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E, Z
Per denominare un isomero con il sistema bisogna prima determinare le priorità
sp 2
relative tra i due gruppi legati a uno dei carboni e poi le priorità relative tra i due
sp 2
gruppi legati all’altro carbonio . Se i gruppi a priorità maggiore si trovano dallo
Z
stesso lato rispetto al doppio legame, l’isomero possiede la configurazione
(zusammen, “insieme”). Se i gruppi a priorità maggiore si trovano da lati opposti
E (engenge,
rispetto al doppio legame, l’isomero possiede configurazione “opposto”).
sp 2
Le priorità relative dei due gruppi legati a un carbonio si determinano applicando le
seguenti regole:
Regola 1. Le priorità relative dei due gruppi si stabiliscono in base ai numeri
sp 2
atomici degli atomi che sono legati direttamente al carbonio . Maggiore è il
numero atomico, maggiore è la priorità. sp 2
Per esempio, nei seguenti composti, uno dei carboni è legato a un Br e a un
H: sp 2
Regola 2. Se i due sostituenti legati a un carbonio cominciano con lo stesso
atomo, bisogna andare oltre e considerare i numeri atomici degli atomi legati ai
due atomi con egual numero atomico. sp 2
Nei seguenti composti, uno dei carboni è legato sia a un Cl che a un gruppo
CH Cl:
2 6
Regola 3. Se un atomo è legato attraverso un doppio legame a un altro atomo,
il sistema della priorità la considera come se esso fosse legato attraverso un
legame singolo a due di tali atomi. Alo stesso modo, se un atomo è legato
attraverso un triplo legame a un altro atomo, esso si considera legato a tra di
tali atomi. sp 2
Per esempio, uno dei due carboni nella seguente coppia di isomeri è legato
a un gruppo CH CH e a un gruppo CH=CH :
2 3 2
Regola 4. Nel caso di isotopi, si considera il numero di massa per stabilire le
priorità relative. sp 2
Nelle seguenti strutture, per esempio, uno dei carboni è legato al deuterio
(D) e all’idrogeno (H):
LA REATTIVITà DEGLI ALCHENI – LE FRECCE CURVE
Il gruppo funzionale è una parte della struttura che costituisce il centro della
reattività della molecola. Tutti i composti che presentano un doppio legame carbonio-
carbonio reagiscono in maniera simile, sia che si tratti di una piccola molecola, come
l’etene, che di una più grande, come il colesterolo. 7
Gli atomi o le molecole ricchi di elettroni sono attratti da atomi o molecole elettron-
deficienti (elettrofilo). Un elettrofilo è una specie con un atomo in grado di accettare
una coppia di elettroni oppure con un atomo che ha un elettrone spaiato e perciò ha
bisogno di un elettrone per completare il suo ottetto un elettrofilo, quindi, è una
specie in cerca di elettroni.
Un atomo o molecole ricco di elettroni viene detto nucleofilo. Un nucleofilo possiede
una coppia di elettroni da condividere. Esistono nucleofili neutri e altri carichi
negativamente. Dal momento che un nucleofilo possiede elettroni da condividere
Un
mentre un elettrofilo è in cerca di elettroni, essi si possono attrarre a vicenda
nucleofilo reagisce con un elettrofilo!
Un elettrofilo, che è in grado di accettare una coppia di elettroni, viene talvolta definito
acido di Lewis.
come Un nucleofilo, invece, che al contrario possiede una coppia di
base di Lewis.
elettroni da condividere viene talvolta definito come
Un legame π è più debole di un legame σ Il legame π quindi è il legame che si
rompe più facilmente quando un alchene reagisce. Il legame π di un alchene consiste
in una nuvola elettronica sopra e sotto il legame σ. Proprio a causa di questa nuvola
elettronica, un alchene è una molecola ricca di elettroni, quindi nucleofila. Possiamo
quindi prevedere che un alchene reagirà con un elettrofilo e, nel processo, il legame π
si romperà. Così, se un reagente come l’acido bromidrico è aggiunto a un alchene,
l’alchene reagirà con l’idrogeno dell’acido bromidrico, che presenta una parziale carica
positiva, e si formerà un carbocatione. Nel secondo stadio della reazione, il
carbocatione carico positivamente (un elettrofilo) reagirà con l’anione bromuro
caricato negativamente (un nucleofilo) per formare un alogenuro alchilico. 8
La descrizione del processo a stadi attraverso il quale dei reagenti si trasformano in
prodotti è chiamato maccanismo della reazione. FRECCE CURVE mostrano come
si spostano gli elettroni quando si formano nuovi legami covalenti e quando quelli
esse
preesistenti si rompono mostrano quali legami si formano e quali si rompono
vengono tracciate a partire di un centro ricco di elettroni verso un centro carente di
elettroni. Una freccia con la testa a due punte rappresenta il movimento simultaneo di
due elettroni (di una coppia di elettroni). Una freccia con la testa s una punta
rappresenta il movimento di un elettrone.
CINETICA E TERMODINAMICA termodinamica
Se consideriamo una reazione in cui Y viene convertito in Z, la della
reazione ci dice le percentuali relative di Y e Z che sono presenti quando la reazione
cinetica
ha raggiunto l’equilibrio, mentre la della reazione ci dice quanto velocemente
Y viene trasformato in Z.
Un diagramma di energia/coordinata di reazione mostra le variazioni di energia
che avvengono in una reazione. Più stabile è una specie, più bassa è la sua energia.
Quando dei reagenti si convertono in prodotti, la reazione passa attraverso uno stato
di transizione con il massimo di energia.
Un intermedio è il prodotto di uno stadio di una reazione ed è il reagente per lo
stadio successivo. Gli stadi di transizione hanno legami parzialmente formati; gli
intermedi hanno legami già completamente formati. Lo stato determinante la
velocità presenta il suo stato di transizione nel punto più alto della coordinata di
reazione.
Termodinamica
Le concentrazioni relative dei reagenti e dei prodotti all’equilibrio sono date delle
Più stabile è un composto, maggiore è la sua concentrazione all’equilibrio
costanti K . .
eq
Se i prodotti sono più stabili dei reagenti, K è > 1, ΔG° è negativo e la reazione è
eq 9
esoergonica. Se i reagenti sono più stabili dei prodotti, K è < 1, ΔG° è positivo e la
eq
reazione è endoergonica.
ΔG° e K sono correlati dall’equazione:
eq
La variazione di energia standard di Gibbs ha una componente di entalpia (ΔH°) e una
di entropia (ΔS°):
Entalpia (ΔH°) è il calore emesso o consumato durante il corso di una reazione.
Una reazione con ΔH° negativo viene detta reazione esotermica. Una reazione con
ΔH° positivo viene detta reazione endotermica.
Entropia (ΔS°) viene definita come il grado di disordine ed è una misura della
libertà di movimento del sistema.
In una reazione in cui due molecole si legano per formare una sola molecola ΔS° sarà
negativo. In una reazione in cui una singola molecola viene scissa in due molecole
distinte ΔS° sarà positivo.
Una reazione con un ΔG° negativo ha una costante di equilibrio favorevole (K >1)
eq
la reazione è favorita nel senso in cui è scritta (da sinistra verso destra), perché i
La formazione di prodotti con legami più forti e
prodotti sono più stabili dei reagenti.
con maggiore libertà di movimento rendono negativo.
ΔG°
I valori di ΔH° si possono calcolare dalle energie di dissociazione di legame. L’energia
di dissociazione di legame per il legame π dell’etene corrisponde a 63 kcal/mol. 10
L’energia di dissociazione viene indicata con il termine DH°.
Quando si considerano reazioni che avvengono in soluzione le molecole di solvente
possono interagire con i reagenti e con i prodotti. Le molecole dei solventi polari si
riuniscono intorno a una carica di un reagente o di un prodotto in modo tale che i poli
negativi delle molecole di solvente circondino le cariche positive e i poli positivi quelle
negative. L’interazione tra un solvente e una specie in soluzione viene detta
solvatazione.
Cinetica
Energia libera di attivazione barriera energetica di una reazione.
11
qualsiasi fattore che destabilizzi
‡
Minore è il valore del ΔG e più veloce è la reazione
il reagente o stabilizzi lo stato di transizione fa in modo che la reazione proceda più
velocemente.
Qualsiasi valore che si riferisca allo stato di transizione viene rappresentato con la
‡
doppia croce in apice ( )
costante di equilibrio ‡
Il ΔG° è correlato alla della reazione, mentre il ΔG è correlato
velocità
alla della reazione. La stabilità termodinamica di un composto è indicata
termodinamicamente stabile
dal valore di ΔG. Se tale valore è negativo, il prodotto è termodinamicamente
rispetto al reagente, mentre si ΔG° è positivo, il prodotto è
instabile rispetto al reagente. ‡
La stabilità cinetica di un composto è indicata dal valore di ΔG . Se tale valore per
cineticamente stabile
una reazione è grande, il composto è nel senso che non reagisce
cineticamente instabile,
‡
velocemente. Se ΔG è piccolo, il composto è cioè reagisce
velocemente.
La velocità di una reazione dipende dalla concentrazione dei reagenti, dalla
temperatura e dalla costante di velocità. La costante di veloictà, che è indipendente
dalla concentrazione, indica quanto facilmente si raggiunge lo stato di transizione.
Una reazione del primo ordine dipende dalla concentrazione di un solo reagente,
una reazione del secondo ordine dipende solo dalla concentrazione di due reagenti.
Anche se le costanti di velocità sono indipendenti dalla concentrazione, essi dipendono
dalla temperatura. L’equazione di Arrhenius mette in relazione la costante di
velocità di una reazione con l’energia sperimentale di attivazione e con la temperatura
12
alla quale si fa avvenire la reazione un aumento della temperatura di 10°C
raddoppia la costante di velocità e, d conseguenza, la velocità di una reazione.
k costante di veloictà;
E valore sperimentale dell’energia di attivazione;
a -3
R costante dei gas (1,986 X 10 kcal/(mol K) oppure 8,314 kJ/(mol K))
T temperatura assoluta (K)
A fattore di frequenza tiene