difficoltà nell’eruzione di elementi dentari, in genere dovuta a mancanza di spazio utile o all’orientamento

scorretto del dente. È un evento tipico dei terzi molari (denti del giudizio) mal collocati, ma anche dei canini e dei secondi molari

superiori. Questo problema può presentarsi anche sulla dentatura decidua, la terapia consiste nella somministrazione di antibiotici

ed antinfiammatori, e quando la zona non è più infiammata, il dente viene estratto

PERICORONITE – È un’infiammazione acuta della gengiva che circonda un dente parzialmente erotto che si gonfia. La

gengiva è dolente e arrossata. I fenomeni infiammatori ed infettivi legati al dente del giudizio non ben erotto e

posizionato possono essere determinati da batteri presenti nel cavo orale, che, penetrando all'interno dello spazio tra

dente e gengiva, creano un processo infiammatorio ed infettivo di quest'ultima, dando origine alla pericoronite, questa

è caratterizzata dalla comparsa di un dolore nella regione posta nell'angolo della mandibola, dove si troverebbe il

dente del giudizio. Il dolore va aumentando con i movimenti della masticazione, inoltre la mucosa si presenta arrossata

e gonfia. Questa condizione può peggiorare, causando un dolore più intenso e spesso irradiato all'orecchio, difficoltà e dolore

durante la masticazione, a volte rendendo doloroso anche semplicemente parlare. I linfonodi del collo si ingrossano in presenza

anche una componente purulenta, pus che fuoriesce in seguito a compressione. L'ultimo stadio della pericoronite è rappresentata

dall'ascesso, ove la raccolta del pus può estendersi verso diversi settori della bocca e della faringe

ASCESSO – Complicanza più frequente e pericolosa, che si manifesta con tumefazione ed una raccolta di pus,

normalmente è rivolto verso l’esterno, può drenarsi nel cavo orale, oppure a livello dell’angolo mandibolare crea

una situazione per cui diventa drenabile dall’esterno. Se l’ascesso è rivolto all’interno c’è il rischio che causi

difficoltà respiratoria, per il drenaggio di un ascesso del genere è necessario intubare ed operare in sala operatoria,

gli ascessi possono potenzialmente trasformarsi in flemmoni causando un coinvolgimento più esteso dei tessuti

circostanti o adenoflemmoni quando il processo infiammatorio colpisce la struttura ghiandolare, questo attraverso

le fasce del collo può far verificare una fascite ed una mediastinite, nella cavità restante dopo il drenaggio vengono

eseguiti lavaggi per detergere (SF+H O +Betadine), e vengono inserite garze iodoformiche, che medicano la zona e

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tengono aperta la via di drenaggio 9

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TRAUMATOLOGIA DEL VOLTO

Per comprendere bene la traumatologia del volto è necessario avere chiari i concetti di anatomia e fisiologia.

ANTOMIA – Ci permette attraverso la conoscenza dei segmenti ossei scheletrici di sapere dove si verificano queste fratture

FISIOLOGIA – Ci permette di capire come i monconi di frattura si possono orientare, quali possono essere le alterazioni della

funzione

Se per trauma intendiamo un colpo inferto al viso, questo colpo sprigiona una forza che si trasmette sullo scheletro facciale, e a

seconda della forza che viene sprigionata, si verificano più o meno delle fratture, traumi o contusioni. Queste fratture possono

avere più o meno implicazioni con la funzione.

Genericamente noi consideriamo:

- Trauma semplice

- Trauma complesso

Che può essere:

- Semplice

- Associato

Il trauma della faccia può essere parte di un trauma molto più complesso il politrauma. In caso di politrauma, non è detto che il

trauma facciale rappresenti la priorità.

Si valuta lo stato di coscienza e la possibilità di risposta del paziente, in base a questo viene valutata la priorità d’intervento.

Il paziente con politrauma deve seguire 4 punti fondamentali:

Ⓐ Airways Controllo del tratto aereo e delle vie respiratorie

Ⓐ Breathing Garanzia della ventilazione

Ⓐ Circulation Blocco e comprensione dello stato emorragico del paziente

Ⓐ Disability L’impegno neurologico, le eventuali disabilità degli arti o delle estremità, in relazione al trauma

RICOSTRUZIONE DEL VOLTO

La separazione del volto avviene secondo delle aree anatomiche

prestabilite.

OSTEOTOMIA – Taglio dell’osso, su questa si base gran parte del

lavoro del chirurgo maxillo-facciale

OSTECTOMIA – Asportazione dell’osso SOVRASTRUTTURA

Ci sono fondamentalmente 3 strutture scheletriche:

INFRASTRUTTURA – Fondamentalmente la parte della mandibola

MESOSTRUTTURA – Dal mascellare alle orbite MESOSTRUTTURA

SOVRASTRUTTURA – Dalle orbite all’osso frontale

La ricostruzione del volto in seguito ad un trauma viene effettuata INFRASTRUTTURA

partendo dal mascellare e salendo.

Per bloccare i monconi di una frattura si utilizza il RIF (Rigid Internal

Fixation – Fissazione Rigida Interna), delle placchette in titanio, che

permettono e favoriscono la fissazione rigida dei monconi di frattura.

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TRACHEOTOMIA

È una via d’accesso alla trachea che permette la ventilazione del paziente. La trachea è la continuazione della

laringe, in cui troviamo le corde vocali, coperte dalla cartilagine tiroidea, dopo la cartilagine tiroidea troviamo il

primo anello tracheale, che prende il nome di cricoide, leggermente sopra la cricoide troviamo

Dettagli
A.A. 2017-2018
22 pagine
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SSD Scienze mediche MED/38 Pediatria generale e specialistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ridingforaliving di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Chirurgia specialistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Robiony Massimo.