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DG
Il è la massima quantità di energia che può essere trasformata in lavoro
reazione
utile (a P e T costanti).
In un processo spontaneo il lavoro fatto dal sistema sull’ambiente (-L) rappresenta
la massima quantità di lavoro ottenibile da una trasformazione spontanea ed
eguaglia esattamente la diminuzione di energia libera.
In un processo non spontaneo il lavoro fatto dall’ambiente sul sistema (+L)
quantità̀
rappresenta la minima di lavoro ottenibile affinché avvenga una
trasformazione non spontanea ed eguaglia esattamente l’incremento di energia
libera.
In tutte le reazioni chimiche, non si ottiene mai il 100% dei prodotti dai reagenti,
ma le reazioni raggiungono uno STATO DI EQUILIBRIO, in cui le concentrazioni dei
reagenti e dei prodotti restano costanti nel tempo.
L’equilibrio è un processo dinamico poiché entrambe le reazioni continuano ad
avvenire: la reazione diretta non va a completamento così come la reazione
inversa, ma le loro velocità diventano uguali.
Una reazione condotta ad una certa temperatura, è caratterizzata da una costante
«
di equilibrio K. Per una reazione generica aA + bB cC + dD, l’espressione della
costante di equilibrio è:
La costante di equilibrio è costante a temperatura costante!
La concentrazione molare dell’acqua e le concentrazioni di qualunque reagente o
prodotto allo stato solido non compaiono nell’espressione della costante di
equilibrio.
Se le concentrazioni sono espresse in mol/L allora la costante di equilibrio è
indicata con K ; se le concentrazioni sono espresse in atm, la costante di equilibrio
c
è indicata con K .
p
Se il numero di moli dei reagenti gassosi è uguale a quello dei prodotti
gassosi, allora K =K .
c p
Se si verifica una variazione del numero di moli gassose:
L’entità della costante di equilibrio di una reazione, fornisce una misura qualitativa
di quanto la reazione è spostata verso i prodotti al raggiungimento dell’equilibrio.
Se K > 1 la reazione è spostata verso i prodotti: all’equilibrio le concentrazioni
Ø dei prodotti sono maggiori di quelle dei reagenti.
Se K < 1 la reazione è spostata verso i reagenti: all’equilibrio le concentrazioni
Ø dei reagenti sono maggiori di quelle dei prodotti.
Se K = 1 la concentrazione dei reagenti è uguale a quella dei prodotti.
Ø
L’equilibrio può essere OMOGENEO e cioè in una sola fase (gassosa o in soluzione),
o ETEROGENEO e quindi in più fasi: nella K di una reazione eterogenea non
compaiono le concentrazioni del liquido puro o del solido puro.
Quando reagenti e prodotti non sono all’equilibrio,
è utile conoscere il quoziente di reazione Q, che
permette
di
prevedere
il verso di svolgimento di una reazione per
raggiungere l’equilibrio partendo da una qualsiasi
condizione iniziale.
Riassumendo:
Per calcolare la K a qualsiasi temperatura (diversa da 298K) si utilizza l’equazione
eq
di Van’t Hoff. D.° D2°
- +
DG° DH° ®
= - TDS° = -RTlnK lnK =
T eq /0 / D.°
3 -
è l’equazione di una retta in cui y = lnK x = m =
0 /
Le costanti di equilibrio di una reazione diretta e di quella inversa sono una il
reciproco dell’altra.
Quando due o più equazioni vengono sommate per ottenere una reazione
complessiva, la costante di equilibrio per la reazione complessiva è il prodotto delle
costanti di equilibrio di tutte le reazioni addizionate.
La modifica di uno qualsiasi dei fattori che determinano la condizione di equilibrio
in un sistema indurrà nello stesso una variazione tale da compensare parzialmente
la modifica opponendosi alla perturbazione e il sistema raggiungerà un nuovo
stato di equilibrio. Questa è l’affermazione di Le Chatelier che permette di
prevedere come una reazione reversibile ripristina la condizione di equilibrio a
seguito di una sua perturbazione.
aumento
Aumentando la temperatura:
Se la reazione è esotermica K diminuisce
v Se la reazione è endotermica K aumenta
v
Diminuendo la temperatura:
Se la reazione è esotermica K aumenta
v Se la reazione è endotermica K diminuisce
v
CINETICA CHIMICA
La cinetica chimica studia la velocità delle reazioni chimiche, che corrisponde alla
variazione di concentrazione di una specie chimica nell’unità di tempo.
Per tener conto della stechiometria di una reazione quando si definisce la velocità,
bisogna introdurre per ogni reagente e prodotto un fattore 1/x dove x corrisponde
al coefficiente stechiometrico della sostanza.
Per la reazione generica
la velocità di reazione è espressa come
Il valore della velocità istantanea si ottiene calcolando la pendenza della retta
tangente alla curva nel punto corrispondente.
Sia la velocità media che la velocità istantanea della reazione diretta diminuiscono
nel tempo, ma aumenta la velocità della reazione inversa.
All’equilibrio le due velocità si eguagliano.
È vantaggioso utilizzare il METODO DELLE VELOCITÀ INIZIALI, che consiste nel
trascurare la velocità della reazione inversa quando non più del 5% dei reagenti è
stato trasformato in prodotti.
Sono diversi i fattori che influenzano la velocità di una reazione:
Capacità di collisione fra reagenti
§ La reazione è più veloce se i reagenti sono nella stessa fase: le reazioni
omogenee sono più veloci di quelle eterogenee.
Affinché avvenga una reazione, le molecole reagenti devono collidere tra di
loro, ma non tutti gli urti sono efficaci, infatti le molecole devono collidere
con energia cinetica sufficiente per rompere i legami coinvolti nella reazione
e con un’orientazione che può consentire la formazione dei prodotti.
Lo stato del sistema in cui è massima l’energia potenziale è lo stato di
transizione; l’energia necessaria per passare dai reagenti allo stato di
transizione è detta
energia di attivazione.
Quanto essa è
maggiore, tanto
minore è il numero di
urti efficaci e tanto
minore è la velocità di
reazione.
Concentrazione dei
§ reagenti
Quando la concentrazione di un reagente aumenta, anche la velocità di
reazione aumenta, poiché aumenta il numero di collisioni molecolari.
Per capire come la velocità con cui scompare un reagente dipende dalla
concentrazione istantanea dei reagenti si utilizza l’equazione cinetica o legge
di velocità.
Per una reazione generica del tipo
l’equazione cinetica assume la forma
dove k è la costante di velocità, m e n indicano l’ordine di reazione rispetto A
e B. Sia gli esponenti che k sono determinati sperimentalmente.
L’ordine di reazione totale è la somma degli esponenti di tutti i termini di
concentrazione (m + n).
Se i coefficienti stechiometrici coincidono con gli esponenti della legge
di velocità allora si tratta di una reazione monostadio, che avviene
senza formazione di intermedi attraverso processi elementari tutti
uguali.
Se i coefficienti stechiometrici non coincidono con gli esponenti della
legge di velocità allora si tratta di una reazione multistadio, che avviene
con formazione di intermedi attraverso processi elementari diversi. È lo
stadio più lento a condizionare la velocità complessiva della reazione.
Temperatura del sistema reagente
§ Le reazioni chimiche avvengono più velocemente quando la temperatura
viene aumentata poiché aumenta l’energia cinetica delle molecole e quindi
aumentano gli urti efficaci
Presenza di catalizzatori
§ Sono sostanze che accelerano le reazioni chimiche offrendo un meccanismo
alternativo che ha una E minore e aumentando l’energia cinetica delle
a
molecole, ma non vengono trasformati o consumati nella reazione. Non
compaiono nella K e non la modificano; permettono solo di raggiungere
eq
prima l’equilibrio senza effetti sulla termodinamica della reazione.
DE
Il catalizzatore fa variare della stessa l’energia di attivazione diretta e
a
inversa; analogamente aumenta sia k diretta che k inversa, ma il rapporto
k /k resta costante.
diretta inversa
Il catalizzatore può essere omogeneo (nella stessa fase dei reagenti) o
eterogeneo (in fase diversa dai reagenti).
Il catalizzatore eterogeneo (marmitte catalitiche) è di solito un solido ed i
o reagenti sono solitamente dei gas che vengono adsorbiti sulla superficie
del catalizzatore.
La catalisi eterogenea generalmente avviene in 4 stadi:
a) Adsorbimento dei reagenti
b) Migrazione dei reagenti adsorbiti
c) Reazione delle sostanze adsorbite
d) Desorbimento dei prodotti
Il catalizzatore omogeneo è in fase gassosa o in soluzione
o a) Nella troposfera avviene lo smog fotochimico: NO catalizza la
(g)
formazione di O .
3(g)
NO si forma a temperature elevate partendo da azoto e ossigeno
bimolecolari; una volta formatosi, a temperatura ambiente non è
termodinamicamente stabile e reagendo con O dell’aria forma NO ,
2 2
reazione che a temperatura ambiente è spontanea. NO sotto
2
l’azione di raggi UV si dissocia formando NO e O ; quest’ultimo
(g) (g)
reagisce con O formando O .
2 3
La reazione completa è: dove NO agisce da catalizzatore e NO 2
è l’intermedio di reazione.
b) Nella stratosfera NO catalizza la distruzione dello schermo di O .
(g) 3
Qui O si dissocia in ossigeno molecolare a causa della radiazione
2
UV; dalle collisioni tra O e O si forma ozono, che non dura a lungo
2
perché assorbe radiazioni UV decomponendosi, catalizzato da NO.
Anche il freon danneggia lo schermo di ozono poiché
decomponendosi forma Cl•, che catalizza la dissociazione
dell’ozono.
Ciò che mette in relazione questi fattori è l’equazione di Arrhenius:
Il fattore di
frequenza è
correlato al
numero di
collisioni che hanno la corretta orientazione e dipende dalla temperatura.
ACIDI E BASI
Gli elettroliti sono specie chimiche che in acqua si dissociano totalmente o
parzialmente in ioni.
Il comportamento dell’acqua, utilizzata come solvente, è importante: in acqua
pura c’è un equilibrio tra l’acqua e gli ioni idrossonio e idrossido.
In questa reazione, che si chiama reazione di autoionizzazione dell’acqua,
l’equilibrio è molto spostato verso sinistra:
la costante di equ