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Gli antagonisti recettoriali si legano al recettore ma evocano la risposta biologica
contraria, chiudendo i canali dei cloruro che porta a ipopolarizzazione della membrana,
con evocazione dello spike e quindi evocazione energica dell'impulso nervoso. Gli
antagonisti bzr sono degli antagonisti convulsivanti, ed eccitanti del snc.
La BETA CARBOLINA, agonista inverso, è costituita da tre cicli condensati, in pratica un
indolo fuso con una piridina, con una sostituzione carboetossi. La struttura è diversa dalle
comuni benzodiazepine, ma resta comunque in grado di legarsi al recettore. Con il
benzene del'indolo trova un'area lipofila dove stringere un pi greco stacking coi residui di
aa aromatici, che saranno fenilalanina e tirosina. L'NH indolico può lavorare nel formare
legame idrogeno, sempre con un'altra porzione del recettore. L'N della piridina può
anch'esso fare legame idrogeno, così come il residuo di estere, con lo stesso tipo di
residuo con cui faceva legame idrogeno il carbonile del diazepam. L'O dell'estere mima il
carbonio in 4 del diazepam, e anche esso può formare legami idrogeno con lo stesso tipo
di residuo del recettore con cui faceva legame idrogeno l'N4 del diazepam. Agganciandosi
al recettore, attraverso siti di legame che comunemente sarebbero occupati dal
diazepam, le beta carboline impediscono il legame del diazepam; potrebbe legarsi una
parte aromatica, ma quella parte idrofila in realtà sarebbe già occupata.
Esistono poi agonisti inversi parziali che si legano, ma danno effetto contrario dal punto di
vista farmacologico ma al 50%.
Finora agonisti, antagonisti parziali e antagonisti parziali visti, hanno struttura
benzodiazepinica. Solo gli agonisti inversi hanno strutture che differiscono un po'.
Esistono anche degli agonisti bzr che hanno struttura diversa dalla classica
benzodiazepinica. Ad esempio lo ZOLPIDEM che, seppure strutturalmente diverso, è in
grado di legare il bzr, e non solo, perché legherà nello stesso punto di legame del
diazepam. Una piridina viene anellata con un imidazolo. Nel diazepam c'è un fenile in 5,
qui abbiamo un fenile para metilsostituito e quindi questo potrebbe essere un punto di
somiglianza. Nel diazepam abbiamo un lattame, mentre qui la funzione ammidica è
esterna al biciclo, un residuo di acetammide, sotto forma di dimetilacetammide, legato
alla struttura imidazolica. Conserva gli elementi strutturali per permettere il biding.
L'effetto farmacologico non è identico, però. La subunità alfa del recettore GABAa, dove
appunto è localizzato il BZR, in realtà è costituita da ulteriori subunità proteiche. Queste
ulteriori subunità, come alfa 1 e alfa 2, si è pensato che potessero essere un sito di
legame aggiuntivo per aumentare l'affinità di legame. Proprio da questo approccio di
studio è stato formulato lo zolpidem, perché si era pensato a una molecola più selettiva,
che si legasse non al bzr ma esclusivamente in una sua parte, così da dissociare l'attività
ansiolitica da quella ipnotico-sedativa. Ecco perché si cercava una selettività maggiore
all'interno di questi siti bzr, aggrappandosi al fatto che la subunità alfa è costituita da
varie subunità. Lo zolpidem è un agonista GABAa alfa1 selettivo ipnotico-sedativo, e ha
un profilo farmacologico contrario a quello che si voleva, ossia c'è stata dissociazione
dall'attività farmacologica ma è un ipnotico inducente perdendo la capacità di essere un
ansiolitico. Verrà usato per indurre la prima fase del sonno. Gli atomi di azoto in 1 e in 4
del diazepam corrisponderanno a uno degli atomi di azoto dell'imidazolo dello zolpidem e
all'O del C=O dell'acetammide. Quindi fittano in questi punti, che nel diazepam saranno
accettori e nello zolpidem saranno donatori di legami idrogeno. Poi ci sono legami idrofili
che svolge il carbonile in 2 del diazepam; stesso ruolo svolto dalla porzione
dimetilammidica dello zolpidem. In più i due benzeni del diazepam, e la piridina e il
benzene dello zolpidem, vanno a riempire con pi greco stacking le porzioni aromatiche
che sono all'interno del bzr. Quindi, ligandi apparentemente diversi saranno impegnati a
legare negli stessi punti lo stesso recettore; è l'attività farmacologica, però, che sarà
diversa.
Nelle benzodiazepine esiste la stereochimica pur non essendovi un centro chirale: sarà
dovuta al fatto che la molecola non è planare. Il ciclo a 7 nonostante il carbonile e il
doppio legame, che in genere sono vincoli conformazionali piuttosto forti, non è
aromatico, e in particolare il pizzo del carbonio 3 può essere orientato da una parte o
dall'altra rispetto al piano della molecola. Possiamo avere quindi due conformeri, che
possono essere considerati due diastereoisomeri. La rotazione, visto che non c'è nessun
vincolo conformazionale, a temperatura ambiente è libera, non permettendoci di stabilire
una conformazione piuttosto che un'altra. Studi sono stati condotti per isolarli, ma è un
risultato che può essere ottenuto solo a bassa temperatura, poiché solo abbassando la
temperatura viene arrestato il movimento flip flop.
Metabolismo. Le modifiche chimiche possono portare a tempi di attività diversi
nell'ambito della molecola stessa.
Per il CLORDIAZEPOSSIDO si fa molta fatica a eliminare la molecola cataboliticamente.
Intanto la funzione N->O, che non serve a eventuali legami col recettore e né per evocare
l'attività farmacologica, e che però si ottiene da chinazolina, è necessariamente presente.
Una volta diventato farmaco, dovrà subire catabolismo, e l'NO deve subire riduzione. Si
tratta dell'unica benzodiazepina rimasta in commercio a non avere in posizione 1,2 NH O
NRCO, oppure anellata con azoli. Resta dalla sintesi l'azoto in 1 impegnato con doppio
legame, e il carbonio 2 sostituito con il famoso residuo di metilammina. Il catabolismo
prevede per prima la dealchilazione ossidativa, con l'NHCH3 che viene demetilato con
uscita di formaldeide gassosa (si allontana per espirazione). Ora la funzione amminica è
legata ad un carbonio impegnato in un doppio legame con l'azoto in 1. Questo doppio
legame endociclico potrà quindi anche tautomerizzare all'esterno, avendo un C=NH, ossia
un'immina, che prontamente può essere idrolizzata dall'acqua a dare il carbonile
corrispondente, il demoxepam. Questa molecola, ormai sparita dal prontuario, ha
un'azione più breve in termini di emivita. Su esso l'N ossido viene catabolizzato
attraverso reazione di fase I, ottenendo il nor-diazepam, che si ottiene anche dal
diazepam per demetilazione ossidativa. Il diazepam può formarsi per bioattivazione del
medazepam, la sola benzodiazepina a non presentare un carbonile in posizione 2 ma un
CH2. Il C=O però è importante per interazione col sito di legame, quindi ecco perché
subisce in vivo la bioattivazione che introduce il carbonile in 2, da cui una durata d'azione
maggiore per il medazepam rispetto al diazepam. Ulteriore step di reazione di fase I è
quella di rendere la molecola "attaccabile" dall'acido glucuronico, quindi serve introdurre
l'OH in 3. Questo si ottiene dal diazepam o sul nordiazepam, per arrivare poi al metabolita
comune che è l'oxazepam, che è anche un farmaco, meglio conosciuta con il cloro in 2'
(Tavor). Queste molecole debbono solo essere solo coniugate con l'UDPGA per essere poi
escrete.
Sintesi del diazepam. Tutte le benzodiazepine si ottengono dall'opportuno benzofenone
sostituito, qui in 2 dal gruppo amminico e in 5 un cloro. Il sostituente ad attrazione
elettronica dovrà essere sempre in para all'ammino. Il 2 ammino 5 cloro benzofenone
reagisce con il bromuro dell'acido cloroacetico in trietilammina. Gli acidi carbossilici sono
sempre poco reattivi, mentre io devo ottenere un'ammide a partire da un derivato
anilinico che non è un'ammina molto basica. Non mi aspetto quindi una grossa reattività.
In aggiunta l'anilina è sostituita in 8 con un chetone. Quindi tra motivi elettronici e motivi
di ingombo, la molecola tende a essere poco reattiva. Di sicuro non posso usare solo
acido cloroacetico, ma il bromuro acido (ancora più reattivo). Si tratta di un reattivo
bifunzionale, per il bromo e il cloro. La bifunzionalità serve per ottenere un intermedio di
reazione che abbia un ulteriore funzionalità reattiva, al fine di promuovere l'anellazione
della molecola. Tra il bromuro acilico e il cloruro alchilico, a reagire prima, in genere, è
l'acile. Non si ottiene una miscela perché in questo caso con l'alogenuro alchilico reagisce
pochissimo. Devo infatti mettere trietilammina perché viene liberato acido bromidrico,
che viene così neutralizzato. Ottengo l'ammide, con un braccetto libero con l'alogenuro
alchillico. Devo ottenere l'anellazione. Stavolta il solvente di reazione è ammoniaca
anidra gassosa. Si elimina HCl e si ottiene, incorporata, l'NH2 alla funzione ammidica. Si
potrebbe acilare l'amminobenzofenone direttamente con il composto NH2CH2COOH, un
acido ammino acetico, noto come glicina. Dopo si scalda, perché alzando la temperatura
viene favorito l'attacco nucleofilo dell'ammina primaria sulla funzione chetonica. La
chiusura non è spontanea perché il ciclo è a sette termini e non a sei, e perché c'è da
considerare che il chetone è un benzofenone. Quando gli R del chetone sono voluminosi,
il chetone non agisce benissimo perché c'è ingombro sterico. Abbiamo ottenuto il
nordiazepam, che trattiamo con dimetile solfato in presenza di base andira come potassio
carbonato, così da avere metilazione. Anche la metilazione dell'NH non è facile, perché è
parte di un'ammide, ma usando la base soft carbonato di potassio è sufficiente a
promuovere la reazione. Gli agenti metilanti in genere sono reattivi con le ammine (ioduro
di metile, solfato dimetile,...). Le metilazioni di NH ammidici con agenti metilanti non sono
semplici. Gli agenti metilanti sono già di per sè reattivi, in più gli stessi NH sono molto
reattivi, tanto da proseguire e arrivare addirittura ad un ammonio quaternario. Qui non
succede perché l'azoto è ammidico, non particolarmente basico, e posso alchilare
tranquillamente con solfato dimetile.
Sintesi del Triazolam. Bisognerà anellare la posizione 1,2 fino a formare un triazolo. La
benzodiazepina disostituita col cloro viene fatta reagire con acetilidrazina solamente
dopo conversione del carb