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Y
Il valore della funzione d’onda in un dato punto dello spazio è l’ampiezza dell’onda
2
associata all’elettrone; il quadrato del valore della funzione d’onda (Y ) è legato alla
probabilità di trovare un elettrone in una piccola regione dello spazio e indica dunque
la densità di probabilità.
Una funzione d’onda caratterizzata da ben precisi valori di numeri quantici (n, l, m) si
Y 2
dice orbitale; quindi determina la forma dell’orbitale.
n,l,m
Numeri quantici n, l e m l
n, il numero quantico principale, può assumere tutti i valori interi da 1 all’infinito e
determina l’energia dell’elettrone e la dimensione dell’orbitale: rappresenta il livello
elettronico.
l, il numero quantico del momento angolare, può assumere tutti i valori compresi tra
-
0 e n 1 e definisce la forma di un orbitale, nonché il numero dei sottolivelli di un
determinato livello. -l
m , il numero quantico magnetico, può assumere i valori da a +l e definisce
l
l’orientazione nello spazio dell’orbitale nell’ambito di un certo sottolivello.
Orbitali s
Siccome la densità dei punti diminuisce con l’allontanamento dal nucleo, anche la
probabilità di trovare l’elettrone 1s lontano dal nucleo diminuisce
indipendentemente dalla direzione in cui si procede allontanandosi dal nucleo; tutti
gli orbitali s sono di forma sferica.
Orbitali p
Hanno la forma di un “manubrio del sollevatore di pesi” o a doppia clava; l’insieme
dei tre orbitali p corrisponde ad
una distribuzione sferica.
L’orbitale p ha un piano
nodale, un piano che passa per
il nucleo sul quale è nulla la
probabilità di trovare un
elettrone.
Orbitali d
Il numero dei piani nodali nodali corrispondono al valore di l,
dunque l’orbitale d per cui l=2, ha due piani nodali, che danno
luogo a quattro regioni di densità elettronica.
L’insieme dei cinque orbitali d corrisponde ad una
distribuzione sferica. Gli elettroni in un atomo sono assegnati ai livelli
di energia via via crescente. L’energia
dell’atomo di idrogeno, che ha un solo
elettrone, dipende solo da n; per gli atomi
polielettronici le energie dei sottolivelli
dipendono sia da n che da l e sono assegnati ai
sottolivelli in ordine di valore crescente di “n +
l”. Se due sottolivelli hanno lo stesso valore di
“n + l”, gli elettroni sono assegnati prima al
sottolivello con il valore di n più basso.
Per spiegare ciò è necessario considerare la carica nucleare efficace (Z*) che
esprime la carica risentita da ogni singolo elettrone valutando l’effetto schermante
del nucleo esercitato da tutti gli altri elettroni, e dunque è sempre minore della
carica nucleare effettiva.
Dove S rappresenta il numero di elettroni nei sottolivelli più interni che schermano
la carica nucleare.
Z* aumenta spostandosi lungo il periodo e varia poco lungo il gruppo; determina
l’estensione nello spazio dell’orbitale occupato
dall’elettrone, ossia le dimensioni dell’atomo.
I tre numeri quantici (n, l, m) consentono di definire l’orbitale (Y ) e la sua energia
n,l,m
(E = f(n,l)), ma non definiscono ancora il singolo elettrone perché non tengono conto
dello spin dell’elettrone: gli atomi provvisti di un elettrone spaiato, quando vengono
sottoposti ad un campo magnetico, si orientano in senso parallelo o antiparallelo ad
-
1 1
esso, assumendo un valore m = + / o m = / .
s 2 s 2
Il principio di esclusione di Pauli afferma che un orbitale può contenere al massimo
due elettroni; in tal caso gli elettroni devono possedere spin opposto. In questo
modo il campo magnetico risultante è uguale a 0 (minore repulsione magnetica).
La regola di Hund afferma che la disposizione di
elettroni più stabile è quella che prevede, in un dato
sottolivello, il numero massimo di elettroni spaiati,
tutti con la stessa direzione di spin. 2
Il numero massimo di elettroni per livello è 2n .
Le proprietà magnetiche degli elementi derivano dalla configurazione elettronica
degli atomi:
• ¹
Atomi con elettroni spaiati (å 0) vengono detti paramagnetici: diventano
ms
piccoli magneti e vengono attratti da un campo magnetico.
• Atomi con solo elettroni accoppiati (å = 0) sono detti diamagnetici: il campo
ms
magnetico esterno perturba il moto degli elettroni ed induce un campo
magnetico che ha direzione opposta al campo magnetico applicato.
Le proprietà chimico-fisiche degli elementi sono funzione periodica di Z (n° atomico)
e sono simili lungo il gruppo poiché gli elementi hanno lo stesso numero di elettroni
di valenza.
PROPRIETÁ FISICHE PERIODICHE
L’energia di ionizzazione è l’energia necessaria per allontanare un elettrone da un
atomo neutro in fase gassosa.
E’ l’opposto dell’energia coulombiana che attrae l’elettrone al nucleo.
L’E aumenta lungo il periodo in quanto aumenta la Z*, mentre diminuisce
i
scendendo lungo il gruppo poiché l’elettrone che viene preso è sempre più lontano
dal nucleo.
Le energie di ionizzazione finalizzate all’espulsione di un secondo o terzo elettrone,
sono di gran lunga maggiori della prima.
Possono esserci delle eccezioni: 2
in quanto un orbitale pieno (2s ) è più stabile
in quanto un orbitale semipieno è più stabile
+
Quanto minore è E tanto più facilmente si forma X , quindi tanto maggiore è il
i
carattere metallico dell’elemento. Ne consegue che il carattere metallico diminuisce
lungo il periodo e aumenta lungo il gruppo.
L’affinità elettronica EA di un atomo, è uguale in valore, ma con segno opposto, alla
variazione di energia interna che si verifica quando un atomo in fase gassosa
acquista un elettrone.
Aumenta lungo il periodo e diminuisce lungo il gruppo
(in valore assoluto).
In base alle proprietà fisiche periodiche (r, Ei, EA) gli elementi si possono suddividere
in: METALLI: bassa Ei; perdono facilmente elettroni dando cationi e formano
o composti ionici con i non metalli
SEMIMETALLI: valori intermedi Ei e EA; acquistano facilmente elettroni dando
o anioni
NON-METALLI: alta EA; comportamento diverso a seconda del partner
o
I LEGAMI
COVALENTE: si instaura con la messa in condivisione di una o più coppie di
§ elettroni di valenza tra gli atomi; si forma generalmente tra non metalli. Il
legame è direzionale ed esiste la molecola
IONICO: è di natura elettrostatica ed è determinato dall’attrazione
§ coulombiana tra catione e anione; si forma generalmente tra un non metallo e
un metallo (o con differenza di elettronegatività ≥ 1,7). Il legame è
adirezionale: non esiste la molecola ma un cristallo ionico
METALLICO: tra gli elementi metallici
§
L’ordine di legame coincide con il numero di legami, ovvero, con il numero di coppie
-
di e condivise.
L’energia di legame è l’energia che occorre fornire per rompere il legame, portando i
due atomi a distanza infinita.
c
Per elettronegatività di un atomo si intende la sua relativa tendenza ad attrarre su
di se gli elettroni di legame che lo tengono unito ad un altro atomo in una molecola;
è una grandezza relativa.
Aumenta lungo il periodo e diminuisce lungo il gruppo.
c -c
Quanto maggiore è la differenza di (c ) fra due atomi A e B impegnati nel
A B
legame A-B, tanto maggiore è:
a. la separazione di carica d
b. la % di legame ionico
c. polarità del legame
µ
Se due atomi in un legame covalente non hanno la stessa elettronegatività, il legame
prende il nome di legame polare ed è presente nella molecola un polo negativo,
dove la coppia di legame è più addensata, ed uno positivo.
Nei legami tra atomi uguali, non essendovi nessuna differenza di EA, non si osserva
alcuna polarizzazione ( = 0).
µ
Nel legame dativo, i due atomi impegnati nel legame non sono più paritetici: c’è un
atomo datore (deve avere una coppia di non legame) e un atomo accettore (deve
avere un orbitale vuoto nel guscio più esterno e deve essere più elettronegativo).
Alcune strutture di Lewis non riescono a rappresentare correttamente la molecola,
come nel caso dell’O , del CO o del benzene. Pauling propose la teoria della
3 3
risonanza che si applica a questi casi specifici in cui le strutture reali delle molecole
sono una combinazione, o ibrido di risonanza, tra le strutture di risonanza equivalenti.
Nel caso dell’ozono, per indicare che la struttura reale è una via di mezzo tra questi
due estremi si usa una freccia a due punte:
ECCEZIONI ALLA REGOLA DELL’OTTETTO
A. Ottetto incompleto
Caratteristica del Berillio e del Boro
B. Ottetto espanso
Gli elementi appartenenti al terzo periodo o ai periodi successivi, possono
avere più di 8 elettroni attorno all’atomo centrale perché hanno la possibilità di
accedere anche agli orbitali d vuoti.
C. Radicali liberi
Per le molecole con un numero dispari di elettroni di valenza non è possibile
completare l’ottetto, ma almeno un elettrone deve essere spaiato. Queste
molecole prendono il nome di radicali liberi. (smog fotochimico)
GEOMETRIA DELLE MOLECOLE
Un atomo ha una distribuzione di carica elettronica approssimativamente sferica,
ma quando entra a far parte di un legame, ridistribuisce la sua densità di carica in
definite direzioni dello spazio, che sono le direzioni dei legami. Queste zone si
dispongono alla massima distanza possibile (maggior angolo di legame possibile) per
effetto della repulsione. Questa teoria prende il nome di V.S.E.P.R. (repulsione delle
coppie elettroniche di valenza).
Se l’atomo centrale oltre a coppie di legame ha anche coppie solitarie, queste ultime
esercitano una repulsione maggiore.
Le coppie di elettroni in un legame multiplo (doppio legame o triplo legame) si
comportano come un legame singolo.
Una molecola non è polare se il suo momento di dipolo è nullo (µ=0), cioè se tutti gli
atomi (o gruppi) terminali sono identici e sono disposti in modo simmetrico rispetto
all’atomo centrale.
Quanto maggiore è il momento di dipolo di una molecola, tanto maggiore saranno le
forze intermolecolari e quindi tanto maggiori saranno le temperature di fusione,
ebollizione o liquefazione.
Per spiegare il legame chimico si utilizzano due teorie: la teoria del legame di
valenza (VB) e la teoria degli orbitali molecolari (MO).
Es