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L'ipotesi che il benzene fosse una molecola in cui gli atomi di carbonio formano un
ciclo in cui si alternano legami doppi e semplici (un "cicloesatriene") veniva invalidata
dall'osservazione sperimentale della geometria della molecola, in cui tutti i legami
hanno uguale lunghezza il cui valore si pone circa a metà tra quella tipica di un legame
singolo e quella tipica di un legame doppio.
In realtà la struttura del benzene si pone a metà tra quella di due "cicloesatrieni"
equivalenti; si dice che è un ibrido di risonanza tra due formule limite:
In realtà,quindi, non esistono doppi legami tra due atomi di carbonio vicini; ogni atomo
di carbonio condivide con gli altri il proprio elettrone spaiato in un orbitale
delocalizzato esteso a tutti e sei gli atomi.
Naftalene
Il naftalene, commercialmente noto anche come naftalina, è un idrocarburo aromatico
polinucleato, o policiclico (IPA). La sua molecola è planare; la struttura è quella di due
anelli benzenici fusi, ovvero che condividono due atomi di carbonio.
A temperatura ambiente è un solido cristallino bianco dall'odore intenso e
caratteristico. Poco solubile in acqua, si scioglie abbastanza bene nell'etanolo (77 g/l a
20 °C) e ancora meglio nei solventi organici.
Si ottiene per distillazione dal catrame, dal carbone e dal petrolio. Oltre all'impiego
nell'industria chimica principalmente come materia prima per la sintesi dell'anidride
ftalica e di coloranti, trova uso domestico anche come insetticida, specialmente
contro le tarme.
Il naftalene brucia con fiamma fuligginosa; dal punto di vista chimico reagisce con
sostanze ossidanti quali il permanganato di potassio a dare l'acido ftalico,oppure in
condizioni di ossidazione più blande,cioè con anidride cromica, un naftochinone.
L'esposizione eccessiva al naftalene provoca la distruzione dei globuli rossi e produce
sintomi di nausea, vomito, diarrea, passaggio di sangue nelle urine e pallore della pelle.
È inoltre un sospetto cancerogeno di categoria 3, «sostanze da considerare con
sospetto per i possibili effetti cancerogeni nell'uomo, per le quali tuttavia le
informazioni disponibili sono insufficienti per procedere a una valutazione
soddisfacente; esistono alcune prove ottenute con adeguati studi sugli animali che non
bastano per classificare queste sostanze nella categoria 2».
Antracene
L'antracene è un composto idrocarburico policiclico aromatico (IPA) solido costituito
da tre anelli benzenici condensati e possiede struttura lineare.
L'antracene è utilizzato nell'industria dei coloranti per la sintesi del colorante Rosso
d'alizarina. Era utilizzato anche come conservante nell'industria del legname, grazie
alle sue proprietà insetticide. L'antracene è incolore, ma presenta fluorescenza blu se
investito da una fonte di luce ultravioletta.
L'antracene subisce con estrema facilità fotodimerizzazione per irradiazione con UV.
Il dimero è tenuto assieme da due legami covalenti risultanti da una cicloaddizione
[4+4]. Il dimero si riconverte in antracene termicamente o per irradiazione UV
utilizzando una lunghezza d'onda inferiore ai 300 nm. Le proprietà fotochimiche
dell'antracene costituiscono le basi per un suo uso come rivelatore micromolecolare
d'ossigeno, in quanto le caratteristiche reazioni fotochimiche a cui va in contro tale
molecola sono inibite in assenza di tale gas.
In molte altre reazioni dell'antracene è coinvolto l'anello centrale che è il più
reattivo, perché gli elettroni p non sono ugualmente delocalizzati sull'intera struttura,
dunque le posizioni preferite per una sostituzione elettrofila sono la 9 e la 10. Le
strutture risultanti da una sostituzione 9-10 hanno energia di risonanza superiore a
quella posseduta da prodotti risultanti da altre sostituzioni cosa che giustifica la
preferenza di sostituzione.
A differenza di altri composti aromatici, l'antracene dà anche reazioni di addizione
sull'anello centrale. Il prodotto, infatti, conserva l'aromaticità dei due anelli laterali
ed è quindi stabilizzato. Sempre sullo stesso anello avviene facilmente anche
l'ossidazione con bicromati, dando antrachinone, C H O .
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Derivati dell'antracene contenenti gruppi ossidrilici, sono l'1-idrossiantracene e il 2-
idrossiantracene, omologhi del fenolo e del naftolo. L'idrossiantracene è anche
chiamato antrolo o antracenolo. I derivati idrossiantracenici posseggo elevata attività
purgante e costituiscono alcuni dei principi attivi contenuti nell'aloe, essi sono dei
potenti irritanti della mucosa intestinale.
L'antracene ha trovato ultimamente spazio come semiconduttore organico, è inoltre
utilizzato come scintillatore per il rilevamento di elettroni e particelle alfa.
A differenza di altri idrocarburi policiclici aromatici (IPA), l'antracene non è una
sostanza cancerogena, ma è stato recentemente inserito dall'Agenzia Europea per le
sostanze chimiche (ECHA) tra le sostanze di alta preoccupazione (SVHC) perché
persistente, bioaccumulabile e tossico (PBT) per gli organismi acquatici. L'antracene,
come gli altri IPA, si forma essenzialmente da processi di combustione: l'esposizione
dell'uomo avviene principalmente attraverso il fumo di tabacco e l'ingestione di cibo
contaminato da prodotti della combustione.
Fenantrene
Il fenantrene è un idrocarburo polinucleare aromatico (IPA) composto da tre anelli
benzenici fusi (C H ), con cinque possibili strutture di risonanza.
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È affine all'antracene, che ha la stessa formula bruta, differendo nella formula di
struttura (fenantrene e antracene sono pertanto isomeri). Non a caso, il nome deriva
da fenile e antracene.
Allo stato puro, il fenantrene si presenta sotto forma di cristalli incolori o giallognoli,
inodori, con un peso specifico di poco più di 1 kg/dm .
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Fonde a 96-99 °C.
È praticamente insolubile in acqua, mentre è solubile in etere, benzolo e toluene (3).
Il fenantrene è un residuo della combustione di diverse sostanze organiche ed è
presente nel fumo delle sigarette. È noto per la sua capacità di favorire il cancro
tuttavia è usato nella sintesi di alcuni farmaci.
Benzopireni
I benzopireni sono idrocarburi (con base C H ) della serie aromatica, policiclici a
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cinque anelli benzenici condensati.
Sono contenuti nel catrame di carbone fossile e in molti carbone fossili stessi. Hanno
azione cancerogena e vengono utilizzati nello studio dei tumori. I benzopireni sono tra
i prodotti della combustione di molti prodotti contenenti molecole pesanti. Si
ritrovano quindi nel fumo di sigaretta, nella combustione dei rifiuti indifferenziati,
nello scarico dei motore Diesel e di tutti i motori alimentati con combustibili pesanti
(più pesanti della comune frazione delle benzine quindi nafte, cherosene, carbone, olii
combustibili), possono formarsi anche nella combustione del legname.
I più comuni tra essi sono il benzo[a]pirene (o 3,4-benzopirene, cui si riferiscono i dati
in tabella) ed il benzo[e]pirene (o 4,5-benzopirene), isomero.
Il benzo[a]pirene è una delle prime sostanze di cui si è accertata la cancerogenicità
poiché alcune sue forme ossidate (metabolicamente dall'organismo), può legarsi al
DNA interferendo con il suo meccanismo di replicazione. La sua struttura inoltre non
viene intercettata dal sistema enzimatico di correzione dei geni della categoria
Caretaker del Dna, che ha invece il ruolo di demolire i tratti mutati dell'acido nucleico
per prevenirne mutazioni nocive.
La categoria IARC di rischio cancerogeno è Categoria 1 : cancerogena per l'uomo
Disciolta in acqua, è tra le sostanze più pericolose. Il limite di concentrazione è
intorno agli 0,01 mg/l. Toluene
Il toluene (noto anche come toluolo, nome IUPAC metilbenzene) è un liquido volatile ed
incolore dall'odore caratteristico. La sua formula bruta è C H .
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Il toluene è un idrocarburo aromatico; viene usato come solvente in sostituzione del
più tossico benzene, cui somiglia sotto molti aspetti. È anche contenuto nella benzina.
Il toulene è il più semplice rappresentate della classe degli alchilbenzeni. All'aria
brucia in maniera incompleta con una fiamma gialla e fuligginosa. Ha un odore fruttato
e pungente, simile a quello del benzene; la sua soglia di percettibilità olfattiva è
compresa tra 0,6 e 263 mg/m³(70,1ppm).
Il toluene fonde a -95 °C, bolle a circa 111 °C ed in condizioni normali è un liquido
chiaro ed incolore, dall'indice di rifrazione piuttosto elevato: 1,4961. Nell'acqua è
praticamente insolubile (0,52 g/l), mentre è miscibile in ogni rapporto con il solfuro di
carbonio, l'etanolo e l'etere etilico. Si scioglie bene anche in acetone, cloroformio e
nella grande maggioranza degli altri solventi organici. Con una viscosità dinamica di 0,6
mPa·s, il toluene è più scorrevole dell'acqua.
La sua entalpia di formazione è 40.940 kJ/kg ed il suo punto di autoaccensione è 535
°C.
In condizioni standard il toluene è stabile e relativamente poco reattivo, reagisce
però in maniera abbastanza energica con gli ossidanti e con gli acidi. La sua reattività
è simile a quella del fenolo e del benzene. Essendo in grado di attaccare e sciogliere
molte materie plastiche, viene conservato in contenitori di vetro.
Per ossidazione - ad esempio con una soluzione acida di permanganato di potassio -
viene trasformato in alcool benzilico, quindi in benzaldeide e per finire in acido
benzoico. Il comportamento chimico del toluene è simile a quello del benzene, come
quest'ultimo subsice facilmente reazioni di sostituzione elettrofila. Le reazioni di
sostituzione nucleofila sono più rare.
In special modo, esposto alla luce o al calore ed in presenza di un reagente adatto (ad
esempio il bromo), il toluene subisce reazioni di sostituzione radicalica sul gruppo
metile.
Per riscaldamento il toluene reagisce con il bromo formando tribromofenilmetano
(benzo tribromuro) e acido bromidrico.
Essendo il toluene relativamente poco reattivo, le reazioni di sostituzione elettrofila
procedono piuttosto lentamente. La presenza di un opportuno catalizzatore può
accelerarle decisamente. La sostituzione è orientata preferenzialmente nelle posizioni
orto e para.
Il toluene reagisce con l'acido nitrico per dare trinitrotoluene e acqua. L'agente
nitrante (NO ) si ottiene per reazione dell'acido nitrico con acido solforico.
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Il toluene reagisce col bromo a dare il p-bromotolu